Maze Runner: La Rivelazione, Recensione dell'ultimo film della trilogia
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a cura di
YP
Due anni dopo l’uscita del secondo capitolo della trilogia di Maze Runner tratta dai romanzi di James Dashner, ecco che Wes Ball torna al cinema per raccontarci l’epilogo di quest’appassionante storia. Con Maze Runner: La Rivelzione tutti i nodi vengono al pettine mediante una pellicola più matura rispetto alle precedenti e capace di punture sulle giuste caratteristiche per fare presa sul pubblico. Ritroviamo i protagonisti più adulti e determinati più che mai a mettere fine al regno di terrore della “Cattivo”, la società che nel tentativo di trovare una cura al virus che ha decimato l’umanità tortura e sottopone alcuni poveri malcapitati a prove terribili e talvolta mortali. Dylan O’ Brien è Thomas, il protagonista, affiancato come al solito da altre figure di tutto rispetto quali Giancarlo Esposito, Kaya Scodelario, Thomas Brodie-Sangster e il villain, Aidan Gillen.
La Rivelazione è un blockbuster che attinge sapientemente dal passato della serie per creare così un’esperienza più completa, godibile e rifinita: al centro delle due ore e quindici minuti di durata complessiva (forse un po’ troppi, ma ci arriveremo) ci sono molte sequenze d’azione girate in modo dinamico e perfettamente riuscito, inserite in un’amalgama che si prende il suo tempo per approfondire praticamente ogni personaggio, regalando a ciascuno il proprio spazio. Differentemente da quanto visto nei due film precedenti, La Rivelazione affronta temi più introspettivi e li contestualizza in un mondo che ora è molto simile (sia nell’estetica che nell’immaginario) ad alcuni scenari già visti in pellicole cult come Blade Runner o Mad Max, ma anche ai celebri Hunger Games. Si lotta per la vita o la morte, e questa sensazione è percepibile nel corso di tutta la pellicola, che fa spesso leva sui doveri di Thomas che nonostante rifiuti il ruolo classico dell’eroe si troverà comunque a fare i conti con il destino.
Nonostante l’epilogo della serie Maze Runner sia dunque all’altezza delle aspettative e, assieme al primo capitolo, il migliore dell’intera trilogia, presenta comunque dei difetti principalmente strutturali che potrebbero far storcere il naso al pubblico. Da un lato l’eccessiva durata, giustificata dalla volontà di chiudere tutte le porte aperte ma che poteva comunque essere alleggerita nonostante le necessità narrative; dall’altra una sceneggiatura che cade nei soliti cliché del genere proponendo situazioni che dopo aver preso una piega inaspettata si risolvono in modo troppo facile e banale, oltre che poco credibile. L’ultima fatica di Wes Ball però merita comunque tutti gli elogi del caso, per via di una formula che a conti fatti funziona, impreziosita e aiutata da una storia che non può non intrigare, unita a valori produttivi inediti per la saga, segno che la volontà era quella di chiudere nel miglior modo possibile. Operazione che è senza dubbio riuscita.
Scende d’azione ben dirette
I personaggi salutano il pubblico nel miglior modo possibile
Il miglior epilogo possibile
Durata eccessiva
Sceneggiatura che in alcuni risvolti è troppo banale e semplificata
7
Maze Runner: La Rivelazione è un prodotto perfettamente in linea con i canoni dei blockbuster che non vogliono competere con i colossi del genere ma che hanno comunque voglia di dire la loro in un mercato non fa sconti a nessuno. Wes Ball punta forte sull’azione e sugli interpreti, portando a compimento una storia caratterizzata principalmente dai personaggi che, in quest’ultimo capitolo, danno tutti il meglio di loro.
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