Monster Hunter World - Recensione
a cura di Matteo Bussani
Informazioni sul prodotto
- Sviluppatore: Capcom
- Produttore: Capcom
- Piattaforme: PC , PS4 , XONE
- Generi: Azione , Gioco di Ruolo
- Data di uscita: 26 gennaio 2018 - 9 agosto 2018 (PC)
Cacciatori, senza perdere altro tempo preparatevi per questa spedizione, mangiate un pasto caldo, temprate la vostra armatura, affilate le vostre lame e che la caccia abbia inizio!
Monster Hunter World, un racconto da cacciatori
Come anticipato nell’introduzione, lo spunto narrativo di Monster Hunter World è quello che ha accompagnato tanti altri titoli della serie. Dopo aver passato un bel po’ di tempo con un editor di gioco che non latita nessuna variabile di personalizzazione per noi e per il nostro feline, e che non fatichiamo a giudicare ottimo, abbiamo dato inizio a quest’avventura. L’approdo in una nuova terra è il punto di partenza per scoprire che attorno a noi c’è un mondo ricco di habitat diversi, popolato dalle più disparate specie animali e vegetali, da scoprire,cacciare e regolare. La Natura infatti segue il proprio corso, che talvolta si frappone tra noi e il nostro obiettivo, oppure si ferma, al punto che sarà nostra premura farla tornare sulla sua strada. Siamo così chiamati ad essere i “deus ex machina” di un incedere narrativo che non impone un suo ritmo, ma mette totalmente nelle mani del giocatore la sua avventura da cacciatore, secondo il più classico dei meccanismi a missioni. Tutto ciò, noto a chi ha già affrontato un Monster Hunter, viene qui condito da un discreto numero di cutscene e un minimo accenno di caratterizzazione dei personaggi, graditi ma non fondamentali. Il gioco infatti preferisce farsi raccontare dalle imprese dei giocatori, incorniciate da un’ambientazione che nei suoi limiti, ancora presenti e perlopiù tecnici, riesce a unire un gameplay incredibilmente dettagliato e pervasivo, con l’affascinante idea della caccia di mostri, appartenenti a un bestiario incredibile, descritto tramite le note di caccia, mai completamente esaustive, che ci spingono a fare dell’esperienza il tesoro di nozioni più importante. Se quindi nella narrativa in senso stretto l’universo di Monster Hunter non brilla, possiamo invece affermare che anche in World il coinvolgimento rimane uno dei contributi maggiori all’esperienza di gioco.
L’equilibrio di una ruota in movimento
Il gameplay infatti è un tripudio di meccaniche ed equilibri, che ricalcano all’apparenza quelli tipici dei giochi di ruolo, approfonditi al punto che anche dopo decine di ore c’è il rischio di imbattersi in qualcosa di nuovo.Il ciclico alternarsi di caccia, raccolta, crafting, creazioni ed equipaggiamento, è solo un modo per cercare di far saltare agli occhi del giocatore le piccole differenze che ora dopo ora vengono a galla. La taglia e la potenza degli animali crescono così come la loro forza; la possibilità di trovare nuovi oggetti nelle mappe è proporzionale alla nostra conoscenza delle stesse; cacciare un animale significa aggiungere le relative armi e armature alla lista di quelle craftabili, molto diverse fra loro per caratteristiche e abilità, e così per ogni singola meccanica di gioco. Ogni azione è propedeutica all’altra sotto molteplici aspetti, con l’agire si guadagnano punti ricerca, punti alchimia e zenny, mentre con la continua preparazione ed equipaggiamento li si spendono, alimentando questa incredibile giostra senza fine.La struttura a missioni, suddivise internamente in incarichi (legati alla storia), facoltative (legate alle richieste raccolte dagli npc), taglie (a disposizione del giocatore una volta compiute determinate azioni) ed eventi, lascia spazio a una longevità del titolo estrema, legata a una virtuale rigiocabilità infinita di ciascuna. Si può anche partire per una spedizione semplice, per cercare senza vincoli di tempo animali di piccola e grande taglia o materiali, utili per qualche potenziamento e per completare le richieste del centro di coordinamento. Una volta avviata una missione, dopo aver fatto rigorosamente tappa alla mensa per un pasto ristoratore, entriamo nella partita vera e propria dove gli habitat di cui sopra diventano realtà e troviamo finalmente in atto l’esplorazione e il combat system.L’esplorazione è agevolata dalla grande novità di Monster Hunter World ovvero gli insetti guida, che sotto forma di simil lucciole indicano dapprima i punti di raccolta e le tracce nelle vicinanze per poi, una volta individuato un mostro, dopo molteplici ritrovamenti, indicarci effettivamente la strada più breve da seguire per raggiungerlo. Un’evoluzione semplice e funzionale delle palle pittura, che aiuta tutti senza penalizzare il fattore esplorativo, alimentato dalle rinnovate dimensioni delle mappe e dalla separazione sempre meno marcata fra le zone in cui sono divise. Gli ambienti sono diventati infatti un tutt’uno in cui le zone funzionano in quanto retaggio del passato per i più esperti e come schematizzazione semplificante per i neofiti: un compromesso che non può che fare felici tutti. All’interno di queste, a partire dagli accampamenti, si possono accettare tutte le missioni come dalla bacheca o dall’assistente in città. La pratica, inedita rispetto al passato, consente di annullare totalmente i tediosi caricamenti necessari per passare da una mappa all’altra, in ogni caso mai troppo lunghi nè su PS4, nè su PS4 Pro (un minuto massimo nel nostro caso, ma abbiamo udito anche di colleghi con qualche problemuccio).Altro elemento inedito rispetto al passato è l’interazione fra le varie specie all’interno del mondo di gioco. I mostri del mondo convivono fra di loro, entrando in competizione qualora finiscano con il ritrovarsi vicini all’interno di una stessa zona. I modi in cui reagiscono l’uno alla presenza dell’altro sono abbastanza noti, con il più debole che tende a subire dal più grande, in attesa che il primo si sfianchi o il secondo si intimorisca, mentre qualche malcapitata bestia di piccola taglia finisce con il soccombere nel momento in cui cerca di intervenire nello scontro. Per quanto l’adrenalina esploda nell’ingaggiare lo scontro con più mostri o l’ansia salga nel fuggire a gambe levate in preda al panico le prime volte in cui non siamo preparati a questa eventualità, non possiamo negare che l’eccessiva ripetitività di questo accadimento e la scarsa “fluidità” con cui si svolge non ci hanno pienamente convinti. A ciò dobbiamo aggiungere che sia PS4 sia PS4 Pro faticano a gestire il frame rate in queste situazioni, che diventa spesso e volentieri fin troppo ballerino. Avremmo sicuramente preferito un’interazione maggiore, magari con delle attività contestuali o obiettivi o azioni particolari in grado di ampliare il ventaglio di scelte in quelle situazioni. C’è poi da ammetere che per quanto semplificato il meccanismo a missioni avrebbe potuto essere parallelizzato da un sistema di sotto-quest, automatico e dinamico, che avrebbe potuto rendere le spedizioni nelle varie mappe (di per sè di scarso appeal) decisamente più interessanti. Le potenzialità di distruttibilità ambientale e di “modifica” morfologica della mappa innescate dai mostri più grandi, invece, pur limitate e in larga parte “scriptate”, possono essere considerate un buon punto di partenza per il futuro della serie.
Ci fermiamo a “cotare”
Il combat system riprende caratteristiche, ritmo e meccaniche dei precedenti capitoli. Ovvero, per chi non ha avuto la fortuna di giocarli, quelli di un action che caratterizza le mosse del personaggio a partire dall’arma imbracciata, ognuna intrinsecamente molto diversa dalle altre. Una volta avanti nella storia, queste devono essere migliorate con i pezzi presi dagli animali cacciati, e valutate di volta in volta in base al mostro che si va a fronteggiare, considerando il danno, l’affilatura, il tipo di colpo che infliggono, il danno elementale relativo, se includono mosse di parata o meno e così anche per le armature con le loro varie abilità. La progressione del personaggio, fra le migliori sulla piazza, è dettata da un continuo miglioramento dell’equipaggiamento che interessa noi e il compagno feline, secondo i canoni di una serie che ha trovato la chiave di volta tempo fa e non ha la benchè minima intenzione di abbandonarla. I colpi sono spesso afflitti da tempi di esecuzione e da cooldown, che se valutati approssimativamente ci fanno apparire il combat-system legnoso, ma che in realtà vanno a definire una base strategica non di poco conto. Il gioco infatti non fa sconti e ogni azione dev’essere ponderata correttamente perchè gli scontri durano parecchio e i mostri, a meno di essere super equipaggiati, possono essere sempre letali con combinazioni di due-tre colpi. Certo è che, al di là del rinnovamento totale delle animazioni, qualche raffinamento nelle hitbox e una migliore gestione della telecamera automatica avrebbero sicuramente aiutato la produzione ad ammodernarsi maggiormente.Apprezzatissima invece la gestione degli oggetti rapidi, che dopo un po’ di allenamento, permette di legare tanti elementi a combinazioni veloci di tasti, oltre a quelli classici da scorrere tramite la pressione di L1+ quadratro/cerchio.
Tutto quanto va incastrarsi in una struttura online che agevola molto la cooperazione fra i giocatori, decisamente di più che in passato. Al di là di un sistema di ricerca molto vecchia scuola, con un menù legato all’eredità della serie, si possono creare lobby con i propri amici o chiamare i giocatori in proprio aiuto nel bel mezzo dello svolgimento di una missione, lanciando un razzo di salvataggio. Gli altri giocatori oltre a ricevere una notifica potranno controllare nella barra eventi la presenza o meno di richieste e intervenire. Esiste poi la zona di Astera chiamata Caccia Celeste, un hub dedicato al multigiocatore, dove accedere alle arene, o divertirsi in un massimo di sedici giocatori preparandosi insieme per le missioni a venire.Per il momento siamo riusciti a svolgere solo qualche missione online con il codice completo: abbastanza per valutarne la struttura e le caratteristiche ma troppo poche per valutare la solidità del sistema nel momento di apertura al grande pubblico e con una maggiore affluenza nelle lobby.
L’idea in generale sul fronte del gameplay è quella di trovarsi di fronte a un Monster Hunter che riprende pedissequamente la struttura ludica del passato, adattando le funzionalità di gioco alle attuali potenzialità delle console casalinghe. Molte leziosità sono state svecchiate e molte pratiche sono state snellite, senza però che fosse tentata la via dell’innovazione con aggiunte piacevolmente impreviste. O meglio, funziona praticamente tutto e il risultato provoca dipendenza, ma ci si poteva aspettare sicuramente qualcosa di più.
Il Nuovo Mondo approda alla nuova generazione
Le ambientazioni sono realizzate con dovizie di particolari e vantano una direzione artistica di tutto rispetto, che garantisce biomi intriganti, variegati nelle loro maggiori dimensioni e dagli scorci paesaggistici d’effetto. Il bestiario stesso, per quanto poco coraggioso, ritrova nei suoi richiami al passato della serie la forza nostalgica per i giocatori più navigati e l’impatto di mostri particolarmente riusciti per chi invece ancora non ne ha coscienza. L’unica nota dolente suona nell’interfaccia di gioco e dei menù, sì molto ricca di informazioni utili, ma un po’ troppo confusa, soprattutto nell’interazione con ciò che i vari NPC mettono a disposizione e che potrebbe ancora spaventare i neofiti. Tra l’altro non capiamo la scelta di abbinare due stili differenti a caricamenti/intro e a tutto il resto. Le musiche e gli effetti ci sono piaciuti, ma non spiccano rispetto alla produzione, a parte alcuni temi particolarmente epici ed evocativi. Il parziale doppiaggio in italiano (il 90% dei dialoghi non è doppiato, se non con sospiri e grugniti) ha dato un senso al movimento labiale dei personaggi, pur risultando in evidenti problemi di lip-syncing, che però non hanno rovinato più di tanto l’esperienza.
L’Engine MT Framework di Capcom, nel caso di Monster Hunter ha contribuito a mettere in piedi un Monster Hunter World particolarmente apprezzabile al colpo d’occhio (soprattutto in alcuni momenti suggestivi come durante il tramonto, grazie alla progressione oraria dinamica), sopperendo con giochi di luci e con colori accessi a modelli poligonali e texture davvero poco dettagliati.Su PS4 Pro i tre diversi setup disponibili (Risoluzione, Frame-Rate e Grafica) ci hanno permesso di mettere alla prova la nitidezza, la fluidità e la qualità grafica. In tutti i casi l’obiettivo preposto viene raggiunto, ma risulta comunque fastidioso constatare cali di frame-rate evidenti nel primo e nell’ultimo caso nel momento in cui giungono alla contesa due mostri di grande taglia, considerato il non esaltante dettaglio di partenza. Su PS4 normale invece, oltre al suddetto problema abbiamo avuto qualche magagna con i filmati, molti dei quali al di sotto del frame-rate dovuto, ma pensiamo che in questo caso un fix possa giungere in aiuto. (Ricordiamo che abbiamo svolto la prova per la recensione sulla versione finale del gioco già con la Patch day one installata).
– Giocabilità pazzesca
– Longevità stellare
– Crea dipendenza
– Un po’ più accessibile senza snaturarsi
– Tecnicamente arretrato, fatica in qualche occasione con il frame rate
– Poco coraggioso
8.5
Monster Hunter World è un gioco incredibile, ha gli enormi pregi di una produzione consolidata trasportata su una generazione di console che semplifica e alleggerisce tante pratiche macchinose proprie delle versioni portatili. L’ammodernamento di tanti processi c’è e si vede, il fattore dipendenza è elevatissimo e il gameplay propone una varietà e una profondità che iniziano ad aprirsi realmente ai neofiti senza snaturarsi. Purtroppo sotto alcuni aspetti, quello dell’innovazione poco rischiosa e non sorprendente, e quello tecnico, il legame con il passato ha giocato il brutto scherzo di diventare difetto e non nostalgico ricordo. Con ciò giocatori, le cacce sono aperte!