Recensione

Medievil: Resurrection

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a cura di Darkzibo

Una dura battaglia si prospettava, un grande eroe sarebbe dovuto nascere, ma il destino volle che la fredda falce della morte portasse il predestinato guerriero nel mondo degli spiriti prima che esso potesse dimostrare il suo valore. Sir Daniel Fortesque è il suo nome, ed ora è tornato sotto fredde spoglie per liberare Gallowmere dal male che la opprime e entrare, così, nella cerchia degli eroi immortali.Dopo una generazione di letargo, come si comporterà lo scheletro più famoso della storia dei videogiochi ?

La dura morte di un eroeQuesto terzo episodio di Medievil (di cui i primi due sono apparsi per Psx rispettivamente sette e cinque anni or sono) ripercorre il risveglio di Sir Daniel Fortesque, rievocato per salvare la terra di Gallowmere dal malvagio e onnipresente Zarok. Il nostro Sir preferito ha in più, rispetto alla versione originale del primo Medievil, un aiutante-guida: Al-Zalam, simpatico genio intenzionato a trasformare la testa del nostro alter ego virtuale nel suo negozio!Gli elementi visti all’epoca (si parla del 2000 per l’ultima avventura, ovvero anni luce per il mondo dei videogiochi) sono tutt’ora presenti: il gioco risulta ancora come un ibrido tra action e platform con facili enigmi da risolvere tramite l’esplorazione accurata delle varie zone di un livello. Le varie località della terra di Gallomwere risultano abbastanza varie anche se, in un certo senso, non viene garantita un grandissima libertà di ricognizione: gli enigmi limiteranno parecchio il vostro cammino, riducendolo a un semplice schema di causa-effetto, risolvibile in pochi passaggi. Medievil può essere considerato da sempre anche un picchiaduro, una specie di action – gdr, dove sarà possibile acquisire nuove tecniche (attraverso il riempimento del famoso calice delle anime e il susseguente ingresso nella Sala degli Eroi) e nuove armi (anche da lancio) per affettare al meglio i nemici. proprio i vostri antagonisti risultano essere una delle note più dolenti del gioco: infatti più che attaccarvi senza un criterio, alla faccia dei programmatori che si impegnano per dare sempre più intelligenza artificiale ai personaggi, altro non faranno. Per il vostro Dan sarà quindi facile agitare la spada e liberarsi la strada con pochi fendenti. Effettuare un attacco preciso diverrà pressoché difficile data la cattiva gestione degli impatti della spada sul nemico.I boss, lungi dall’essere memorabili, hanno la peculiarità di subire sempre il medesimo colpo per cui, una volta individuato il punto debole, sarà facile sbarazzarsi del cattivone di fine livello.Al corpo originale del gioco si aggiungono dei simpatici mini – giochi, impiegabili anche nel multipalyer (niente condivisone con un solo Umd, preparatevi quindi a trovare qualche amico che condivida con voi questa sfida e la sua copia di gioco). Questi, durando poco tempo, sono perfettamente giocabili su una console portatile anche se, alla lunga, per la loro monotonia, potrebbero tediare. Quindi nulla di nuovo sotto il sole per quanto riguarda il gameplay, ripetitivo e, in molte fasi, per chi avesse già giocato al primo episodio, identico a quei giochi usciti sette e cinque anni fa. Peccato perchè la delusione per chi si aspettava qualcosa di innovativo per il dirompente ritorno di Dan, sarà davvero cocente.

La morte ti fa belloGraficamente questo Medievil: Resurrection risulta ben realizzato, soprattutto se si pensa che è uno dei primi titoli per Psp: le ambientazioni ricalcano perfettamente lo stile dell’originale e, seppur nella loro grossolana semplicità, ovviate da texture strutturate correttamente, riescono a immergere parzialmente il giocatore nello spirito del gioco. In loro soccorso giungono gli effetti di luce, davvero ben congeniati, capaci di rendere ogni situazione molto evocativa senza mai rallentare notevolmente il motore grafico. Purtroppo non si può dire lo stesso dei nemici: certo, sono ben differenziati (si và dagli zombie alle zucche, alle piante in stile ‘Piccola bottega degli orrori’ agli scheletri), ma hanno una certa impossibilità deambulatoria e una bassa caratterizzazione nell’aspetto che potrebbe infastidire i giocatori più esigenti. Gli zombie, per esempio, sembreranno più delle marionette senza personalità, formate da pochi e squadrati poligoni, pronte a immolarsi sulla vostra lama. Sir Daniel, soggetto di un buon restyling a puro livello estetico (la sua armatura luccica piacevolmente), si muove con facilità nella corsa anche se, a volte, soprattutto durante i salti, risulta un po’ troppo rigido e poco snodato. Non si tratta di un vero e proprio difetto, considerato il fatto che lo scheletrico eroe ha le medesime movenze di un tempo; solo che ora, a distanza di molti anni dalla sua prima sortita, ci si aspetterebbe qualche miglioramento in più dal punto di vista pratico e estetico. I filmati, come da tradizione di Cambidge Studios, sono decisamente di buon livello, anche se, molto simili agli originali.La telecamera risente del vecchio difetto di sostare sempre nei luoghi meno opportuni: a volte vi capiterà di non capire chi state colpendo !La colonna sonora è composta da classica musica gotica, ben orchestrata, tant’è che sembra pescata direttamente da un film di Tim Burton. Il parlato, completamente in italiano, è accettabile, anche se alcuni doppiaggi sono veramente poco appassionati e fanno davvero capire quanto siano recitate le parti di alcuni personaggi. Gli effetti sono davvero ben curati e le sonorità sono varie e limpide anche per le orecchie meno esperte.

Quanto tempo per salvare Gallowmere ?Per completare la missione principale, con la conquista di tutti i calici, vi basteranno poco più di sei ore. Un buon tempo, considerato il fatto che si tratta di una console portatile, al quale va ad aggiungersi il fattore minigioco: diversi di questi, come la ‘Freccia del fato’, riescono a catturare quanto basta l’attenzione del giocatore in modo da portarlo a ri – giocarli molte volte. I sub – games (otto in totale) possono essere anche impiegati nel multiplayer che, tramite la connessione Wi fi, vi permetterà di sfidare un vostro amico, in sfide sempre più appassionanti.La giocabilità, come detto precedentemente, è buona, nonostante sia minata da una gestione impropria della telecamera; ciò nonostante, i comandi rispondono bene, anche se a volte è quasi impossibile selezionare con R il nemico da attaccare, senza non colpire anche gli altri che vi stanno intorno. Alla fine il tutto si risolverà con una semplice e ripetuta pressione del pulsante X (attacco rapido). Quasi inutilizzati giaceranno il pulsante quadrato (attacco potente) e il triangolo (scatto con affondo) perché poco pratici e lenti da eseguire, tant’è che, nel mentre che tenterete di effettuare una mossa a rotazione con quadrato, quasi sempre un mostriciattolo interverrà rovinandovi il tutto.

– Il ritorno di Sir Daniel Fortesque!

– Sonoro azzeccato

– Alcuni minigiochi divertenti

– Grafica di ambienti e protagonista ben realizzata …

– … ma non quella dei nemici

– Nessuna miglioria

– Multiplayer migliorabile

– IA dei nemici molto vicina a zero

– Boss poco caratterizzati e semplici

– Niente di innovativo

6.0

Medievil: Resurrection, risente del salto generazionale, tanto da apparire come un titolo che sa eccessivamente di ‘porting’. Tecnicamente si attesta su discreti livelli, però non c’è stato quel balzo qualitativo che tutti i fan della serie si aspettavano. Sicuramente questi, accendendo la Psp con il fido Umd, si gusteranno l’attesa del caricamento di un presunto titolone, così come avveniva con Psx per i titoli precedenti a Medievil: Resurrection. Purtroppo la realtà dei fatti deluderà le aspettative.

In definitiva mi sento di consigliare questo titolo a chi non ha mai provato un episodio di Medievil, perché il gioco resta comunque ricco di buoni spunti; inoltre lo raccomando ai veri appassionati della saga. Se tuttavia cercate qualcosa di nuovo statene alla larga.

Voto Recensione di Medievil: Resurrection - Recensione


6

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