Rick e Morty hanno debuttato su Adult Swim, sono apparsi su iTunes e Youtube, hanno prestato la voce per Dota 2, sono stati ospitati dai Simpsons ed ora approdano sugli store mobile.
Ma chi sono, esattamente? E perché il loro gioco ricorda così da vicino un altro franchise ben più noto?
Un po’ di storia
Tutto iniziò quando Bill Cosby, noto attore e comico, costrinse il doppiatore e scrittore Justin Roiland ad interrompere la sua serie animata “House of Cosbys” (cartoon in cui un anonimo protagonista si ritrova a vivere in una casa popolata da 100 cloni, appunto, di Bill Cosby). Royland non la prese bene, producendo per ripicca nei confronti di Universal Studios una volgare parodia di Ritorno al Futuro (“Le vere avventure animate di Doc e Mharti”). Per quanto scurrile, l’interpretazione dei personaggi sembrava funzionare; almeno stando a Dan Harmon (creatore della popolare serie Community), che trovandosi a dover ideare un nuovo cartoon per Adult Swim decise di contattare proprio Royland. Così nacque Rick e Morty, show animato sull’omonimo duo basato sui Doc e Marty di Ritorno al Futuro.
La serie, talvolta paragonata ad una versione comica ed (ancor più) adult-oriented di Doctor Who, racconta le (dis)avventure di Morty, teenager a proprio malgrado invischiato nelle faccende interdimensionali dell’alcolizzato nonno Rick Sanchez (tra le menti più brillanti, folli e disturbate dell’universo).
Le trame assurde, il target palesemente maturo ed il particolarissimo humor hanno permesso allo show di entrare nell’olimpo delle serie più apprezzate da critica e pubblico (vantando tuttora di un 100% pieno su Rotten Tomatoes ed un 9.3 su IMDb) con solo due stagioni dal debutto sul piccolo schermo. Dal 2013 a questa parte la serie è riuscita silenziosamente ad entrare in continuity con uno show affermato come Gravity Falls, ricevendo persino una sorta di benedizione da Matt Groening, che ha sponsorizzato Rick e Morty facendoli apparire nella couch gag di un recente finale di stagione dei Simpsons.
Avventure rushate su licenza
Insomma, data la crescente popolarità del brand era inevitabile ipotizzare un debutto videoludico dello strambo duo. Non confondetevi, però: Poket Mortys non è il primo gioco dedicato alla serie. Jerry’s Game è infatti già approdato (o meglio, sprofondato) negli store mobile; il volutamente orrido titolo (nato essenzialmente come sorta di battuta direttamente dalla serie) consisteva a tratti in una parodia dei peggiori giochi per cellulari, realizzati con poca cura, ripetitivi fino alla noia e utili solo a spillare qualche soldo agli sfortunati clienti.
Il titolo in flash Rick&Morty’s Rushed Licensed Adventure (il nome è tutto un dire) rappresenta invece qualcosa di indubbiamente più apprezzabile; si tratta di un’avventura grafica dichiaratamente realizzata senza fondi, ma capace di riprendere pienamente le atmosfere e la comicità della serie, rappresentandone a tratti una sorta di inedito episodio extra. Il tutto, facendo chiaramente il verso ai vecchi giochi LucasArts sullo stile di Monkey Island.
Vale anche la pena di citare la recente collaborazione con Valve: dallo scorso agosto è infatti possibile acquistare il pacchetto di voci ufficiale di Rick e Morty, capace indubbiamente di aggiungere qualche risata alle proprie partite di Dota 2.
Dopo simili progetti minori, Adult Swim propone per la prima volta un titolo più articolato, curato ed ampio, almeno per quanto ci si possa aspettare da un gioco nell’essenza gratuito. Poket Mortys è infatti già disponibile sugli store iOs ed Android, quindi se siete fans della serie il download è quasi d’obbligo. E se non siete fans della serie, cosa aspettate a recuperarla?
Il gioco
Tra le migliaia di app per cellulari non è certo difficile trovare quantità talvolta inquietanti di palesi cloni di giochi celebri: da Call of Duty a GTA, da Halo a Final Fantasy, da Zelda ad Diablo; in fondo pochi franchise (davvero popolari) sono stati risparmiati dalla deprecabile tendenza. Niente di strano, dopotutto; svariati studi, come Gameloft, basano il proprio successo quasi unicamente su titoli di simile natura. Tra i giochi capaci di ricordare più da vicino il più noto franchise Nintendo (sugli store mobile) non troviamo tuttavia solo sterminate quantità di cloni, bensì -da più di un mese a questa parte- anche una parodia.
Pocket Mortys infatti non assomiglia ai Pocket Monsters solo nel nome, riproponendo spudoratamente il core e gli elementi chiave del franchise nipponico. In fondo, il pudore non è certo tra le caratteristiche principali di Rick e Morty. Il titolo si presenta come free to play, seppur “afflitto” da microtransazioni che però, fortunatamente, hanno modo di rivelarsi piuttosto sconventienti e tutto sommato futili e facilmente evitabili.
La trama è piuttosto semplice: all’inizio dell’avventura Rick costruisce un device, il MortyPad, dispositivo che -oltre a dispensare musica per il resto del gioco- funge da Pokédex per i Morty provenienti dagli infiniti universi paralleli visti nella serie. Qualcuno sta infatti separando i Morty dai propri Rick; poco dopo averlo realizzato, il duo si vede comparire in garage un portale, dal quale esce inaspettatamente il Rick di un’altra dimensione. Il losco individuo (accompagnato da un Morty malmesso) annuncia di voler rapire il Morty “originale” (che stando alle sue parole, potrebbe essere il “Morty Leggendario” -principalmente per via della delicatezza della sua pelle-). Si giunge in fretta all’unica plausibile conclusione alla situazione in corso: una battaglia tra Morty, in pieno stile Pokémon.
Dopo aver vinto lo scontro ed incitato Morty a continuare a combattere “per la scienza”, Rick segue il suo misterioso alter-ego nel portale con cui è fuggito, ritrovandosi in una sorta di foresta che ricorda in tutto e per tutto i primi percorsi dei titoli principali della serie Nintendo. Basterà poco per rendersi conto di come il mondo di gioco (o “i mondi”, per essere più specifici) risulti disseminato di Morty ed allenatori di tutti i generi, pronti a scontrarsi per determinare il più forte.
Dopo aver completato il percorso e sconfitto nuovamente il Sanchez di quella dimensione, i protagonisti entrano in un portale che non li riporta a casa come sperato, bensì al cospetto del Consiglio dei Rick (un parlamento interdimensionale composto unicamente dai più saggi Rick di vari universi). La portal gun viene requisita al Rick originale, che si trova costretto a dimostrare il proprio valore in quanto allenatore di Morty sconfiggendo allenatori e raccogliendo medaglie.
Combat system e caratteristiche fondamentali
L’avventura consiste quindi nel viaggiare per i vari pianeti sconfiggendo il Rick della dimensione in cui ci si trova, allo scopo di guadagnare medaglie (simili a quelle viste nei Pokémon, seppur in maggior numero). Dopo aver conquistato abbastanza medaglie, sarà possibile mostrarsi al Consiglio dei Rick, sfidandone un membro; lo scopo del gioco è sconfiggere tutti i membri (che ricordano un po’ i Campioni della Lega Pokémon), per poter recuperare la portal gun e tornare a casa.
Il gameplay è sostanzialmente una copia carbone di quello visto in Rosso e Blu: ad ogni turno si avrà dunque la possibilità di attaccare, utilizzare uno strumento, fuggire o cambiare il proprio Morty in battaglia con uno della propria squadra.
Il titolo riesce però a scremare gran parte della complessità del combat system dei Pokémon riducendo drasticamente le statistiche, nonché sostituendo la classificazione legata al tipo (fuoco, acqua, erba e via dicendo) con un semplice sistema in stile morra cinese: ogni Morty è assegnato ad un “elemento” (sasso, carta o forbice), mentre il Morty originale rimane neutro per l’intera durata del gioco.
Oltre alle battaglie, anche l’intero sistema riguardante l’owerworld riprende a piene mani quello visto nella serie di Game Freak: ci si ritrova in fretta a leggere consigli dai cartelli, raccogliere oggetti trovati in giro, e ovviamente incontrare, combattere e cercare di catturare Morty “selvatici“.
La cattura avviene in maniera leggermente differente rispetto a quanto visto in Pokémon: i Morty selvatici non si nascondono nell’erba alta, risultando ben visibili semplicemente avvicinandocisi. Se si viene visti dal Morty in questione, è necessario rincorrerlo ed aspettare che riprenda fiato per ingaggiare battaglia; a quel punto, dopo averlo indebolito sarà possibile utilizzare i chip recupertati nel corso dell’avventura per catturarlo.
A differenza dei Pokèmon, inoltre, i Morty non si evolvono: catturandone due dello stesso tipo sarà però possibile fonderli in un singolo Morty più forte, spesso dal design più elaborato/esagerato di quello dello stadio precedente.
Insomma, il gioco si riduce al visitare e completare le sempre più difficili aree sbloccate (all’apparenza, generate randomicamente sulla base di un numero limitato di modelli molto simili) per arrivare al Boss dell’area, conquistando una medaglia e la possibilità di tornare nella città del Consiglio dei Rick, che fa da hub centrale. Dalla città è possibile curare i propri Morty, depositarli, combinarli o scambiarli con esemplari precedentemente catturati, accedere allo shop e via dicendo.
Gratuito sì, ma…
Poket Mortys comunque non è Pokémon, e la cosa si nota principalmente per via dell’impianto narrativo (o meglio, per la sua assenza). Non ci saranno infatti villaggi da visitare e storie da scoprire, bensì superficiali dialoghi con allenatori e qualche risicato scambio di parole con gli npc nell’hub centrale. A smorzare la situazione vengono incontro brevi subquest per conto di personaggi secondari specifici, che seppur utili ad ottenere oggetti speciali lasciano tutto sommato il tempo che trovano.
La difficoltà del titolo non punta certo in alto; nonostante ciò, verso la fine del gioco risulta sempre più palese quanto struttura del gameplay sia tale da renderlo via via più impegnativo. Curare il proprio team di Morty non è infatti semplice quanto rinvigorire la propria squadra di mostri tascabili: una volta entrati all’interno di una dimensione randomica (simili ai percorsi nei Pokémon) per mezzo del portale, sarà necessario completare l’intera area e sconfiggere il Rick della dimensione (recuperandone la medaglia), prima di avere la possibilità di abbandonare -per sempre- la zona.
Come se non bastasse i soldi guadagnati dagli allenatori non abbondano certo quanto nella serie Nintendo, di conseguenza è necessario fare tesoro dei propri (pochissimi) strumenti, utilizzandoli solo quando strettamente necessario. Insomma, per tutta la durata dell’avventura sembrerà di giocare una sorta di involontaria (e semplificata) Nuzlocke Challenge, con costante carenza di pozioni ed impossibilità di curare liberamente la propria squadra.
Se il team viene sconfitto, comunque, Birdperson si preoccuperà di riportare Rick ed i suoi Morty all’hub centrale, perdendo però la possibilità di riaccedere all’area in cui si è stati battuti (e a tutti gli oggetti sparsi per la zona).
Una menzione alle microtransazioni: sebbene il denaro in-game non abbondi, è possibile assistere a spot pubblicitari randomici per guadagnare qualche “Shmeckle“; l’attività non è un granché remunerativa e nel complesso non conviene molto, se confrontato con i guadagni delle vere e proprie lotte con altri allenatori. Resta comunque possibile pagare circa un euro per acquistare una sorta di biglietto della lotteria (capace di regalare svariati oggetti rari ed un Morty già evoluto); anche qui non conviene molto, considerando quanto sia facile allenare e fondere i propri Morty. I biglietti sono comunque reperibili sconfiggendo i Rick del Consiglio, quindi anche i giocatori che non intendono metter mano al portafoglio non sono esclusi dalla feature.
Infine, l’impatto grafico è gradevole, con ambienti 3D popolati da sprites 2D (sulla falsariga di quanto visto nella quarta/quinta generazione dei Pokémon). La soundtrack è composta interamente da remix di brani tratti dalla serie, dall’intro originale a Get Schwifty, da Goodbye Moonmen a Head Bent Over e via dicendo; è anche presente il riarrangiamento di qualche pezzo su licenza comparso in Rick e Morty, come Do You Feel It? di Chaos Chaos. La caratteristica più peculiare del sonoro è però probabilmente il costante scambio di battute tra Rick e Morty (spesso anche durante le battaglie), capace di rendere il tutto marcatamente più divertente.
– È parzialmente quanto di più simile (nei limiti del legale) a Pokémon su mobile
– Sostanzialmente gratuito
– Citazioni e fanservice accompagnano l’ironia tipica della serie
– Sonoro e grafica gradevoli
– Assenza di un reale comparto narrativo
– I Morty non regalano la varietà dei Pokémon
– Alla lunga, estremamente ripetitivo
– Battle system eccessivamente semplificato
Avete sempre sognato di catturare e schiavizzare teenager per farli pestare tra sangue e lacrime in combattimenti illegali? Il tutto, al solo scopo di farli diventare sempre più forti, eseguendo su di loro crudeli esperimenti genetici? Siete fan di Rick e Morty ma anche dei Pokémon? Desiderate conquistare medaglie e battere allenatori senza metter mano al vostro handheld Nintendo? In tal caso, Pocket Mortys è il gioco che fa per voi.
Se invece desiderate un’avventura appagante, priva di monotonia e supportata da un’ottima trama, allora è decisamente più opportuno cercare altrove.