Recensione

MetalHeart: Replicants Rampage

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a cura di Sarednab

Ancora una volta, le tematiche fantascientifiche, forti ormai di solide basi in campo videoludico, fanno capolinea in MetalHeart: Replicants Rampage. Astronavi, corazzate spaziali, alieni, mutanti e in generale qualsiasi razza non appartenente al genere umano, sono i cardini principali di questo titolo. Il genere a cui facciamo riferimento è quello del gioco di ruolo classico (RPG) con sistema di combattimento a turni. Analizziamo ora questo nuovo universo per sapere se valga la pena o meno sbarcarvi con la nostra navicella…

Non avrete paura del buio, vero?!La prima cosa che mi è venuta in mente guardando l’introduzione di Metalheart: Replicants Rampage, è senza alcun dubbio un riferimento (voluto o meno) al criminale/eroe che risponde al nome di Riddick in Pitch Black. Un gruppo di soldati, in missione nello spazio, si trova al centro di una vera e propria pioggia di meteoriti trovandosi costretto ad un cambio marginale dei piani presupposti per la missione e un estremo cambiamento del gioco di squadra. Prima di essere sommersi e travolti dalla “nebulosa” che conduce ad universi paralleli la raffica di meteoriti colpirà la vostra astronave madre. L’equipaggio, composto da esperti e validi soldati, sarà costretto alla fuga tempestiva tramite le “navicelle di salvataggio”, ubicate nella stessa astronave madre…ma non tutti avranno la fortuna (o sfortuna, dipende dai punti di vista e dall’evolversi dei fattori che ruoteranno intorno a questa vostra vita parallela) di uscire indenni dalla catastrofe. Di tutto l’equipaggio presente per la missione, solo due componeti riusciranno a sopravvivere allo schianto, imbarcandosi tempestivamente nelle navicelle: Chris Sheridan e Lantan Signey. Costretti a un atterraggio di fortuna su un pianeta di cui non si conosce né storia né arte, che risponde al nome di Protion, i due superstiti si cimenteranno in una lotta per la sopravvivenza, risultando i protagonisti di un incessante lotta contro razze aliene, mutanti e cyborg. Il fattore che più di ogni altro rende la vostra “vacanza” su Protion non esattamente piacevole, è che prima di poter rimettere piede sull’amatissimo pianeta terra, i protagonisti (aiutati nel corso dell’avventura da esseri di razze diverse), saranno costretti a sconfiggere il regime imperiale al governo.

Visioni di universi lontaniIn Metalheart: Replicant Rampage” avrete a disposizione un intero universo sul quale muovervi, per un totale di 150 locazioni distinte dal tipo di razza in cui ci si imbatte. La visuale isometrica farà da specchio agli occhi dei protagonisti, ma la qualità non fa certo gridare al miracolo. Gli ambienti sono ben realizzati, ma la rappresentazione globale non va oltre la sufficienza, in quanto priva degli elementi di contorno sfoggiati con classe da molti altri prodotti concorrenti. La parte video risulta un po’ datata e per certi versi ricorda giochi degli anni passati (come Desperados e Commandos), ma in un periodo dove tutti “spingono i motori” all’inverosimile, risulta quasi fuoriluogo, se non anacronistico, un comparto grafico del genere: di certo molti storceranno il naso vedendo una realizzazione tecnica per nulla brillante. Le animazioni dei personaggi sono scialbe e non sono certo una piacere da guardare: assisterete a movimenti scattosi e con un limitato numero di animazioni. L’utilizzo di armi diverse prevede (almeno negli altri giochi) animazioni differenti per ognuna di esse, ma in Metalheart tutto ciò non accade: addirittura nei combattimenti ravvicinati rimarrete delusi da un numero di animazioni semplicemente ridicolo.Se qualcuno di voi spera in una ripresa del valore del gioco nel comparto sonoro…si sbaglia! Esso infatti riesce ad essere addirittura peggiore di quello grafico. I suoni campionati per l’occasione risultano a volte fuori luogo e snervanti, altre volte sembrano essere presi dal vecchio The Dig della LucasArts. Solo alcune musiche sono apprezzabili, ma comunque niente che faccia gridare al miracolo. Il parlato digitalizzato (solamente in inglese, la localizzazione italiana è data ai soli sottotitoli) non è qualitativamente stupefacente.Anche la realizzazione digitale dell’AI non è stata curata a dovere. I nemici rispondono con azioni a volte scontate e prevedibili e una volta superata la frustrazione iniziale dell’elevata difficoltà con cui si pone il prodotto, sarete in grado di abbattere nemici senza studiare particolari tattiche.

Inventario e armiIn titoli del genere l’elemento cardine non è la grafica, o la parte sonora (questi sono solo elementi di contorno che vanno a riempire un gioco ben impostato, o smontano un gioco destinato a finire nel dimenticatoio), bensì la giocabilità e gli elementi che avremo a disposizione nel corso dell’avventura che serviranno in qualche modo a far aumentare l’esperienza dei nostri beniamini.3 barre situate accanto alla foto dei soldati appartenenti in quel momento al gruppo, saranno le basi su cui ogni membro deve far riferimento. La barra verde rappresenta la forza vitale rimasta, una volta cessata voi passerete a miglior vita; la barra rossa rappresenta l’adrenalina, essa scala ogni qual volta i soldati si muovono velocemente. Abbiamo inoltre la barra blu che rappresenta l’evoluzione tecnologica degli stessi membri del gruppo.Ogni soldato avrà a disposizione uno zaino nel quale deporre tutti gli oggetti trovati utili ai fini dell’avventura. Il numero di oggetti (o armi) sarà limitato e non dovranno essere superate le 10 unità. Nel corso dell’avventura avrete modo di trovare dei chip, innesti bio-genetici dalle immense potenzialità. Con l’implementazione di essi sul corpo del membro scelto, le proprie esperienze aumenteranno a dismisura. Sono presenti oltre 600 tipi di innesti differenti da trovare nel corso di questa vacanza su Poriton.Per quanto riguarda l’arsenale a nostra disposizione inizialmente avremo la possibilità di usare un singolo fucile mitragliatore e una pistola, ma con l’evolversi dell’azione in gioco potrete utilizzare granate o armi aliene (addirittura parti di corpi alieni, come pungiglioni o altro).

Un passo alla voltaIl sistema di controllo di questo nuovo RPG è stato forgiato sulle ombre di vari classici dagli stili differenti, mixando le diverse tipologie di controllo presenti in alcuni di essi. Avremo libero accesso per l’esplorazione di Protion, nessuna restrizione e nessuna limitazione ci verrà presentata nella parte esplorativa del gioco. Una volta avvistato un nemico il sistema di movimento muterà, trasformando la libertà d’azione vista precedentemente nella fase esplorativa, in un meccanismo a turni limitato, un sistema in stile X-COM: Terror from the Deep. Questa tipologia di comando a volte risulta troppo macchinoso ed estremamente lineare in ogni azione. Il gioco soffre di una lentezza globale data da diversi fattori. Nella parte esplorativa non avrete la possibilità di muovere più membri in maniera distinta ma contemporanea, il che porta a snervamenti non trascurabili nel corso delle azioni e dei comandi assegnati. Il sistema a turni è stato messo a punto e programmato in maniera tale che nei combattimenti le sole azioni disponibili siano i movimenti e gli attacchi. Niente metodi di difesa per prevenire gli attacchi dei turni avversari, niente AP (i passi a disposizione) accantonati per eventuali contrattacchi…non c’è varietà di situazione. Molto spesso lo sbaglio (anche accidentale) di un solo AP vi porterà ad una schermata nera con una scritta rossa impressa sopra, che equivale al “Game Over” e la frustrazione che vi accompagnerà in quei momenti non sarà per niente trascurabile…

HARDWARE

Requisiti minimi: Processore AMD/Intel 800 Mhz, 256 MB di RAM, Scheda Video 32 Mb, 3 Gb di spazio libero su HD

MULTIPLAYER

Assente

– Un intero pianeta da visitare…

– Razze aliene dalla forte caratterizzazione

– …non perfettamente rappresentato

– Sistema audio inutile e snervante

– Sistema di controllo macchinoso e poco intuitivo

5.0

Il gioco, inizialmente previsto per il 2004, è uscito a metà 2005 ma il risultato finale fà pensare che in quest’anno e mezzo di buca il titolo non sia stato ritoccato per niente. La realizzazione tecnica non è in grado di competere con prodotti attualmente in mercato, e le componenti di ruolo, seppur ben rappresentate, a volte volgono a loro discapito gli elementi principali del prodotto. L’approccio iniziale è frustante e poco rassicurante, sopratutto per chi si avvicina per la prima volta a questo genere di giochi. Il sistema di combattimento poteva essere impostato in maniera differente e una maggior cura grafica avrebbe sicuramente migliorato un prodotto dalle scarse caratteristiche ludiche. L’assoluta mancanza del multiplayer stabilizza la longevità finale su livelli molto bassi. Un gioco che sicuramente non và al passo coi tempi, potrebbe comunque piacere solo ai veterani del genere. Assolutamente sconsigliato ai giocatori alle prime armi.

Voto Recensione di MetalHeart: Replicants Rampage - Recensione


5

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