Recensione

Pac-Man e le avventure mostruose

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Tra le icone dei videogiochi, lissù nell’olimpo, tra un idraulico, un porcospino e un lottatore di strada, c’è sicuramente posto anche per Pac-Man, la più amata pallina gialla di tutti i tempi (non che la concorrenza fosse granché, ma, insomma, in molti lo adorano).Negli ultimi anni le sue avventure sono state riproposte più che altro come vecchi classici (come l’eccellente Pac-Man Championship DX), perché, ahinoi, la transizione dell’eroe giallo nelle tre dimensioni non è stata indolore, per usare un eufemismo.Non ci biasimerete, quindi, se ci siamo accostati a Pac-Man e le avventure mostruose con un pizzico di cautela in più rispetto al solito.

Chi ben comincia…ma chi comincia male?Sin dalla seconda schermata di gioco, appare evidente come il target di riferimento dell’ultima fatica Namco Bandai sia decisamente giovane: i toni, i colori, l’accenno di trama e il doppiaggio sono presi di peso da una qualsiasi serie a cartoni del sabato mattina, e questa scelta fornisce una chiave di lettura ben precisa in sede di recensione.Dopo pochi minuti di gioco, però, si insinua il dubbio che i programmatori abbiano scambiato un’utenza giovane con un’utenza ebete, vista la piattezza dei primi livelli di gioco, che colpiscono solo per una gradevole tavolozza di colori accesi e ben assortiti.Nel suo viaggio per capire le intenzioni dell’antagonista Betrayus e fermarne le macchinazioni, Pac-Man parte dalla sua città, Pacopolis, sotto attacco da parte di una masnada di fantasmi,e, di piattaforma in piattaforma, le fonti di ispirazione appaiono subito evidenti: da ognuno dei Mario in tre dimensioni usciti sul mercato a Crash Bandicoot, con un pizzico di Jak e Daxter, ma dopo un’ora scarsa di gioco la voglia di proseguire viene già meno, per una serie di concause che affossano la produzione, nonostante un paio di idee decenti sparse qua e là.

Di male in peggioIn un platform 3D sbagliare i controlli e la telecamera è come impastare una pizza con la malta, o costruire un grattacielo su una base di cotone e marmellata: eppure il team dietro Pac-Man e le avventure mostruose è riuscito in questa poco invidiabile impresa.

Partiamo dai controlli: su una piattaforma stabile, il nostro alter ego risponde discretamente agli input, saltando con il tasto B, mangiando fantasmini con il tasto Y e spaventandoli (in un rigurgito di ricordi) con il tasto X.Addirittura la possibilità di eseguire un doppio salto sin da subito restituisce l’illusione di un controllo totale sul nostro alter ego, ma al primo baratro da evitare, appare evidente come qualcosa sia andato storto: il personaggio a schermo manca di peso e la sua eccessiva leggerezza rende ogni salto una scommessa, costringendo a ricorrere al doppio salto anche quando, in un platform meglio dosato non ce ne sarebbe alcun bisogno.In più di un’occasione ci è venuto il dubbio che la feature del doppio salto, che normalmente il giocatore è chiamato a conquistarsi sul campo, sia stata introdotta in un secondo momento proprio per ovviare alla tragica imprecisione del salto base e all’impossibilità di affidarsi alla precisione.A peggiorare ulteriormente la situazione c’è una gestione della telecamera che definire problematica significa farle un grosso complimento: nonostante sia ruotabile a piacimento, cosa raccomandabile nei momenti di calma, questa si ostina a prendere iniziativa in occasione del salto su una nuova piattaforma, o dell’attacco improvviso da parte di uno o più nemici, con l’unico risultato di tenere spesso fuori schermo ciò che davvero interessa al giocatore.Salti nel buio e nemici che ci attaccano dall’angolo cieco diventano così un’antipatica routine, che, pur non causando game over a ripetizione visto il basso livello di difficoltà generale, azzoppano il divertimento e finiscono con il rendere faticoso l’attraversare i livelli, che peraltro si susseguono senza particolari spunti di interesse.L’unico raggio di luce è rappresentato da una serie di power up, da quello del ghiaccio a quello del fuoco, passando per la spassosa tutina da camaleonte, che mescolano un po’ le carte in certi livelli e aggiungono varietà ad un incedere altrimenti monotono: soprattutto la trasformazione in camaleonte poteva comunque essere sfruttata meglio, magari introducendo nuovi modi di interagire con i nemici, oltre che con i fondali.I giocatori più giovani potrebbero trovare i livelli meno ripetitivi, e magari accontentarsi del limitato bestiario nemico e della sua ancora più limitata intelligenza artificiale, ma dubitiamo fortemente che, potendo scegliere tra due Mario bidimensionali, uno in treddì, Donkey Kong Country Tropical Freeze e quell’altro capolavoraccio che risponde al nome di Rayman Legends, optino per questa copia sbiadita.

Tecnicamente ci siamo…quasiAl netto di una conta poligonale limitata e di una direzione artistica carente e poco ispirata, il comparto tecnico di Pac-Man e le avventure mostruose riesce a strappare una sufficienza tirata per i capelli, grazie soprattutto ad un uso efficace di colori sgargianti e vivi, ad animazioni tutto sommato passabili e ad un framerate stabile, anche con 6-7 nemici contemporaneamente su schermo.Certo, su Wii U abbiamo visto di molto meglio in più di un’occasione, ma nel grigiore generale non si può certo dire che sia la grafica il problema di questo prodotto, a differenza del sonoro, che propone un doppiaggio sul quale meno diciamo e meglio è.La difficoltà, tarata verso il basso, conosce comunque un paio di picchi sul finire del gioco, che verosimilmente faranno da palestra per le nuove leve.Nota di merito per il multiplayer locale fino a quattro giocatori, idea che sulle console Nintendo, ultimo baluardo del multigiocatore, ha sempre il suo senso: peccato che la qualità del titolo lo renda una scelta tutt’altro che imprescindibile per quanti amano dividere il divano con i propri amici.

– I poteri tentano di ravvivare la situazione

– Controlli imprecisi e malsicuri

– Telecamera bizzosa

– Level design monotono

– Doppiaggio da tappi alle orecchie

– Nettamente inferiore alla diretta concorrenza

4.5

I nostri lettori più assidui sanno che non stronchiamo mai volentieri il lavoro altrui, ma stavolta la cosa ci è venuta meno difficile di altre volte perché i problemi di Pac-Man e le avventure mostruose sono evidenti, numerosi e, purtroppo, decisivi nel giudizio finale.

Namco Bandai ha sbagliato l’ABC del platforming in 3D, con dei controlli imprecisi ed eccessivamente leggeri e una telecamera capricciosa, che sviliscono la trovata dei poteri, che tenta invano di risollevare la situazione.

A mettere la pietra tombale sul titolo il fatto che, in una line up debole in molti generi, se c’è una categoria in cui la console casalinga Nintendo eccelle è proprio quella dei platform, sia in due che in tre dimensioni: difficile dunque consigliare, tra tanti, l’avventura della storica pallina gialla.

Voto Recensione di Pac-Man e le avventure mostruose - Recensione


4.5

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