Recensione

One Piece: Grand Adventure

Avatar

a cura di Fabfab

Terzo gioco dedicato ad One Piece ad arrivare nel nostro paese, questo Grand Adventure risente probabilmente della lontananza della serie dagli schermi televisivi italiani che dura ormai da diversi mesi. Perché dico questo? Semplice, perché il gioco è interamente in inglese, senza uno straccio di localizzazione italiana, e questo per un titolo dedicato prevalentemente ai bambini è sintomo di scarsa fiducia da parte del distributore.

Come i precedenti due capitoli distribuiti nel nostro paese, anche questo Grand Adventure si presenta sostanzialmente come un action in cui parte predominante dell’esperienza di gioco è rappresentata dai combattimenti contro i nemici. Inoltre ancora una volta si è scelto di rappresentare i personaggi con fattezze super deformed, una decisione che forse vuole rispecchiare l’elemento comico dell’anime, ma che in sostanza non accontenta del tutto il fan più esigente.

Come prevedibile, la prima novità riguarda il cast di personaggi giocanti, che è stato ampliato fino a ricomprendere i personaggi delle ultime saghe, come ad esempio l’archeologa Nico Robin, fresca aggiunta nell’equipaggio di cappello di paglia. La prima volta si parte con il solo Monkey D. Rufy mentre tutti gli altri compagni ed avversari vanno sbloccati procedendo nel gioco, secondo una progressione ispirata alla storia dell’anime: in seguito però il giocatore potrà scegliere liberamente i componenti della propria ciurma, con la quale girare il mondo di gioco, rappresentato da un’elementare mappa in 2D. In totale si parla di 24 personaggi tra cui scegliere, ognuno caratterizzato da uno stile di combattimento unico; a questi si aggiungono ben 50 personaggi di supporto, non utilizzabili direttamente dal giocatore ma che possono venire “evocati” per dare man forte in battaglia.

I combattimenti avvengono i aree più o meno estese, ispirate alle ambientazioni dell’anime ed arricchite da un certo numero di oggetti interattivi che possono essere usati come trampolini, venire distrutti o fungere da armi. Non è richiesta una particolare strategia per prevalere, scopo dei programmatori è evidentemente quello di favorire l’immediatezza ed il divertimento e lo scopo può dirsi raggiunto: ci sono tantissime combo da eseguire e il caos è quasi sempre in scena, ma questo va a vantaggio del piacere di giocare. Naturalmente a risentire maggiormente di questa scelta è la varietà dell’azione, ma visto il target cui il gioco è diretto (bambini e appassionati) non rappresenta un limite così grave da pregiudicare tutto.

La modalità di gioco principale è la Grand Adventure, nella quale seguiamo la storia di Monkey D. Rufy, deciso a diventare il più grande pirata di tutti i tempi: una volta terminata la sua avventura, tuttavia, si renderanno disponibili tutta una serie di missioni dedicate agli altri personaggi della saga. Spostandosi con il vascello di Rufy su una mappa, il giocatore si troverà ad affrontare diversi tipi di scontri, da semplici 1vs1 a vere e proprie risse in compagnia, oltre che a saltuari minigiochi. Inoltre sarà possibile scovare ed arruolare molti dei protagonisti della saga, fino ad un totale di sei membri (ma è possibile scaricarne alcuni per fare spazio ad altri): in questo modo prima di ogni scontro è concessa la facoltà di scegliere con chi intraprenderlo. Ogni battaglia vinta viene ricompensata con punti esperienza, da spendersi per potenziare i personaggi e far guadagnare loro nuove abilità.

In alternativa alla modalità principale ci si può dedicare alla Grand Battle, che non a caso porta il nome di un gioco uscito precedentemente a questo, dato che ne ripropone a sommi capi lo stesso gameplay. In pratica si possono affrontare ogni tipo di sfida e di battaglia, dagli scontri fini a se stessi ai tornei ad eliminazione, alle arene in cui salire di livello.

Tecnicamente il gioco non si presenta molto differente dai precedenti. Per meglio rispecchiare le sue origini animate, i programmatori hanno pensato bene di adottare una grafica coloratissima e cartoonosa in cel-shading e la resa finale di ambienti e personaggi è molto riuscita. In particolare i protagonisti sono ricalcati fedelmente sugli originali, sia nell’aspetto che per le tecniche di combattimento, senza contare che ognuno di loro gode di un set di costumi differente tra cui scegliere. Opinabile solo la scelta di presentarli ancora una volta con fattezze deformate.Semplice e spensierato l’accompagnamento sonoro, che si accoppia ottimamente con l’azione frenetica e divertente del gioco, anche se impiega poco a diventare ripetitivo e stancante.La longevità, infine, è notevolmente aumentata dall’enorme quantità di extra e di segreti da sbloccare, che richiederanno all’utente parecchio tempo e pazienza. Peccato solo che il multiplayer sia limitato a due soli giocatori, quattro o più contendenti umani contemporaneamente su schermo avrebbero reso le cose molto più divertenti.

– Decine di personaggi direttamente dalla saga

– Giocabilità immediata e divertente

– Spassoso ma superficiale

– Solo per appassionati dell’anime

– Mancata localizzazione in italiano

6.8

One Piece: Grand Adventure non si discosta troppo dai precedenti capitoli della saga giunti fino a noi, ma ha se non altro il pregio di risultare un convincente miglioramento degli stessi e quindi il capitolo migliore. Si tratta dunque di un titolo immediato e divertente, ma poco profondo: rivolto essenzialmente agli appassionati dell’anime, non presenta particolari attrattive per tutti gli altri. Opinabile, infine, la decisione di non localizzare il gioco.

Voto Recensione di One Piece: Grand Adventure - Recensione


6.8

Leggi altri articoli