Recensione

Metal Gear Solid: The Twin Snakes

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a cura di Mirai Trunks

Gemelli…uomini che il destino ha unito indissolubilmente…insieme anche se separati…gli stessi geni, gli stessi sogni, le stesse incertezze…chissà, forse lo stesso destino. Serpenti…animali furtivi, solitari, spietati, non sanno cos’è la paura, non conoscono il significato del verbo “pietà”. E quando si dice no alla natura manipolandola, falsandola…uomini, macchine, nessun rispetto per la vita…ma l’uomo non si può opporre ai legami tra basi azotate…non del tutto…due cobra…l’uno creato per rendere l’altro perfetto…Dragonball? Gattaca? Il nuovo programma di Italia 1? No: Metal Gear Solid: The Twin Snakes.

Appunto, Metal Gear Solid: The Twin SnakesCos’è Metal Gear Solid: The Twin Snakes (MGS: TTS da qui in poi)? Lo definirei una conversione aggiornata del glorioso Metal Gear Solid (MGS d’ivi innanzi), leggendario gioco per PSOne (A.D. 1998). Brillante mossa di marketing quella di portare su console moderne successi del passato: massimo risultato col minimo sforzo. Ma si parlava di conversione aggiornata, soffermiamoci su questo. Definiamola meglio: volendo usare una (stupida) metafora, avete presente Marta Marzotto? O Platinette? Personaggioni che si presentano in maniera del tutto non consona alla loro età (e anche al loro stesso buonsenso, temo) volendo apparire più giovani o più semplicemente ciò che non sono, nel nome dello spettacolo. Così s’è fatto. S’è preso un gioco di 6 anni fa, lo s’è truccato per nascondere inestetismi vari, lo si è vestito in maniera appariscente e via, in carrozza. MGS: TTS è il Platinette dei videogiochi. Personalmente non gradisco questo tipo di atteggiamento da parte delle software house: a rimetterci alla fine è sempre il consumatore. Anche in questo caso? In parte sì. E vedremo perché.

MGS: TTS per neofiti: istruzioni per l’usoMolti lettori già sapranno cos’è MGS e probabilmente l’avranno giocato su PSOne. Ma per chi a quei tempi era ancora impegnato in feroci battaglie con i soldatini è bene chiarire cos’abbiamo tra le mani. MGS: TTS è uno stealth-action-game. Scopo del gioco è infiltrarsi in una base militare dell’Alaska con lo scopo di fermare un’organizzazione terroristica che minaccia di lanciare attacchi nucleari a raffica. Nella miglior tradizione del genere dovrete agire nell’ombra: essere visti dal nemico significa allarme immediato e soldati supplementari armati fino ai denti (con tanto di scudo) a tenervi compagnia. Non conviene davvero. Nemici che peraltro non sono certo degli Einstein, ma neanche dei Forrest Gump come quelli del glorioso MGS: al minimo rumore sospetto non esiteranno a recarsi sul posto per verificare la situazione, anche in luoghi lontani dal loro usuale percorso di guardia. Peccato abbiano un campo visivo irrealmente ristretto e che tendano a non considerare tutto ciò che non si trova davanti a loro. E allora mettetecelo voi il cervello: per evitare la mattanza Solid Snake, vostro alter ego digitale, potrà camminare senza far (troppo) rumore, strisciare silente come uno spietato cobra, appendersi a sporgenze varie, addirittura nascondersi negli armadi. Oppure ricorrere a diversivi per distrarre le guardie come riviste osè (sulle cui pagine compare Alexandra Roivas, quella di Eternal Darkness) o tirar loro un inganno causando rumori molesti per poi coglierle di sorpresa. O ancora…potete neutralizzarle. Come? Ampia scelta: tra le armi letali abbiamo la classica pistola, un mitra, granate, fucile di precisione, C4, mine di prossimità e 2 tipi di lanciamissili; tra quelle non letali abbiamo pistola e fucile di precisione tranquillanti e flashbangs. In caso di penuria totale di munizioni è sempre possibile avvicinarsi ai nemici e fare del loro osso del collo un glorioso ricordo. Gradevole, ma è d’obbligo il massimo silenzio. Vi sarà poi la necessità di nascondere i cadaveri, giacchè se una guardia o una telecamera si accorgerà del misfatto verrà spedito sul campo un altro soldato in sostituzione del caduto. Come non menzionare poi i vari gadget quali visori termico e notturno, maschera antigas, medicine, bendaggi, calmanti, il fazzoletto di una bionda coi controfiocchi, keycard varie, sigarette, i già citati giornaletti osè…tra cose più e meno utili c’è davvero di che divertirsi. Quasi dimenticavo di riportare la visuale, a volo d’uccello nel nostro caso, con alcune fasi in terza persona; tramite la pressione del tasto Z sarà possibile passare alla prima persona, una manna per chi ama cecchinare come il sottoscritto. E poi i filmati… MGS era una sottospecie di film interattivo, e così TTS. Possiamo tranquillamente dire che tra un filmato e l’altro compaiono sporadiche fasi di gioco. Scherzi a parte, nulla di allarmante: la trama è molto complessa ed essendo il gioco di per sé abbastanza breve c’è la necessità di interrompere spesso l’azione per lasciar spazio a scene d’intermezzo che ci spieghino come stanno le cose. Tant’è vero che TTS vanta ben 2 dischi.

MGS: TTS per chi sino ad ora ha sbadigliato: il confronto con MGSSe avete letto la parte precedente dell’articolo vi sarete accorti di quante novità siano state introdotte rispetto all’originale MGS. In sostanza è stato preso il gameplay del secondo capitolo e lo si è piazzato nel primo con l’aggiunta di ulteriori azioni di minor importanza. Due nuove armi non letali consentono un approccio “pacifico” alla vicenda e nascondersi negli armadi è divertente (e utile se si deve fuggire dopo essere stati colti in flagrante)…cosette piacevoli, a conti fatti. Ma su una cosa soltanto vale la pena di soffermarsi: la visuale in prima persona. E’ chiaro, siamo nel 2004, la visuale a volo d’uccello è spesso insufficiente a darci l’esatta idea della posizione dei nemici (mancando anche una funzione di zoom); il lock on sul nemico è sempre un sogno…non si poteva fare altrimenti. Ma allora, cara Silicon Knights, mi vai a sconvolgere tutti gli equilibri che la Konami anni fa aveva creato con tanto amore e perizia! Equilibrio. Questa è la parola chiave. L’equilibrio in MGS: TTS non esiste più grazie alla visuale in prima persona. Chi ha giocato alla versione su PSOne ricorderà come le guardie non erano numerosissime; e così su Cubo. Chi si prende la briga di rischiare d’essere scoperto strisciando dietro ad un nemico quando è possibile imbracciare una qualsiasi arma in prima persona ed accopparlo in un attimo? Allora che ce ne facciamo dei giornaletti con la sig.na Roivas? Ce li teniamo per i periodi di magra? Eh già. Ma l’apice della disgrazia lo si raggiunge negli scontri coi boss, epici 6 anni fa, banali ora. Almeno per quanto riguarda la mantide psicotica, la cornacchia vulcanica, l’ozelot col revolver. A ciò aggiungete la stupidità naturale del Ninja, di Rex e di Liquid et voilà, la frittata è fatta. Da restare di sasso: sarebbe costata così tanta fatica la revisione degli attack patterns dei cattivi? Evidentemente sì. Sia chiaro, la solidità di un titolo come MGS non si discute e neanche tutte queste barbarità riescono a renderlo “brutto”. Ma poco equilibrato sì. Una struttura di gioco di 6 anni fa mal si sposa con un gameplay moderno. Questo Silicon Knights lo sapeva, ma non hanno fatto nulla a riguardo. E per me la cosa grave è proprio questa, non tanto il fatto che l’ocelot l’accoppi in 30 secondi netti. Puoi anche giocare in modalità extreme…certo, crepi una decina di volte in più ma la solfa ahimè non cambia. E poi i filmati. Il cuore del gioco se vogliamo. Ne sono stati aggiunti alcuni e quelli già esistenti sono stati resi ancor più spettacolari, soprattutto quelli che narrano di scontri tra Snake ed i suoi amichetti: a volte mi sono chiesto se per errore non avevo inserito il DVD di Matrix. Certo lascia un po’ perplessi vedere il Ninja tagliare con la propria spada acciaio e cemento armato come fossero burro, accoppare una decina di guardie in scioltezza e poi, al momento dello scontro vero e proprio, trovarsi davanti un manichino ambulante…soprassediamo. E proprio il Ninja, ma mica solo lui, farà felici i cubisti sanguinari: niente Mario e niente Link, qui il sangue sgorga a fiotti, alla faccia dell’AVIS.

Ma le novità non finiscono qua: facciamo il lifting a MGSI cultori del bel vedere ricorderanno come la grafica di MGS fosse stata una delle migliori mai apparse su PSOne. Silicon Knights ha speso gran parte delle sue energie per far sì che l’impatto visivo fosse egualmente impressionante e c’è riuscita. La grafica di MGS: TTS è davvero bella. Davanti ai filmati mi levo il cappello: pur utilizzando lo stesso motore del gioco il livello di dettaglio (e di spettacolarità) è incredibilmente alto: menzione d’onore ai visi dei protagonisti, ritratti con sontuoso realismo. Egualmente le animazioni si distinguono per la loro fluidità e naturalezza: è evidente l’uso copioso di motion capture. L’unica cosa che lascia perplessi è la fascia di Solid: sballonzola in continuazione, come in costante presenza di vento…ma in una base militare a svariati metri sotto terra dubito che vi sian delle folate. Misteri della fisica. La qualità del motore grafico non è altrettanto brillante durante l’azione di gioco vera e propria: il livello di dettaglio è sì elevato, la fattura dei modelli poligonali e degli ambienti d’indubbia qualità; lasciano però qualche perplessità le animazioni a volte spigolose ed irreali e per fortuna rare textures che paiono rimaste indietro di 96 bit. Ma di certo dobbiamo citare ottimi effetti di luce, trasparenze, ombre, flash e amenità varie rese possibili grazie al pieno sfruttamento delle potenzialità del nostro ottaedro di fiducia. Metroid Prime è un altro mondo, ma non ci si può proprio lamentare.

Parla come ammazzi & suona come strozzi: panoramica su musiche ed effettiEh già, l’altro pezzo forte di MGS era il sonoro. Musiche da Grammy e un parlato mai sentito sino a quel momento valevano da soli l’acquisto del gioco. E sul Cubo? Bene, molto bene. Anzi, meglio: i sistemi di diffusione odierni rendono la qualità del suono sempre più alta e se possedete aggeggi tipo dolby surround avrete di che divertirvi. Le musiche sono quelle di una volta, riarrangiate alla perfezione per l’occasione. Gli effetti, vabbè, spari, esplosioni, passi… fanno il loro dovere essendo discretamente differenziati e non eccessivamente surreali. Capitolo parlato: interamente in inglese (per fortuna) e totalmente rifatto, con alcuni attori provenienti direttamente dal primo MGS (tra cui colui che doppiava Solid) e altri nuovi. O almeno ne deduco. Già, perché se la voce di Snake pare ancor più melanconica e celante profondi turbamenti interiori (in sostanza: cattiva e inquietante), quelle di Mei Ling e di Nastasha Romanenko hanno perso del tutto il loro accento tipicamente etnico. Così come la dottoressa pare ancora più depressa e vicina al suicidio. In compenso Otacon suscita sempre e comunque tendenze omicide. Accenti a parte resta di ottima fattura il lavoro compiuto da Silicon Knights. Si consideri poi che ascoltare così tante parole su una console Nintendo è evento più unico che raro. Peccato, perché il parlato favorisce un maggior coinvolgimento ed immedesimazione nella trama, punti di forza di MGS e anche, di conseguenza, di TTS.

Le dolenti note: longevitàAhimè non sono state apportate modifiche alla struttura dell’avventura: niente nuove locazioni da visitare dunque. Morale, longevità piuttosto bassa. E non c’è trama, grafica o “ma è sempre Metal Gear Solid” che tenga. Se non si contano gli infiniti filmati il gioco si porta a termine in 6 ore a livello normale. Due finali differenti, vari livelli di difficoltà, la possibilità di collezionare le Dog Tags (le targhette con nome e info varie) lasciate cadere dai soldati, un Survival Mode contro i boss e la possibilità di giocare l’avventura con munizione infinite e/o col dispositivo stealth di Otacon e un altro paio di amenità sono tentativi di dare uno straccio di replay value ad un gioco che di per sè n’è privo. Tentativi vani. Di fumo ce n’è a vagonate, d’arrosto poco. Io non gioco a TTS per queste cosette da 4 soldi. Né lo rigioco con qualche guardia in più o senza radar o mi metto ad affrontare boss senza soluzione di continuità finchè morte non mi colga. MGS e così MGS: TTS a mio avviso sono giochi che vanno goduti al 100% alla prima partita, quando non si conosce la trama. Una volta terminati, non saranno mai più gli stessi, non vi stupiranno mai più nella stessa maniera. Per i veri malati di record c’è in verità la possibilità di registrare le proprie prestazioni sul sito della Konami: forse questo è l’unico vero motivo che vi può portare a rigiocare l’avventura.

Due parole su ciò che rende MGS: TTS un capolavoroLa trama. Semplicemente fantastica. Nella mia insanità mentale tendo a considerare “capolavoro”, da voto 10, un gioco che riesca a coinvolgermi emotivamente. Cioè che possa suscitare pensieri, emozioni, sensazioni, non soltanto il piacere di giocarlo e d’averlo terminato (bestemmie varie incluse). Sulla trama non v’ho detto nulla di proposito. La sostanza è che voi siete incaricati di fermare questa organizzazione terroristica, la Foxhound, di cui voi stessi un tempo facevate parte. I conti però cominceranno presto a non tornare, molte persone a morire senza un perché e voi a non capirci più nulla; voi, soli nell’antro del nemico. Ma a colpire non sono tanto questi continui colpi di scena e capovolgimenti di fronte. Certo, fanno scena e rendono il gioco certamente più interessante, ma nulla più. A lasciare di stucco sono invece la graduale scoperta del lato più nascosto di Snake, della sua latente interiorità, le parole di Meryl e di chi non ha avuto la forza di reagire e per questo si riconosce sconfitto ma che a conti fatti ha solo la colpa d’essere stato meno fortunato di altri. L’anima. Il valore della vita, l’importanza di renderci conto delle possibilità che ci ha dato il destino, o chi per esso. Nessuno gioca a MGS per questo, sicuramente, ma ascoltate le parole di tutti i personaggi attentamente. Non leggete i sottotitoli, non sarebbe la stessa cosa. Immagino che l’inglese bene o male lo mastichiate tutti. Ascoltate. Cercate di trarre anche un insegnamento da un videogioco, renderete una mera esperienza ludica qualcosa di ben più elevato. Per la quarta volta mi trovo a dire queste cose: di fatti non è cosa da tutti i giorni trovare prodotti del genere. Ma quando si trovano, è un peccato lasciarseli sfuggire.

– Grafica sontuosa

– Coinvolge anche oltre l’aspetto ludico

– E’ pur sempre un capolavoro…

– …ma gli anni si fan sentire!!

– Longevità insufficiente

– Troppo facile a causa di dubbie scelte della software house

8.4

Bene, Silicon Knights, ti sei presa una bella responsabilità quando hai deciso di elevare al cubo una pietra miliare della storia del videogioco. Sotto l’aspetto tecnico hai fatto un ottimo lavoro, tanto di il cappello. Ma modificandone il gameplay, aggiornandolo per ovvi motivi, hai distrutto quell’equilibrio che la Konami aveva sapientemente costruito e hai semplificato eccessivamente la meccanica di gioco. Sapevi che un prodotto di 6 anni fa mal si sarebbe sposato con l’esigenze degli utenti odierni, ma non hai fatto poi molto per rimediare a tutto ciò. Hai aggiunto modalità alternative alla principale perché sapevi che la longevità è decisamente insufficiente ma con risultati a dir poco opinabili. Ma di certo la qualità di un titolo come MGS è insindacabile ed anche con tutti i cambiamenti del caso rimane in buona parte intatta. Alla luce di ciò, chi non ha avuto modo di giocarlo su PSX si fiondi a comprare TTS. In caso contrario, vagliatene attentamente l’acquisto tenendo presente i futuri Rainbow Six 3 e Pandora Tomorrow. L’importante è che ogni videogiocatore sul pianeta abbia la possibilità di cogliere la profondità di una trama che colpisce dritt’al cuore. Che ognuno abbia la possibilità di capire ciò che Hideo Kojima vuole dirci al di là dell’attacco nucleare, della missione suicida e d’altre cose; parti del puzzle: riflettete. Con un Cubo od una PSOne, poco importa.

Voto Recensione di Metal Gear Solid: The Twin Snakes - Recensione


8.4

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