Modern Combat 2: Black Pegasus
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
I rirtmi produttivi di Gameloft sono davvero impressionanti, soprattutto su device Apple e nel campo degli sparatutto in prima persona. I mesi passano, le uscite si moltiplicano, e ogni volta l’asticella viene spostata un po’ più in alto, ad offrire all’utenza prodotti ottimamente confezionati, di grande impatto visivo e scenografico e, cosa più importante, di una giocabilità semplice e immediata. Dopo aver posto i paletti del genere con Modern Combat: Sandstorm ed aver fatto centro con il seguente N.O.V.A., il team di sviluppo transalpino sforna un altro FPS di grande qualità , seguito diretto di Sandstorm, di cui tenta di ripercorrere le orme e di assottigliare la lista dei difetti.
Ah ma c’è anche una trama?Una storia ben raccontata, un plot credibile ed affascinante, aggiungono sempre qualcosa all’esperienza ludica: se ci sono generi per cui una sceneggiatura strutturata e coinvolgente è una conditio sine qua non, come i giochi di ruolo e le avventure, ce ne sono altri, come gli arcade puri e gli FPS, in cui risulta un orpello spesso inutile, un bieco insieme di nomi e blande motivazioni per giustificare quando una carneficina, quando corse sfrenate, quando accoppiare tre bolle dello stesso colore. Modern Combat 2: Black Pegasus appartiene di diritto a quest’ultima categoria, in quanto sparatutto in prima persona ad ambientazione militare, dove il plot non brilla per originalità: l’ottimo filmato iniziale ci introduce all’azione, catapultandoci in un attimo nel più classico degli scenari di guerra sudamericani, che tuttavia sarà solo la prima di una serie di location esotiche e quanto più possibile variegate. Unico sopravvissuto di un elicottero militare abbattuto dalle forze nemiche, il nostro alter ego verrà catturato e torturato per giorni, fino ad essere liberato dal soldato Downs, che ci assisterà durante lo svolgimento della prima missione, terminata la quale, sarà un susseguirsi scontri a fuoco della serie “buoni contro cattivi”. Piuttosto che criticare i ragazzi di Gameloft per una trama praticamente inesistente, peccato veniale e comprensibile, va invece apprezzato lo sforzo di proporre ambientazioni quanto più diverse possibile tra loro, che includeranno una piattaforma petrolifera, un deserto, una giungla tropicale, in rigoroso ordine sparso.
Tutto in punta di ditoParadossalmente, il paragrafo dedicato alla descrizione del sistema di controllo e alla sua risposta sarà anche il più breve: c’è infatti poco da dire su una disposizione dei comandi virtualmente perfetta, affinata nel corso degli anni, tanto comoda e intuitiva che il gioco, di fatto, non consta di alcun tutorial: anche la prima missione, fatta eccezione per qualche indicazione a schermo in più, è del tutto identica, per numero di nemici e loro disposizione, a quelle che seguiranno, a testimonianza di un livello di precisione e versatilità senza pari raggiunti nel campo dei controlli, che, soprattutto su un device dotato di schermo tattile come iPhone, hanno spesso rappresentato il limite più grande per questo e altri generi videoludici. Analogico virtuale nell’angolo in basso a sinistra, icona per alzarsi o abbassarsi subito a ridosso, tasto di fuoco (riposizionabile a piacimento, feature molto apprezzata) dal lato opposto, icona per ricaricare (un tocco) o cambiare arma (due tocchi) nell’angolo in alto a destra. Stop. Lo schermo del vostro portatile (che sia un iPhone 3GS, un iPad o un iPhone 4) sarà sgombro per la maggior parte del tempo, permettendo una visuale sempre chiara e precisa di quanto sta accadendo intorno, e raramente un game over (alla vista del quale potrete scegliere se ricaricare dall’ultimo checkpoint o ricominciare la missione) dipenderà dall’errata risposta del sistema di controllo, che risulta un’evoluzione di quello, già virtualmente perfetto, visto in N.O.V.A. Ruotare la visuale per guardarsi intorno è quanto di più veloce e intuitivo possiate provare, e la possibilità di riposizionare i tasto di fuoco ci ha permesso di ovviare al fatto che a volte, spostando la visuale verso destra, capiti di fare fuoco per errore, il che, più che uno spreco di colpi (il gioco sarà sempre prodigo di proiettili, in piena tradizione Gameloft) risulta fastidioso in quelle missioni, come la seconda, in cui è richiesto di prendere l’avversario di sorpresa per guadagnare un miglior punteggio finale. Crediamo, visti anche i primi esperimenti di qualche anno fa, che il livello di semplicità, rapidità di risposta ai comandi e precisione sia davvero apprezzabile, considerata anche la mira assistita, che risulta un buon compromesso tra lo sparare alle farfalle e il dimostrarsi un cecchino infallibile. A voler essere pignoli, a parte l’utilizzo dei ripari, presenti in gran numero, il livello tattico delle sparatorie è prossimo allo zero, e la salute che si ripristina automaticamente non aiuta una situazione già resa forse eccessivamente facile dalla grande abbondanza di munizioni.Ma, nonostante questo, i livelli si lasciano giocare più che bene, e offrono, soprattutto in multiplayer (supportato anche online tramite il servizio Gameloft Live) un’esperienza di gioco stimolante e adrenalinica, seconda solo a quella offerta dall’inarrivabile N.O.V.A.
Motori grafici a svariati cilindriNota positiva anche per il motore grafico di cui il gioco è dotato: la fluidità generale, la solidità delle costruzioni poligonali, l’assenza di fenomeni spiacevoli come il pop up o i muri invisibili, la verosimiglianza di volti ed espressioni, collocano Modern Combat 2: Black Pegasus nell’olimpo delle migliori produzioni Gameloft, e lasciano ben sperare per il futuro dei device di Apple, che si stanno affermando, ogni giorno di più, come piattaforme di gioco di primissimo livello, alla faccia degli scettici. Se su 3GS il titolo appare già come un piccolo gioiellino a livello tecnico, sul Retina Display di iPhone 4 le cose migliorano ulteriormente, tanto da farvi dubitare di avere tra le mani una console portatile, grazie all’alta definizione e alla bellezza di particolari anche insignificanti.Menzione particolare, poi, per l’effetto slow motion che accompagnerà ogni colpo alla testa che infliggerete: di certo non costituisce una novità, ma è reso con maestria e aggiunge spettacolarità alle fasi di gioco più concitate.Sufficientemente epiche le musiche, comunque disattivabili, che accompagnano degnamente il massacro di soldati nemici (rigorosamente di lingua spagnola o russa), senza mai risultare fuori luogo, e pollice in alto anche per il parlato, che, pur nella sua rarità, si dimostra chiaro e perfettamente udibile, e che si giova di un doppiaggio quantomai azzeccato, in inglese ma sottotitolato in un buon italiano. La longevità, superiore rispetto a quella del predecessore, è assicurata dalla possibilità, già ricordata, di confrontarsi online con migliaia di altri utenti, e il costo è nella media delle applicazioni di prima fascia su App Store, con i suoi 5,49 euro (7,99 per la versione HD per iPad).
– Sistema di controllo quasi perfetto
– Ottimo motore grafico
– Soddisfacente comparto multiplayer
– Poco spessore tattico
8.5
Sebbene ci sia piaciuto meno di N.O.V.A., soprattutto a causa dell’intelligenza artificiale dei nemici (qui buona, lì eccellente) e delle ambientazioni, è innegabile che Modern Combat 2: Black Pegasus sposti ancora più in alto l’asticella per gli sparatutto in prima persona sui device Apple, offrendo un’esperienza di gioco solida, appagante, che beneficia di un sistema di controllo difficilmente migliorabile e di un comparto online particolarmente ricco, settore in cui il precedente capitolo era piuttosto carente. Difficile non consigliarne l’acquisto a tutti gli amanti del genere, e, più in generale, a coloro che apprezzano un po’ di sano blastaggio senza troppi fronzoli, né a livello strategico, né a livello di trama, accompagnati poi da un motore grafico di tutto rispetto e da una generale cura per i dettagli.
Voto Recensione di Modern Combat 2: Black Pegasus - Recensione
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