Recensione

Motorstorm: Pacific Rift

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a cura di Spetz

Le corse ai limiti dell’impossibile su tracciati tortuosi e impensabili fanno il loro ritorno su Playstation 3. E’ passato ormai un anno e mezzo dal primo episodio del racing game di Evolution Studios e in questi mesi abbiamo vissuto con interesse le fasi preparatorie di questo sequel che si proponeva d’offrire nuovi stimoli e sfide per gli appassionati delle corse prettamente arcade.Abbandonati gli aridi canyon e le impervie strade della Monument Valley, i folli partecipanti del festival più fuori di testa del globo hanno deciso di accasarsi altrove, precisamente in una sperduta isola situata nel bel mezzo dell’oceano Pacifico, da tempo abbandonata da qualunque insediamento umano, un paradiso ideale per una generazione di piloti che vivono in funzione del pericolo e dell’instancabile ricerca della gloria. Benvenuti a Motorstorm: Pacific Rift.

Un vulcano, una spiaggia e tanta forestaCome avrete capito l’aspetto che maggiormente differenzia questo secondo capitolo dal suo predecessore risiede primariamente nell’ambientazione e nelle caratteristiche dei circuiti. Mentre in passato ci eravamo abituati a brulle e ampie vedute desertiche, questa volta ci si troverà immersi nel bel mezzo di un’isola tropicale, ricca di fitta vegetazione, di ampi scorci marittimi, di assolate spiagge e persino di un imponente vulcano che richiama senza ombra di dubbio i territori dell’arcipelago hawaiano.La ricchezza di alternative e percorsi possibili ha spinto gli sviluppatori a suddividere l’isola in quattro differenti aree, ognuna con delle caratteristiche peculiari per la morfologia e la conformazione del territorio. Avremo così la “Earth Zone”, che si distingue per i suoi tracciati sviluppati a cavallo tra le spiagge e le zone ricche di vegetazione, ed arricchita da piccoli corsi d’acqua, la “Air Zone” dove i veicoli si troveranno a sfrecciare nei pressi delle zone vulcaniche, contraddistinte da un paesaggio completamente brullo e dominato da rocce e cenere, o in alternativa sulla sommità delle scogliere e degli altipiani che dominano l’isola, i quali offrono un mirabile scorcio panoramico sulla foresta e l’oceano sottostanti. Nella “Water Zone” invece ci si trova sempre impegnati all’interno di percorsi disegnati tra la vegetazione, ma il fattore acqua è molto più presente rispetto alle altre aree e bisogna talvolta fare attenzione a quale strada seguire in base al tipo di veicolo che si sta guidando se non si vuole rischiare di finire letteralmente sommersi e perdere preziosi secondi sugli avversari. Infine la “Fire Zone” è il settore più inospitale dell’intera isola, situato in prossimità del grande vulcano ed ricco di colate laviche, rocce derivate dalla sedimentazione del magma e vapori determinati dal continuo fluire del materiale incandescente verso l’oceano.Da questo punto di vista possiamo affermare con convinzione che gli sviluppatori hanno compiuto un ottimo lavoro, riuscendo a rendere i circuiti più equilibrati e ricchi di variabili rispetto al passato. Le condizioni morfologiche legate alla presenza della lava o viceversa del magma avranno delle dirette conseguenze anche sui veicoli e in particolar modo sulla barra del boost. Ancora una volta infatti si potrà spingere il turbo ai limiti massimi consentiti, mantenendo comunque un occhio di riguardo per evitare di provocare l’esplosione del proprio mezzo. Proprio in questo contesto l’acqua permetterà di ridurre il surriscaldamento del motore e di svuotare più rapidamente l’indicatore, al contrario la lava fungerà da catalizzatore rendendo più difficoltoso il suo utilizzo.Il sistema di controllo è rimasto sostanzialmente immutato, con il tasto R2 deputato all’accelerazione e i pulsanti croce e cerchio rispettivamente per l’attivazione del turbo e per la gestione delle derapate. L’unico elemento nuovo riguarda lo sfruttamento del Sixaxis: eliminato l’infruttuoso sistema di controllo interamente dedicato al sensore di movimento, è stato invece introdotto un supporto alla stabilità dei veicoli, dei quali potrà essere corretta la traiettoria proprio mediante l’inclinazione del pad verso destra e verso sinistra. Entrando nel menù impostazioni sarà anche possibile determinare l’intensità di tali variazioni applicate con il movimento, optando per un livello trascurabile o viceversa per uno più accurato.

Si dia inizio al FestivalLa modalità singolo giocatore si sviluppa ancora una volta sull’ormai collaudata struttura a biglietti. Selezionando la voce Festival nel menù di avvio sarà infatti possibile accedere a ben 96 eventi specifici, suddivisi in base alle aree territoriali di cui abbiamo parlato poc’anzi. Per ognuno di essi si potrà acquisire una medaglia d’oro, d’argento o di bronzo, che consentirà di accumulare un quantitativo di punti utile a sbloccare progressivamente tutti gli eventi non ancora accessibili. A fianco delle classiche gare in cui l’obiettivo principale è quello di tagliare il traguardo davanti a tutti, esistono poi due varianti, ovvero la modalità Eliminatore e Velocità. La prima, già disponibile nel precedente capitolo, sancirà la graduale eliminazione dei concorrenti che si trovano in ultima posizione a scadenze regolari, fino a quando non rimarrà in gara un solo pilota. Nella seconda invece si dovranno attraversare un determinato numero di check-point contrassegnati da fumogeni, sfruttando il tempo bonus per giungere indenni alla fine del percorso. Come avrete capito la longevità è stata fortemente migliorata rispetto al passato e il livello di sfida ulteriormente incrementato, rendendo di fatto più difficoltoso e avvincente ottenere l’oro in tutti i biglietti disponibili.Una menzione a parte deve essere fatta per il Time Trial, grazie al quale si potrà perfezionare la propria conoscenza dei tracciati e dei vari veicoli utilizzabili, usufruendo all’occorrenza dei ghost registrati dai migliori utenti e utili a comprendere le traiettorie più vantaggiose. In questa nuova esperienza Evolution Studios ha scelto anche di inserire una modalità a schermo condiviso che permetterà di giocare con altri tre amici sullo stesso televisore e di aggiungere a piacimento anche un numero di piloti controllati dalla CPU.La scelta dei veicoli paga ancora una volta in termini di assortimento e opportunità di approccio alla gara. A fianco di motociclette, quad, buggy, fuoristrada, macchine da rally, pick up e tir, sarà possibile selezionare i mastodontici monster truck, veicoli lenti ma devastanti nei confronti degli altri mezzi per potenza e dimensioni. Ad una prova più approfondita non ci hanno comunque entusiasmato come ci saremmo aspettati, capita infatti di optare per gli altri mezzi disponibili nel momento in cui si decida di disputare una partita online. Peraltro ognuna di queste categorie avrà un buon numero di variabili estetiche, sia nel design della scocca che nella colorazione delle livree, oggetti che saranno progressivamente sbloccati con il procedere degli eventi single-player.

Un’isola da condividere con il mondoLa componente multiplayer di Pacific Rift sposa perfettamente la natura schietta e immediata del titolo e rielabora i contenuti del primo episodio mantenendo tuttavia delle peculiarità che risulteranno molto familiari ai fan della serie ma al contempo intuitive per coloro che si avvicinano a questo prodotto per la prima volta. Entrati nell’apposita sezione è possibile decidere se disputare una partita amichevole, che non andrà quindi ad incidere sulla propria reputazione online, oppure una gara classificata, o ancora optare per la creazione di una lobby personalizzata per giocare liberamente con altri utenti o in modo privato con gli amici. Giocando sarà possibile potenziare il proprio livello ottenendo una qualifica progressivamente più rinomata, e dare sfoggio della propria carriera in rete esibendo nella scheda personale il numero di medaglie vinte nelle gare competitive e il totale dei giocatori sconfitti. Le sessioni online si sono dimostrate molto appaganti grazie alla quantità di alternative offerte e all’assenza di rallentamenti e problemi di lag che possano in qualunque modo pregiudicare l’esperienza di gioco.

Comparto TecnicoGraficamente dobbiamo riconoscere il buon lavoro fatto dagli sviluppatori sul piano delle ambientazioni e della loro forte caratterizzazione, nondimeno ci sentiamo di dover sottolineare alcuni piccoli difetti e imperfezioni legate in particolare alla qualità di alcune textures. Per il resto il risultato è decisamente soddisfacente, i veicoli sono realizzati con dovizia di particolari, gli effetti delle esplosioni, le collisioni e gli schianti sono stati ulteriormente migliorati e resi in modo più credibile, così come le animazioni dei piloti nel momento in cui vengono disarcionati dalle moto o dai quad. Gli effetti dell’acqua e della lava sono gradevoli, così come l’effetto bagnato che compare a schermo ogni volta in cui ci si trovi a dover attraversare un’area nei pressi di una cascata o in generale di un corso d’acqua. L’impressione nel complesso rimane comunque quella di un comparto che, sebbene interessante, si mantiene ad un livello inferiore rispetto al rivale Pure.La colonna sonora si attesta su discreti livelli senza comunque riuscire ad eguagliare la qualità e il coinvolgimento del primo capitolo.

– Ambientazione completamente nuova

– Molti circuiti, suddivisi in aree territoriali

– Modalità single-player più longeva rispetto al predecessore

– Online di spessore

– Alcuni alti e bassi sul piano grafico

– Gameplay collaudato ma poco innovativo

8.3

Motorstorm: Pacific Rift continua e sviluppa il filone dei racing game dedicati alle corse off-road. L’elevato numero di circuiti implementati, la loro sostanziale diversità e la profondità dell’approccio dettata dal gran numero di veicoli disponibili rende l’esperienza allettante e ricca di spunti interessanti. La migliorata longevità della modalità single-player, il livello qualitativo dell’online e un comparto grafico che, pur non esente da difetti, si dimostra godibile, rendono questo prodotto una sicura attrattiva per chiunque desideri un approccio semplice e veloce, in grado di offrire elevati picchi di divertimento anche sfruttando sessioni di gioco relativamente brevi.

Voto Recensione di Motorstorm: Pacific Rift - Recensione


8.3

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