Recensione

Metal Gear Solid: Portable Ops

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a cura di Dosse

Ogni volta che un nuovo episodio della serie Metal Gear Solid fa la sua comparsa nei negozi è sempre una notizia graditissima. La creatura del genio Hideo Kojima si è sempre distinta per un gameplay sthealt eccezionale e per delle scelte narrative di elevata caratura. Ogni MGS, a partire dall’episodio per PSX, si è sempre imposto come un vero e proprio film interattivo, alternando quindi momenti di gameplay vero e proprio con chilometriche scene in game o lunghi dialoghi socio-politici. Questa corposa vena narrativa è stata spesso criticata negli anni; per lo più, la serie è tacciata di essere “un film con qualche pausa di gioco”, ma la verità è un’altra. Metal Gear Solid non è affatto film interattivo e probabilmente non lo vuole mai essere. MGS piuttosto è il punto più alto mai toccato da un videogioco qualunque in fatto di narrazione e temi trattati. E questo non è certo poco, soprattutto nel campo del passatempo videoludico.Il merito di tutto ciò va consegnato nelle mani del già citato Hideo Kojima, il “genio nascosto” di Konami e di fatto “papà” del brand. La sua visione da regista ha permesso di spingere, nell’ormai lontano 1998, un videogioco laddove nessuno si era mai spinto prima, con lo stupore di tutti i possessori di una PSX. Prima che MGS fosse pubblicato, quali erano i giochi che proponevano filmati lunghi ed appassionanti, quanti e quali parlavano di politica, di spy stories, di amore e di odio tutto insieme, in un’unica narrazione? Nessuno. E se recentemente vi foste trovati a rigiocare quello storico episodio, capirete alla perfezione quanto Kojima fosse più avanti di tutti gli altri, quanto la sua visione fosse andata ben oltre gli stereotipi di quell’epoca. Giocare a Metal Gear Solid è stupefacente anche adesso, nonostante tutta l’acqua sotto i ponti che è passata dal 1998 sino ai giorni nostri…

Un miracolo portatilePensare di trasportare tutto ciò che è MGS su una console portatile era un qualcosa di inimmaginabile fino a poco tempo fa. Eppure, Kojima ha ancora una volta anticipato i tempi, proponendo su una console portatile come la PSP il primo, vero, sthealt game interattivo su una console di piccole proporzioni. E’ vero che molti di voi obietteranno in merito a tale affermazione, dato che su PSP è apparso Splinter Cell Essential e due episodi di Metal Gear Ac!d. Ma se il primo si assesta sull’ingiocabile, i secondi c’entrano ben poco con la filosofia di un MGS a caso. Proprio per questi e altri motivi che vedremo a breve, vi comunico ufficialmente che con Metal Gear Solid: Portable Ops si apre l’era degli sthealt interattivi su console portatile.La trama questa volta prende corpo esattamente agli inizi degli anni ’70. Lo scenario difatti non si discosta molto da quello che abbiamo ammirato in Snake Eater, poiché i fatti narrati sono un continuo di quelli che hanno fatto la loro comparsa in MGS3 appunto, soltanto qualche anno dopo. Portable Ops dunque ha il compito di risolvere i punti misteriosi del terzo episodio per PS2 aggiungendone dei nuovi. Come tradizione comanda, Big Boss sarà ovviamente coadiuvato da alcuni personaggi che abbiamo già incontrato anche negli anni scorsi, come un giovanissimo colonnello Cambpell, che ci guiderà passo passo alla scoperta della verità. Non solo, ma una delle novità di maggior peso sul gameplay prevede l’opportunità di catturare alcuni individui per poi utilizzare le loro conoscenze a nostro favore. I classici soldati, in primis, sono passibili a cattura e una volta “ingaggiati” nella nostra squadra potremo utilizzarli (controllandoli anche direttamente) per risolvere determinate missioni che richiedono l’uso della discrezione. Ovviamente, con una spia alla mano, nessun soldato si degnerebbe di far scattare l’allarme (tranne quando compiamo qualche gesto sconsiderato, come quello di piazzare una bomba), passando così indisturbati verso il nostro obiettivo di gioco. La categoria dei soldati non è la sola che possiamo controllare; quelle che utilizzeremo più volte nel corso del gioco riguardano i dottori, utilissimi per creare nuove medicine e razioni per la cura della nostra squadra e poi ci sono i Colonnelli, utili in particolar modo per scovare informazioni segrete. Le spie in particolare, spesso vanno sfruttate in modo tale da sbloccare qualche cavillo narrativo e, conseguentemente, nuovi missioni, semplicemente mandandoli ad investigare determinate zone. Alla fine della ricerca, ci invieranno un rapporto completo di tutte le informazioni che ci servono.

Mission Complete Konami, all’atto dello sviluppo di Portable Ops, ha saggiamente tenuto conto del fatto che la console di appartenenza, la PSP appunto, si tratta pur sempre di un gingillo portatile. Probabilmente è proprio tale consapevolezza che deve aver spinto Kojima a suddividere il gioco in tante piccole missioni da risolvere in breve tempo. Queste missioni durano qualche minuti e si tratta spesso di raggiungere una determinata locazione, di catturare un certo individuo, di raccogliere qualche documento di scottante importanza, di sabotare qualche impianto, ecc ecc… In questi brevi schemi tuttavia, vi è contenuta tutta l’essenza di un Metal Gear Solid; appostamenti furtivi, sparatorie (da evitare, possibilmente), corpo a corpo tramite il CQC, ovvero una serie di combo attivabili con il tasto Quadrato, stordimenti infingardi, dialoghi via codec chilometrici e chi più ne ha più ne metta. Se da un lato dispiace tutto sommato che sia andata perduta quella fantastica sensazione di “continuità” tipica degli episodi per le console casalinghe, da un lato la scelta di dare la possibilità di salvare il gioco dopo ogni missione (che, come già accennato, sono piuttosto brevi) crea i presupposti di inserire l’UMD del gioco anche quando si è fuori casa, per qualche partita veloce. Peccato soltanto che qualche missione si assomigli un po’ troppo, sia come ambientazioni che come obiettivo primario e che a differenza delle varie controparti casalinghe si possano trasportare soltanto quattro oggetti.Tra una sessione e l’altra poi, possiamo anche ammirare i nuovi filmati che ovviamente non sono in CG come nella controparte casalinga, ma sono stati realizzati sottoforma di “fumetto animato”, prevalentemente in bianco e nero e contornati da qualche onomatopea che di tanto in tanto fa la sua comparsa. Questo nuovo effetto funziona alla grande, perché stilisticamente fanno la loro bella figura. Considerando che poi la maggior parte dei dialoghi sono parlati (i doppiatori sono gli stessi, fortunatamente) non può far altro che aumentare a dismisura il coinvolgimento nell’intricata storia raccontata da Portable Ops. Peccato che questa volta i dialoghi via codec non sono parlati, ma ci troviamo pur sempre in un contesto di console portatile e qualche elemento andava per forza tagliuzzato qua e là.

Serpente portatileChe MGS su PSP ci sta benissimo pare ormai un dato di fatto. E il merito di questo successone va anche assegnato al sistema di controllo, che quando si tratta di conversioni su PSP c’è sempre qualche perplessità, inizialmente. I primi minuti passati su Portable Ops tuttavia fugano ogni dubbio; Konami avrà fatto i salti mortali per adattare un sistema di gioco così raffinato e complesso. Eppure, adattarsi al nuovo sistema di controllo è questione di pochi minuti, dato che sostanzialmente non si notano problemi di grande portata, tranne quello probabilmente relativo alla gestione della telecamera, che ogni tanto dà qualche problema. La PSP rispetto al Dual Shock ha una levetta in meno, proprio per questo la gestione della telecamera è stata assegnata ai direzionali. Il problema principale quindi è che non è possibile controllare contemporaneamente Big Boss e la telecamera, come con il Dual Shock, e questo crea qualche problema, soprattutto nelle sparatorie. Tuttavia, è sufficiente un po’ di pratica per ovviare a questo problema, che comunque non intacca più di tanto l’ottimo sistema di controllo. Da un punto di vista tecnico Portable Ops sfiora picchi vertiginosi. Il comparto grafico è di quelli che fanno strabuzzare gli occhi, in particolar modo la qualità delle ambientazioni e il livello di dettaglio globale, che ha del miracoloso considerando che siamo su Playstation Portable. Anche la colonna sonora è semplicemente fantastica, andando a ricalcare temi simili a quelli tipici della serie, così come il doppiaggio che, tradizionalmente, si assesta su livelli eccelsi. Già un’avventura così corposa sarebbe sufficiente per consigliare l’acquisto, eppure Konami ha persino implementato una divertente modalità multiplayer online, dove vi possono prendere parte fino a sei giocatori a sessione, il che garantisce al titolo una longevità di non poca importanza. Rimuovere l’UMD del gioco dal vano PSP sarà molto difficile, perlomeno in tempi brevi. Perché staccarsi da MGS Portable è difficilissimo, merito di un gioco intelligente e, a conti fatti, appassionante come non mai, oltre che mostruoso da un punto di vista tecnico. Il miracolo insomma è avvenuto e ciò che abbiamo analizzato è senza dubbio alcuno uno dei migliori prodotti per PSP di sempre, né più, né meno.

– Tecnicamente sbalorditivo

– E’ MGS su PSP

– Multiplayer corposo

– Qualche problema con la telecamera

– Alcune missioni un po’ ripetitive

9.0

Bisogna fare uno scrosciante applauso a Konami perché, pur con qualche ovvia forzatura, è riuscita a sviluppare un episodio della serie su PSP con grandissima maestria. Portable Ops difatti, non solo ha un gameplay saldo ed intelligente, ma possiede una trama di primissimo livello, un doppiaggio coinvolgente un comparto tecnico da mani nei capelli e occhi strabuzzanti. In parole semplici e concise, uno dei migliori prodotti che abbia mai fatto la sua comparsa su PSP.

Voto Recensione di Metal Gear Solid: Portable Ops - Recensione


9

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