Recensione

Ninja Usagimaru: The Mysterious Karakuri Castle

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a cura di Gianluca Arena

Senior Editor

Dopo un inizio in salita, con la sola esperienza dello shop per Dsi alle spalle, il negozio virtuale di Nintendo 3DS ha preso il volo, ospitando non solo tutte le versioni digitali dei titoli retail in uscita ma anche insospettabili perle indipendenti, riedizioni di titoli del passato (i Sega 3D Classics sono solo un esempio) e piccoli progetti che, altrimenti, non avrebbero mai visto la luce.
Ninja Usagimaru The Mysterious Karakuri Castle (per brevità semplicemente Ninja da adesso in poi) appartiene senz’altro a quest’ultima categoria: spuntato dal nulla e poco noto alle masse, complice, come avete letto, un nome elefantiaco, questo curioso puzzle game, esclusiva eShop, ci ha intrattenuto a lungo negli ultimi giorni, e oggi ve ne parleremo.
Ninja conigli
Seguito diretto di un puzzle game passato quasi inosservato nel marasma di uscite per la console stereoscopica di Nintendo, Ninja, differentemente dalla stragrande maggioranza dei suoi congeneri, si premura di fornire un (seppur blando) contesto narrativo, che vede i membri del villaggio rurale del nostro protagonista rapiti da assalitori non meglio identificati.
Fin qui non ci sarebbe nulla di strano, se non fosse che i concittadini di Usagimaru (come il nostro eroe, d’altronde) hanno un aspetto che richiama molto, per usare un eufemismo, i conigli, e che suggerisce chissà quali strane pratiche genetiche di fusione tra umani e leporidi.
Scherzi a parte, in ognuno degli stage il giocatore sarà chiamato a liberare un certo numero dei suoi conterranei, perlopiù spostando blocchi in un dato ordine (e solo in quello…) e muovendosi su e giù per l’ambientazione, con giusto un pizzico di elementi presi in prestito dai giochi a piattaforme.
Ognuno dei rapiti è sorvegliato dal demone che lo ha portato via e legato come un salame, per cui prima di liberarlo bisognerà disfarsi del malefico rapitore, facendogli scivolare in testa un blocco, facendolo cadere e in tanti altri modi abbastanza creativi, che non contemplano mai il confronto diretto (d’altronde parliamo di un puzzle game, mica di un action).
Tra gli strumenti più preziosi per portare a termine l’opera di salvataggio tornano, dal capitolo precedente, i kunai, pugnali che possono essere lanciati, il rampino, che consente di muoversi molto agilmente per gli stage e l’aquilone, utile per planare da altezze considerevoli.
A questi si sono aggiunti una sorta di girandola, che è possibile piazzare come checkpoint mobile nei livelli più complessi, e una corda indispensabile per coprire dirupi particolarmente ampi: lo sfruttamento intensivo, combinato ed intelligente di questi attrezzi si rivelerà l’unica strada percorribile nella risoluzione dei puzzle, quindi è bene prendere dimestichezza quanto prima con ognuno di essi.
Pazienza, vieni a me!
Più che l’abilità, comunque richiesta, è la pazienza la dote necessaria per progredire nel gioco: già a partire dalla Maple Forest, la prima area del gioco, che consta di dieci stage, il livello di difficoltà si mostra davvero severo, e il gioco, con soli cinque stage di dimensioni piuttosto ridotte, fallisce nell’istruire il giocatore sul corretto uso di tutti gli strumenti in suo possesso.
Ben presto, vi ritroverete a utilizzare la girandola, che resetta la posizione dei blocchi e permette di ricominciare il livello, rimediando ad eventuali errori, decine di volte consecutivamente, avanzando a tentoni con una dose davvero eccessiva di trial and error. Giochi come Pullblox e BoxBoxBoy, tra i migliori che la console stereoscopica di Nintendo ospiti nel suo catalogo, hanno dimostrato come l’unico modo di rendere un puzzle game accessibile ma non eccessivamente semplice sia dosare bene la curva di apprendimento, concedendo stage molto facili all’inizio ed iniziando gradualmente ad alzare la posta, inserendo meccaniche nuove man mano.
Ninja non fa nulla di tutto questo, vincolando la progressione alla soluzione della zona in cui si è, con il rischio, tutt’altro che improbabile, di rimanere bloccati senza la possibilità di avanzare (cosa che a noi è successa due volte durante le ore di test, per la cronaca) e mostrando le sue carte già entro il primo mondo, senza aggiungere twist significativi al gameplay nelle ore successive.
A peggiorare la situazione ci sono un enorme coniglio, i cui consigli molto vaghi non aiutano affatto nella risoluzione dei puzzle più complessi, e il fatto che ognuno dei livelli può essere risolto solamente nella maniera pensata dal team di sviluppo, rendendo una pia illusione la libertà che il nutrito armamentario poteva lasciar presagire.
La somma di tutti questi elementi produce un prodotto che probabilmente offrirà una sfida di alto livello agli appassionati di puzzle game, orfani di esponenti davvero impegnativi, ma frustrerà irrimediabilmente tutti gli altri (che, non ce ne vogliano i tetris-maniaci, crediamo siano la maggioranza): se i due puzzle game succitati ci avevano fatto spremere le meningi ma ci avevano poi gratificato con la sensazione di essere in gamba una volta risolti gli enigmi, Ninja è riuscito più volte a farci sentire degli inetti.
Altro che From Software.
Finalmente una sufficienza!
La realizzazione tecnica è l’ultimo dei problemi della produzione, e anzi, considerando prezzo di lancio, hardware ospite e fama del team di sviluppo (i già citati misconosciuti ragazzi di FK Digital), dobbiamo ammettere che il risultato è discreto.
L’atmosfera a base di ciliegi in fiore, petali di pesco e venti che soffiano nelle canne, sebbene ricca di cliché, riesce a rilassare, in contrasto con l’infuriante difficoltà di alcuni degli enigmi, e, sebbene il sonoro non aiuti a creare una situazione ideale per spremersi le meningi, composto com’è da motivetti banali e assai poco attraenti, il quadro audiovisivo raggiunge la sufficienza piena senza troppi problemi, a meno di non odiare visceralmente certi paesaggi tipicamente nipponici.
Molto bene anche l’offerta ludica, con una sessantina scarsa di livelli a meno di sei euro e un livello di sfida davvero impegnativo, che la massa (e il sottoscritto) potrebbero trovare frustrante ma che potrebbe finalmente offrire pane per i denti dei più accaniti appassionati di puzzle game, rimasti magari delusi dalla semplicità di alcuni congeneri negli ultimi anni.
Di certo, se ritenete di avere un figlio dotato e intendete metterlo alla prova o, al contrario, volete fare abbassare la cresta ad un collega che fa il fenomeno, Ninja potrebbe rappresentare un investimento assai proficuo: assicuratevi solo di dotarvi di iniezioni di calmanti sia per il pargolo, sia per compagno d’ufficio, perché, in entrambi i casi, l’incolumità del vostro modello di 3DS sarebbe a forte rischio.

– Carino da vedere

– Circa sessanta stage con meno di sei euro…

– Spesso frustrante, con un paio di particolari picchi sul finire

– …ma molti livelli si assomigliano tra loro

– C’è sempre e solo un modo di risolvere gli enigmi

– Audio non pervenuto

5.5

Se giocate a puzzle game da tempi immemori, o vi sentita particolarmente portati per questo genere anche senza averlo mai affrontato direttamente, potreste apprezzare l’abbondanza di contenuti e il buon rapporto quantità/ prezzo che caratterizza Ninja Usagimaru The Mysterious Karakuri Castle, scaricabile, lo ricordiamo, per meno di sei euro.

Se però non siete dei pro del genere, e magari cercate un gioco che stuzzichi la vostra logica senza frustrarvi, allora il consiglio è di optare per alcuni dei congeneri del prodotto Aksys Games, indubbiamente migliori tanto nel bilanciamento della difficoltà quanto nella capacità di spiegare al giocatore cosa può fare e in che modo.

Un prodotto inaspettatamente eppure decisamente hardcore, non pessimo ma davvero difficile da consigliare alla stragrande maggioranza dei videogiocatori, soprattutto pensando al target usuale di molti prodotti su 3DS.

Voto Recensione di Ninja Usagimaru: The Mysterious Karakuri Castle - Recensione


5.5

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