Apparsa in occasione del PlayStation Experience dello scorso anno, l’edizione in alta definizione di PaRappa The Rapper ha travolto con un’ondata nostalgica tutti coloro che nell’epoca PS One avevano apprezzato il rhythm game dedicato allo sgangherato e innamorato cane antropomorfo. Oggi, in occasione dell’uscita e a vent’anni di distanza dalla sua prima comparsa, vi raccontiamo cosa significa ritornare a “rappare”.
The Hip Hop HeroMasaya Matsuura può a tutti gli effetti essere considerato uno dei pionieri dei giochi musicali. Quando nel ’96 arrivò PaRappa The Rapper, i cosiddetti rhythm game entrarono nelle case dei giocatori e conobbero un’ampia diffusione, aumentata poi con tutti gli altri giochi di punta dell’epoca. Dopo il boom del genere e il successo di PaRappa, nel ’99 arrivò quello che può essere considerato il suo spin-off: Un Jammer Lammy, seguito a ruota, un paio di anni dopo, da PaRappa The Rapper 2 su PS2. Da Vib-Ribbon (dello stesso Matsuuda) fino ad arrivare agli ultimi Guitar Hero, i rhythm game di strada ne hanno fatta parecchia e hanno seguito una piacevole evoluzione, vissuta solo parzialmente dalle nuove generazioni. PaRappa The Rapper Remastered vuole colmare questa lacuna, omaggiando l’essenzialità e i toni scanzonati di uno dei capostipiti del genere, che ritorna per l’occasione a indossare il vestito moderno del 4K dinamico su PS4 Pro.Noi l’abbiamo provato su PS4 standard, apprezzando il design minimalista dei menù e la resa in alta definizione dei sei livelli che compongono l’opera.
La semplice storia vede il cane PaRappa far di tutto per conquistare il cuore di Sunny Funny, la “ragazza” di cui è follemente innamorato. Deve però battere la concorrenza del ricco Joe Chin, il classico tipo che eccelle in tutto e non fa nulla per nascondere le proprie disponibilità economiche. A inframmezzare queste simpatiche scenette ci sono i livelli in cui PaRappa dovrà esibirsi in compagnia di altri bizzarri personaggi, seguendo il ritmo delle parti cantate.
L’indicatore U Rappin’ vi mostrerà in tempo reale come sta andando la vostra performance: partendo da Good, è vostra responsabilità non sbagliare e dunque peggiorare la valutazione, che può passare a Bad o Awful, con quest’ultima che segna l’interruzione della canzone qualora si dovessero reiterare un paio di errori. Se invece vi dimostrerete dei provetti rapper, l’indicatore potrà salire fino a Cool, facendovi guadagnare punteggi migliori e, naturalmente, dei preziosi trofei – inseriti in questa versione per PS4.
Devi Crederci!
Diversamente dal ’96, la schermata principale, i menù e i livelli di gioco sono adesso in 4K dinamico e hanno un aspetto finalmente al passo coi tempi; i filmati sono invece sostanzialmente identici al gioco originale: racchiusi in un riquadro, la cui cornice è composta dalle facce dei personaggi principali. All’interno delle opzioni troviamo poi la possibilità di selezione i 4/3 come nella versione originale o i 16/9, resi disponibili per PS4. Qui, oltre ad attivare la vibrazione, selezionare la difficoltà (facile o normale), fare pratica e selezionare i singoli livelli, è possibile accedere – attraverso una sotto pagina – alle cosiddette canzoni extra, che sono in realtà le stesse ma con basi differenti.
Chiaramente, anche stavolta potrete dare sfogo alle vostre ambizioni da rapper freestyle, aggiungendo parole (e dunque schiacciando tasti) in maniera anarchica ma sensata, così da sfruttare la finestra di tempo lasciata a vostra completa disposizione dai “maestri”, stupiti dal vostro talento.
Si tratta tutto sommato di una discreta operazione di rimasterizzazione, ma considerando la durata davvero esigua del gioco e il costo di 14,99, sarebbe stato meglio proporre un pacchetto composto dall’intera “trilogia”, facendo lievitare di poco il prezzo.
– Menù e livelli di gioco in alta definizione
– Divertente e scanzonato come vent’anni fa
– Remastered sin troppo basilare, fatta col minimo sforzo
PaRappa The Rapper Remastered si rivolge ai nostalgici che vogliono recuperare uno dei primi e più particolari rhythm game dell’era PS One, o a tutti coloro che – per motivi anagrafici – non sono riusciti a vivere appieno quell’epoca. Si tratta di un gioco davvero molto particolare, con personaggi a cui ci si affeziona in breve tempo. Peccato però che si tratti di un prodotto che, anche puntando al platino, si può terminare in un una manciata d’ore.