Recensione

Medal of Honor: Vanguard

Avatar

a cura di Onilink

Fin dalla sua presentazione, la coppia Wiimote-nunchuk è sembrata un’ottima rappresentazione dell’accoppiata mouse – tastiera, in salsa controller.In attesa di Metroid Prime 3, già due giochi hanno dato la possibilità di sperimentare questa funzionalità in ambito fps. Il risultato finale è stato che tante buone idee sono state minate da una realizzazione pratica tutta da perfezionare.Ora è il turno di EA che si cimenta in questo campo con uno dei suoi brand più famosi: Medal of Honor: sarà l’ennesimo buco nell’acqua nello sfruttare il controller, o Metroid deve iniziare a temere un nuovo avversario? Scopriamolo insieme.

Un fucile tutto biancoIn Medal of Honor Vanguard vestiremo i poco comodi, sapendo quel che ci aspetta, panni del caporale Frank Keegan dell’ottantaduesima divisione aereoportuale.L’azione (e non sarà l’unica volta che il minigioco verrà proposto) inizia con un lancio paracadutato nel cuore della battaglia; lancio interattivo, potremmo dire: con il Wiimote ed il nunchuk è possibile regolare velocità ed angolazione di caduta.Chi ha già provato Call of Duty 3 o Red Steel partirà avvantaggiato nel familiarizzare con i comandi: con l’analogico del nunchuck si comanda l’avatar, mentre il puntamento è affidato al wiimote.Purtroppo, continuando il confronto con lo sparatutto Activision (trattando fondamentalmente lo stesso argomento, è il principale antagonista di MoH Vanguard) la risposta a schermo non è precisa come il titolo sopraccitato: nulla di osceno, per carità, ma c’è di meglio in tal senso sul mercato (per dover di cronaca, è possibile settare la sensibilità del puntamento).La mappatura dei comandi utilizza la crocetta direzionale del Wiimote e il nunchuck: oltre al “movimento base da fps” già descritto prima, un movimento della periferica verso sinistra provocherà un giro del personaggio di 180° su se stesso (come in Resident Evil per girarsi di scatto), verso il basso farà accovacciare il soldato, verso l’alto lo farà alzare (azioni implementate anche attraverso i pulsanti del nunchuck, l’imprecisione di tale feature vi fare dannare più volte, e non è piacevole alzarsi come un babbeo davanti uno squadrone di nazisti ); premendo il tasto in alto del d-pad si effettuerà uno scatto in avanti, selezionando le granate con il pulsante destro della crocetta è possibile lanciarle mimando il gesto con il Wiimote, previo puntamento del bersaglio con il grilletto, il d-pad è anche usato per cambiare l’arma da principale a secondaria (tasto sinistro), con A si zooma ed il tasto 1 è usato come tasto “azione”. E’ possibile anche effettuare un attacco corpo a corpo spostando velocemente in avanti il Wiimote (o premendo il pulsante 1), mossa da utilizzare solo se siete in grado di riuscire a “recuperare il mirino” in maniera istantanea.Infine, per ricaricare le armi, è possibile scuotere il Wiimote o premere il tasto 2.Il mio consiglio è di disattivare le azioni su movimento, in quanto rendono imprecisa ed a tratti frustrante l’azione di gioco.Le missioni sono numerose e variegate, suddivise in quattro campagne.Le varie nazioni europee fanno da teatro ai vari livelli che compongono il gioco (abbiamo anche il nostro Bel Paese –e non mi riferisco al formaggio- ), i nemici sono tanti e la frenesia non manca mai (grazie anche all’avanzata deficienza artificiale dei nemici), peccato per la difficoltà non sempre ben bilanciata e per l’eccessiva brevità del titolo. Per finire in bellezza, si segnala una modalità multiplayer fino a quattro persone…offline.In assenza di una modalità online accontentiamoci di combattere in split-screen, arriverà il giorno dell’headset e dei clan.In ogni modo, abbiamo i classici cattura la bandiera, death match, re della collina e la caccia alla scimmia in tutto ambientato in sei mappe distinte.

Grafica e sonoroGraficamente il titolo mostra un deciso passo avanti rispetto allo sparatutto bellico del lancio, Call of Duty 3; nulla che però faccia gridare al miracolo, ma la sensazione visiva che si stia giocando con una console più potente di un Gamecube c’è. La base di partenza è sempre la Ps2 però si notano anche alcuni miglioramenti. Il gioco si mostra come un ottimo esempio di conversione da console old gen: buoni effetti particellari, gestione delle luci realistica e convincente, peccato per la palette di colori ancorata a poche tonalità militari.Il framerate in cui viene però mosso il tutto è altalenante, il titolo Activision (CoD3) riesce a far meglio in questo campo, un vero peccato.Le animazioni sono solo discrete, anche in questo settore si può fare sicuramente di meglio.Ultimo appunto riguardo le textures: ottime sugli edifici, di più bassa qualità sui personaggi (gli screenshot ne sono testimoni), ma tutto sommato è stato fatto un buon lavoro, le cose possono e devono migliorare.In generale, un titolo che graficamente può diventare un buon punto di partenza per successive produzioni… framerate a parte (ed in uno sparatutto si sa quanto possa essere fastidioso).Da un punto di vista sonoro non possiamo lamentarci. EA ha sempre garantito ottimi risultati su questo fornte e questo titolo lo conferma: ottimi effetti sonori a cui si accostano musiche piacevoli e coinvolgenti che costituiscono un valido complemento all’azione.

– Grafica discreta

– Presenza di una modalità multi

– Controlli migliorabili

– Niente online

– Poco longevo

– Non introduce nessuna novità

6.0

Medal of Honor Vanguard è un multipiattaforma Wii-Ps2: rispetto alla versione per console Sony, la Wii edition può vantare una grafica migliore, ed un set di controlli adattato alla coppia Wiimote – nunchuck, per una (in teoria) più precisa ed immersiva esperienza di gioco. Pertanto se siete utenti multipiattaforma indirizzatevi direttamente verso la versione per la console Nintendo.

Rispetto al diretto concorrente Call of Duty 3, il titolo EA presenta una grafica migliore ma controlli meno precisi non riuscendo pertanto a superarlo ma ponendosi come una valida alternativa.

Voto Recensione di Medal of Honor: Vanguard - Recensione


6

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