Recensione

Men of Valor

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a cura di Athreyu81

Ed eccoci all’ appuntamento con l’ ennesimo Fps a sfondo bellico; questa volta la Eidos ci riporta indietro nel tempo, precisamente durante la guerra vietnamita, ripescando nella crudezza e nella difficoltà di quella che è stata una delle guerre più cruente che la storia ricordi. Il Team di sviluppo 2015, ideatori della serie Medal of Honor ( passati da Electronic Arts a Eidos), ricalca a piene mani da titoli blockbuster come Call of Duty e da MoF per ricreare un conflitto che vede le azioni eroiche di un soldato impegnato ad affrontare orde di vietcong, per riuscire a riportare a casa la propria pelle.

Good morning Vietnam!Nei panni del soldato americano di colore, Dean Shepard, ricostruiremo alcune fasi principali del conflitto vietnamita: saremo circondati da morte e distruzione, compagni che ci appoggieranno nei nostri rendezvous, paure e gesta eroiche che si alterneranno con un ritmo serrato.Ma prima di tutto ciò sarà necessario fare pratica con le armi e le nostre abilità nel campo di addestramento. Gli strumenti di offensiva saranno repliche realistiche di quelli usati nella guerra: SKS, M 14, M 16, M60, AK 47, lanciagranate e via discorrendo. L’ interfaccia di gioco farà la sua comparsa: essenziale ed estremamente funzionale. Una bussola per orientarsi negli ambienti ostili, le informazioni sull’ arma in uso, e un indicatore di salute da tenere presente nel momento in cui verremo feriti, questo perché avremo bisogno tramite la pressione del tasto “B” di un bendaggio della ferita, in modo da arrestare l’ emmoragia. Il training ci intrudurrà nella bontà dei controlli, standardizzati ormai ai Fps di questo tipo. Impareremo ad accucciarsi e a strisciare (movimenti essenziali data la natura ardua degli scontri nel gioco), a fare fuoco su bersagli e a tirare granate in specifiche aree delimitate. Tutto questo constituirà una semplice passeggiata rispetto alle missioni proposte nel gioco.

L’ odore del NapalmSconcertante la crudezza che già si insinua attraverso gli occhi dello spettatore-giocatore già nelle prime fasi di gioco. All’ inizio di ogni missione tramite cut-scene percepiremo la paura dei nostri compagni, le loro storie e i propri sogni, un preludio a quello che si rivelerà il campo di battaglia. Scesi in campo e aggiornati sul nostro obbiettivo giornaliero verremo scarventati in un inferno verde. Proiettili e bombe che passano a pochi centimetri da noi, urla, imprecazioni, soldati feriti che aspettano la morte come se fosse una liberazione. Un approccio attento permetterà al nostro battaglione di avanzare sul fronte: avanzeremo strisciando, cercando ad ogni metro un riparo per scatenare la propria pioggia di piombo. Si, perché i vietcong sono astuti, tendono imboscate e si preparano rintanati nei loro bunker aspettando l’ avanzamento del nemico. Un approccio eroico faciliterebbe la vittoria di “Charlie” (nome in codice con cui venivano chiamati i vietcong), esercitando una dinamica ludica che potremo definire “step by step” avremo gradualmente ragione del nemico, conquisteremo zone strategiche fondamentali per il conflitto e neutralizzeremo bunker o nidi tramite l’ uso di fumogeni, essenziali per chiamare l’ artiglieria aerea pesante. Solo durante la pausa tra una missione e l’ altra potremo tornare alla realtà, ancora di salvezza le lettere che i nostri cari genitori ci spediscono, raccontando quello che per un soldato rappresenterebbe l’ unica luce, l’ affetto familiare.

Welcome to the jungleIl gameplay di Men of Valor coinvolge il giocatore attraverso un richiamo cinematografico. I dialoghi ( per altro tutti in italiano) dei nostri compagni ci faranno da cornice per tutte le missioni, il gioco acquisisce dal genere una costituzione ludica forzata dagli eventi. Da qui derivano dei piccoli difetti come qualche situazione di respawn nemico non voluto dalla software house dove l’ unica soluzione per porvi rimedio è avanzare spediti verso l’ obbiettivo preposto dalla missione. Gli obbiettivi, per la maggior parte, prevedono solo il peregrinaggio da un punto “A” a un punto “B”, una linearità di fondo che limita in parte il giocatore ma permette comunque di adottare diverse tecniche per aver ragione del fuoco avversario. Fuoco avversario che non brilla particolarmente per l’ I.A calcolata dai programmatori, essa risulta povera di soluzioni ma in alcune fasi sarà coriacea da affrontare in conseguenza alla conformazione dei bunker o postazioni difficili da conquistare. Leggero rammarico anche per la scarsa interattività degli ambienti, veramente un peccato scoprire che non è possibile in alcun modo intaccare le costruzioni poligonali per dare maggiore soddisfazione alla furia distruttiva del giocatore.Graficamente il gioco sfoggia il flessibile Unreal Engine, motore grafico che non brilla particolarmente per la cura nel dettaglio, ma compie egregiamente il suo lavoro. In dettaglio, le ambientazioni sono costituite da una buona varietà di fauna, i poligoni su schermo non sono molti ma è ottima, esteticamente, la rappresentazione dei fluidi e il blur applicato all’ effetto delle granate. Le texture si ripetano frequentemente e hanno una qualità media, peccato il mancato utilizzo di Bump Mapping che avrebbe migliorato egregiamente la resa visiva. Il gioco si assesta sui 30 frame su schermo, con alcuni cali durante le fasi più affollate.La curva di difficoltà raggiunge dei picchi elevati in alcune circostanze, in generale il gioco non si presenta semplice e consente una sfida impegnativa durante tutte le fasi ludiche; buona anche la longevità che si assesta mediamente sulla decina di ore.Ottimo il comparto sonoro, azzeccatissimi i dialoghi dei nostri compagni (in alcuni frangenti veramente spassosi) e molto piacevole la scelta delle soundtracks che fanno da preludio alle missioni, sono canzoni che hanno fatto successo nel periodo in cui il gioco è ambientato. L’ implementazione del Live dona al prodotto la consapevolezza di trovarsi di fronte ad un Fps completo. La modalità Deathmatch (a squadre e non) è divertente e le arene sono ben strutturate, piacevole la scelta di poter intraprendere i panni di soldati, marines, vietcong e altri che permettono di avere un equpaggiamento diversificato, aggiungendo una componente prevalentemente tattica agli scontri.

-Coinvolgente

-Ottimo comparto sonoro

-Poco vario

-I.A poco articolata

7.4

Un prodotto ben confezionato questo Men of Valor. Completo e divertente sotto ogni aspetto, permette di farci rivivere un conflitto storico attraverso le atrocità e la drammaticità degli eventi. Un rammarico per la poca varietà di missioni e per la scelta su un gameplay che ormai si presenta leggermente datato e strutturalmente troppo rigido. Ma è la storia il vero boccone che viene fatto ingerire avidamente al giocatore, catturandolo, estrandolo dalla realtà. Un alternativa valida ai vari Medal of Honor, Call of Duty e soci e capostipite di un franchise che con molta probabilità verrà ripresentato nel futuro.

Voto Recensione di Men of Valor - Recensione


7.4

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