Il Verdetto di SpazioGames
I tower defense games sono sempre più diffusi da quando il gaming si è spostato verso le piattaforme mobile. Le loro incarnazioni più basilari ben si sposano con la filosofia del “videogioco da viaggio” e l’accessibilità delle meccaniche non può che aiutare. Non mancano tuttavia gli sviluppatori che hanno tentato di nobilitare questi titoli al di fuori di tablet e cellulari, di solito ibridandoli con generi più di richiamo quali gli sparatutto o gli action. Il team a cui questa mossa è riuscita meglio secondo molti è Robot Entertainment, che ha stupito la critica con lo spassoso e frenetico Orcs Must Die!, e ha portato il pubblico ad avere forse per la prima volta delle aspettative elevate per un marchio legato ai tower defense. Visto il successo ottenuto, un seguito era praticamente scritto nel firmamento, e ora che è giunto fresco fresco su Steam abbiamo pensato bene di metterci sopra le nostre manine grassottelle. Varrà la pena di tornare a cacciare orchi? Domanda retorica, vale sempre la pena di sterminare un’orda di orchi.
Una coppia che scoppia. Scoppia gli orchiOrcs Must Die! 2 inizia poco dopo la conclusione del capitolo precedente, quindi se non l’avete finito saltate il paragrafo perché stiamo per spoilerarvi brutalmente il finale. Siete ancora qui? Bene. Allora sappiate che, dopo la chiusura dei portali da parte dell’apprendista mago da guerra, la terribile incantatrice a cui si doveva l’invasione orchesca di Orcs Must Die! si ritrova intrappolata nel mondo morto degli orchi. Mentre la giovane donna è sul punto di essere sbranata dopo aver perso i poteri magici, appare dal nulla uno strappo dimensionale, che le permette di raggiungere il suo antico nemico. Il nostro, pur avendo salvato il pianeta, non è osannato come un eroe, perché le sue azioni hanno eliminato la magia e provocato carestie e disastri (al punto che per evitare il linciaggio si è messo a fare il minatore). Toccherà a questa strana coppia affrontare il ritorno dell’energia mistica nel mondo, accompagnato dalla solita orda di omoni verdi arrabbiatissimi.La trama non è certo da oscar, ma scorre via leggera grazie alle numerose battute dei protagonisti e al tono scanzonato delle vicende che li riguardano. Orcs Must Die! 2 vi strapperà più di qualche risata durante la sua campagna.
Best job in the worldIl gameplay dell’opera di Robot Entertainment è estremamente simile a quello del predecessore. La visuale è alle spalle del protagonista, in mappe complesse con entrate multiple da cui gli orchi entreranno a ondate per cercare di raggiungere uno o più portali magici. Voi potrete scegliere una tra numerose trappole posizionabili per tutto il livello, in grado di fare a pezzi gli orribili mostroni o perlomeno di rallentarli mentre li triturate con le varie armi a vostra disposizione. La principale novità risiede nella presenza di un secondo personaggio, l’incantatrice, che possiede caratteristiche leggermente diverse da quelle del mago da guerra. Entrambi possono scattare e posizionare trappole più o meno identiche funzionalmente, ma la maga ha più mana, meno punti vita ed è dotata di una bacchetta che può controllare temporaneamente la mente di uno dei nemici o caricare un potente colpo esplosivo. Sono differenze piuttosto marginali, che rendono una qualunque delle due scelte viabile. Coloro che preferiscono un’azione più calcolata opteranno per l’incantatrice, mentre chi ama sporcarsi le mani sceglierà quasi certamente il mago.

– Gameplay ben strutturato e divertente che dà dipendenza
– Sistema di crescita migliorato
– Due personaggi e modalità cooperativa
– Costo limitato
– Poche innovazioni rispetto al predecessore
– Niente co-op con ricerca casuale
– Qualche sbalzo di difficoltà in singolo
8.5
Robot Entertainment ha preso uno dei suoi lavori meglio riusciti, e l’ha limato fino a farlo diventare il miglior esponente dei tower defense games in circolazione. Orcs Must Die! 2 è un titolo che supera il suo predecessore in ogni caratteristica, le cui debolezze sono solo marginali. Forse si poteva rischiare qualcosa in più dal punto di vista dell’innovazione ma, vista la qualità del gioco, c’è davvero poco da recriminare.