Might and Magic: Clash of Heroes
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a cura di Gianluca Arena
Senior Editor
L’inglese, piaccia o no, è una lingua essenziale, semplice, che spesso, con l’uso di sole due parole, riesce a esprimere concetti che, nel nostro poetico verbo italico, necessiterebbero di diversi periodi. Sleeper hit è un esempio fulgido di questo vantaggio angloamericano nei confronti della nostra lingua, e in italiano potrebbe essere reso con “gioco (o film) inatteso ma rivelatosi di grande qualità”: gli americani lo utilizzano prevalentemente in ambito videoludico, ed etichettano così quei giochi che sembrano venire fuori dal nulla, sviluppati magari con un budget limitato o sui quali nessuno avrebbe scommesso un euro (pardon, un dollaro).Perché questo cappello introduttivo? Perché Might and Magic: Clash of Heroes è esattamente quello che in inglese viene chiamato sleeper hit, e, dal nulla, si propone prepotentemente come uno dei migliori titoli per DS negli ultimi mesi.
Dal tavolo al DSIl marchio Might and Magic sembrava caduto nell’oblio negli ultimi anni, a parte la saga Heroes V, e, non essendosi saputo rinnovare nel tempo, sembrava condannato all’estinzione, o, in alternativa, a proporsi come un prodotto di nicchia, sempre uguale a se stesso e dedicato quindi ai soli fan.Questo almeno finché Ubisoft, prolifica software house transalpina, non ha comprato i diritti d’immagine, assoldato un team di sviluppo piccolo ma geniale, quei Capybara Games autori di Critter Crunch, divertentissimo puzzle game uscito solo un paio di mesi fa su Playstation3, e ha provato a rilanciare un marchio alla cui vista vengono i brividi a milioni di utenti (non solo videogiocatori) in tutto il mondo.Ovviamente, la scommessa era rischiosa, ma solo chi risica finisce col rosicare: ecco allora spuntare dal cilindro un puzzle game/RPG di grande qualità, immediato e coinvolgente, che riporta in auge il brand, pur ridisegnandolo in maniera del tutto nuova.La trama, ambientata circa quarant’anni prima degli avvenimenti narrati in Heroes V, è ambientata ad Ashan, uno dei reami dello sconfinato mondo di Might and Magic, e ci metterà al comando di cinque diversi eroi, uno per capitolo, che dovranno combattere per riunirsi e per scongiurare una guerra fratricida tra elfi e umani, alimentata ad arte dai demoni, orchestrati da qualcuno che ha tutto l’interesse ad approfittare della situazione di caos che ne scaturirebbe…Elfi, umani, negromanti, demoni, i personaggi classici del repertorio ci sono tutti, anche se sono rappresentati con uno stile anime che potrebbe far storcere il naso ai fan di vecchia data.Il gioco non propone grandi alternative alla modalità Campagna, quella principale, se non un buon multiplayer in locale, che permette di sfidare un secondo giocatore in battaglie uno contro uno, che rendono la longevità del gioco (già non indifferente) praticamente infinita.A proposito di battaglie, sono proprio queste, cuore del gioco, l’elemento meglio realizzato, e ciò che fa di questo titolo una vera e propria droga, soprattutto se siete amanti dei puzzle game ispirati.
Quando la dipendenza non è un maleIniziamo con il dire che spiegare le dinamiche di battaglia del gioco è decisamente più difficile che familiarizzarci.Chi ha avuto modo di provare il precedente lavoro dei Capy Games su PS3 si sentirà subito a casa, mentre per tutti gli altri, saranno necessarie un paio di battaglie (e non di più) per acclimatarsi a questo titolo.Le due opposte fazioni sono schierate, l’una contro l’altra, sui due schermi del vostro fido DS, l’avversario in alto e il vostro esercito in basso: basta incolonnare tre unità dello stesso colore (quattro se parliamo di una unità Campione) per scatenare un attacco, la cui forza e velocità dipende dal tipo di unità schierate.Il combattimento si svolge a turni, e in genere concede tre mosse per turno tanto al giocatore quanto alla CPU, mosse aumentabili in caso di formazione di muri, ottenibili allineando in orizzontale tre unità dello stesso colore.Il cuore del titolo è tutto qua, e, come Tetris e tutti gli altri giochi che nella storia dei puzzle game hanno appassionato milioni di persone, è facilissimo iniziare e praticamente impossibile staccarsene.Dopo aver scagliato un attacco, le unità si ritirano, e sono richiamabili in un secondo momento alla semplice pressione del tasto dorsale destro, favorendo un “riciclo” che consente alle sfide più ardue di durare anche diversi minuti: progredendo nel gioco, infatti, il fattore profondità aumenterà di pari passo con quello difficoltà, offrendo schemi a volte davvero complessi, ma mai frustranti, che stimolano il giocatore a pensare piuttosto che ad aumentare di livello il proprio esercito.Per le unità d’Elite e quelle Campione, l’attacco avrà ovviamente un tempo di caricamento maggiore, ma anche un impatto decisamente più devastante, e non mancheranno effetti collaterali, come l’avvelenamento delle truppe avversarie, l’abilità di risucchiare punti vita all’eroe nemico, e mosse speciali effettuabili al riempimento di un indicatore presente a fondo schermo.Distrutte le truppe nemiche, o parte di esse, si può attaccare la barra vitale dell’antagonista, analogamente a quanto succede in tutti i giochi di carte (fisici e virtuali); l’elemento ruolistico emerge nella gestione delle truppe, nella loro crescita (del tutto automatica e non personalizzabile), nella scelta delle stesse, che spesso segna il confine tra una bruciante sconfitta e una brillante vittoria e nell’abbondante (anche se mai eccessiva) presenza di dialoghi, che segnano l’incedere della narrazione e coinvolgono un gran numero di personaggi non giocanti.I problemi riscontrati durante le nostre ore di gioco con Clash of Heroes sono stati prevalentemente due: innanzitutto una certa mancanza di varietà, mitigata solo in parte dall’esistenza di cinque piccole avventure in una, derivata dal fatto che svolgerete tutte le sottomissioni principali esattamente nello stesso modo in cui affronterete la quest principale, e cioè scontrandovi con avversari di forza crescente, senza grandi variazioni sul tema, difetto comune a molti puzzle game sul mercato.Il secondo problema è strettamente collegato al primo, se è vero che il gioco viaggia su binari prestabiliti, non lasciando mai libertà di scelta o esplorazione all’utente, limitato in spazi sempre molto ristretti nei quali, a parte combattere gli avversari, c’è ben poco da fare, con il rischio noia che si materializza.Probabilmente questo deriva anche dalla poca esperienza tanto della casa produttrice, Ubisoft, quanto del team di sviluppatori, Capybara Games, se si parla di RPG, e quindi dalla scarsa capacità di immergere il giocatore in un mondo veritiero, esplorabile, vivo.
16 bit su due schermiIl gioco vive bene questa dicotomia tra puzzle game e RPG, ma, parlando a livello tecnico, un distinguo è d’obbligo: se giudicato con i canoni che si applicano comunemente per il genere rompicapo, infatti, l’aspetto estetico di Clash of Heroes è ben sopra la media, con sprite totalmente bidimensionali ma efficacemente animati, colori brillanti e un colpo d’occhio generale piacevole e rilassante.Se invece volessimo considerare il titolo, visto anche il nome che porta, Might and Magic, come un esponente sui generis del genere dei giochi di ruolo, allora il discorso cambierebbe e non di poco, perché dei tantissimi RPG visti su Nintendo DS questo non è di sicuro il migliore né a livello grafico, né a livello sonoro.Le truppe si somigliano un po’ tutte, e gli sprite che le rappresentano godono di un set di animazioni povero e limitato, non c’è traccia di un poligono che sia uno in tutto il gioco e, anche nell’ambito della bidimensionalità, siamo lontanissimi da vette di eccellenza segnate, di recente, dalla terza avventura di Mario e Luigi, e ci avviciniamo invece all’era 16 bit, quando la palette di colori del Snes dettava legge incontrastata.Alle orecchie va meglio che agli occhi, perché i motivi che accompagnano le battaglie, pur limitati a tre – quattro, sono orecchiabili e in tema con il tono generale della produzione, pur senza scomodare Nobuo Uematsu.Dove Might and Magic eccelle è nella giocabilità pura e semplice, che è poi ciò che più conta in ambito videoludico, anche grazie ad un livello di difficoltà calibrato perfettamente, che riesce ad essere sempre all’altezza senza mai mostrarsi proibitivo, e ad una longevità che in singolo raggiunge senza problemi la trentina di ore, per tendere invece all’infinito se si può contare su un amico con cui sfidarsi grazie all’interessante modalità wireless.A conti fatti, uno dei migliori titoli dell’anno su questa console, capace di dare assuefazione come pochi e che, con qualche piccolo aggiustamento, potrebbe aspirare al titolo di miglior ibrido puzzle/RPG in circolazione.
– Battaglie puzzle avvincenti
– Riuscita rivisitazione di un brand storico
– Longevità alle stelle
– Genera dipendenza
– Più puzzle che RPG
– Tecnica a due facce
– Manca di varietà
8.4
A Cesare quel che è di Cesare. Dopo aver fallito miseramente, sulla stessa console, con il recente TMNT Arcade Attack, Ubisoft torna a mostrarci di che pasta è fatta, rivitalizzando un brand che sembrava in declino, anche se, per farlo, percorre strade del tutto nuove, che sicuramente non saranno apprezzate dai fan storici di Might and Magic.
Ciò non toglie che il risultato sia lusinghiero, e offra uno dei migliori titoli più nella categoria puzzle che in quella RPG, dove la concorrenza su DS è fortissima.
Se cercate un gioco “vecchia scuola”, che, a dispetto di lustrini e free roaming, sappia regalarvi ore e ore di divertenti battaglie puzzle, avete trovato il vostro regalo di Natale perfetto; in tutti gli altri casi, il consiglio è di dare comunque a Clash of Heroes una possibilità, soprattutto se non siete tra i fan più intransigenti dell’universo ruolistico di Might and Magic, unica categoria a cui ci sentiamo di consigliare il gioco ma con riserva.
E ora è chiaro a tutti cos’è uno sleeper hit?
Voto Recensione di Might and Magic: Clash of Heroes - Recensione
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