Il Verdetto di SpazioGames
Sin dalla prima presentazione di questo nuovo capitolo di Mortal Kombat, il nono in ordine cronologico, le intenzioni di Ed Boon sono sempre state chiare: riportare in auge una serie che si trascinava ormai stancamente da circa quindici anni tra spin off ed episodi 3D di mediocre qualità. Dopo il fallimento di Midway avvenuto nel 2010 e la successiva acquisizione in toto della compagnia da parte di Warner Bros, si prospettava quindi all’orizzonte una doppia rinascita. Da una parte la neonata NetherRealm Studios voleva dimostrare di saper ancora produrre giochi di qualità, dall’altra c’era il loro brand storico sull’orlo del collasso. La storia di Mortal Kombat si trascinava stancamente ed i nuovi personaggi introdotti si stavano allontanando sempre di più dal gusto dei fan; Boon decise dunque che era il momento di dare una passata di spugna su quanto creato fino a quel momento e ricominciare a lavorare sugli elementi distintivi che avevano reso Mortal Kombat uno dei picchiaduro più famosi dei primi anni ’90. Quanto fatto però non poteva essere semplicemente ignorato, il nuovo Mortal voleva mantenere tutte le caratteristiche che i fan avevano imparato ad apprezzare in passato, ed un reboot completo avrebbe impedito di inserire alcuni personaggi ormai entrati nelle grazie dei giocatori. Come mantenere dunque le colonne portanti della serie, ma al contempo disporre di carta bianca per riscrivere la storia? Il segreto risiede nel tempo.
Un viaggio nel passato per riscrivere il futuroL’imperatore Shao Kahn è riuscito a sopraffare le forze del bene e Raiden è in procinto di soccombere sotto i potenti colpi del signore dell’Outworld. Con un ultimo atto eroico, il dio del tuono invierà un messaggio mentale a sè stesso nel passato, in modo da riuscire a modificare le sorti dell’imminente battaglia. La modalità storia farà dunque rivivere le vicende narrate nei primi tre Mortal Kombat, con le ovvie variazioni sul tema dovute alle nuove capacità di preveggenza di Raiden. Ogni singolo capitolo si concentrerà sulla storia di un personaggio delle sue origini, e ne svelerà nei minimi dettagli il background. Sarà possibile dunque scoprire l’origine delle braccia bioniche di Jax, come sono nate le ostilità tra Sub Zero e Scorpion, la nascita di Kabal e dei cyborg Cyrax e Sektor e molti altri particolari che faranno la gioia dei fan di vecchia data ed introdurranno in maniera completa i novizi a questa leggendaria saga. Ogni scontro sarà intervallato da una cut scene animata con dovizia, impreziosita da buone mimiche facciali e dalla totale assenza di caricamenti, sostituiti da un graduale passaggio dalla cinematica alla sessione di gioco vera e propria. Finalmente anche in un picchiaduro presenzierà quindi una storia completa, profonda e soprattutto longeva, che riuscirà a tenere impegnati i giocatori per diverse ore. Per evitare di rendere monotono il gameplay, gli scontri non saranno esclusivamente uno contro uno ma, saltuariamente, ci si troverà a dover combattere alcuni handicap match nei quali si verrà sfidati da due nemici contemporaneamente o ancora combattere contro Goro, Kintaro e Shao Kahn, tutti dotati di un’altissima resistenza e da un output di danno veramente esagerato rispetto a quello degli altri personaggi, ma con quest’ultimo che ridurrà la sua potenza in combattimento con ogni vittoria conseguita per permettere veramente a tutti di portare a termine il gioco. La modalità storia è tuttavia solo la punta dell’iceberg per quanto riguarda i contenuti single player di Mortal Kombat. Quando si accederà ai menù iniziali per la prima volta si verrà infatti investiti da una lista incredibile di cose da fare; oltre alla succitata modalità, presenzierà l’essenziale stanza per l’allenamento: a dispetto dei picchiaduro più recenti però, il tutorial di Mortal Kombat insegnerà giusto le prese, le combinazioni in tag, alcuni counter e le mosse basilari, senza però entrare nel dettaglio delle combo più complesse. I novizi usciranno dunque con un infarinatura generale sulle meccaniche di gioco ma i veterani troveranno la spiegazione poco approfondita, per ovviare in parte al problema sarà possibile fare pratica contro la CPU, sia in singolo che a squadre, e testare le varie Fatality in una sezione apposita, questa si completa, con tanto di comandi a schermo per il posizionamento e l’esecuzione. Oltre al gustosissimo Story Mode non manca la classica impostazione arcade, qui chiamata Skalata, dove, scelto un personaggio (o due, nel caso si vogliano affrontare gli scontri in tag team) si dovranno combattere una serie di dieci scontri consecutivi che porteranno a visualizzare un finale differente per ogni fighter. Se tutto questo potrebbe già bastare a definire Mortal Kombat come uno dei titoli più completi dell’attuale generazione sotto il profilo delle modalità single player, gli sviluppatori hanno voluto strafare inserendo la Torre delle Sfide. Qui verranno proposte per l’appunto una serie di trecento combattimenti di difficoltà variabile con requisiti specifici per il loro completamento, che varieranno dalla necessità di uccidere l’avversario utilizzando solo mosse specifiche, combo di un certo numero di colpi ma anche situazioni più fantasiose, dove sarà richiesto di fermare un’invasione di zombie o uccidere un avversario vulnerabile solo quando questo si troverà in una determinata posizione. Fanno la loro comparsa inoltre una serie di test: questi sono veri e propri minigiochi basati su quattro caratteristiche principali: la fortuna, la forza i riflessi e l’attacco. I test di forza e attacco richiederanno esclusivamente di pigiare come forsennati i tasti del controller per caricare al punto giusto una barra, e rilasciare successivamente un colpo potente e preciso su mattoni o assi di legno; il test dei riflessi non sarà altro che una variazione del gioco delle tre carte, agghindato però da teste mozzate e occhi cavati, mentre il test della fortuna ci metterà contro un lottatore scelto casualmente da una slot machine, con variabili randomiche che influenzeranno lo scontro: per esempio potrà capitare di essere impossibilitati nel salto, dover giocare senza testa o essere incapaci di sferrare pugni o calci. Tutti i combattimenti forniranno un quantitativo prestabilito di gettoni, incrementabile attuando Fatality o Flawless Victory, che serviranno a sbloccare nella Krypta bozzetti dei personaggi, artwok per i costumi ma anche nuove Fatality e costumi secondari per un totale di circa trecento oggetti segreti.
Si dia inizio al Mortal Kombat!Le fondamenta del gameplay di questo nuovo Mortal Kombat attingono a piene mani dall’eredità lasciata dai primi capitoli, il cuore dei combattimenti sarà ancora fatto di spazzate e uppercut ma le innovazioni non sono state certo dimenticate. La più grossa novità risiede nell’inserimento di una barra di energia divisa in tre settori, che si ricaricherà eseguendo combo o subendo colpi. Il primo terzo permetterà di esibirsi in una mossa speciale più potente del solito, utilizzando due sezioni si potrà interrompere una combo avversaria mentre arrivando a riempire completamente la barra si avrà accesso agli speciali attacchi X-Ray. Queste super mosse, se portate a segno, garantiranno una serie di colpi in grado di togliere circa il 30% di energia all’avversario. Il problema più rilevante di questo nuovo sistema è la poca utilità della prima sezione: utilizzare un segmento della barra per causare del danno in più risulta quindi controproducente sulla lunga distanza. I giocatori tenderanno infatti ad accumulare energia per poter sferrare il prima possibile un colpo X-Ray, attacco decisamente più influente ai fini della vittoria. Cercare di mantenere inoltre almeno due tacche sempre cariche sarà essenziale nei combattimenti ad alto livello, dato che interrompere una Juggle od una combo dell’avversario, capaci di togliere oltre il 50% di energia, risulta essere nettamente più importante che mettere a segno un attacco extra dal danno relativamente basso. Le aperture di combinazioni più semplici arrivano da un salto seguito da un pugno o da una presa aerea e non sono certamente sicure da mettere a segno, considerato il fatto che proprio gli attacchi frontali, se parati, daranno il tempo necessario all’avversario di contrattaccare. Il sistema è studiato appositamente per permettere sia ai novizi che ai veterani del genere di poter apprezzare qualche sano combattimento, le combo base vengono portate utilizzando non più di tre tasti ma è solo la superficie di un sistema di combinazioni efficace, non ancora però intricato e complesso ai livelli di Street Fighter. Una precisazione in questo ambito va tuttavia fatta: il gameplay meno frenetico e per certi versi meno tecnico del sopracitato prodotto non è obbligatoriamente un difetto. Innanzitutto il mercato di origine di Mortal Kombat, ovvero quello americano, è diametralmente opposto a quello giapponese dei titoli Capcom, dove vengono prediletti velocità di esecuzione e sfavillanti colpi irradianti. Mortal, con il suo stile cupo e la sua giocabilità ancorata ai fasti degli anni novanta, propone qualcosa di diverso dal solito, un picchiaduro dal clima più tetro, che apre le sue porte e tenta di essere giocabile anche dai novizi, differenziandosi in maniera netta dalle altre produzioni e rendendo dunque scomodo qualsiasi paragone. Chiusa la dovuta parentesi di confronto con quello che attualmente resta il leader per quanto riguarda i picchiaduro da torneo, Mortal Kombat rimane un titolo dannatamente divertente da giocare e dotato di tutte le caratteristiche peculiari che hanno reso grande la saga e che oggi l’hanno riportata in auge.
Un Kontrollo perfettoQuando si parla di picchiaduro in genere, la prima cosa che viene da pensare è la necessità di dotarsi di un arcade stick per poter godere appieno delle funzionalità e non dover maledire la croce direzionale del pad ad ogni diagonale non riuscita. Mortal Kombat sembra aver trovato un buon compromesso dunque, affidandosi a set di mosse basate solo sui quattro punti cardinali, che ignora completamente le tanto odiate vi di mezzo. I tasti frontali corrispondono a due tipi di calci e due di pugni, il grilletto destro è assegnato alla parate ed il dorsale alla presa. L’attacco X Ray è attuabile con la pressione di entrambi i grilletti, per un esecuzione veloce e precisa, mentre al dorsale sinistro è assegnata la funzione per chiamare il tag. La doppia pressione in rapida successione in avanti farà inoltre eseguire al personaggio un dash per ridurre le distanze dall’avversario e quasi tutti i lottatori sono dotati di teletrasporto per comparire alle spalle dei nemici o attaccare dall’alto (quelli di Smoke e Skorpion sono risultati particolarmente efficaci). Il bilanciamento dei personaggi è buono, anche se allo stato attuale delle cose dare un giudizio definitivo sull’efficacia di ciascun lottatore è sostanzialmente impossibile. Il compito è dei giocatori esperti che nei prossimi mesi studieranno ogni variabile, ogni frame e combinazione, e stileranno tier e classifiche sull’efficacia di ogni personaggio che, per forza di cose evolverà parallelamente con il metagame online e con l’arrivo delle patch e dei primi fix. Quello che possiamo dire con certezza però è che il gioco ora come ora è dannatamente divertente e godibile da chiunque, e lo raccomandiamo per questo non solo ai fan della saga, ma anche a tutti gli amanti dei picchiaduro in generale. Mortal Kombat sembra essere studiato apposta per poter essere giocato come ai vecchi tempi dei cabinati, con altri tre amici nella stessa stanza, grazie alle tag team due contro due ed alla possibilità di entrare nella caciarona, quanto ben riuscita, modalità online Re della Collina, dove sarà possibile disputare incontri di allenamento e dare spettacolo di sé nella lobby: a fine combattimento il pubblico potrà infatti valutare la prestazione del vincitore e assegnargli un punteggio che incrementerà i suoi Punti Rispetto. Non mancherà inoltre la classica modalità uno contro uno con un netcode stabile, ma con qualche saltuario ritardo nella risposta dei comandi. Peccato non sia possibile disputare partite tag due contro due online, sarebbe stata un’ulteriore feature nuova ed originale che avrebbe potuto portare a risvolti interessanti
Fatality, c’è. Gore, c’è. Impatto grafico, c’è. Doppiaggio? C’è, purtroppo.Abbiamo speso una gran quantità di parole per svelare il gioco in sé e le sue modalità senza parlare della violenza gratuita che da sempre ha reso celebre questa saga e che fino ad oggi è servita, quantomeno in parte, a decretarne il successo. Questo secondo noi è il primo grande punto su cui bisogna riflettere: il nuovo Mortal Kombat è prima di tutto contenuto e profondità, ma ovviamente il gore non poteva mancare! L’impatto grafico di questo nuovo capitolo è ottimo, la modellazione poligonale dei personaggi è eccellente ed il livello di dettaglio delle texture segue di pari passo. Durante i combattimenti i giocatori si feriranno, le vesti verranno lacerate (curiosamente però questa feature è disattivata nella modalità storia) ed il sangue scorrerà a fiumi, con un livello di violenza sopra ad ogni altro Mortal Kombat uscito fino ad ora. Il clima che si respira è quello lugubre di Mortal Kombat 2, ma con un comparto tecnico degno del 2011. Anche le animazioni rimandano indietro nel tempo ed ogni mossa caratteristica è stata rimodernata con una nuova animazione, mantenendone però intatto lo spirito: la sfera di ghiaccio di Sub Zero congelerà i nemici all’istante ed il fuoco di Scorpion arderà vivi i nemici, tra urla di sofferenza e risate di soddisfazione. I personaggi non condividono più mosse e animazioni, ed ognuno di essi è stato studiato con dovizia di dettagli nei costumi e nei set di mosse, peccato per qualche problema per le hit box, non sempre precise e che in talune circostanze contano colpi mancati come messi a segno, un problema di lieve importanza durante le partite caserecce, ma che potrebbe rivelarsi determinante negli ambienti torneistici. Il roster, altamente soddisfacente, è composto da circa trenta lottatori scelti tra i più carismatici dei primi tre Mortal Kombat. Se amavate un lottatore potete star certi che qui lo ritroverete in una versione rimodernata, al passo con i tempi e decisamente più cattiva. Ognuno di essi sarà dotato di due distinte e violentissime Fatality, vero e proprio marchio della serie, potenziate da un uso sapiente dell’Unreal Engine. Anche le arene ci hanno lasciato colpiti in maniera positiva, gli sfondi animati sono di egregia fattura, e si prestano perfettamente alle tanto adorate Stage Fatality, ritornate in questo nuovo capitolo insieme alle Babality, rivisitate per l’occasione e personalizzate ora per ogni combattente. L’ultimo paragrafo di questa nostra recensione lo vogliamo dedicare spassionatamente al doppiaggio italiano. Dopo l’egregio lavoro svolto con Mortal Kombat vs DC Universe, dove la voce di Batman era addirittura presa dal doppiatore del cartone animato, ci ritroviamo per le mani oggi un prodotto scadente, caratterizzato da una recitazione pessima e rappresentata in tutta la sua pochezza dalla voce di Johnny Cage, un vero insulto a tutti i professionisti del settore che lavorano con cura in questo campo. La qualità da produzione amatoriale è abbinata ad un completo desincrono con il labiale, sintomo che le cose sono veramente state fatte in fretta e furia senza controllare minimamente la qualità del lavoro svolto. Fortunatamente il titolo è multi 5 e, settando in inglese il linguaggio della console, è possibile ovviare al problema e godersi un doppiaggio meritevole e degno di rappresentare un prodotto che, senza alcuna remora, può essere definito come il miglior Mortal Kombat di sempre.
– Longevità alle stelle
– Storia avvincente
– Un sacco di contenuti da sbloccare
– Brutale come sempre!
– Buon comparto tecnico
– Doppiaggio italiano pessimo
– Qualche problema nelle Hit Box
– Lievi imperfezioni grafiche
8.7
Dopo una lunga serie di titoli deludenti, Mortal Kombat si presenta nuovamente in grande spolvero. Per farlo è stato necessario risalire alle origini della serie, tornando ad implementare un roster contenente tutti i personaggi-simbolo della saga, un gameplay completamente in 2D ed inserendo novità di rilievo come la nuova barra per l’esecuzione degli X-Ray. Il titolo si presenta con una quantità di contenuti single player impressionante, in grado di garantire una longevità esagerata rispetto a quanto siamo abituati. Un sistema di gioco immediato e più semplicistico rispetto a quello dei diretti concorrenti permetterà sia ai fan dei picchiaduro in generale che ai neofiti di avvicinarsi al gioco e di apprezzarne tutte le sfaccettature, nonostante la palese presenza di qualche piccolo difetto. Se siete dei fan di Mortal Kombat, questo è il gioco che stavate aspettando da quindici anni, non lasciatevelo sfuggire.