Recensione

Miasmata

Avatar

a cura di Specialized

Il Verdetto di SpazioGames

7

Che il concetto di survival game stia tornando alla grande dopo anni di oblio? A vedere la coraggiosa via intrapresa da Ubisoft con ZombiU e la sofferente Lara Croft del prossimo Tomb Raider sembrerebbe proprio di si. Anche Miasmata, disponibile su Steam a 13,49 euro, si affida a meccaniche survival tra le più pure e incontaminate viste recentemente su PC, tanto che un paragone con l’ormai dimenticato Robinson’s Requiem si rivela quanto mai azzeccato. A differenza delle super produzioni  di Ubisoft e Square Enix, Miasmata è stato però realizzato da due soli sviluppatori e si è fatto notare grazie alla visibilità su Steam Greenlight. Siamo insomma in pieno territorio indie, ma nonostante ciò il duo di IonFX non ha rinunciato a creare un engine proprietario e un’intera isola da esplorare liberamente, come nel più classico dei free-roaming. 
L’isola e la malattia
Miasmata ci mette infatti nei panni di uno scienziato che si ritrova su un’isola apparentemente disabitata. Il nostro alter ego apparteneva a un equipe di studiosi impegnati a lavorare su esperimenti poco chiari, ma all’improvviso, dopo un brusco risveglio, ci ritroviamo da soli e tutti i nostri colleghi sembrano svaniti nel nulla. Per di più siamo deboli, assetati e stanchi a causa di una misteriosa malattia e lo scopo del gioco, oltre naturalmente a sopravvivere, è trovare un antidopo alla malattia, scoprire eventualmente cos’è successo agli altri scienziati e vedersela con una creatura ben poco amichevole che si aggira nelle lussureggianti giungle dell’isola. La presenza di questo “mostro” introduce senza dubbio un elemento fantastico e imbattersi in esso aggiunge parecchia tensione al tutto, ma non per questo Miasmata può definirsi un survival-horror. Il gameplay del gioco è infatti improntato all’esplorazione dell’isola, alla scoperta  della mappa tramite un sistema di triangolazione (senza non andrete molto lontano), alla raccolta di piante e fiori e alla preparazione di pozioni curative. Un concept survival nel vero senso della parola, visto che il nostro alter ego è debolissimo, può correre o nuotare per pochi secondi e può morire semplicemente cadendo da pochi metri di altezza. Se a ciò aggiungiamo l’assenza di vere e proprie armi (dopotutto non siamo Rambo o il Jason Brody di Far Cry 3), gli incontri con la creatura e le implicazioni stealth che questi comportano, è chiaro come Miasmata mantenga le promesse survival come meglio non potevamo aspettarci.
Esplorazione ai massimi livelli
Ciò ha portato anche a un approccio piuttosto arduo e complesso e il rischio di ritrovarsi spaesati, o peggio ancora annoiati, nella prima ora di gioco è molto forte. In fondo tutto si basa sull’esplorazione dell’isola e le azioni da fare tendono inevitabilmente a ripetersi nel corso del gioco, ma se si riesce a superare indenni i primi momenti di disorientamento, Miasmata sa regalare anche parecchie emozioni pur non rimanendo un titolo adatto a tutti. Scoprire i meandri dell’isola con i soli rumori della natura, dei nostri passi e del nostro respiro in sottofondo crea fin da subito un’atmosfera unica, anche perchè la colonna sonora è quasi del tutto assente e l’immersione nell’ambiente di gioco è pressoché istantanea. La presenza di puzzle legati alla scienza e alla botanica, anche se alla lunga ripetitiva, è un’altra trovata interessante e la voglia di scoprire la verità sugli scienziati scomparsi spinge a cercare documenti e altri ritrovamenti utili allo scopo, con un conseguente e largo spazio concesso all’esplorazione. Trattandosi però di una produzione così ristretta e senza enormi budget alle spalle, Miasmata deve per forza scendere a compromessi con diversi elementi, primo tra tutti il comparto grafico. L’engine proprietario non può certo competere con i motori 3D che siamo abituati a vedere nei migliori shooter in prima persona di oggi, ma è comunque in grado di mettere in campo un efficace ciclo giorno-notte, eventi atmosferici, una resa dell’acqua più che dignitosa, una vegetazione dettagliata, effetti volumetrici curati e alcuni piacevoli tocchi di classe legati all’illuminazione. Il resto lo si deve prendere con tutte le “scusanti” del caso, visto che texture, animazioni e complessità poligonale lasciano a desiderare e, anche spingendo tutte le opzioni grafiche al massimo, la situazione non cambia di molto. 
La super longevità che non ti aspetti
L’ottimizzazione dell’engine lascia inoltre a desiderare e il motore risulta davvero troppo pesante per quello che offre su schermo. Basta farsi un giro sul forum di Steam per accorgersi di ciò, con molti utenti che lamentano un framerate bassissimo anche con configurazioni hardware di medio livello. In effetti anche nel nostro caso le performance non sono state esaltanti, pur giocando con una GeForce GTX 480, 6 GB di RAM, SSD da 128 GB e CPU Intel Core i7 920, ma a quanto pare le situazioni peggiori si verificano con schede grafiche Radeon. In ogni caso si spera nel rilascio di una patch che migliori la fluidità generale e comunque non fate caso ai requisiti presenti su Steam, che sono a dir poco ottimistici e non danno una vera idea sulla pesantezza del gioco in termini grafici. I difetti insomma non mancano e sentire utenti che devono accontentarsi di 10 fps non è per nulla incoraggiante, ma con il nostro PC siamo comunque riusciti a giocare in modo dignitoso e l’esperienza di gioco non ha risentito in maniera esagerata della scarsa ottimizzazione dell’engine. Appunto finale sulla longevità. Abbiamo terminato il tutto in circa 15 ore, ma esplorando ancora più a fondo l’isola si possono superare abbondantemente le 20-25 ore e c’è chi persino dopo 40 ore deve ancora vedere l’agognato finale. Per poco più di 13 euro non ci si può davvero lamentare. 

– Un gioco survival nel vero senso della parola

– Ambientazione affascinante

– Longevità elevata

– Evidenti limiti grafici

– Engine proprietario ottimizzato male

– Non è un gioco per tutti

7.0

Miasmata non è un gioco per tutti e questo è bene dirlo. Tra un engine grafico male ottimizzato, un comparto visivo con diversi limiti e una prima ora di gioco che può scontentare i giocatori meno pazienti, il rischio di abbandonare quest’avventura survival già dai primi istanti è piuttosto elevato. Se però si superano tutti questi ostacoli, Miasmata sa regalare almeno una ventina di ore in stile survival come non capitava da molto tempo, con in più una bella atmosfera in sottofondo e un ambiente di gioco molto vasto. Se poi IonFX sistemerà i problemi di prestazioni e fluidità, un mezzo voto in più non glie lo toglie nessuno.

👋 Partecipa alla discussione! Scopri le ultime novità che abbiamo riservato per te!

0 Commenti

⚠️ Stai commentando come Ospite. Vuoi accedere?


Questa funzionalità è attualmente in beta, se trovi qualche errore segnalacelo.