Seguito di quel Mercenaries uscito circa tre anni fa sulle console della precedente generazione, questo Mercenaries2: World in Flames non si discosta di molto dalla strada segnata dal predecessore. Così, abbandonata l’ambientazione Nord Coreana, vi ritroverete in un Venezuela fittizio in guerra contro diverse fazioni che cercano di accaparrarsi con la forza il petrolio di cui questa nazione è ricca. La scusa che vi viene data per gettarvi in questo inferno di fuoco è la vendetta: un tale di nome Solano, a lavoro finito, rifiuta di pagarvi e, scappando dalla sua villa, ricevete un bel proiettile come ricompensa… Nessun mercenario degno di tale nome lascerebbe perdere.
Maledetto bug, ora ti nuclearizzoQuella sopra accennata è a grandi linee la trama che fa da sfondo alla campagna principale, anche se sarebbe più corretto definirla come collante mal scritto tra una missione ed un’altra. E’ bene sottolineare infatti che Mercenaries 2 non è Metal Gear e neanche vuole esserlo. Così, avviata la vostra prima partita, potrete scegliere tra tre personaggi e iniziare a compiere le missioni che vi verranno assegnate dalle diverse fazioni. Siete mercenari e, in quanto tali, non vi interessa per chi lavorate, ma solo quanto vi pagano. Ecco, quindi, che vi ritroverete in un mondo di gioco sostanzialmente aperto sulla falsa riga di un GTA qualunque, liberi di stringere accordi con qualsiasi fazione delle cinque in guerra. I compiti che vi verranno assegnati, salvo rare eccezioni, richiederanno l’uccisione o la distruzione di qualcuno o qualcosa.A proposito di distruzione, la buona notizia è che in Mercenaries 2 potrete radere al suolo qualsiasi cosa, dalla palmetta, al bunker fortificato. L’engine messo in piedi dai Pandemic risulta davvero abile da questo punto di vista e, anche se non arriva alle meraviglie viste in Bad Company, vi regalerà molte soddisfazioni. Non aspettatevi, comunque, una ricerca del realismo, perché qui tutto è esagerato all’insegna del caos più totale. Le dinamiche alla base dei rapporti che avrete con le cinque diverse fazioni in gioco, sono molto elementari: ora lavorerete per la Universal Petroleum, ora per i ribelli, ora per i Cinesi e così via. Ammazzate i loro nemici, svolgete i compiti che vi assegnano e loro vi vorranno bene e vi dimostreranno tutto l’affetto coprendovi di soldi, garantendovi rifornimenti, negozi da cui comprare armi, munizioni e altro. Così farete la conoscenza di molti personaggi diversi, con i quali intrattenersi in conversazioni evidentemente sceneggiate da un ragazzino di dodici anni che ha visto troppi film di Schwarzenegger. Peccato perché una buona caratterizzazione dei NPC avrebbe garantito al gioco un qualcosa in più, che a conti fatti risulta una mancanza più che evidente.
Armi per tutti i gustiOgni volta che accetterete una missione, per portarla a termine sarà spesso necessario sterminare un’intera base piena di soldati e per farlo sarà consigliato arrivare ben armati all’appuntamento, magari rubare prima un bel tank completando con successo un mini evento in cui premere il tasto giusto al momento giusto e seminare panico e distuzione. L’elenco delle armi a vostra disposizione è davvero ampio e si va dalla semplice pistola, passando per vari tipi di fucili e mitragliatori per arrivare a bazooka, cannoni antiaerei, bombe da sganciare sul bersaglio grazie al supporto aereo e, infine, una bella bomba atomica. Questo quando sarete a piedi, ma in questo gioco è consigliato procurarsi dei mezzi di trasporto e anche questa lista è davvero ricca: si parte dalle normali auto e moto da rubare ai passanti in perfetto stile GTA, per passare alle jeep con mitraglietta, mezzi corazzati, carri armati, navi, moto d’acqua, elicotteri. Insomma, le possibilità non mancano e, grazie ad un sistema di controllo ben calibrato, vi divertirete molto a sperimentare soluzioni diverse per terminare il nemico. Anche i mezzi sono un piacere da guidare e risultano coerentemente differenti tra loro. Purtroppo, però, nei combattimenti, si evidenzia una sostanziale superficialità nell’implementazione dell’intelligenza artificiale, davvero ridicola e a tratti inaccettabile per un gioco di questa generazione. Il massimo del tatticismo che i nemici riescono a raggiungere, è gridare: “ora prendo quel mezzo!”, salire sulla jeep e stare fermi perché nessun altro si posizionerà come mitragliere. O peggio ancora, capiterà spesso di vedere soldati incastrati in una finestra o fermi a contemplare l’ignoto mentre gli correte incontro col fucile spianato e cadere inerti vittime di una semplice gomitata. Nessuno interessato ad un gioco del genere esige raffinate routine di AI, ma arrivare a questi eccessi è proprio sintomo di una chiusura dei lavori troppo affrettata a nostro avviso.
Gita in VenezuelaDal punto di vista tecnico abbiamo riscontrato la stessa filosofia di sviluppo adottata negli altri aspetti cruciali. L’ambiente di gioco è vasto e ricco di elementi, ma nessuno di questi raggiunge il livello di dettaglio dei maggiori titoli in circolazione in questo momento. Persino i personaggi principali sono stati modellati piuttosto male. La protagonista femminile, Jennifer Mui, ad esempio, ha un viso che sembra derivato direttamente dai modelli predefiniti di Poser. Per quanto riguarda mezzi ed edifici le cose vanno abbastanza meglio, ma in ogni caso abbiamo riscontrato un livello di dettaglio piuttosto basso. Tutto il comparto degli effetti speciali e grafici, fondamentale in un gioco che fa della distruzione il proprio cavallo di battaglio, ci è sembrato invece ben fatto, con esplosioni a fare la parte del leone, spettacolari ed esagerate al punto giusto. Anche il motore fisico fa molto bene il suo dovere, gestendo gli elementi su schermo con una buona coerenza. In particolare abbiamo molto apprezzato il movimento della flora causato dal vento, ma soprattutto dallo spostamento d’aria provocato dalle esplosioni o dagli elicotteri. Il sistema di illuminazione risulta ben curato, con ombre calcolate in tempo reale proiettate da qualsiasi oggetto. Se comunque l’impatto visivo offerto dal gioco risulta abbastanza accettabile nell’insieme, una diffusa sporcizia dell’immagine dovuta ad un pessimo antialiasing, rovina il tutto. E poi c’è un fastidioso effetto relativo alla profondità di campo, che trasmette l’illusione di lasciare fuori fuoco gli oggetti in lontananza. Una cosa così “spixellata” non la vedevamo dai tempi della PS2 e per fortuna che almeno il frame-rate rimane piuttosto stabile per tutto il gioco, anche nelle situazioni peggiori. Ma siamo più che sicuri che la console Sony può fare molto, molto di più.Anche se evidentemente l’aspetto tecnico soffre di una generale mancanza di attenzione ai dettagli, una maggior caratterizzazione del design visivo ne avrebbe potuto risollevare il valore finale. Così non è, in quanto, a partire dai tre personaggi principali, risulta tutto piuttosto anonimo. È grave che EA, che sa imporre un ottimo stile a tutto il contorno, dal logo iniziale, ai menu, non si impegni in un character design più attento e dettagliato. Almeno per i tre protagonisti uno sforzo in più lo si poteva fare. Per quanto riguarda il comparto sonoro, per fortuna siamo già ben più allineati agli standard odierni e un bel sistema sorround vi farà godere di esplosioni fragorose, spari e tutto il campionario da guerra al completo. Le voci, invece, sono, almeno nella versione italiana, accettabili nelle scene di intermezzo, ma imbarazzanti per quanto riguarda le frasi enunciate durante i combattimenti. Sentir gridare un soldato: ”io entro”, quando siete palesemente in uno spazio aperto, vi può solo far pensare che sta scavando un buco nel suolo per nascondersi. Ma il difetto maggiore del doppiaggio non è comunque colpa di una cattiva traduzione, quanto piuttosto di una mancanza di varietà e soprattutto, ancora una volta, di una scarsa attenzione da parte degli sviluppatori, i quali non hanno pensato che non è necessario sentirsi dire un centinaio di volte di andare dalla nostra coordinatrice se abbiamo bisogno di suggerimenti… una cinquantina dovrebbe bastare. Parere positivo per quanto riguarda le musiche che accompagneranno le vostre scorribande. Queste, composte appositamente per il gioco, vanno dall’orchestrale in stile film d’azione, a piccole chicche tipo la musichetta da ascensore d’albergo scelta per le missioni in elicottero. In ultima analisi, la longevità è sicuramente buona, grazie alla quantità di missioni secondarie e soprattutto, alla modalità cooperativa online davvero divertente e ben implementata che non ha mostrato particolari difetti sia in termini di fluidità che relativamente al numero di utenti presenti online. Le numerose missioni dotate di obiettivi multipli unite ad un numero di veicoli utilizzabili decisamente sopra la media (circa centotrenta diverse unità) garantiscono una rigiocabilità elevata e conferiscono al gioco una qualità più che discreta, pur non toccando livelli di eccellenza.
– Scenari interamente distruttibili
– Mappa ampia e ricca di cose da fare
– Coop online interessante
– Realizzazione tecnica non eccelsa
– Troppi bug e IA da rivedere
– Design poco ispirato
7.4
Il titolo EA è chiaramente pensato per un pubblico che ha voglia di divertirsi senza troppi pensieri né complicazioni, e in parte riesce nell’intento. Ma è chiaro che qualcosa deve essere andato storto in fase di rifinitura, in quanto la lista più lunga di caratteristiche di Mercenaries 2 è quella dei bug, che seppur non pesanti contribuiscono a limitare la valutazione del prodotto. Oltre a quelli già elencati in fase di recensione, non mancano all’appello compenetrazioni tra personaggi nemici ed edifici, o il rimanere incastrati in un cespuglio. Difetti che da una PS3 non ci si dovrebbe aspettare. In conclusione, un titolo sicuramente più che sufficiente, ma adatto solo agli amanti del divertimento senza troppi pensieri. Una piccola delusione viste le evidenti potenzialità rimaste inespresse, ma nel complesso un prodotto gradevole e consigliato agli amanti dell’azione senza riflessione.
Voto Recensione di Mercenaries 2: World in Flames - Recensione