Forti del buon successo ottenuto dal primo capitolo, Codemasters e Triumph Studios hanno finalmente pubblicato Overlord 2. La formula è rimasta inalterata: paesaggi fiabeschi, schiavi senza cervello al vostro servizio e l’alter ego più cattivo di sempre. Non mancano le novità, come nuove interazioni coi minions, nuovi poteri per l’Overlord o una nuova dimora più grande e tutta da scoprire.
Il male trionfa sempreLa trama di Overlord 2 parte da dove l’espansione Rising Hell ci aveva lasciato, ovvero con la scomparsa del signore del male protagonista delle prime avventure. Orfani di un padrone che li sottometta, i fedeli servitori, cercando per le terre del magico mondo ideato dagli sviluppatori, trovano un bambino dalle grandi potenzialità. Costui dimostra di essere un degno erede del signore del male, seminando panico e distruzione nell’allegra e nevosa città di Nordberg, grazie agli ancora acerbi poteri magici che possiede. Questo primo livello svolge le veci di tutorial, e permette al giocatore di prendere dimestichezza col particolare sistema di controllo, pensato per comandare sia il protagonista che i piccoli gremlin al suo servizio. Passato il primo test “attitudinale”, il piccolo mago viene quindi preso in custodia dai minions nella nuova torre del male ch,e durante l’assenza del padrone, i succubi hanno allestito sottoterra all’interno di una gigantesca stalattite. Qui Gnarl, personaggio già incontrato nel precedente episodio, nonché vostro fido consigliere, vi illustrerà i vari aspetti del gameplay e le possibilità offerte dal titolo. Seduti sul vostro trono potrete accedere alla mappa di gioco da dove scegliere quale missione intraprendere, ma anche accogliere ospiti desiderosi di conferire con l’appena incoronato nuovo signore. Passate le prime fasi, piuttosto lineari e strutturate intelligentemente dai programmatori per permettere ai neofiti della serie di assimilare il particolare impianto di gioco, il titolo comincia a mostrare un discreto ventaglio di possibilità. Vi sarà, innanzitutto, permesso di affrontare le diverse missioni che di volta in volta sbloccherete, ma anche di esplorare la vostra dimora dove potrete potenziare sia l’Overlord che i minions, creare nuove armi e armature e persino ospitare una, due o tre donne, che vi terranno compagnia quando rincaserete dalla vostra giornata di malefatte. Il vostro obiettivo sarà quello di conquistare i territori che durante la vostra assenza sono stati occupati dagli umani. Le forze contro cui vi troverete a combattere sono divise principalmente in due fazioni: l’Impero Glorioso, una sorta di caricatura dell’impero romano alla Asterix, e gli elfi ambientalisti e protettori di tutto ciò che è morbido e peloso. A tentare di ostacolare il vostro cammino troverete anche cacciatori, animali assortiti e creature magiche, quali fate, maghe pettorute, fastidiosissimi gnomi e così via, in un campionario di personaggi ed antagonisti davvero variegato e stravagante, perfettamente integrati nell’impianto narrativo che fa dell’umorismo irriverente alla Shrek un suo punto di forza.
Non chiamatelo maghettoLe meccaniche che troverete in questo seguito sono del tutto simili a quanto visto nel primo capitolo. Le varie missioni che dovrete portare a termine vi richiederanno principalmente di esplorare diverse ambientazioni con l’obbiettivo di eliminare e distruggere qualunque cosa osi porsi tra voi ed il vostro obiettivo. Il vostro alter-ego potrà servirsi di un arma e di una magia. Mentre la prima non concede molte possibilità, limitandosi ad una combo sempre uguale eseguibile premendo ripetutamente il medesimo pulsante, la seconda vi permetterà di realizzare diverse azioni. Premendo una sola volta il tasto assegnato scaglierete un fulmine di discreto potere distruttivo. Tenendolo premuto, invece, in base al contesto potrete realizzare diverse azioni. Se in presenza di umani, li potrete soggiogare al vostro volere, rendendoli così vostri schiavi, utili per rimpinguare le fila del mini esercito che porterete sempre con voi. Attenzione a non esagerare, però, o farete saltare la testa del poveretto. Se volgerete invece lo sguardo verso uno dei minions, creerete una sorta di unione, potenziando così il suo potere di attacco. Molto interessante, e grande novità rispetto al predecessore, sarà anche la possibilità di possedere uno dei vostri servitori, così da poterlo manovrare, sempre seguito dal resto del manipolo di succubi, e accedere a zone altrimenti irraggiungibili e risolvere così dei piccoli puzzle. Tra le altre aggiunte va citata la possibilità di assegnare ai vostri servitori il controllo di alcune postazioni fisse come le balestre, utili per avere la meglio sugli eserciti dell’impero, in alcuni frangenti troppo pericolosi per poter essere affrontati direttamente. O, ancora, la presenza di cavalcature che i piccoli schiavi potranno sfruttare per incrementare la propria capacità di attacco. Parlando dei vostri servitori, esattamente come nel predecessore, ne avrete a disposizione di quattro tipi diversi che si differenziano tra di loro anche per i colori, sapientemente legati a quattro tasti del pad Xbo.. I marroni sono abili nel corpo a corpo, quelli rossi controllano il fuoco ed attaccano dalla distanza, i verdi si trovano a proprio agio nelle foreste e hanno la tendenza at attaccare alla spalle ed infine quelli blu sono capaci di nuotare e di usare magie curative. Il buon level design vi richiederà nel corso dell’avventura di risolvere diverse situazioni sfruttando le differenti caratteristiche dei vostri servitori, sia per risolvere puzzle, sia per avere la meglio dei vostri avversari, spesso impossibili da battere in uno scontro diretto. Ne consegue un ritmo di gioco non proprio da action game, ma più riflessivo ed assimilabile ad un’avventura. Purtroppo, nonostante gli sforzi evidenti di arricchire e diversificare la proposta, la formula è rimasta sostanzialmente identica al predecessore, perdendo in parte il fascino della novità, e, nonostante una migliore diversificazione delle situazioni proposte, non riesce comunque ad eliminare completamente una certa ripetitività di fondo che permea l’esperienza di gioco.
Malvagio ma coloratoSul lato estetico, Overlord 2 fa un bel passo in avanti rispetto al primo episodio, garantendo un buon livello di dettaglio generale, sia negli elementi a schermo, sia nelle texture. Molto buone le ambientazioni che, seppur non eccellenti in quanto a varietà, sono realizzate con cura e ben si amalgamo al particolare design. Non abbiamo, inoltre, riscontrato particolari problemi di fluidità, nonostante l’alto livello di elementi che in taluni casi si strovano contemporaneamente su schermo. Ottimi i personaggi, modellati in uno stile cartoon che richiama in parte Fable ed animati con gusto. Allineato al livello generale sono anche il sonoro ed in particolare il campionario di musiche orchestrali, davvero accattivanti. Purtroppo il doppiaggio, fondamentale in un gioco ricco di cut-scene come questo, è sì nella media dei titoli tradotti in italiano, ma diverse spanne al di sotto di quello originale in inglese. Tra i pregi va citata anche la longevità, garantita da un buon numero di missioni sia primarie che secondarie, unite al tempo che potrete perdere nel personalizzare e potenziare il vostro alter-ego e la torre degli inferi. E’ inoltre presente una completa modalità multiplayer, che permette ai giocatori di sfidarsi o giocare in cooperativa sia online che in locale e persino sfruttare un gradito split-screen. Le diverse opzioni comprendono “Dominate” e “Pillage”, entrambe basate sulla conquista, la prima di territori e la seconda di tesori sparsi sulla mappa di gioco. Per quanto riguarda le modalità cooperative le possibilità prevedono un “Survival”, che vi richiederà di sopravvivere a continui attacchi, mentre “Invasion” vi metterà dall’altro lato della barricata.
– Meccaniche di gioco inusuali…
– Tecnicamente valido
– Cast divertente e design generale valido
– …ma sostanzialmente identiche al precedente capitolo
– Alla lunga diventa piuttosto ripetitivo
– Qualche possibilità di attacco in più non avrebbe guastato
7.9
Overlord 2 cerca di risolvere alcuni dei difetti più evidenti del primo capitolo, tra cui la ripetitività di fondo. In parte l’obiettivo è stato raggiunto, ma anche a questo seguito manca quel qualcosa che gli permetta di sorprendere e fare un ulteriore salto di qualità. Così, nonostante i numerosi elementi di novità e piccole aggiunte, il titolo dopo un po’ può effettivamente venire a noia. Fortunatamente l’umorismo è rimasto intatto e il mondo creato dalla penna di Rihanna Pratchett è ben strutturato, al punto da incentivare il giocatore ad andare comunque avanti. Il buon impianto tecnico e il design generale portano a un giudizio senz’altro positivo per un gioco che non è un capolavoro, ma sa farsi apprezzare per l’originalità del gameplay e dell’ambientazione.