Recensione

NBA Live 16

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a cura di Dr Whi7es

C’era un tempo in cui la serie NBA Live dominava incontrastata il mercato dei titoli dedicati al Basket. L’arrivo sulla scena di NBA 2K ha ribaltato però la situazione, costringendo EA a mettere addirittura in pausa il proprio gioco, in seguito ad un tentativo di reboot fallito. L’arrivo delle console di nuova generazione ha spinto però il colosso statunitense a tornare in campo, con due capitoli che si sono rivelati purtroppo abbastanza disastrosi e sono stati stroncati sia dalla critica che dagli appassionati. Proprio per questo avevamo aspettative praticamente pari a zero per il nuovo capitolo della saga, NBA Live 16, ultima chiamata per EA per tornare nel basket che conta.

Un rimbalzo difficileIl comparto grafico, come buona parte del gioco, è caratterizzato da continui alti e bassi. Iniziamo dai modelli dei giocatori, rinnovati rispetto al passato per esser più fedeli alle controparti reali, con un grande lavoro fatto sulle varie tonalità della pelle e sui dettagli come i tatuaggi. Buon lavoro anche per quanto riguarda le animazioni delle superstar più famose, i loro movimenti sono infatti riprodotti fedelmente all’interno del gioco. Discorso completamente diverso invece per i giocatori di secondo piano, per via di volti irriconoscibili e a tratti imbarazzanti, e di movimenti sempre uguali, tanto che, anche per un appassionato, sarà difficile riconoscerli senza leggere il nome sulla maglietta. Ottima invece la resa dei palazzetti, caratterizzati in particolare da un’illuminazione di alto livello, e del pubblico, molto partecipe durante le gare e dotato di un atteggiamento diverso a seconda dell’importanza e del momento delle partite: tranquillo nelle normali partite di stagione regolare, scatenato nei playoff e negli ultimi minuti di una gara in equilibrio. Ottima persino la presentazione delle partite, impreziosita dalla partnership con ESPN che permette di avere le grafiche ufficiali del famoso network televisivo americano. Discorso diverso invece per la telecronaca, con la coppia formata da Mike Breen e Jeff Van Gundy mai veramente coinvolta all’interno della partita. I due non fanno che pronunciare frasi abbastanza banali e molto spesso ripetute di partita in partita.
Metti la tripla! Ma magari non sempre
Il gameplay era sicuramente la nota dolente dei passati capitoli e l’area che ha richiesto più lavoro agli sviluppatori. Per questa edizione, dunque, hanno deciso di intraprendere la via dell’immediatezza e del divertimento. Grosso punto a favore di NBA Live 16 è la presenza di un tutorial, con un buon numero di esercizi per prendere confidenza con i comandi: opzione questa che farà sicuramente piacere a tutti quei giocatori che vogliono avvicinarsi per la prima volta ad un titolo cestistico. Sul campo, la prima grossa novità che notiamo rispetto al capitolo precedente è il nuovo sistema di tiro, immediato da padroneggiare vista la presenza di un indicatore che comparirà al fianco del giocatore per aiutarci a rilasciare il pallone nel momento corretto. Il tempismo non sarà il solo parametro che andrà ad influenzare la riuscita della nostra conclusione, anche la posizione in campo e la marcatura del difensore incideranno sulla percentuale di realizzazione, obbligandoci a far girare il pallone per cercare un giocatore smarcato e libero di segnare con estrema facilità. Alti e bassi invece per le animazioni dei giocatori in possesso di palla: di buon livello tutti i movimenti, utilizzabili con la levetta analogica destra per liberarsi del difensore (il nostro giocatore è in grado di liberarsi velocemente dell’avversario con rapidi cambi di mano e di direzione). Buona pure la gestione del pick’n roll, attivabile con la semplice pressione di un tasto, e ottime anche le conclusioni al ferro, con i giocatori più atletici pronti a far valere la loro elevazione per schiacciare in testa ai malcapitati difensori. Discorso diverso invece per i movimenti in post, troppo legnosi e poco realistici, che richiederanno molto lavoro nel corso delle prossime edizioni. Tutto cambia però radicalmente in fase difensiva, in particolare nelle partite contro altri giocatori umani e contro la CPU ai livelli di difficoltà più alti. Difendere con efficacia diventa estremamente complicato, con i compagni che difficilmente scalano in aiuto per fermare la penetrazione e l’IA che spesso trova i giocatori smarcati sul perimetro per punirci con una tripla. Unici mezzi abbastanza efficaci sono le stoppate, a tratti davvero troppo efficaci, e la difesa a zona, particolarmente utile online per mettere in crisi gli avversari inesperti.
Lo sbilanciamento tra attacco e difesa porta i giocatori a cercare di segnare sempre un canestro più degli avversari, obbligandoci più a pensare alla prossima azione offensiva piuttosto che ad impegnarci duramente in fase difensiva. Le partite online pertanto terminano quasi sempre con punteggi molto alti, grazie anche a percentuali dal campo fuori dal comune: in una partita ci è infatti capitato di terminare l’incontro con oltre il 70% da due e oltre il 60% da tre, numeri che sono praticamente impossibili da vedere nella realtà. Tutto questo è causato dalle slides predefinite, impostate per offrire una partita aperta e spettacolare piuttosto di una lenta e ragionata. Fortunatamente è possibile modificarle almeno per le partite offline, un modo per accontentare anche i giocatori che cercano un gameplay più simulativo.
Modalità a gogoMolto ricca, come sempre accade per i titoli EA, l’offerta di modalità di gioco presenti. Iniziamo dal Dinasty Mode, carriera che ci vedrà vestire i panni del general manager di una squadra NBA, impegnati a gestire una squadra in campo e fuori. All’inizio di ogni stagione potremo decidere a quale obiettivo puntare nel corso dell’anno, se tentare di vincere il titolo, se cercare di migliorare la nostra rosa cercando di arrivare ai playoff o se ricostruire passando dal Draft. Ogni opzione avrà dei compiti specifici da completare, come far giocare un certo numero di minuti il nostro rookie o migliorare la qualità della nostra panchina, e ci premierà con un certo quantitativo di punti spendibili per migliorare i vari componenti del nostro staff, che, una volta portati al livello massimo, ci permetteranno di potenziare più velocemente i giocatori della nostra squadra. Per tutti gli utenti che invece puntano a costruire il proprio dream team, anche in Nba Live è presente Ultimate Team, rinnovato rispetto alla scorsa edizione. Per migliorare la nostra rosa non saremo più obbligati a comprare giocatori sul mercato o a trovarli nei pacchetti, potremo infatti vincerli tramite varie sfide, come battere una squadra composta dai migliori difensori o dai migliori free agent. Abbiamo poi particolarmente apprezzo la possibilità di ottenere pacchetti anche tramite altre modalità, e il non essere quindi costretti a spendere soldi reali, anche se la possibilità è sempre presente per costruire una rosa presentabile. 
Per quanto riguarda la carriera giocatore ritroviamo la modalità Rising Star, che vedrà il nostro alter ego virtuale scalare i vertici della NBA dopo essere partito dal Draft. Novità per la serie è la possibilità di importare il nostro volto, tramite l’utilizzo di un’app per smartphone, sul nostro giocatore: i risultati non sono ancora perfetti, con l’applicazione spesso soggetta a crash improvvisi e a scansioni tutt’altro che perfette, non ci stupirebbe quindi vedere qualche update nel corso dei prossimi mesi. 
In campo sorgono però i problemi, con il gioco che sembra quasi premiare la prestazione individuale piuttosto che il gioco di squadra, con il risultato che preferiremo andare direttamente noi a canestro piuttosto che scaricare il pallone ad un compagno. Ogni partita ci premierà con una serie di punti utili per migliorare il nostro giocatore, permettendoci di sbloccare accessori e movimenti delle superstar da utilizzare nelle partite successive. La crescita si è dimostrata abbastanza veloce, non saranno quindi necessari anni per scalare le gerarchie NBA. Tutti i progressi ottenuti in questa modalità saranno utilizzabili nelle modalità online Circuito Estivo e in Live Run. Iniziamo dalla seconda, che ci vedrà impegnati in partite affrontabili in compagnia di amici o con estranei, cinque contro cinque con le regole da strada, e la prima squadra in grado di raggiungere i 21 punti che si porta a casa la partita. Fortunatamente, grazie ad un buon livello nell’infrastruttura di rete, non ci sono mai capitate partite ingiocabili a causa del lag, anche se per godersi a fondo questa modalità è consigliabile giocare con un gruppo di amici, visto che alcuni giocatori non passano mai il pallone. Il Circuito Estivo è invece una modalità cooperativa, che ci vedrà impegnati in partite contro squadre composte da giocatori NBA, con la possibilità di incontrare veri e propri dream team. Assemblata la nostra squadra, dovremo disputare un certo numero di partite in varie zone degli Stati Uniti, da Venice Beach ai campetti di Brooklyn, con ogni campo contraddistinto da un diverso livello di difficoltà e di stile di gioco. Se nella calda Los Angeles troveremo giocatori piccoli e veloci, a New York incontreremo giocatori con un fisico dominante, obbligandoci ad adattarci partita dopo partita. Il risultato è eccellente e soltanto le squadre più affiatate riusciranno ad imporsi su tutti i campi. A chiudere il comparto online troviamo infine le classiche partite classificate, in cui tenteremo di scalare le varie divisioni affrontando avversari sempre più forti.

-Resa grafica dei giocatori più famosi e del pubblico

-Gameplay immediato da padroneggiare

-Tutorial esaustivo per i novizi

-Circuito Estivo una delle modalità più interessanti degli ultimi anni

-Volti dei giocatori di secondo piano

-Fase difensiva da rivedere

-Rising Star non particolarmente ispirata

7.0

NBA Live 16 è un deciso passo in avanti rispetto agli ultimi disastrosi episodi della serie. I giocatori che si avvicinano per la prima volta ad un titolo cestistico riusciranno a divertirsi grazie ad un esaustivo tutorial e ad un gameplay che tende molto verso l’approccio arcade, con partite contraddistinte da alti punteggi e da ribaltamenti continui. Le modalità online si sono poi rivelate di alto livello, garantendo molte ore di divertimento anche per i giocatori più esperti, che troveranno pane per i loro denti. Non tutto è però impeccabile, con animazioni ancora da sistemare e una fase difensiva che lascia molto a desiderare. NBA Live 16 non è dunque un titolo perfetto, ma la direzione presa dalla serie lascia ben sperare per il futuro.

Voto Recensione di NBA Live 16 - Recensione


7

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