Recensione

Onechanbara Bikini Zombie Slayers

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a cura di Dr. Frank N Furter

Una storia poco chiara …Aya e Saki sono due sorelle ultime discendenti di una antica famiglia giapponese, la quale tramanda di generazione in generazione il proprio sangue maledetto. Nonostante questa premessa non proprio entusiasmante, esse sono le uniche a poter affrontare orde di zombie sbucate da chissà dove e, come era lecito aspettarsi, intenzionate a minacciare la sopravvivenza dell’intera specie umana. Il plot narrativo descritto, oltre ad essere piuttosto banale è raccontato in maniera piuttosto spartana e senza particolari accorgimenti in grado di rendere il gioco accattivante. In primis dovete sapere che Zombie Bikini Slayers è il seguito del gioco visto su Xbox 360 con il titolo di Zombie Samurai Squad, così se sarete colpiti in modo positivo dal titolo in questione potrete sempre recuperare il suo predecessore cronologico anche solo a titolo collezionistico. Dicevamo dunque della storia, questa è raccontata tra un livello e l’altro attraverso un testo scorrevole in inglese e il doppiaggio originale giapponese. La scelta di utilizzare la lingua originale è una gradita sorpresa, peccato solo del metodo con cui si è scelto di raccontare la trama stessa. Partendo dal presupposto che non vi è un inizio ben preciso atto a presentare i protagonisti, le loro vite e, soprattutto, il perché devono compiere certe azioni, porterà ad una confusione totale sin dai primi passi. Vista la struttura del gioco e il ruolo marginale affidato al plot ben presto arriverete a saltare a piè pari gli spezzoni introduttivi per passare allo stage successivo e ricominciare la mattanza di carne non morta.

Un classico che ha fatto il suo tempoOnechanbara Bikini Zombie Slayers può essere definito come un hack’n’slash molto semplice, in cui non dovrete fare altro che andare dal punto A al punto B affettando un numero crescente di zombie e altre strane creature, fino ad arrivare al boss di fine stage. La sua estrema linearità non crea sbocchi per soluzioni o vie differenti, il percorso è quello e voi non potrete far altro che seguirlo. In questo senso potevano essere implementati dei bivi in modo da spezzare la monotonia delle situazioni, quick time event per narrare brevi spezzoni di storia e tanto altro ancora. A complicare la situazione ci si mette anche un sistema di controllo a dir poco imbarazzante, emblema della pigrizia di molte (purtroppo) software house al lavoro su Wii. L’immancabile regola dello “scuotimento a caso il Wii Remote” torna in pompa magna grazie al titolo della D3 assicurando dolori degli arti superiori per tutti. Il nostro sarcasmo in realtà nasconde una grossa delusione per quello che la nuova tecnologia di Nintendo può veramente fare, ma non viene quasi mai sfruttato; di fatto basterà usare il lock on sugli zombie ed agitare il telecomando Wii per liberarvi in pochi secondi di tutti i vostri nemici. Ricapitolando i due concetti di cui sopra avrete: un gameplay tra i più monotoni e ripetitivi mai visti unito ad un metodo di controllo approssimativo e mal programmato. Le uniche due menzioni positive vanno alla schivata, mossa evasiva realizzata in maniera egregia, oltre che per l’animazione che accompagnerà la “pulizia” della spada. Sì, avete capito bene, dovete sapere infatti che il sangue dei non morti porta con sé una maledizione che potrebbe risvegliare quella silente all’interno di Aya e Saki e per ritardare questo processo sarà bene togliere il sangue dalla spada stessa. Il movimento dell’arma dall’alto verso il basso (con conseguente spruzzo di sangue a terra) viene mimato ottimamente restituendo un feedback positivo al giocatore. Anche da queste piccole cose si capisce quanto potenziale sia stato gettato alle ortiche della pigrizia, ma nonostante tutto sarete chiamati a tenere d’occhio un indicatore posizionato nell’angolo in basso a destra del vostro schermo dove potrete controllare il livello di “sopportazione” delle protagoniste al sangue degli zombie. Nel caso in cui superaste il limite assisterete ad una trasformazione diabolica delle ragazze: il loro potenziale offensivo avrà un incremento notevole ma allo stesso tempo la loro salute scenderà in breve tempo fino al raggiungimento del fatidico game over. Esistono due maniere per sventare la sciagura: la prima consiste nel trovare delle statue in grado di purificarvi dal sangue maledetto, la seconda opzione, quella più difficile, sta nel finire il livello prima di arrivare al punto limite. In questo senso i programmatori hanno inserito una sorta di timer e di vincolo visto che se perdeste tempo ad uccidere ogni singolo nemico accelerereste il processo di erosione e allo stesso modo il pericolo di morire una volta superato il limite vi porterà a terminare il quadro il più velocemente possibile.Uno dei problemi di fondo sta nel fatto che il titolo non risulta mai chiaro nello spiegare come si effettuano determinate mosse o sugli aspetti fondamentali del gameplay. Di tanto in tanto appariranno delle schermate atte a presentarvi i colpi segreti e la differenza tra un combattimento con una o due spade, ma senza andare mai nello specifico con un tutorial esaustivo. I programmatori hanno cercato di aggiungere un minimo di profondità alla meccanica di gioco implementando una componente da Gdr all’interno del titolo. In sostanza ogni volta che ucciderete un nemico avrete modo d’assorbire delle piccole sfere gialle utili per salire di livello e alla fine dello stage verrà calcolato il numero di globuli e i miglioramenti che avrete raggiunto. Ognuno di essi vi darà due punti da ripartire nelle quattro categorie del personaggio: abilità, vitalità, potenza e raggio d’azione. Nonostante il level-up delle ragazze sia limitato all’interno di uno stage, non avrete difficoltà a guadagnare esperienza sufficienti per salire velocemente ed incrementare le caratteristiche elencate. A meno che non giochiate ad un livello di difficoltà molto alto non avrete infatti difficoltà alcuna nel proseguire da uno stage all’altro, anche curando in maniera marginale la crescita del vostro personaggio.

Mostruosamente bruttoArriviamo infine al comparto tecnico del gioco D3 e, senza troppi indugi, analizziamo cosa offre e dove sono le falle più evidenti. I modelli poligonali delle ragazze sono realizzati in maniera discreta, un livello che si attesta nella media dei prodotti Wii visti fino ad ora. Tutto il resto è quasi grottesco non tanto per l’alta concentrazione di sangue presente ma per un insieme di fattori che farebbero inorridire gli hardware della scorsa generazione videoludica. Le ambientazioni non offrono un minimo di interazione, a parte qualche sporadico oggetto, non potrete distruggere, arrampicarvi, né aggrapparvi a nulla. Gli zombie, oltre a possedere un’intelligenza artificiale tra le più basse del panorama ludico Wii, non offrono varietà alcuna in quanto su un numero di venti ne troverete gruppi di quattro tutti uguali tra loro. Come se non bastasse alcuni nemici o elementi dello scenario soffrono di “immobilità temporanea”, ad esempio l’acqua della fontana è in verità un canale di plastica il cui interno contiene del liquido mentre i soliti corvi assassini, dopo avervi attaccato, rimarranno sospesi in aria bloccati sul posto con le ali spiegate come se stessero caricando un colpo ma sono chiaramente in attesa di ripetere la stessa azione di prima; il risultato finale a schermo è comico e quanto mai avvilente. Nel caso in cui vi sia piaciuta la storia principale, la quale si attesta indicativamente sulle dieci ore, potreste cimentarvi in due modalità cooperativa chiamate Survival e Freeplay, oltre a degli obiettivi da sbloccare i quali però non offrono alcun indizio su come poterli sbloccare fino al momento in cui non ci riuscirete per puro caso.Tirando le somme, anche se le premesse iniziali non erano certo quelle di un capolavoro, i numerosi difetti penalizzano fin troppo un titolo che nonostante a livello di meccanica appaia datato e povero di contenuti, avrebbe comunque potuto farsi apprezzare un minimo almeno da fosse alla ricerca di un passatempo semplice e poco impegnativo. Considerando i molti titoli interessanti pubblicati nel recente periodo per l’ammiraglia Nintendo, siamo certi che saprete fare le vostre valutazioni scegliendo qualcosa di meglio.

– Belle ragazze in bikini

– Gameplay immediato…

– Comparto tecnico insufficiente

– …che risulta però lineare e ripetitivo

– Storia narrata in modo pessimo

– Sistema di controllo approssimativo

5.0

Onechanabara Bikini Zombie Slayers è un prodotto insufficiente in tutti i suoi aspetti. Il comparto tecnico fa acqua da tutte le parti, la trama è solo un orpello per di più raccontata in modo pessimo, senza parlare di un gameplay al limite della linearità e ripetitività. L’unico punto a favore può essere un’atmosfera da B-movie che potrebbe piacere a qualche appassionato del genere sempre se disposto a sorvolare sugli enormi difetti strutturali del titolo.

Il problema maggiore consiste in un lavoro di programmazione troppo superficiale che non permette di godere di un’esperienza ludica appagante, ma anzi l’appesantisce con scelte poco convincenti ed enormemente lontane dagli standard attuali. Il nostro consiglio è pertanto quello di evitare l’acquisto in attesa di prodotti ben più meritevoli di questo e soprattutto più divertenti.

Voto Recensione di Onechanbara Bikini Zombie Slayers - Recensione


5

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