Recensione

Mobile Suit Gundam: Extreme VS Force

Avatar

a cura di Sir Drake

Gundam, un nome entrato nella leggenda: il mobile suit più famoso della storia dell’animazione giapponese, fonte d’ispirazione per innumerevoli opere derivative nonché simbolo di una intera generazione. Chi non ha mai sentito pronunciare il suo nome?
Qualora fosse proprio questo il vostro caso (male, molto male) fareste meglio a lasciar perdere Mobile Suit Gundam: Extreme VS Force, titolo Bandai Namco chiaramente dedicato ai fan di lunga data della serie principale, e a quelli dei numerosi spin-off germogliati negli anni attorno ad essa.
Si tratta di un titolo PS Vita ricco di citazioni e fan service, che non mancherà di far emozionare gli orfani della White Base o gli emuli di Amuro Ray, ma che potrebbe risultare difficile da digerire per chi non è spinto dagli stessi sentimenti di nostalgica attrazione.

Solo per piloti spaziali
Il titolo non gode di una vera e propria trama, ma solo di un pretestuoso incipit volto a giustificare il nostro intervento nei diversi eventi che hanno fatto la storia della serie. Verremo quindi incaricati da due – a dire il vero un po’ fastidiose – intelligenze artificiali antropomorfe di salvare il nostro mondo, ripercorrendo le vicende che hanno portato l’umanità verso una forzata evoluzione a causa dei conflitti che in epoche (o anche universi) differenti hanno scosso la terra e le sue colonie. 
Le missioni principali saranno tutte ambientate nel cosiddetto Universal Century, partendo dalla Guerra di un Anno fino ad arrivare alle vicende narrate in Gundam Unicorn. Avremo quindi modo di incontrare (e infine controllare) tutti i personaggi più celebri della saga, a partire da Amuro Ray e Kamille Budan, passando da Bright Noa e Garma Zabi, fino al mio amato Char Aznable, la “Cometa Rossa”. Ma non è finita qui. Infatti, grazie ad alcuni squarci spazio-temporali, giungeranno in nostro soccorso anche gundam provenienti da universi paralleli come il Burning Gundam di Domon Kasshu (direttamente da Future Century), il Wing Gundam Zero di Heero Yuy (After Colony), il Gundam Double X di Garrod Ran (After War), e così via.
Inoltre, una volta portate a compimento le prime missioni, che seguono il corso degli eventi “ortodosso” della serie, si origineranno tutta una serie di anomalie che permetteranno di affrontare stage speciali, ambientati in universi dove il corso degli eventi è totalmente variato da quello da noi conosciuto, dando vita ad una sorta di multiverso distopico. Nonostante questo espediente assolutamente pretestuoso, l’occasione di annientare il Gundam alla guida dello Zaku di Char, così come guidare allo scontro tra loro modelli di mobile suit di ere, se non di universi, completamente differenti, sono possibilità che non possono che eccitare i vecchi fan della serie.
Tuttavia, questo focus così diretto su personaggi, eventi, trame ed universi “gundamiani”, oltre a rappresentare forse il principale motivo d’acquisto del gioco, ne costituisce d’altra parte anche il maggiore limite. I giocatori totalmente avulsi dall’opera di Tomino troveranno ad attenderli una pletora di personaggi a loro sconosciuti, introdotti in modo pretestuoso e senza un minimo di caratterizzazione. Le loro azioni sono completamente slegate da qualsivoglia trama degna di questo nome, che si limita a ripercorrere più o meno fedelmente le vicende dell’anime omonimo, la cui conoscenza (seppur sommaria) risulta quindi assolutamente imprescindibile.

Scontri generazionali
L’impianto di gioco è molto simile a quello di molti titoli free to play per mobile, con missioni di durata variabile (ma difficilmente superiore ai 10 minuti), completamente slegate tra loro e spesso affrontabili in ordine sparso, dove al fianco degli obbiettivi principali avremo alcune condizioni opzionali da soddisfare per ottenere speciali ricompense, rappresentate in questo caso dalla mascotte della serie, il robottino Haro (e non dalle classiche tre stellette). 
Le tipologie di stage affrontabili si dividono in due macro categorie: le missioni VS, dove più mobile suit si scontreranno in arene di dimensione variabile fino alla completa distruzione degli avversari; e quelle FORCE, missioni di squadra dove avremo al nostro comando fino a 3 team composti da 2 mobile suit o un’ammiraglia spaziale (dal Cavallo a Dondolo fino al Gaw).Queste ultime sono le missioni più riuscite, dove la parte tattica si andrà a fondere alla perfezione con quella più action, dando vita a partite davvero molto divertenti e stimolanti per il controllo dei punti d’interesse o la distruzione delle navi nemiche. La varietà delle situazioni proposte non è però esaltante, e un senso di già visto inizierà ad insinuarsi nell’utente già dopo pochi livelli. Per fortuna, l’impianto di gioco molto immediato e la discreta libertà d’approccio lasciata al giocatore, riescono comunque a rendere le partite sempre stimolanti e divertenti, stemperando un po’ questa sensazione di ripetitività.
I controlli dei mobile suit sono senza dubbio croce e delizia del titolo. I comandi di base sono a dire il vero essenziali e semplici da memorizzare: avremo a nostra disposizione solo una manciata di input che vanno dall’attacco melee, a quello a distanza, dallo strafe allo scatto vero e proprio, passando per alcune azioni speciali tipiche di ogni mobile suit. Di certo non un gameplay estremamente complesso ma che tuttavia, almeno all’inizio, risulta poco intuitivo. 
Infatti, durante le vostre prime scorribande, sarà davvero arduo far compiere al vostro robottone anche le azioni più semplici, trovandoci spesso in balia dei nemici, spiazzati anche da un tipo di azione che richiede la gestione parsimoniosa delle proprie risorse e non certo il riversare sugli avversari serie infinite di colpi. Una volta superato l’impatto iniziale, e compresa l’essenzialità di un tempismo quasi perfetto, ecco giungere le prime soddisfazioni, con schivate tempestive e colpi devastanti rilasciati proprio in faccia al nemico. Tuttavia, è uno scoglio che non tutti avranno la voglia e la pazienza di superare, ed andando avanti nel gioco le cose si faranno sempre più complesse.
Gli scontri, soprattutto nelle fasi avanzate, possono risultare caotici e di non facile lettura, soprattutto a causa di una telecamera non proprio allo stato dell’arte ed un lock dei nemici a volte fastidioso. Nonostante ciò, il limite di 6 mobile suit per squadra ed il numero molto ristretto di azioni eseguibili semplificano non poco lo svolgersi delle battaglie. Si tratta ovviamente di limitazioni dettate dalle ristrettezze dell’hardware della portatile di casa Sony, eppure risultano in un certo senso funzionali, venendo almeno in parte incontro ai giocatori meno esperti. Il consiglio è comunque quello di fare molta esperienza nei primi stage per trovare la giusta confidenza col proprio mobile suit, e ricordarsi nelle missioni Force di consultare spesso la mappa tattica fornita dal gioco, per impartire i necessari ordini alle proprie truppe, ma anche riorganizzare un po’ le idee e studiare l’evoluzione degli eventi.
Altro elemento fondamentale del titolo è costituito dalle tre differenti valute con le quali dovremo, letteralmente, fare i conti. In primis, i punti necessari per schierare le proprie truppe (opportunamente aumentabili sbloccando le medaglie Haro), passando per quelli GP guadagnabili al termine di ogni missione in base ai risultati ottenuti (con i quali potremo sbloccare livelli speciali, riparare i mobile suit danneggiati o potenziarli prima delle battaglie più difficoltose), per arrivare ai fondamentali Force Points (punti azione che guadagneremo nelle missioni Force tramite la distruzione dei nemici o la conquista dei punti d’interesse, con i quali sarà possibile accedere a potenziamenti spesso assolutamente essenziali). 
Tranquilli, non si tratta di nulla di così complesso, anche se avere a che fare con ben tre “valute” diverse e completamente slegate tra loro può risultare, specialmente all’inizio, un po’ confusionario. Tuttavia, il dover prestare attenzione a queste ulteriori variabili non fa che aumentare l’elemento gestionale e tattico del titolo, cosa che non può che essere apprezzabile.

Particelle Minovsky
Completare le circa 100 missioni che compongono la campagna principale (denominata per l’occasione “Extreme Force”) non ci porterà via più di una ventina d’ore, ma le cose cambiano se la nostra intenzione è quella di ottenere tutte le medaglie Haro (impresa davvero degna di nota). Concorrono ad ampliare la longevità del titolo, che già di base si presta ad una notevole rigiocabilità, la modalità “Vs. Extend”, sorta di schermaglia liberamente personalizzabile, affiancata da una serie di anonime missioni da svolgere in sequenza; e la modalità “Force Battle”, che consente di affrontare battaglie in multiplayer locale. Tutto sommato un’offerta più che discreta.
Parlando degli aspetti tecnici del gioco, partendo dal presupposto che si tratta pur sempre di un titolo sviluppato per una console portatile, è evidente come Mobile Suit Gundam: Extreme Vs Force non sia un titolo che brilli dal lato estetico. Se i modelli dei mobile suit sono comunque discretamente curati e godono di un numero accettabile di poligoni, gli ambienti di gioco sono spesso davvero deludenti, spogli e graficamente impresentabili (a parte poche eccezioni). Chiedere di più, se non dal lato puramente tecnico quantomeno da quello artistico, non sarebbe stato fuori luogo, soprattutto per quanto riguarda le ambientazioni urbane, davvero poco gratificanti.
Le musiche sono quelle originali della saga d’animazione, e al partire delle tracce più celebri ai vecchi fan non potrà che stringersi il cuore. Tale cura per i particolari si riscontra anche nell’ottimo doppiaggio giapponese, nonché nella presenza di un database dove poter osservare nel dettaglio tutti i mobile suit e le navi spaziali sbloccate, o riascoltare con calma i numerosi brani presenti nel gioco.
Concludendo, è evidente come ci si trovi davanti ad un prodotto non per tutti, la cui valutazione non può che variare in base alla propria passione per l’opera di riferimento. Tuttavia, grazie al riuscito mix tra tattica e azione, nonché alla vincente suddivisione in missioni veloci ma intense, perfette per una console portatile, il titolo riesce comunque a risultare solido e a tratti avvincente.

– Strapieno di Mobile Suit

– Impianto di gioco discretamente profondo

– Perfetto per una console portatile

– Gameplay non per tutti

– A tratti confusionario

– Graficamente appena sufficiente

– Missioni alla lunga troppo simili tra loro

7.0

Quando ci si approccia ad un prodotto fortemente ispirato ad una serie di culto, risulta quasi scontato dover ricordare come l’opera in questione si rivolga principalmente ai suoi fan, tuttavia, nel caso di Mobile Suit Gundam: Extreme Vs Force, è davvero una premessa imprescindibile.

Il titolo, infatti, pur essendo un solido action con riusciti elementi strategici, presenta degli evidenti limiti dal lato tecnico (solo in parte giustificabili) ed una trama dai contorni quasi imbarazzanti, nient’altro che un pretestuoso collante per un discreto numero di stage, che rimandano tutti in modo diretto a quanto visto nella serie a cui il gioco si ispira. Inoltre, la ripetitività delle missioni è solo in parte superata grazie alle possibili variazioni tattiche di ogni partita, mentre la pletora di contenuti aggiuntivi, citazioni e universi distopici non potranno che fare la felicità dei fan della prima ora, ma lasciano alquanto indifferenti gli altri eventuali utenti.

Insomma, a conti fatti, ci si trova davanti ad un titolo in grado di sciogliere il cuore degli appassionati e divertire non poco chi sappia superare un gameplay all’inizio poco intuitivo, ma che alla lunga sa regalare diverse soddisfazioni.

Chi non mai sentito parlare della leggenda del Gundam farebbe meglio, però, a girare alla larga.

Voto Recensione di Mobile Suit Gundam: Extreme VS Force - Recensione


7

Leggi altri articoli