ParaWorld
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a cura di Rasta
Dinosauri…ParaWorld è senza dubbio uno dei migliori strategici degli ultimi anni. Merita di esordire così la recensione di questo titolo sorprendente, che come vedremo è così ricco e curato che, per trovare termini di paragone appropriati, occorre scomodare i grandi classici e i migliori titoli del genere. Ma procediamo con ordine. E’ ormai passato molto tempo dall’annuncio di questa release tutta europea, e ricordo che la mia attenzione fu subito catturata da questo titolo che si proponeva come uno strategico originale, in cui avremmo potuto addestrare e utilizzare in battaglia nientemeno che le creature più affascinanti ed immaginifiche del nostro pianeta: i dinosauri. Sospettoso per natura, mi sono avvicinato a ParaWorld temendo una deludente esperienza ludica, senza sapere che l’esito sarebbe stato diametralmente opposto…
Mondo ParalleloSiamo agli inizi del XIX secolo. Jervis Babbit è un geniale matematico che ha fondato la SEAS, una società segreta per la ricerca di dimensioni parallele. I suoi studi lo conducono all’individuazione dell’ubicazione di cancelli che conducono ad altre dimensioni, e viene così scoperto un mondo parallelo in cui convivono selvaggiamente tribù di guerrieri ed animali preistorici, ormai estinti sulla Terra. Ma le intenzioni del matematico sono tutt’altro che filantropiche: le sue losche mire sono legate all’universo di ParaWorld e alle differenti leggi fisiche che lo governano, che, tra l’altro, causano l’assenza dell’invecchiamento. La scoperta viene tenuta segreta, ma tre giovani e brillanti scienziati vengono a conoscenza della dimensione parallela, e Babbit li conduce con l’inganno su ParaWorld, per poi abbandonarli ad un destino di morte. Ma la bella biologa naturalista Stina Holmlund, il timido ed intelligentissimo fisico Béla András Benedek, e il geologo testa-calda Anthony Cole hanno un’arma che può fare la differenza: l’ingegno.
TribùDescrivere la profondità, la ricchezza e la varietà del gameplay di ParaWorld è un’impresa ardua, basti pensare che il manuale di istruzioni vanta ben 80 pagine fitte di spiegazioni. Protagonisti principali del gioco, le tre tribù presenti su ParaWorld, che si differenziano in maniera assai marcata sia dal punto di vista estetico (di unità ed edifici), sia dal punto di vista strategico. I Norsemen (popolazione del Nord che ricorda vagamente i vichinghi) sono la tribù che vanta il maggior numero di edifici e fortificazioni difensive e basa la propria organizzazione militare nelle unità di combattimento ravvicinato, la scelta ideale per chi preferisce stabilità del proprio insediamento e lo scontro corpo a corpo in battaglia. I Dustrider sono invece una tribù nomade (popolazione della savana, nei tratti somatici affine alle popolazioni africane), quindi a fronte di un minor numero di edifici (o meglio, di tende), vanta numerosi vantaggi, come la mobilità dei centri città e il riciclo delle risorse utilizzate per l’edificazione delle tende; inoltre sono la tribù che utilizza il maggior numero di animali. Il Clan del Drago (che ha più di una caratteristica in comune con i nostri popoli orientali), corredato di unità militari come ninja e samurai, è molto avanzato dal punto di vista tecnologico ed è l’opzione migliore per coloro che non amano i contatti ravvicinati col nemico: infatti dispongono di temibili trappole difensive per tenere lontani gli avversari. Inoltre, giocando con ParaWorld, incontreremo tribù autoctone di feroci barbari, e ci scontreremo con la SEAS, la società segreta di Jervis Babbit, che costituisce la quarta civiltà protagonista, dietro cui si celano arcani misteri che il giocatore dovrà svelare nel corso della campagna.
GameplayAlla base del gioco, la struttura classica degli strategici in tempo reale (alla Age Of Empires per intenderci), con la raccolta delle risorse, la costruzione di edifici, l’addestramento di unità civili e militari, l’avanzamento di sviluppo, ricerca ed epoche temporali, la diplomazia (in modalità multiplayer). In più, la meccanica di gioco riprende tutte le idee vincenti del filone RTS degli ultimi anni, come gli eroi, le abilità e/o gli attacchi speciali (che in ParaWorld sono possedute dagli eroi e da quasi tutte le unità militari), l’acquisizione dell’esperienza (qui rappresentata con gli skulls), le rotte commerciali, gli artefatti. A tutto questo vanno aggiunti unità ed edifici speciali, caratteristici di ogni civiltà e legati agli eroi di cui disponiamo e al livello da essi raggiunto: ad esempio, l’eroe Nikolaj Taslow al livello 4, se utilizzato con i Norsemen, abilita l’addestramento dei Guerrieri con Jetpack, se presente in un team di Dustrider consente l’edificazione della Torre Taslow, mentre se è alleato del Clan del Drago, mette a disposizione la speciale Trappola velenosa.
Dinosauri come se piovesseLe caratteristiche fin qui elencate basterebbero da sole a regalarci un ottimo strategico, equilibrato e complesso, come non se ne vedevano da molti anni. Ma il piatto forte di questa release deve ancora arrivare. Non sprecherò tempo e kbyte a descrivervi minuziosamente i dinosauri da battaglia che potrete addestrare, vi basti sapere che gli sviluppatori della SEK (abbreviazione di SpieleEntwicklungsKombinat) hanno popolato il gioco di 50 specie diverse di animali preistorici, tra cui 40 dinosauri. Dai mammut ai velociraptor, dagli smilodonti agli stegosauri, troveremo tutte le specie più famose, sia allo stato brado (una ricca, ma pericolosa, fonte di cibo), sia addomesticati e attrezzati a scopi militari, addestrabili nelle Dinofattorie piccole, medie e grandi (differenziate in base alla stazza dei dinosauri). Inoltre, ogni tribù dispone di un tipo di unità titanica, ossia di un dinosauro dalle potenzialità belliche superiori (ad esempio i Norsemen dispongono del Triceratopo Titano, i Dustrider invece hanno il T-Rex Titano). Il risultato globale di questo ensemble, è uno strategico incredibile, che sotto profilo della varietà è uno dei migliori mai concepiti nella storia degli RTS.
Army ControllerSul fronte delle novità, oltre all’introduzione dei dinosauri, elemento di grande fascino che regala anche maggiore profondità strategica (ed estetica) alla release, gli sviluppatori hanno realizzato un’interfaccia originale ed intuitiva che semplifica e velocizza il controllo delle unità e della loro evoluzione: l’Army Controller. Tale interfaccia è una sorta di menù laterale a scomparsa con una barra graduata (che rappresenta le 5 epoche del gioco) e una griglia di 52 slot che contiene tutte le unità in gioco. La griglia è anch’essa divisa in 5 aree, che corrispondono ai 5 livelli di esperienza delle nostre unità, e per promuovere un nostro soldato non dovremo far altro che trascinare la sua icona nell’area superiore. Ma non è finita qui: grazie a piccoli simboli sulle icone, avremo tutte le informazioni che ci servono sulle nostre unità (energia, livello, stato, inattività, tipo di risorsa raccolta, rifugiato in un bunker o in un’unità di trasporto), e potremo affidare i compiti a ciascuna unità direttamente dall’Army Controller, senza andare a cercare l’unità ed evitando così di perdere di vista l’azione di gioco. Insomma, uno strumento di grande utilità, originale e semplice da usare che regala un tocco di classe in più, e che consente di tenere il completo controllo dell’andamento del gioco. L’Army Controller rappresenta inoltre il differente approccio strategico di ParaWorld rispetto agli altri RTS, poiché essendo il numero di slot limitato, non potremo addestrare eserciti sconfinati, ma dovremo puntare alla qualità del nostro esercito, scegliendo oculatamente le unità più opportune da addestrare e da promuovere ai livelli successivi: tutto ciò rende meno esasperata la corsa alle risorse, meno sconsiderata la produzione di unità e invita a pianificare strategie più raffinate.
GraficaDal punto di vista tecnico, ParaWorld non delude le aspettative. Gli scenari naturali sono ben concepiti e realizzati, forse non sono molto vari (nel gioco vi sono “solo” cinque zone climatiche: landa del nord, distesa di ghiaccio, giungla, savana e valle di ceneri), ma grazie alla ricchezza di dettagli, alla varietà di flora e fauna presente, ad una giusta dose di effetti e al ciclico alternarsi di giorno e notte, riescono a non stancare mai e a restituire all’occhio un senso generale di vita. Discreta la gestione delle luci e delle ombre, molto particolare la palette cromatica scelta, dalle tonalità accese, sempre piacevoli e, per quanto riguarda i dinosauri, in linea con le ultime teorie sulla loro colorazione sgargiante. Le unità sono anch’esse realizzate in maniera egregia, con un elevato numero di poligoni e l’uso di soft shadows e bump mapping; in particolare nelle sequenze di battaglie, è possibile ammirare ottime animazioni e un livello di dettaglio notevole (la risoluzione massima arriva a di 1600×1200 pixel). Forse il comparto grafico non raggiunge i perfezionismi ottenuti in giochi come Age Of Empires III, ma il motore grafico PEST svolge ampiamente il suo dovere (d’altronde le immagini parlano da sole), e, quello che più importa, è pienamente funzionale ad una meccanica di gioco di gran classe. A cosa serve, infatti, ammirare specchi d’acqua così realistici da far venire sete, se poi un RTS delude sotto il profilo strategico?
SonoroIl comparto audio è anch’esso ben realizzato, e ci accompagna piacevolmente soprattutto con una collezione di musiche suggestive, che ben interpretano i vari momenti di gioco; in particolare il tema principale di ParaWorld vi rimarrà sicuramente impresso, grazie agli afflati epici di sicuro impatto. Nonostante gli effetti sonori siano ben campionati e molto numerosi (sono associati praticamente ad ogni azione di gioco), sono poco efficaci durante le battaglie, e non restituiscono le sensazioni uditive di quella che dovrebbe essere uno scontro in cui vengono impiegati dinosauri corazzati. Peccato per la mancata localizzazione italiana dell’audio, a cui sopperiscono i sottotitoli in italiano.
Single playerLa modalità in single player, oltre ad un completo e divertente Tutorial graduale, offre la modalità Schermaglia e una avvincente Campagna che dipana la suggestiva trama del gioco, attraverso un buon numero di missioni, abbastanza lunghe e ricche di quest secondarie e filmati narrativi, da regalare ore ed ore di divertimento ai giocatori più certosini. Dovendo cercare qualche aspetto meno convincente, possiamo annoverare l’assenza un editor di scenari, che avrebbe garantito una longevità quasi eterna al titolo (confidiamo negli sviluppatori affinché seguitino a curare il gioco e a fornire ulteriori mappe). Inoltre la IA nemica, nonostante ci incalzi con organizzate spedizioni punitive, non è sembrata molto pronta in termini di reazione ai nostri attacchi. Per questo è consigliabile aumentare il livello di difficoltà per avere una maggiore sfida.
HARDWARE
Configurazione minima: Pentium/Athlon 1.6 GHz, 512 MB di RAM, Scheda video con 128 MB di RAM, DirectX 9.0c, Windows XP/2000Configurazione consigliata: Pentium/Athlon 3 GHz, 1 GB di RAM, Scheda video con 128 MB di RAM, DirectX 9.0c, Windows XP/2000
– Trama e concept affascinante
– Varietà sconfinata e profondità strategica
– Interfaccia originale e intuitiva
– Mancata localizzazione audio
– Editor di mappe assente
– Meteoriti e glaciazioni
8.0
ParaWorld è una boccata d’aria fresca in un panorama, come quello degli RTS, negli ultimi tempi sempre più statico e anonimo. La profondità strategica, il senso di controllo totale (grazie anche all’innovativo Army Controller), la sconfinata varietà di unità presenti nel gioco, il fascino delle unità preistoriche, sono fattori che spingono ParaWorld molto in alto, mettendo in ombra anche titoli recenti e blasonati, che hanno puntato più su una tecnica innovativa (apparenza), trascurando la strategia ed il gameplay (sostanza).
Voto Recensione di ParaWorld - Recensione
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