Recensione

Miami Vice

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a cura di Fabfab

Telefilm culto degli anni ’80, Miami Vice beneficia di un nuovo episodio esclusivamente videoludico ad opera di Davilex: incomprensibile operazione commerciale fuori tempo massimo? Purtroppo si…

Il bianco e il neroSonny Crockett e Ricardo Tubbs (Rico per gli amici) sono due poliziotti impegnati a combattere il crimine nella Miami di due decadi fa, ma anche a godersi la vita e a rimorchiare belle figliole: la serie di cui sono protagonisti fu un grosso successo all’epoca, forse per l’aspetto cool e glamour dei due protagonisti, in forte contrasto con il realismo dei polizieschi anni ’70.Il problema è che le persone che negli anni ’80 amarono il telefilm ed i suoi protagonisti, oggi sono parecchio cresciutelle e, sempre presumendo che ancora si dilettino coi videogiochi, direi che è probabile che abbiano sviluppato il loro senso critico al punto da esigere un gioco quanto meno discreto. I programmatori, invece, hanno pensato bene di sfornare il più bieco dei tie-in, così mal fatto che avrebbe problemi a vendere anche se fosse ispirato a Spiderman (giusto per dire uno degli ultimi blockbuster cinematografici).

Il mare d’inverno…Un primo, nefasto presagio di quello che ci attende lo si ha subito all’inizio, appena passate le classiche schermate di introduzione: mentre compare il logo del telefilm e parte la classica sigla musicale di Miami Vice, sullo sfondo (la scena riprende, in pratica, i primissimi istanti della sigla originale del telefilm) vediamo scorrere uno dei più brutti ed anonimi “mari” digitali mai visti in un videogioco, al punto che ci impiegherete qualche secondo a realizzare che quello è l’oceano con le sue onde!Il gioco è, sostanzialmente, uno sparatutto in terza persona in stile Max Payne (ma senza slow motion) intervallato da mediocri cut-scenes realizzate con la pessima grafica di gioco, che narrano lo svolgersi delle vicende e tentano di giustificare il perchè si passi da una sparatoria all’altra (che rappresentano i vari livelli di gioco ed è possibile salvare solo tra un livello e l’altro).Naturalmente potrete impersonare a piacimento le (pessime) riproduzioni digitali di entrambi i protagonisti: Crockett si muove rapidamente e senza rumore, è agile a scalare e a saltare, è letale con le armi da fuoco leggere ma è poco resistente ai proiettili, mentre Tubbs è lento e rumoroso, poco agile (anche se può rotolarsi a terra durante le sparatorie) ma anche resistente ai proiettili, in grado di sfondare le porte chiuse e specializzato in armi pesanti. Oltre alle capacità speciali dei protagonisti, avrete a disposizione tutte le classiche azioni standard per questo genere di giochi: potrete sparare, accucciarvi, ripararvi con le spalle al muro e fare fuoco sfruttandone la copertura, arrestare i sospetti e dare istruzioni al partner che avete lasciato sotto il controllo della cpu.L’I.A. dei nemici è da barzelletta: vi vedono, vi scaricano il caricatore addosso (anche se siete al sicuro dietro un riparo), ricaricano l’arma, vi sparano, ecc. Malgrado ciò proseguire nel gioco è meno facile di quanto potrebbe sembrare a causa dell’assurda telecamera di gioco che può venire mossa liberamente sull’asse orizzontale, ma non su quello verticale, il che significa che individuare i nemici risulta spesso difficile, nascosti come sono dalla figura del nostro personaggio o dagli elementi dello scenario. In questo caso, se non altro, ci viene in parziale aiuto il lock-on automatico, che una volta attivato tenendo premuto l’apposito tasto, si aggancerà ai bersagli sensibili presenti nell’area, ovunque si trovino, aiutandoci a farci un’idea della loro posizione (ma non sempre a prevenire una sicura morte). Peccato che, nonostante tutti gli accorgimenti, le sparatorie siano tutt’altro che fluide e divertenti da vivere: la legnosità dei comandi e delle animazioni aggiunta all’ottusità dei bersagli rende tutto estremamente noioso e, talvolta, frustrante.

Scusi, ma lei chi è?Tecnicamente parlando siamo, come più volte preannunciato, su livelli assai mediocri.Le ambientazioni sono misere, prive di dettagli e con una grafica quasi da PS1: la vetta comica è comunque raggiunta dai legnosissimi personaggi mono-espressione e da nemici tutti uguali come i cattivi di Double Dragon. Visti da lontano Tubbs e Crockett ricordano vagamente le loro controparti reale, ma appena si da un’occhiata da vicino ci si accorge che si tratta di due anonimi manichini: comiche a tal proposito le cut-scenes in cui si può ammirare la totale assenza di animazioni facciali (che abbiano voluto riprodurre la pessima recitazione di Don Johnson?). Sarebeb stato decisamente meglio inserire qualche filmato ripreso direttamente dal telefilm, che invece sono incomprensibilmente (per un gioco su licenza) assenti…Il sonoro ripropone la mitica colonna sonora originale di Jan Hammer, mentre non saprei proprio dire se le voci siano quelle dei due protagonisti del serial…

– La colonna sonora di Jan Hammer

– Tutto il resto

4.5

Miami Vice è un titolo che ha un unico punto a suo favore: quello di costare relativamente poco (29€ per PS2, 39€ per XBox), ma in realtà il prezzo è sempre troppo alto per un prodotto del genere. Sconsigliato agli appassionati del vecchio serial, che vedrebbero irrimediabilmente rovinati i propri ricordi, e senza il minimo appeal per chiunque altro, non c’è semplicemente ragione di acquistare questo titolo. Non siamo ai livelli di VIP, ma poco ci manca…

Voto Recensione di Miami Vice - Recensione


4.5

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