Recensione

Pinobee: Quest of Heart

Avatar

a cura di Ryuken

Dalla casa creatrice di molteplici ottimi platform games come la serie dei PC Kid, apparsa con gran successo sia su PC Engine sia su SNES, arriva un altro gioco che, ahimè, non riesce a raggiungere le vette di magnificenza della serie prima menzionata.In Pinobee saremo immersi in un’atmosfera magica e disimpegnata nella quale un insetto, molto somigliante all’ape Maya (di nome Pinobee, appunto), cerca di salvare tutto il regno degli insetti da una minaccia imminente.L’avventura si svolgerà nel più classico stile dei platform game vecchio stampo: dovremo scorrazzare e saltellare allegramente da una piattaforma all’altra, sconfiggendo fastidiosi avversari, fino ad arrivare al mostro di fine mondo, il quale raggiungeremo solo dopo aver superato una serie di livelli intermedi.Il gioco fondamentalmente è questo, né più né meno come mille altri giochi del genere.

CARATTERISTICHE TECNICHEIl principale tallone d’Achille di questo prodotto Hudson è l’eccessiva facilità di gioco unita, forse, ad una monotonia, a tratti, troppo accentuata: molti livelli vengono superati senza nemmeno accorgersene e senza la minima difficoltà; pazienza per i primi stage ma la cosa non è perdonabile per quelli successivi.Pinobee, ad ogni modo, è un personaggio piuttosto simpatico ben disegnato ed altrettanto ben animato, in grado di camminare, volare lentamente ed a velocità supersoniche.Gli avversari che incontrerà il nostro eroe spaziamo tutto il lineup di creaturine schifide, o meno, che ognuno di noi ha schiacciato, almeno una volta, con la paletta per le mosche, con il palmo di una mano o semplicemente con la suola delle scarpe.Le uniche tecniche che il protagonista può utilizzare per eliminare i cattivacci sono due: saltare sul coppino dei malcapitati per una o più volte (secondo la resistenza del nemico) oppure sfruttare la velocità, un pò come faceva Sonic, producendoci nella mossa principale di Pinobee.La varietà di livelli è sufficiente ed il tratto grafico con il quale sono disegnati è di sicuro impatto; il tutto fa perno sull’incredibile abbondanza di colorazioni, colori che, a volte però, sono troppo accesi e cromaticamente accostati in maniera non esaltante.Ad ogni modo, l’aspetto migliore di questo prodotto Hudson è di sicuro il comparto grafico.Le colonne sonore non sono gran che, poco ispirate e alla lunga ripetitive anche se alcune di esse sono orecchiabili. Gli effetti sono essenziali ma non per questo disprezzabili.

GIOCABILITA’ E LONGEVITA’I primi livelli, anche se eccessivamente facili, lasciano, erroneamente, prevedere ottime potenzialità che alla lunga, purtroppo, rimangono inespresse.Con questo non voglio dire che Pinobee è un titolo da buttare; peccato perché con un po’ più d’attenzione da parte dei programmatori il gioco avrebbe potuto raggiungere le vette del genere su GBA.Sul fronte longevità c’è da dire che, molto probabilmente, una volta finito il titolo non lo rigiocherete più, anche per il fatto della mancanza di una qualsivoglia opzione per il gioco in multiplayer.

Bella grafica.

Poca varietà e originalità.

Sonoro poco incisivo.

Alcuni accostamenti cronatici potevano essere migliori.

6.5

Un titolo discreto e nulla più. Consigliato solo a coloro che hanno una gran voglio di platform games e che hanno già terminato Rayman Advance; in caso contrario fiondatevi su quest’ultimo.

Voto Recensione di Pinobee: Quest of Heart - Recensione


6.5

Leggi altri articoli