Medal of Honor Airborne
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a cura di Raiden
Vorremmo evitare di introdurre il titolo che ci accingiamo a recensire come l’ennesimo FPS basato sulle vicende della Seconda Guerra Mondiale. Ci piacerebbe anche fare a meno di etichettare il gioco come uno dei capitoli meno ispirati di una serie che senza dubbio riesce ancora una volta a farsi apprezzare, ma non ad emergere come in passato, rispetto ad altri titoli appartenenti alla stessa categoria. Purtroppo però non possiamo esimerci dallo scadere nei luoghi comuni e nelle frasi fatte, se vogliamo descrivere questo titolo. Stiamo parlando di Medal of Honor: Airborne, nuovo capitolo di una delle serie belliche più amate (anche se ultimamente, forse, Call of Duty ha preso il posto di “leader” del genere), sviluppato da Electronic Arts per Pc, Xbox 360 e PlayStation 3. La versione per la console di Microsoft è quella che andremo ad analizzare in questa recensione.
Se conosci la Storia…Sulla trama c’è ben poco da “spoilerare” considerando che basterebbe conoscere la Storia contemporanea – e neanche tutta, ma solo il periodo relativo al secondo conflitto mondiale – per affrontare con una minima preparazione questo nuovo capitolo. MoH: Airborne ci fa rivivere l’esperienza dell’arrivo degli alleati americani in Sicilia. A noi toccherà vestire i panni di uno dei paracadutisti e dovremo seguire i nostri compagni all’interno di un piccolo villaggio dell’entroterra siciliano, cercando di far fuori i soldati della resistenza italiana prima e i nazisti poi, più avanti nel gioco. Come si può ben notare, sulla trama non c’è molto altro da aggiungere: nessun colpo di scena particolare, nulla di notevole dal punto di vista puramente cinematografico. Si tratta di prendere il proprio paracadute e gettarsi nella mischia a combattere in mezzo agli altri soldati, tra nemici e alleati, cercando di non rimanerci secchi. Il nostro atterraggio con il paracadute, sarà facilitato da alcuni bengala, posti in determinati punti strategici delle varie locazioni su cui, di volta in volta, dovremo atterrare. Il fumo verde prodotto dai fuochi di segnalazione ci permetterà di identificare il punto migliore per l’atterraggio, una zona più sicura rispetto alle altre, anche se, in ogni caso, il livello di difficoltà in questi frangenti raggiunge alti picchi, poiché spesso, senza neanche aver avuto il tempo di atterrare e di esserci ripresi magari da una caduta rovinosa, i nemici cominceranno a far fuoco a più non posso su di noi, cercando di farci fuori. Sarà la nostra velocità in questi casi a farci evitare di morire e ricominciare dall’aereo in volo.
Corri che ti passa…In sostanza non c’è molto da segnalare in quanto a novità tecniche introdotte dal nuovo capitolo di MoH: la bussola indicherà, anche in questo episodio, la direzione precisa da seguire, rendendo piuttosto facile il lavoro di ricerca degli obiettivi, i vari ripari di fortuna sapranno offrirci una via di scampo in caso di fuoco nemico, le nostre fedeli armi sapranno far valere le nostre ragioni sugli avversari e la nostra abilità nel muoverci all’interno del piccolo paese siciliano ci permetterà di dominare le varie situazioni, anche critiche, che si presenteranno di volta in volta. Una novità, anche se già vista in altri titoli, come in Hour of Victory, per esempio, è la possibilità di correre con la pressione della levetta analogica sinistra. Una funzione molto comoda per spostarsi rapidamente da un punto all’altro della mappa, anche se premere la levetta analogica non è forse il metodo più comodo per svolgere un’azione così importante, sarebbe stato meglio adibire un altro tasto a questa funzione.
Il gameplayLe armi presenti in MoH: Airborne sono tutte fedelmente riprodotte, dai fucili ai mitragliatori, dalle torrette mitragliatrici alle pistole d’ordinanza, passando per le granate. Tutte le armi in dotazione sono inoltre potenziabili, ogni volta che si subiscono danni con una determinata arma infatti, è possibile acquisire punti esperienza per quella stessa arma, in maniera tale da potenziarla in seguito. Le divise dei soldati, sia quelli alleati che i nemici, sono tutte ben ricostruite e vengono descritte anche durante le schermate di caricamento di ogni missione. Esistono poi diversi livelli di soldati, come sempre in titoli di questo genere, ovvero i soldati semplici che non daranno molto filo da torcere e via via i soldati superiori che sapranno tenervi testa non poco. Il sistema di puntamento non è molto preciso. Ci si prende l’abitudine in poco tempo, ok, ma non offre comunque quella situazione di immediatezza che c’era in Call of Duty 3, in cui bastava zoomare su un nemico, vicino o lontano che fosse, per sfruttare il puntamento semi-automatico, praticamente indispensabile se vogliamo giocare un FPS su console con il joypad e non con i classici (e ancora insuperati in quanto a praticità) mouse e tastiera. Saranno presenti quattro rettangolini pieni e, ogni volta che subiremo danni, i rettangolini, uno dopo l’altro, si svuoteranno della mini barra di energia. A questo punto, se un rettangolino non sarà ancora del tutto svuotato, basterà trovare riparo e non subire ulteriori danni per ripristinarlo al massimo. Se il rettangolino invece dovesse svuotarsi completamente, allora sarà necessario un medikit, facilmente reperibile nei luoghi di scontro.
Niente di nuovo sotto il soleIl level design è molto ispirato, e MoH riesce a ricreare perfettamente l’atmosfera del tipico villaggio siciliano, con le sue stradine e le sue casette costruite con la pietra bianca che si affacciano sulla strada. In generale poi, la ricostruzione dei luoghi presenti nel gioco è piuttosto veritiera, con una grafica sicuramente non eccezionale ma pulita e ben definita, specie se si gioca con un TV HD. Certo, ci saremmo aspettati di più da un titolo così importante, non solo perché si tratta di Electronic Arts, ma soprattutto in considerazione del prossimo Call of Duty 4, che sembra a dir poco spaventoso e, guardando al passato, anche in virtù del fatto che un Call of Duty 3, per esempio, non offre poi tanto di meno rispetto al gioco che oggi stiamo esaminando. Qualche effetto in più sarebbe stato cosa gradita, qualche texture meno approssimativa avrebbe costituito motivo di pregio e una maggiore interazione con l’ambiente circostante sarebbe stata sicuramente molto apprezzata. Purtroppo, sotto questo punto di vista, ci troviamo dinanzi al “solito” FPS, che un anno fa, o forse due, avrebbe senz’altro stupito, ma che adesso, adombrato da titoli più notevoli, non riesce a spiccare, come invece avrebbe dovuto fare. In generale poi, non si tratta solo di un problema di grafica, che comunque, lo ripetiamo, sa farsi apprezzare specie in certi frangenti, ma è anche una questione di novità che il titolo non riesce ad apportare in maniera significativa. Insomma MoH: Ariborne non saprà emozionarvi più di tanto, a meno che non siate (come me) appassionati di storia e/o di guerra o a condizione che accettiate di giocare ad un titolo che aggiunge ben poco ad un già obsoleto Call of Duty 3, per citarne uno su tutti. Dal punto di vista del sonoro c’è poco da dire: MoH sa, come sempre, il fatto suo e si dimostra all’altezza delle migliori produzioni hollywoodiane con effetti realistici, dialoghi in italiano buoni (anche se forse un po’ sotto la media rispetto ai precedenti episodi), musiche d’atmosfera e incalzanti al punto giusto. La longevità si attesta sulle sette/otto ore circa, dunque non è molto, ma si sa che gli FPS non sono mai stati delle cime in quanto a durata. Certo è che la modalità multiplayer fino a dodici giocatori aiuta non poco, pur non introducendo alcuna novità: è possibile prendere parte alla classica battaglia deathmatch (tutti contro tutti), e alla modalità capture the flag (cattura la bandiera).
– Scenari ben realizzati
– Buono il reparto audio
– Non introduce significative novità
– Grafica apprezzabile ma un tantino obsoleta
7.5
Medal of Honor: Airborne riesce a garantire divertimento e qualche emozione risultando valido sotto ogni punto di vista, mai troppo complesso e adatto a tutti. Il punto debole del titolo è che non riesce ad offrire esperienze nuove e manca di novità significative. Pur considerando inoltre una longevità non proprio al top e una veste grafica non così rinnovata rispetto ad un Call of Duty 3 (risalente a un anno fa), Medal of Honor: Airborne merita di essere giocato fino in fondo soprattutto se amate la storia della Seconda Guerra Mondiale.
Voto Recensione di Medal of Honor Airborne - Recensione
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