Megaman X8
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a cura di Athreyu81
Forse avevo 8 anni quando per la prima volta conobbi un personaggio che sarebbe rimasto nel mio cuore per tanto tempo. Negli anni in cui la grafica si misurava in livelli di parallasse e dove gli 8 bit iniziavano a scrivere un pezzo di storia videoludica, nacque un robottino blu di nome Megaman. Come non amare quel mix di azione e platform che avrebbe disegnato seguiti su seguiti, costituendo una delle saghe videoludiche più longeve che la storia ricordi? Proprio il Super Famicom ospitò per la prima volta lo spin-off della serie (o sua reale evoluzione) il primo Megaman X. Al di là della grafica, certamente migliore, delineò le basi sul quale costruire gli episodi futuri, compresa la comparsa del co-protagonista Zero, fedele compagno del robottino blu. Dopo 7 episodi che hanno coperto più generazioni la Capcom ha deciso di sfornare l’ ottavo epilogo, proprio per la console monolitica Sony.
Una storia che si ripete..La storia vede la scomparsa dell’ ingegnere-costruttore della piattaforma che permette il collegamento tra terra e luna. Starà a Megaman, Axl e Zero investigare sull’accaduto con il supporto di 3 esperte navigatrici, essenziali nell’analizzare gli stage a cui il trio andrà incontro. Essenzialmente la struttura di base rimane la stessa dei passati capitoli. Dopo la scelta iniziale del livello (rigorosamente rappresentato dal boss da affrontare) si passa alla scelta dei personaggi (se ne può selezionare 2) e a quella della navigatrice. La distinzione tra Megaman, Axl e Zero corrisponde nelle caratteristiche che ognuno offre. Il primo permette di imparare le tecniche dei boss sconfitti (un must della serie), ma risulta carente nel fattore agilità e dotato di uno sparo unidirezionale. Il secondo ha dalla sua parte un discreto potenziale di fuoco, incrementabile con il completamento dei vari stage, e la possibilità di usare il jetpack per planare. Il terzo brandisce una spada di notevole potenza, l’uso di tecniche eseguibili ed una agilità superiore condizionata dalla presenza del doppio salto. La scelta delle nostre supporters influirà sulle informazioni derivanti dallo schema scelto: è possibile avere input sui passaggi segreti nascosti o sulle caratteristiche semantiche dei boss di fine livello. Anche a distanza di anni il gameplay di Megaman rimane sempre ancorato al classico meccanismo action-platform, proprio questo schema rigido rappresenta un cameo che non offre novità o evoluzioni di sorta. Se il gameplay verte tutto sui fatidici scontri con i boss, secondo pattern prevedibili e facilmente valicabili, l’ approccio ai livelli risulta ben più complicato, soprattutto nel superare ostiche sezioni di piattaforme. Nel gioco vi sono presenti anche delle situazioni o interi livelli in scrolling verticale, non molto riusciti tralaltro, ma in grado di spezzare la monotonia al classico spara e salta.Il sistema di upgrade che caratterizza il prodotto consente l’acquisto, tramite chips raccolti nei livelli, sia di contenitori energetici acumulabili, che l’aumento delle caratteristiche dei nostri paladini; quindi il livello di upgrade và di pari passo con la curva di difficoltà del gioco: ostico alle prime battute e semplificato nelle fasi finali.
Ologrammi tridimensionaliLa struttura tecnica in sé non si discosta molto dal passato fatta distinzione per l’uso della grafica tridimensionale mista a situazioni rigorosamente bidimensionali. La caratura dei nostri risulta alquanto semplicistica, con effetti grafici scarni ed un frame rate claudicante nelle situazioni affollate. Il minimalismo tridimensionale non regge sicuramente il confronto con la cura grafica disegnata negli scorsi capitoli. Anche i comandi sembrano risentire di un leggero ritardo alla risposta dettata da un ottimizzazione al gameplay affrettata risultante in una precisione alquanto approssimativa. L’ apparato audio è il punto di forza, musiche pompate con il giusto ritmo alla quale la Capcom ci ha ormai abituati, mentre appare deludente perfino la longevità, visto che il gioco si può terminare facilmente anche in poche ore (all’ incirca tra 6 e 8).
– Feeling ancorato ai vecchi episodi
– Buone musiche
– Giocabilità lacunosa
– Longevità bassa
6.9
Megaman X8 può essere inteso come semplice remake di uno dei tanti episodi passati. Al di là della veste grafica rinnovata e di alcune insignificanti varianti niente in questo nuovo titolo trasmette quell’input celebrale per costringere il giocatore ad andare avanti. Gli appassionati della saga lo troveranno comunque godibile ma sicuramente spezzeranno la lancia in favore al passato e alle care buon vecchie avventure bidimensionali del nostro caro robottino blu.
Voto Recensione di Megaman X8 - Recensione
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