Overdrive, la recensione del film con Scott Eastwood
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a cura di Marcello Paolillo
Senior Staff Writer
L’uscita nei cinema di Fast & Furious 8 (noto anche come The Fate of the Furious) ha sicuramente cambiato ancora una volta il modo di intendere i film basati sulle corse clandestine. Complice una trama volutamente esagerata – più vicina a un disaster movie piuttosto che a un classico action – la pellicola diretta da F. Gary Gray ha saputo mettere una marcia in più alla serie, sbalordendo i fan e non solo. Overdrive, diretto da Antonio Negret (nei cinema italiani dal prossimo 23 agosto), nonostante possa essere facilmente bollato come una “copia carbone” della pellicola con Vin Diesel, decide di tornare con forza alle radici dei racing movie di fine anni 90. E lo fa anche con un certo stile.
Furious…Nel sud della Francia, Andrew (Scott Eastwood) e suo fratello Garrett (Freddie Thorp) sono due abili ladri specializzati nel furto di auto d’epoca. A causa di un colpo andato per il verso sbagliato, la coppia cade tra le grinfie del boss Jacomo Morier (Simon Abkarian) il quale li obbligherà a rubare una preziosa Ferrari 250GT del 1962, un’auto di enorme valore appartenente alla collezione di Max Klemp (Fabian Wolfrom), anch’egli incallito criminale e diretto rivale di Morier. Per essere sicuro che i due fratelli non scappino col malloppo, il boss decide inoltre di tenere in ostaggio la fidanzata di Andrew. Una situazione realmente spinosa, dalla quale i due fratelli potranno cavarsela solo facendo affidamento sulle loro doti automobilistiche estreme.Dalla trama avrete sicuramente intuito che Overdrive, più che all’ennesimo Fast & Furious, strizza l’occhio a tutta quella serie di pellicole alla “The Italian Job” o “Fuori in 60 secondi”, thriller automobilistici in grado di tenere incollato lo spettatore grazie a inseguimenti al cardiopalma e una sceneggiatura capace di non prendersi mai troppo sul serio. Anche nel caso di Overdrive, è esattamente così: la sceneggiatura di Michael Brandt e Derek Haas non fa nulla per rallentare il ritmo generale, nonostante più volte si intravedano i limiti di una pellicola realizzata con un budget piuttosto limitato, lontano dai mostri sacri di Hollywood. In un certo senso, però, forse è anche meglio così, poiché il film di Negret preme l’acceleratore sulla fedeltà storica delle autovetture, piuttosto che trasformare i bolidi in mostri affamati di NOS capaci di sparare missili dal cruscotto.
… but non too fast!Va detto quindi che Overdrive pone l’accento molto più sui personaggi rispetto a pellicole analoghe, con un paio di colpi di scena ben piazzati che cambieranno velocemente le sorti della vicenda principale (non spoilererò nulla, potete stare tranquilli). Resta il fatto che l’intera pellicola fa leva su due sequenze d’azione cardine molto ben realizzate, la prima che vede Andrew e soci alle prese con un camion da derubare e la seconda focalizzata su un inseguimento tra le strade di Marsiglia. Non ci sono esplosioni esagerate, automobili che piovono dal cielo o fughe rocambolesche sui ghiacci del continente artico: in Overdrive tutto ha una logica e lo spessore delle automobili d’epoca solleticherà il palato degli amanti delle quattro ruote. Il tutto per una durata assolutamente sostenibile (poco più di un’ora e mezza prima dei titoli di coda), ideale per lungometraggi di questo genere.In definitiva, pur non volendo ambire a mostro sacro del filone automobilistico, il film di Antonio Negret si pone come una variante “europea” dei classici thriller su ruote che hanno spopolato verso l’inizio degli anni 2000, intrattenendo il giusto e lasciandosi guardare (e guidare) con gusto e disimpegno, dall’inizio alla fine. Correre sulle strade della costa francese, tra una sparatoria e l’altra, può esser un buon passatempo per chi le auto d’epoca le mastica davvero. Senza ovviamente cercare di superare la barriera del suono con un’iniezione di NOS. In Overdrive non ve ne sarà alcun bisogno. E a conti fatti, forse è anche meglio così.
Buon ritmo generale
Affascinanti auto d’epoca
Dopotutto, è un B-movie
7.0
Senza cercare di scomodare Fast & Furious e relativi sequel, Overdrive si pone come un B-movie realizzato più che dignitosamente, intriso di un piacevole retrogusto europeo e con una buona dose di auto d’epoca che faranno saltare dalla poltrona gli estimatori delle quattro ruote. Cercare profondità ed effetti speciali all’ultimo grido sarebbe uno sbaglio: il film di Negret è da inquadrarsi più come un The Italian Job in salsa francese. Così facendo, la missione dei fratelli Andrew e Garrett è da considerarsi compiuta.
Voto Recensione di Overdrive, la recensione del film con Scott Eastwood - Recensione
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