I primi capitoli di Naruto furono un mezzo miracolo. Insieme a One Piece, il manga di Kishimoto ravvivo l’intero mondo dei fumetti nipponici, ingigantì le vendite di Shounen Jump (il magazine settimanale su cui è pubblicato, per chi non lo sapesse) e ridiede speranza a migliaia di giovani aspiranti mangaka. I giochi di Cyberconnect dedicati al marchio, seppur in forma minore, ebbero una risonanza simile, dimostrando che anche dei manga games spiccatamente commerciali e pensati per sfruttare una licenza famosa potevano risultare curati, divertenti, e dannatamente spettacolari. Poi, il declino. Quello che un tempo era il manga numero uno di Jump, sempre pronto a battersi alla pari con l’opera di Eichiiro Oda, è divenuto un fumetto spento, una serie di battaglie sempre più esagerate e prive della magia che aveva conquistato milioni di ragazzi in tutto il mondo. Il problema è che il parallelo con la serie di videogiochi va fatto anche in questa discesa nella mediocrità, visto che i Cyberconnect, dopo i primi exploit, si sono seduti abbastanza sugli allori, ritoccando solo marginalmente una formula sì funzionale ed azzeccata, ma non priva di difetti.
Ora il manga volge al termine, con una manciata di capitoli ancora da pubblicare prima del gran finale, e Cyberconnect ha quindi deciso di sviluppare un penultimo capitolo della serie, Naruto Shippuden: Ultimate Ninja Storm Revolution, distaccato dalla trama principale e pronto a regalare numerose novità ai fan. Sarà una base solida su cui poggiare la chiusura delle avventure del ninja di arancione vestito?
Tutti a darsele appassionatamente
Quando parliamo di distaccamento dalla storia primaria, descrivendo Ninja Storm Revolution, è a causa dei mutamenti legati alla campagna principale. Gli sviluppatori questa volta non hanno messo una modalità singleplayer costruita attorno alle vicende del fumetto, bensì un’opzione completamente nuova chiamata Torneo Mondiale dei Ninja, che vede gran parte dei personaggi della serie malmenarsi per dimostrare di essere lo shinobi più forte del pianeta. La modalità arriva accompagnata da una mini campagna più classica chiamata Avventure Ninja, con quest’ultima incentrata sugli episodi filler dell’anime, e su eventi come la fondazione dell’Akatsuki o il passato di Itachi Uchiha. Non sperate comunque di avere due modalità complete e soddisfacenti per le mani, le Avventure Ninja sono un mezzo contentino, una serie di scontri estremamente breve (completabile in meno di un’ora saltando le cutscene) che merita di essere giocata unicamente per la presenza di materiale inedito tra i filmati di intermezzo.
Il Torneo Mondiale, per fortuna, è una trovata di ben altra pasta, e non solo ripropone mappe aperte ed esplorabili prima di ogni match, ma anche nuove battaglie tutti contro tutti tra quattro ninja contemporaneamente che mutano completamente il gameplay del gioco. Alle fasi del torneo si alterna poi un’altra campagna dedicata a Mecha Naruto, personaggio creato da Kishimoto apposta per il videogioco, che aggiunge un po’ di varietà al mix.
Insomma, i contenuti ci sono, e vanno ad aggiungersi alle modalità classiche, solo che le nuove battaglie tutti contro tutti sono affrontabili esclusivamente in singolo e non ci sono parse particolarmente riuscite. In pratica il sistema di combattimento resta identico: le differenze sono l’incapacità di utilizzare Ultimate Jutsu e la necessità di targettare manualmente il proprio bersaglio. Fatto sta che gli scontri, tolti i primi livelli di difficoltà in cui l’IA nemica è completamente inebetita, sono un casino fotonico. È Caos totale, un ammasso di ninja che si menano e abusano dei propri Jutsu per raccogliere sfere d’energia che vanno a influire sul punteggio finale di ogni combattente. Il vincitore è ovviamente quello che ottiene più punti, ma quando lo scontro si fa duro il risultato va spesso a casaccio, perché è impossibile arginare colpi da ogni lato efficacemente, e certi ninja sono dotati di Jutsu molto più indicati per le battaglie in gruppo rispetto ad altri. Si tratta in pratica di un inserimento un po’ forzato, sbilanciato, e divertente solo fino a un certo punto, che inizia a stancare quando si raggiungono le fasi finali del torneo e si sblocca completamente la mappa. La ripetitività delle quest secondarie presenti purtroppo non aiuta.
Nuovi ninjutsu
Se i nuovi contenuti in singolo, dunque, deludono, è necessario analizzare le modifiche fatte al gameplay per trovare qualcosa di cui gioire. In Ultimate Ninja Storm Revolution il sistema è quello tipico della serie, fatto di scatti improvvisi, combo interrotte con un numero limitato di sostituzioni, e combinazioni spettacolari di facile esecuzione, ma ci sono varie novità volute dai Cyberconnect che mutano sensibilmente l’esperienza.
La prima è la scelta degli stili, divisi tra Mossa Suprema, Risveglio e Azione. Lo stile dà rispettivamente la possibilità di utilizzare Jutsu supremi di squadra devastanti, di trasformarsi in una versione potenziata del proprio personaggio con un moveset differente una volta riempita una barra dedicata, o di gestire a piacere gli assist durante il combattimento, passando da azioni difensive a offensive. Sono tutte possibilità piuttosto divertenti, ma c’è un problema: non sono bilanciate a dovere. Ci sono personaggi che guadagnano molto dal Risveglio, ma nella maggior parte dei casi si tratta di una soluzione poco indicata rispetto alla flessibilità dello Stile Azione, utilissimo sia offensivamente che difensivamente e in grado di bloccare per un po’ le tecniche speciali del nemico. Dal canto loro, i jutsu supremi sono poderosi, ma non risultano certo difficili da parare per chi bazzica nella serie da tempo.
La diversificazione degli stili è concettualmente interessante, è l’applicazione che non ci convince. Cyberconnect poteva sicuramente calcolare le cose un pochino meglio (lo Stile Azione, peraltro, perde completamente senso in scontri senza assist, a voler rincarare la dose).
Perlomeno le nuove meccaniche di fondo introdotte sono piuttosto adeguate, e aumentano la tecnicità dell’opera di parecchio. Si parla di un counter secco ad uso limitato, che stordisce l’avversario quando va a segno, e di un colpo spezza guardia, utilissimo per mettere in difficoltà giocatori troppo difensivi (o gli spammoni). Eravamo preoccupati inizialmente, perché la finestra di risposta della contromossa era esageratamente ampia, ma ora è stata diminuita di netto e la tecnica, seppur sempre importantissima durante una battaglia, non è abusabile come nel codice preview.
Sul bilanciamento è difficile al momento esprimersi, anche se qualche sacrosanto ritocco a personaggi fastidiosissimi come PTS Ten Ten l’abbiamo notato.
Poche gioie invece per il net code, non particolarmente migliorato rispetto ai precedenti capitoli. Contro giocatori europei si viaggia decentemente, ma aspettatevi molte partite rovinate dalla latenza.
Chiudiamo col comparto tecnico, sempre di ottimo livello nonostante un aliasing marcato in molti casi. I jutsu supremi sono dannatamente coreografici, le animazioni fluide e i personaggi resi a meraviglia. Il problema più grave, i rallentamenti, è ancora presente, ma sembra che sia stato perlomeno limitato. Cali netti e davvero fastidiosi si notano di solito solo durante jutsu molto caotici o negli scontri di gruppo del Torneo Mondiale dei Ninja.
– Un paio di nuove meccaniche che aumentano la tecnicità
– Roster enorme
– Sempre estremamente spettacolare
– Avventure Ninja brevi e deludenti
– Battaglie tutti contro tutti troppo caotiche e non giocabili in multiplayer
– Non tutte le novità sono azzeccate
– Qualche calo di frame rate
Naruto Ultimate Ninja Storm Revolution non riesce a perfezionare la serie quel tanto che basta a farci consigliare caldamente il suo acquisto prima del capitolo finale. Alcune introduzioni a livello di meccaniche sono indubbiamente interessanti, ma il bilanciamento ci è parso un po’ ballerino e la nuova tipologia di scontri, godibile solo in single player, eccessivamente caotica. In parole povere, un lavoro imperfetto che non rappresenta un’evoluzione concreta. I fan lo apprezzeranno ancora per il suo roster sconfinato e la sua spettacolarità, ma si poteva fare molto di più.