Recensione

Obliteracers

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a cura di Marzo

Obliteracers non è un semplice gioco di guida, nè tantomeno un party game convenzionale: l’opera prima di Space Dust Studios, software house australiana conosciuta con il nome internazionale di Varkian Empire, è giunta come un fulmine a ciel sereno nello store di Steam mostrando come, spesso e volentieri, l’apparenza inganna. Dietro i volti di piccoli alieni al volante, tra circuiti colorati e numerosi sorrisi, si nasconde un titolo che fa dell’adrenalina, della sfida all’ultimo sangue e del massacro senza regole la sua ragione di essere. In Obliteracers sopravvivono solo i più forti, coloro che imparano a destreggiarsi in un’arena da combattimento dove tradimenti, opportunismo e azioni al fulmicotone diventano pilastri fondanti di un’esperienza capace di svoltare le solite – e noiose – serate in compagnia degli amici.

Personalizzare il massacroObiettivo principale del titolo è quindi eliminare gli avversari ad ogni costo, utilizzando i power-up sparsi per il circuito e evitando nel frattempo le numerose insidie che lo popolano. Le possibilità di massacro si estendono a quattro tipologie di gara in arene giocabili con un limite massimo di sedici giocatori umani, grazie a un sistema LAN che permette a chiunque possieda un tablet, uno smartphone, un controller o un altro laptop di connettersi alla rete e partecipare alla sfida. Certo, guidare il proprio veicolo con un touchscreen potrebbe risultare un handicap di non poco conto che potrebbe ribaltare le sorti di una gara, ma d’altronde nessuna persona di sane abitudini possiede in casa un numero così elevato di controller o tastiere per poter accontentare tutti. Rimane comunque una feature di indubbio valore, soprattutto se si considera il target di riferimento e le velleità da party game del titolo, che dà il meglio di sé giocato in compagnia di amici, perdendo così gran parte del suo fascino se giocato in solitaria.  Le modalità di Obliteracers sono quattro, ognuna con le proprie varianti e differenti modalità di approccio: la prima, Eliminazione, consiste in un puro deathmatch tutti contro tutti dove i contendenti cercano di spazzare via i propri avversari guadagnando un punto ad ogni kill, con il round che termina quando in piedi rimane un solo giocatore; mentre la seconda modalità, Endurance, prevede le stesse meccaniche in maniera continuativa, senza alcuna interruzione dettata dalla fine di un round. La terza, chiamata Sopravvivenza, prevede che i racer si diano battaglia finché il punto non viene conquistato dall’unico rimasto in vita; e infine la quarta e più atipica modalità, Leader, regala la vittoria al giocatore che riesce a stare in testa alla gara guadagnando in tal modo tutti i punti conquistati dagli avversari. La varietà è quindi assicurata dalle ore di divertimento, nonostante le piste a disposizione siano solo quattro: un difetto che viene parzialmente ammorbidito dalla presenza di modificatori e variazioni ambientali all’interno dei circuiti. Ogni mappa avrà infatti a disposizione quattro climi diversi che possono pesantemente influire sul comportamento della vettura, anche se il lavoro svolto risulta un’occasione in parte sprecata poiché essi non intervengono in real-time durante la gara bensì vengono scelti a priori dal giocatore prima dell’avvio della partita. I modificatori regalano invece ancor più soddisfazioni delle semplice variazioni climatiche: i più classici vietano alcuni specifici power-up o permettono di invertire la direzione del tracciato, mentre altri più strambi – per citarne alcuni – trasformano il pavimento in lava bollente che danneggia la vettura, raddoppiano la velocità delle auto o diminuiscono notevolmente la forza di gravità; per un totale di circa 30 modificatori che possono essere salvati tramite set personalizzati applicabili in ogni momento per qualsiasi circuito.

Spara che ti passaObliteracers presenta quindi una discreta gamma di scelta per personalizzare quasi interamente ogni singola partita disputata: nonostante questo, il cuore pulsante dell’opera di Space Dust Studios si nasconde nell’intensa guerriglia che si svolge nei circuiti creati dagli sviluppatori. Le armi presenti sono molteplici e si spazia dalla più arcinota batteria di missili al lanciafiamme posto sui fianchi della vettura, esse sono tutte perfettamente bilanciate tra loro e utili in diverse occasioni a seconda della loro fruizione. In testa alla gara diviene quindi più vantaggioso sganciare delle fastidiose mine a inciampo per ostacolare gli avversari alle calcagna anziché utilizzare, ad esempio, una mitragliatrice a ricerca laser che punta automaticamente i nemici nelle prime posizioni. Gli scontri su pista sono resi più avvincenti dalla possibilità di attivare uno scudo che protegge colui che lo utilizza da proiettili e esplosioni. Il tempo di utilizzo di quest’ultimo è potenzialmente infinito ma gli sviluppatori sono riusciti a controllare quest’aspetto ponendo un divieto restrittivo e un difetto congenito: il racer che rimane in coda e scompare dalla porzione visibile di schermo viene automaticamente eliminato, mentre l’utilizzo dello scudo abbassa drasticamente la velocità di crociera delle vetture. Il level design delle piste è di alto livello, essendo costruite in modo tale da poter alternare momenti di relativa tranquillità a sezioni nelle quali il minimo errore può risultare fatale; da una caduta nel precipizio a un incontro faccia a faccia con una devastante mina esplosiva. Tutto è costruito in funzione del più puro divertimento: anche una volta eliminati dal round sarà possibile intervenire sulle sorti della partita inquadrando gli avversari con un reticolo di puntamento e sganciando missili a ricerca che distruggono buona parte della vettura nemica. Siamo in presenza di una meccanica capace di rovinare numerose amicizie e relazioni; uomo avvisato, mezzo salvato.

Tanto innocente pare…La cosmesi del titolo risulta ottima e di sicuro impatto, ma viene penalizzata da un quadro stilistico derivativo che non riesce ad elevarsi al di sopra dei canoni del genere. I sedici personaggi che popolano i circuiti di Obliteracers sono facilmente riconducibili a una ricerca artistica sterile che prende spunto a piene mani dal campionario alieno e più in generale fantascientifico, incapace di proporre interessanti variazioni sul tema. L’uso di determinate varianti cromatiche e il tono scanzonato dell’intera produzione riescono comunque nell’intento di trasmettere le sensazioni che più si addicono a un classico party game. Gli effetti sonori strizzano più d’un ‘orecchio’ alla serie di Mario Kart e la OST composta da sonorità prevalentemente elettroniche si limita a semplice sfondo, rimanendo nel più totale anonimato. In conclusione, un appunto dedicato alla componente online: purtroppo la community non è molto sviluppata e sono pochissimi i server attivi in procinto di ospitare le gare. Un vero peccato, perchè Obliteracers potrebbe essere un ecosistema adatto allo sviluppo di una comunità florida e attiva.

– Gameplay adrenalinico e accessibile

– Accentuata personalizzazione delle regole di gara

– Multiplayer locale che ospita fino a 16 giocatori

– Un ottimo impatto visivo…

– …penalizzato da una direzione artistica derivativa;

– Pochi circuiti disponibili;

– Community online poco sviluppata.

8.0

Obliteracers è una piccola gemma nascosta nell’enorme catalogo di Steam. Il titolo, se giocato in compagnia di amici, propone numerose ore di sano divertimento, grazie a un gameplay adrenalinico e dalla veloce curva di apprendimento: in solitaria regala meno soddisfazioni, offrendo una campagna composta da 24 missioni dove i modificatori creati dagli sviluppatori tentano di diversificare l’approccio alle gare. Nonostante il numero dei circuiti non sia alto e la direzione artistica risulti a conti fatti derivativa, ci sentiamo di premiare l’opera prima degli australiani Space Dust Studios; che si prefigge come obiettivo primario il divertimento, riuscendo a svolgere appieno la sua funzione.

Voto Recensione di Obliteracers - Recensione


8

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