PUBG Mobile, la recensione del battle royale in versione tascabile
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a cura di Valentino Cinefra
Staff Writer
PlayerUnknown’s Battlegrounds, al tramontare del primo quarto del 2018, è una produzione per cui le presentazioni sono superflue. Vero e proprio fenomeno di costume in grado di scuotere l’industria del videogioco, ricevendo addirittura premi e riconoscimenti, e una macchina produttrice di soldi che non ha la minima intenzione di fermarsi.Lo sbarco nel mercato mobile era quindi abbastanza scontato e prevedibile. Quella del mobile gaming è una fascia di pubblico sempre più importante, che non solo ha bisogno di produzioni dedicate, ma anche di conversioni dei più noti brand e franchise del mercato videoludico “tradizionale” (vedi The Sims Mobile). Ne ha bisogno perché è un mercato che risponde molto bene, un pubblico che non ha paura di investire qualche soldo in microtransazioni, un settore quindi che va esplorato e su cui è importante posizionarsi bene.PUBG Mobile è quindi la riproposizione più che fedele di ciò che PlayerUnknown’s Battlegrounds offre su PC ed Xbox One, una conversione quasi 1:1 la cui realizzazione tecnica sfiora il miracolo. Uno smartphone su 100 ce la faRibadiamo quindi che PUBG Mobile non è una versione “scema” del PUBG originale, ma una fedele riproposizione. Non solo, per alcuni aspetti se la cava anche meglio delle versioni PC e console.La versione mobile ha ad esempio una struttura di bonus progressivi che stimolano il gioco continuativo, un po’ come succede in Fortnite Battle Royale. PUBG ha una valuta interna che si guadagna partita dopo partita, la quale può essere spesa per acquistare casse premio con del vestiario all’interno. Oltre a questo, PUBG Mobile elargisce monete ed oggetti con ogni log-in giornaliero, proprio come ogni produzione mobile degli ultimi anni. In questo modo è possibile avere del vestiario accattivante senza il bisogno di grindare per ottenere una loot box singola. Sono presenti anche delle missioni, i classici micro-obiettivi affidati al giocatore come sopravvivere per un certo periodo di tempo, effettuare uccisioni con un’arma particolare, e così via. La gestione “social” comprende anche le Crew, ovvero la possibilità di creare dei clan con altri giocatori, senza per forza aggiungerli alla lista amici.In termini di gameplay, PUBG Mobile introduce anche dei miglioramenti alla mappa di gioco. È possibile modificare la grandezza della mappa, in modo che non occupi la maggior parte dello schermo, un dettaglio fondamentale considerando il device su cui si gioca. Inoltre viene mostrata la distanza dall’obiettivo fissato sulla mappa stessa, così da capire se si stia andando o meno nella direzione giusta, ed i marcatori degli alleati vengono visualizzati in maniera molto più chiara.È presente anche una funzione di auto-looting, per cui vengono raccolti automaticamente gli oggetti più importanti nelle vicinanze. L’eventuale seconda arma viene raccolta automaticamente, ma per quelle successive dovrà essere fatto manualmente, mentre medikit, zaini ed equipaggiamento migliore, granate, accessori per armi (che vengono anche equipaggiati subito) tutto ciò viene recuperato automaticamente nel caso l’inventario non sia già pieno. Oltre queste novità, PUBG Mobile condivide lo stesso scheletro ludico dell’originale, a partire dal lancio dall’aeroplano, disposizione della mappa, raccolta di oggetti ed armi e, ovviamente, sopravvivenza ad ogni costo.La prima cosa che colpisce della trasposizione mobile è la performance tecnica. Il dettaglio generale, su dispostivi di fascia altissima arriva a sfiorare quello di un PC di fascia media addirittura, ma ciò che davvero è inaspettato è l’assenza di crash (cosa che, ancora oggi, succede di tanto in tanto in PUBG) e la fluidità granitica. Con un terminale di fascia alta sarete in grado di giocare ad un dettaglio ed una fluidità di gran lunga maggiori all’attuale build di PUBG per Xbox One. Tutto ciò si paga a caro prezzo, come potete immaginare, ovvero un consumo smodato della batteria ed un surriscaldamento del terminale davvero fuori la norma, soprattutto con device non recentissimi. In media, una partita che dura fino ad arrivare tra i primi venti sopravvissuti, ed oltre, consuma il 30% di batteria. Capite quindi che giocare già un paio di partite di seguito in una giornata rischia di mandare KO il telefono. Il proverbiale elefante nella stanza è rappresentato dal sistema di controllo. Ormai non è difficile trovare produzioni mobile che si riferiscono a generi prettamente da “controller”, come i picchiaduro ad esempio, rappresentati da un degno sistema di controllo, ma gli shooter sono sempre stati ardui da rivedere con dei controlli touch. Anche in questo caso PUBG Mobile riesce a compiere un piccolo miracolo. Tutti i comandi sono a schermo, a sinistra lo stick analogico virtuale ed a destra una serie di comandi che permettono di cambiare la posizione del personaggio, e la mappa in alto a sinistra. È addirittura possibile attivare con facilità l’ironsight, aprire l’inventario, cambiare il rateo di fuoco, ed effettuare tutte le azioni presenti nell’originale PUBG. Non solo, tra i comandi è disponibile sia a sinistra che a destra il pulsante per fare fuoco, così da permettere di mirare con facilità e sparare da fermi, ad esempio. Tuttavia, nonostante una mappatura dei comandi veramente efficace, non ho avuto un’esperienza estremamente positiva nel giocare a PUBG Mobile. Probabilmente con uno schermo più grande del mio P9 Lite le cose cambierebbero, ma in generale ho trovato scomodo ed anche un po’ doloroso per le mani giocare delle partite lunghe.L’ultimo dettaglio degno di considerazione è la presenza dei bot all’interno della partita. La presenza di tale feature non è stata ancora confermata ufficialmente, ma da una indagine dei colleghi di The Verge sembra proprio che, per facilitare la fruizione del gioco per i nuovi giocatori, una parte degli avversari in ogni partita siano controllati da una (scarsa) intelligenza artificiale. Fino al livello dieci, infatti, è fin troppo facile vincere gli scontri a fuoco ed arrivare tra i primi dieci della classifica (e vincere, anche), ma dal livello dieci in poi le cose cambiano drasticamente e, con tutta probabilità, la percentuale di avversari controllati dalla IA diminuisce drasticamente. Sarebbe interessante implementare un’opzione del genere (così come le altre di cui sopra di PUBG Mobile) in realtà anche sul gioco originale, magari per avere un’esperienza più “gentile” o, semplicemente, prendere confidenza con la mappa senza la tensione di essere uccisi da un momento all’altro.
Fluidità e realizzazione tecnica generale sorprendenti
Mappatura dei comandi brillante
Sistema di progressione migliore dell’originale
Gratuito e privo di microtransazioni truffaldine
Consumo di batteria sconsiderato
Schema dei comandi poco ergonomico
Il pensiero va sempre a mouse, tastiera e gamepad
7.5
Sebbene per colpa di una mappatura dei comandi brillante ma non troppo ergonomica abbia avuto un’esperienza di gioco un po’ traumatica, bisogna dare atto a PUBG Mobile dell’impresa compiuta. La conversione dell’originale PUBG per device portatili è un vero e proprio miracolo tecnico, una build che attualmente gira in maniera addirittura migliore di quella Xbox One (vi basterà cercare qualche confronto in rete per rendervene conto). Il grande, pur comprensibile, difetto della produzione è un consumo realmente smodato della batteria, che difficilmente vi porterà a giocare per più di una o due partite al giorno. A ciò si aggiunge il fatto che il gioco, tra controlli e schermi limitati, non si presta particolarmente a questo tipo di fruizione. Tuttavia, per delle schermaglie veloci per riempire i momenti vuoti della giornata, PUBG Mobile è una delle migliori conversioni per mobile di un titolo per console e PC che si siano mai viste.