Tutti noi videogiocatori guardiamo al periodo delle due dimensioni con un po’ di nostalgia: l’arcade e i titoli a scorrimento fanno sicuramente parte del passato di ogni appassionato di questo medium, con la loro capacità di divertire mediante l’immediatezza e la semplicità. Da quando abbiamo assistito alle sempre più numerose nascite di team di sviluppatori indipendenti, il 2D e l’arcade hanno quasi avuto una seconda giovinezza – rappresentando una sorta di filone artistico alternativo a quello che continua a rincorrere il fotorealismo e i 1080p.
PlayStation 4 e sopratutto PlayStation Vita sono state a loro volta teatro di queste produzioni, e PlayStation Plus – in questo primo anno di vita della nuova console di casa Sony – non ha mancato di proporre titoli indipendenti all’interno della Instant Game Collection, di quelli che, proprio come tanti anni fa, puntano tutto sull’immediata fruibilità, piuttosto che sul look spacca-mascella. Uno di essi è Pix the Cat, che non fa proprio nulla per nascondere di essere figlio di due genitori che sono da sempre nel nostro immaginario: Pac-Man e Snake.
Un gatto con una coda di papere
La produzione di Pastagames (autori di Rayman: Jungle Run) si pone come un titolo arcade bidimensionale nel quale avete il ruolo di un simpatico gatto stilizzato: quest’ultimo deve attraversare delle piccole ambientazioni – sempre mostrate interamente su schermo – per raccogliere tutte le uova sparse in esse: ad ognuna, corrisponderà una paperella, che prenderà ad inseguire il felino in qualsiasi movimento. Di uovo in uovo, si andrà così a comporre alle nostre spalle una lunga coda, che avremo il compito di portare fino ai punti indicati come destinazione all’interno dello stage, salvo poi raggiungere l’uscita per il prossimo livello. Qualora calcolassimo male il nostro percorso, consegnando le prime paperelle prima di aver dischiuso tutte le uova, otterremmo meno punti. La questione si fa ulteriormente complicata se a queste meccaniche sommiamo il fatto che saranno presenti nello stage alcuni blocchi o nemici che dovremo aggirare, e che – proprio come accadeva in Snake – sarà opportuno gestire i propri movimenti evitando di schiantarsi sulla propria coda, pena la perdita di tutte le paperelle e della conseguente vagonata di punti.
Queste dinamiche semplici da puzzle game vi portano così all’interno di un vortice frenetico e stimolante, che vi chiede tempi di reazione e pianificazione molto veloci per trovare la miglior soluzione ad ogni stage: una volta cominciato il primo, infatti, avremo 300 secondi per procedere quanto più possiamo e totalizzare il maggior numero di punti possibile, di livello in livello, fino allo scadere del tempo – mentre, più bravi saremo, maggiore sarà la velocità alla quale Pix correrà sullo schermo. Proprio la frenesia è un elemento cardine delle meccaniche di gioco, che puntano tutto sul farsi sempre più difficili mano a mano che ci mostreremo bravi, fino a raggiungere il cosiddetto fever time, dove il gatto correrà a velocità supersonica per lo schermo, consentendoci di ottenere molti più punti per le paperelle portate a destinazione, e di scagliarci anche contro gli eventuali nemici presenti nel livello per eliminarli e ottenere una cascata di punti.
Frenesia fino allo sfinimento (voluto)
Come abbiamo accennato in apertura, Pix the Cat vuole proporre un modello interattivo immediato e assolutamente semplice da fare proprio: per questo motivo, sia su PS4 che su Vita, l’unica cosa che dovete preoccuparvi di fare è di usare il d-pad o uno dei due stick (o il touch, sull’handheld) per direzionare la corsa del gatto. La profonda natura arcade del titolo vi chiede di affrontare i livelli uno dopo l’altro fino allo scadere del tempo, e fino a quando non diventerete abbastanza bravi da sbloccarne di nuovi grazie ai vostri punteggi. Migliorando i vostri risultati, avete anche la possibilità di sbloccare altre due modalità, oltre che nuove serie di stage: la prima, Laboratory, modifica leggermente le regole del gioco proponendo qualche variante nei movimenti e nella logica del trasporto delle paperelle, mentre la seconda, Nostalgia, vuole essere un’omaggio alle icone dei tempi andati.
A parte queste piccole alternative, però, la modalità principale ha il problema di rimanere sempre uguale a se stessa – almeno fino a quando non sarete diventati abbastanza sciolti da segnare punteggi record. In caso contrario, vi ritroverete per diverse ore a cominciare la stessa serie di livelli, a provare ad andare più avanti possibile nei trecento secondi concessi, e – nell’eventuale esito negativo – a ricominciare daccapo la medesima sequenza, nel tentativo di gestire sempre meglio i ritmi frenetici di Pix. Come è facile intuire, se da un lato questo schema è un trionfo dell’arcade e della sfida ai punti, dall’altro potrebbe invece scoraggiarvi, portandovi allo sfinimento per la voluta ripetitività della cosa – il che è un peccato, dal momento che, tra loro, i livelli propongono buone variazioni, che finiscono però con lo stancare quando sarà la cinquantesima volta che li state completando forzatamente nello stesso ordine e con lo stesso limite di tempo.
Nel complesso, il livello di sfida sarà in grado di darvi del filo da torcere, consentendovi non solo di sfidare i punteggi memorizzati, ma anche voi stessi – giocando contro il vostro fantasma – o quelli dei vostri contatti su PSN, o degli altri utenti di tutto il mondo. Se, poi, avete la possibilità di portare a casa qualche amico e armarvi di diversi DualShock 4, il gioco offre una divertente modalità multiplayer locale, che consente a ciascuno di voi di controllare un diverso gatto, e vi vedrà intenti a scontrarvi nel tentativo di portare ai relativi punti indicati il maggior numero di paperelle possibili. Il risultato è abbastanza esilarante e ricorda piacevolmente le partite multiplayer dei bei tempi andati, vissute sullo stesso divano.
Essere un gatto, su Vita e PS4
Oltre alla sua fruibilità e al buon livello di sfida, Pix the Cat brilla per la grande ricercatezza artistica, con i developer che hanno reso realtà uno stile grafico gradevolissimo e di impatto. Ad esso, si sposa una colonna sonora davvero degna di menzione, ipnotica ed appropriata, che rimarrà immediatamente impressa. Tuttavia, in contraddizione con la sua natura cross-buy, attualmente l’opera Pastagames non vi offre la possibilità di cross-play (né ovviamente di cross-save), motivo per il quale vi trovereste a sbloccare daccapo i percorsi se doveste decidere di passare da una piattaforma all’altra. Gli sviluppatori hanno anticipato che realizzeranno prima o poi un aggiornamento che introdurrà queste feature, ma è nostro dovere segnalarvi che, per il momento, una volta eseguito il download dovrete decidere subito su quale console volete mettervi a caccia di uova e paperelle, escludendo l’altra.
Il vantaggio dell’edizione PS4 è la presenza del multiplayer, mentre all’altra faccia della medaglia è possibile notare un po’ di lag tra l’input su controller e la risposta su schermo. Il gioco si sposa effettivamente molto meglio, anche per via della sua natura che propone sessioni a botte di trecento secondi, con Vita, dove il tempo di risposta è buono, ma dovrete prepararvi a qualche caricamento titanico di troppo.
– Frenetico e capace di darvi del filo da torcere
– Colonna sonora ipnotica
– Grande longevità
– Ottime scelte artistiche
– Gameplay fondato sull’iterazione fino allo sfinimento
– Cross-buy, ma non cross-play
– Un po’ di lag per i controlli su PS4
– Alcuni caricamenti titanici su Vita
Pix the Cat riesce ad essere un interessante punto di incontro tra le dinamiche di Pac-Man e quelle di Snake, e a proporre un gameplay divertente e puzzle ben pensati, capaci di stimolare il vostro ingegno e i vostri tempi di reazione. L’idea di fondare però l’intera struttura sulla reiterazione forzata, che vi chiede di ripartire sempre dallo stesso punto e sempre con lo stesso tempo a disposizione, potrebbe scoraggiarvi e frustrarvi un po’, quando sarete impegnati nel tentativo di migliorarvi ulteriormente per sbloccare nuove sfide.
Dal punto di vista artistico, il gioco brilla di grande luce sia nelle scelte grafiche che in quelle sonore. Purtroppo, però, su PS4 si registra un piccolo lag, mentre su Vita alcuni caricamenti risultano più lunghi di ciò a cui siamo abituati in questi tempi. Oltretutto, è un peccato che attualmente le due versioni del gioco non abbiano modo di interagire tra loro.
Nel complesso, però, i ragazzi di Pastagames sono riusciti a partorire un titolo divertente ed immediato, che non è esente da difetti e la cui filosofia rischia di scoraggiarvi, ma che – sopratutto sulla console handheld – vi strapperà sicuramente qualche ora di sano intrattenimento arcade.