Nintendogs
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a cura di Okami
In principio era il Tamagotchi. Il pulcino virtuale, fra il 1996 e il 1997, fece impazzire il Giappone (e poi il mondo) e nonchè arricchire Bandai. Qualche anno dopo Sony creò AIBO, il cane-robot pensato per l’utenza giapponese, che non ha tempo o voglia di portare a spasso il cane e preferisce, piuttosto, collegarlo alla presa di corrente per ricaricare le batterie. Il trend proseguì con le due serie di PaPeRo, il robot da casa di NEC, più simile a R2D2 di Star Wars che al migliore amico dell’uomo. Oggi Nintendo torna alle origini con un simulatore di cane: Nintendogs.
Vita da caniPrima di analizzare il gioco, qualche breve parola sulla vita di chi possiede un cane (e abita in città). Il nostro ignaro eroe acquista (o riceve in regalo) un cucciolo… che carino, tutto quello che fa è divertente, è così tenero… Dopo trenta secondi il cucciolo lascia un “regalino” sul tappeto, e quello è l’inizio del dramma del proprietario. Per una quindicina d’anni sarà costretto a portare fuori il cane per almeno due volte al giorno con sole, pioggia, afa o gelo. Dovrà rifilarlo ad amici e parenti per le vacanze oppure pagare la pensione anche al botolo, o, ancora, cercare uno dei rari e costosi alberghi che accettano anche animali. Inoltre il cane non è un animale indipendente, e se trascurato svilupperà problemi psicologici. Ancora sicuri di volere un cane?In sintesi: un animale domestico può fare compagnia, ma principalmente è una responsabilità che poche persone di cuore accetterebbero. I giapponesi lo sanno e si guardano bene dall’acquistare cani in carne ed ossa preferendo i gatti, ben meno esigenti.Resta comunque un vuoto: chiunque abbia visto un cane in TV sogna di poter addestrare un cucciolo, insegnargli a stare seduto, a dare la zampa e a riportare gli oggetti. Se anche voi intrattenete questa speranza, Nintendogs è il vostro gioco.
La tramaLa trama è semplicissima, o meglio inesistente. Il giocatore si trova 1.000 crediti da spendere in una città, in cui si possono comprare solo cani o accessori per i suddetti. Va da sé che il primo passo è la visita al canile. Qui si effettua la prima scelta del gioco: la razza del proprio cane. Nintendo, creatrice della serie Pokemon, conosce bene il marketing ed ha messo in vendita tre diverse cartucce: Dachsund, Labrador e Chihuahua. Ciascuna card ha, inizialmente, disponibili sei razze canine differenti. Le rimanenti dodici possono essere sbloccate in due modi diversi: il più semplice (e sbrigativo) è la visita di amici che possiedono una versione diversa del gioco. In occasione della visita è possibile scambiarsi doni che sono scelti fra i numerosi oggetti disponibili nel gioco durante. Al termine del collegamento Wireless, entrambi i giocatori ritrovano nel canile la razza del quattrozampe appena conosciuto, chiaramente solo se si tratta di una razza non già disponibile. La seconda possibilità è più laboriosa, e prevede il raggiungimento di “soglie” di punteggio. Ogni azione del giocatore, ogni comando impartito al cane, contribuiscono ad aumentare il “Trainer Rating” del giocatore. Ogni 2000 punti circa viene liberata una nuova razza.
Che bel cucciolo!!!Acquistato il cane, ci si trova in casa, dove l’arredamento iniziale varia a seconda della versione anche se, in seguito, è possibile acquistare, a caro prezzo, arredamenti differenti. Le prime operazioni sono guidate: viene richiesto il nome scelto per il cucciolo, che va ripetuto più volte nel microfono, e gli si impartisce il primo comando: seduto. La sequenza di addestramento è semplice: si assegna un comando al cane con il pennino (esistono liste esaustive scaricabili in rete, mentre la guida di base è disponibile all’interno del gioco) e si associa il nome del comando all’azione. Dopo aver ripetuto la sequenza un certo numero di volte, che possono essere svariate in base alla “difficoltà” del comando, il cane impara l’ordine impartitogli. Da questo momento, sarà sufficiente pronunciare, a voce, ciò che è stato insegnato al simpatico cucciolo, per vederlo eseguito.
Divertente… e adesso?Il secondo passo è acquistare i generi necessari alla creatura: cibo, acqua ma anche shampoo e qualche giocattolo. Lo sviluppo dell’animale è determinato da due fattori: il carattere, specificato al momento dell’acquisto, e l’addestramento (oltre all’addestramento vero e proprio conta il tempo passato con il cane). Le operazioni possibili, con il cucciolo virtuale, non sono diverse dalle attenzioni richieste da un cucciolo vero.Dopo averlo nutrito, lo si deve portare fuori perchè possa ‘espletare’ i propri bisogni. Durante l’uscita, segnerà abbondantemente il territorio,se maschio, e lascerà anche qualche “regalo” da raccattare con un veloce gesto dello stilo (non è chiaro se esistano conseguenze per i padroni più incivili); inoltre, cosa non meno importante, incontrerà i suoi simili. L’esito di questi incontri non è mai definito, ma in caso di conclusione positiva, cioè i due cani non bisticciano, il punteggio del giocatore aumenta. La passeggiata può portare anche al Discount Shop, il negozio che vende gli oggetti di uso quotidiano a prezzi inferiori, e al parco, dove il nostro cucciolo incontrerà altri amici a quattrozampe.
Natura selvaggiaIl parco ha la doppia funzione di rendere socievole il cane (nel caso siano presenti altri cani giocheranno insieme) e di addestrarlo per uno dei tre eventi che costituiscono la fonte principale di guadagno e avanzamento nel gioco. Dopo averlo esercitato a dovere, potremo, infatti, gettare il nostro cagnolino in tre diversi contest: Frisbee, Agilità e Ubbidienza. Ciascun contest mostra il livello raggiunto in una particolare disciplina: presa del frisbee, agilità per gli ostacoli e rispetto dei comandi. Si comincia dal livello Beginner per arrivare al Championship, con premi in denaro e Trainer Points crescenti. Un consiglio utile è: fate molta pratica. L’ideale è far pratica al parco finchè il gioco stesso non suggerisce di proseguire nella passeggiata. Seguendo questa semplice regola i risultati in gara non tarderanno ad arrivare.
Bene, e poi…?Questo è più o meno tutto. Nintendogs si riduce alla ripetizione continua di un numero limitato di azioni: mangiare, bere, passeggiata, allenamento, gara. Gli incentivi, come in buona parte dei giochi “aperti”, cioè senza un finale, spesso sono inadeguati. Lo scopo del gioco, a volerne trovare uno, è racimolare tutte le razze disponibili e i numerosi oggetti con cui personalizzare il cane che saranno inizialmente collari e fiocchi, per arrivare a parrucconi afro e occhiali da sole. Di fatto, il numero limitato di opzioni e le esigenze del cane (che deve essere tenuto sazio e pulito) rendono ripetitivo il gioco, nonostante l’entusiasmo iniziale.Và detto, infatti, che le animazioni del cane sono perfette: replicano in tutto e per tutto i comportamenti della controparte reale. Veder giocare tre o quattro cuccioli al parco è piacevole e spettacolare, ma, in breve tempo, si impara ad evitare il parco affollato perchè, da soli, ci si allena meglio; per esempio le collisioni fra cani durante il lancio del frisbee sono gestite male: si evitano e si girano attorno come se fossero muri di mattoni.I trainer points, poi, crescono un pò lentamente: per disperazione è necessario acquistare più cani (è possibile possedere un massimo di otto cani di cui tre in casa e cinque in albergo) e continuare a farli partecipare alle gare. Il problema è che, per gestire tre cani, si impiega il triplo del tempo visto che si può portare in giro un solo cane alla volta.
Grafica e sonoroIl motore grafico del gioco non ha un gran lavoro da fare e quindi si comporta più che discretamente. I teneri cagnolini sono sempre ben costruiti. Gli sfondi, bidimensionali, sono, a volte, poco caratterizzati. La fisica degli oggetti (frisbee, palle da tennis, bastoni) è ben curata, anche se il loro raggio d’azione, ad esempio del frisbee, resta piuttosto limitato.La colonna sonora è composta da un numero limitato di basi, ciascuna delle quali sottolinea un momento del gioco (casa, passeggiata, gara). Durante le passeggiate è possibile trovare, fra i doni sparsi per la strada, dei dischi che possono essere ascoltati in casa. La ninna-nanna, ad esempio, favorisce il sonno dei cuccioli.Le musiche nel complesso sono ben composte, anche se, forse, risulta un tantino ripetitiva quella della passeggiata.Carini gli effetti sonori, adeguati alla trafficata realtà giapponese (udirete spesso i clackson e lo scoppiettio del motore dei motorini), forse meno a quella italiana, decisamente più tranquilla.
LongevitàLa longevità è il punto focale dei giochi del genere di Nintendogs, e valutarla mi crea una notevole difficoltà.Solitamente sono un patito del genere: ad esempio, amo Animal Crossing e sono in pole-position per l’acquisto della versione per Nintendo DS. Mi aspettavo molto da Nintendogs, e la lunga attesa (data la quantità di testo ‘necessario’, era inutile tentare con la versione giapponese) ha pompato ulteriormente il mio entusiasmo. Purtroppo dopo un paio di settimane mi sono scontrato con i limiti del gioco ed ho smesso improvvisamente di giocare.Ciò non significa che il gioco non sia valido e altri potrebbero trovarlo assolutamente perfetto. Personalmente però lo sconsiglio a chiunque non abbia una considerevole quantità di tempo da spendere per trovare anche l’ultimo collare o per liberare l’ultima delle diciotto razze.
– Animazione curatissima
– 18 razze diverse tra cui scegliere
– Ripetitivo in alcune azioni
– Progresso nel gioco molto lento
8.0
Nintendogs è un simulatore ben realizzato che risente della ripetitività connaturata con l’attività rappresentata. Certo, è divertente vedere il proprio cucciolo, accarezzarlo con il pennino e vedere come è attento ai comandi vocali. Manca però quel qualcosa capace di tenere il provetto padroncino interessato a lungo, ovvero manca l’imprevedibilità che solo un cane reale sa dare.
Un gioco sicuramente da vedere e con doti tecniche notevoli (Nintendo ci ha abituato alla qualità) ma che lascia un pò di amaro in bocca, a meno che non riusciate a appassionarvi profondamente.
Voto Recensione di Nintendogs - Recensione
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