Myst III: Exile
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a cura di Ryuken
Un po’ di storiaE’ d’obbligo spendere due parole per introdurre al mondo di Myst coloro che ne sentono parlare per la prima volta.L’universo della serie Myst è costruito intorno ad una mitologia dove particolari persone hanno il potere di creare veri e propri mondi descrivendoli con carta e penna. Questi mondi sono chiamati “Ages” (o in italiano “Età” o “Ere”) e possono essere visitati (da tutti tranne che dal creatore stesso) posando la mano sopra dei libri di collegamento, che funzionano come porte dimensionali. Tutti i mondi che si possono visitare in un gioco qualsiasi della saga sono stati creati dal saggio Atrus.In Myst 1 i guai erano causati da un figlio di Atrus, che rubò i libri al padre, causando la fine di una cospicua popolazione ignara di tutto. Nell’episodio successivo (ossia Riven) la storia si concentra soprattutto sui problemi tra Atrus e suo padre. Dopo le vicende di questi primi due capitoli della saga, Atrus ha ritrovato la sua Catherine, ha messo al mondo una figlia, Yeesha, ed ha creato la nuova Era Narayan, descritta nel libro Releeshahn, nella quale fare prosperare nuovamente il glorioso popolo dei D’ni, precedentemente sterminato. Il malvagio della situazione è Saavedro, condannato all’esilio e ad una vita di miseria su J’nanin dai perfidi figli di Atrus. Dopo aver meditato a lungo vendetta l’esiliato si reca alla casa di Atrus a Tomanha e ruba il preziosissimo Releeshahn proprio mentre voi siete ospite nel ufficio dello scrittore. Nella fuga però Saavedro perderà il libro di collegamento con J’nanin, e ciò vi permetterà di partire al suo inseguimento nel disperato tentativo di recuperare l’inestimabile manoscritto, attraverso un’avventura di sei diverse Ere. Nel menu principale è possibile scegliere tra alcune opzioni, parecchio ridotte all’osso, come la presenza dei sottotitoli, vibrazioni e modalità del cursore (utile l’opzione “zip” che permette di andare da una zona all’altra saltando tutte le locazioni intermedie).Ben nutrito è invece il menu dei contenuti speciali, dove potremo visionare numerosi backstage e interviste ai creatori del gioco.
Giocabilità e longevitàAd essere sinceri non penso che un titolo come Myst 3 sia esattamente il genere di gioco più adatto al panorama console, solitamente folto di produzioni ricche di azione e dinamiche. Dover parlare di giocabilità riguardo Exile su una console mette un po’ in imbarazzo: tutto è ridotto allo spostare un cursore nello schermo ed interagire con gli oggetti tramite un solo pulsante di azione. Stick analogico sinistro e tasto “A”, ecco tutto il necessario per avventurarsi in questo gioco. Una volta sopra un oggetto o una persona con cui esiste la possibilità di interagire, il cursore cambierà forma in base all’azione effettuabile, quindi diventerà una lente di ingrandimento nel caso l’oggetto si possa esaminare, una mano per aprire, prendere o via dicendo. Myst non è certo un gioco incentrato sull’azione e sul divertimento da essa scaturito, ma basa invece il suo gameplay su una tranquilla esplorazione, immedesimazione nella trama e risoluzione di numerosi enigmi. E qui arriva un altro punto dolente: i vari puzzle che ci ritroveremo a dover risolvere hanno subito un calo della difficoltà pesantissimo rispetto a Riven; certo è vero che nel predecessore essi erano di una difficoltà tale da non essere alla portata di tutti, ma quelli presenti in Exile non riescono ad assicurare un giusto fattore di sfida nemmeno nelle più avanzate training eras. Inoltre è possibile salvare in ogni momento indiscriminatamente. La longevità naturalmente risente di tutto questo, ed un giocatore smaliziato potrebbe impiegare meno di dieci ore per terminare l’avventura, che una volta finita non presenta certo un alto fattore di ri-giocabilità.
Graficamente sottotonoLa veste grafica di Myst 3 è decisamente improntata sul surreale; le creazioni stilistiche dei Presto Studios, che con la loro tecnologia di vista a 360° hanno sostituito gli originali creatori della saga Myst, riescono senza dubbio a stuzzicare la fantasia del giocatore e ricreare la giusta atmosfera “incantata”. Spesso essa sfocia addirittura nel visionario, come nel caso dello splendido albero a testa in giù (le radici stanno il alto e i rami in basso), una delle vere e proprie chicche che contribuiscono a trasportare l’utente in un mondo dove l’onirico la fa da padrone. Grandissimi il carisma e la personalità quindi, palpabili in ogni schermata di gioco.Purtroppo questa buona vena artistica non è coadiuvata da una realizzazione tecnica all’altezza. Come già accennato, diversamente dai predecessori viene data, tramite un’apposita tecnica di programmazione, la possibilità al giocatore di spostare la telecamera in tempo reale di 360°: come già è accaduto in diverse produzioni simili (Dracula, Necronomicon), tutte le immagini pre-renderizzate vengono messe come a fare la tappezzeria dell’interno di una sfera, e il nostro punto di vista risiede proprio nel centro della sfera stessa.Le immagini statiche non stupiscono certo per la loro fattura, e presentano spesso scelte cromatiche per lo meno discutibili. Capisco e condivido il concetto di rendere il tutto surreale, ma in un gioco che dovrebbe essere basato sul fotorealismo ci si aspetta sicuramente di più. Anche le animazioni filmate inserite nel gioco vero e proprio non brillano per tecnica e appaiono poco fluide e appena sufficientemente definite. I filmati di presentazione e di intermezzo presentano una fluidità non straordinaria, e spesso è possibile notare piccoli quanto fastidiosi scatti durante la riproduzione.
Il sonoro dice la suaIl sonoro è forse l’aspetto migliore che possiamo trovare in questo Myst 3. Le musiche composte dalla prestigiosa Philarmonic Orchestra di Seattle sposano sposano le loro melodie in modo perfetto con le ambientazioni surrealiste create dai Presto Studios, e cambiano dinamicamente (variando anche velocità) in base alla tensione o quanto altro sia richiesto dalla situazione di gioco. Il filmato introduttivo ed i nutriti contenuti speciali sono completamente in inglese, ma il gioco vero e proprio sarà completamente parlato e sottotitolato in italiano, presentando anche un doppiaggio più che buono e professionale. I volumi di musiche, dialoghi ed effetti sonori sono però mal bilanciati, soprattutto a sfavore del parlato, che arriva alle nostre orecchie spesso troppo debole e leggermente sfasato rispetto alla posizione da cui proviene.
Il sonoro e l’idea che sta alla base del gioco.
Tutto il resto.
5.5
Un titolo pensato per i personal computer che, come spesso accade, su console non funziona. Dopo la delusione Xbox arriva anche quella PS2. Un gioco destinato solamente agli iper appassionati del genere.
Voto Recensione di Myst III: Exile - Recensione
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