È incredibile come i Double Fine e Tim Schafer siano riusciti in pochi anni a passare dall’amore incondizionato dei videogiocatori a un misto di odio e sospetto. Le motivazioni vanno cercate nella gestione non proprio brillantissima delle finanze da parte dello studio, specialmente grave se si considera che quasi tutti i loro progetti più recenti arrivano dal crowdfunding e, di conseguenza, direttamente dal supporto del loro pubblico. Il caso Broken Age, spezzato a metà nonostante un finanziamento nettamente superiore a quanto richiesto, fece già infuriare molti utenti, ma il culmine dell’odio lo si è visto dopo lo stop dei lavori su Spacebase DF-9. Quest’ultima opera, uscita praticamente incompleta a causa della solita incapacità della casa di gestire il denaro, ha letteralmente dato il colpo di grazia all’immagine di questi sviluppatori e li ha portati ad essere accolti con sfottò piuttosto cattivi su parecchi forum.
In mezzo a tutto sto casino c’è il buon Brad Muir. Game designer di indubbio talento, Brad tempo fa aveva conquistato tutti con un video molto divertente in cui proponeva ai giocatori di supportare lo sviluppo di Massive Chalice, un srpg con meccaniche innovative e legate alla progenie degli eroi utilizzati. Le basi erano semplici: un sovrano immortale, una minaccia incombente, e la necessità di proteggere il proprio regno creando casate di eroi di cui gestire invecchiamento, eventuali reliquie lasciate ai discendenti, e sviluppo di battaglia in battaglia. Aggiungete una visuale isometrica e un gameplay a turni molto tattico e avrete ottenuto la formula perfetta per convincere un bel po’ di nostalgici del genere e di amanti dell’inesplorato.
Dopo numerosi diari di sviluppo il gioco è finalmente giunto tra noi, e lo abbiamo testato a fondo approfittando anche della sua presenza gratuita su Xbox Live Gold. Il risultato? Vediamo.
In alto il calice
La trama di massive Chalice è scarna ma efficace. Voi siete, appunto, un sovrano immortale legato indissolubilmente a un calice magico. Il vostro compito è liberare il regno dalla Cadence, un misterioso e mostruoso nemico che avanza come un’infezione e ha già consumato gran parte del mondo. Il calice magico, peraltro, non è un bicchierino alla Santo Graal, bensì un oggetto enorme e dotato di due personalità in grado di comunicare direttamente con voi, oltre ad avere la capacità di eliminare il temibile pericolo che vi perseguita cancellandolo dalla faccia della terra. C’è solo un piccolissimissimo problema: ci vogliono secoli perché il calice carichi abbastanza potere magico da eliminare la Cadence in toto, e nel frattempo i mostri non se ne staranno buoni a guardarvi. Sta a voi quindi trovare eroi in sintonia con la mistica coppa e farli procreare, per assicurare al regno una longeva stirpe di difensori. Facile no?
Ecco, in realtà la gestione degli elementi del gioco Double Fine è realmente meno complicata del previsto. Muir e compagnia bella hanno puntato sull’intuitività, sfornando un titolo che parte con solo tre classi base, e offre inizialmente un numero limitato di edifici costruibili. Partirete con un bel gruppetto di condottieri, e a quel punto avrete a disposizione la possibilità di creare un crogiolo per allenarli, delle fortezze in cui sposarli e vederli figliare, e una gilda dei saggi dove mandarli in pensione per far diminuire i tempi di ogni ricerca e costruzione. Proprio il tempo è la cosa più importante in Massive Chalice, poiché gli scontri con la Cadence non si svolgono ad ogni passaggio di settimana, ma dopo anni e anni, e questo porta la propria squadra di personaggi a invecchiare molto rapidamente.
Se volete farvi un’idea precisa, un eroe sedicenne potrebbe partecipare sì e no a tre/quattro battaglie prima di crepare in pace nel suo letto a 72 anni per cause naturali, e di norma, se fortunato, salire di una manciata di livelli. Pochini per sviluppare a dovere uno skillset, eppure nel gioco di Double Fine le classi speciali non mancano, anche perché legate agli accoppiamenti decisi nelle varie fortezze costruite.
Per aggirare il problema dell’invecchiamento fin troppo spedito degli eroi, il titolo usa degli interessanti espedienti: i combattenti più forti possono venir inseriti nei succitati crogioli, dove il loro esempio porterà i nuovi arrivi ottenuti dalle famiglie, dall’adozione o dal semplice reclutamento a guadagnare esperienza di anno in anno anche senza combattere. I guerrieri più poderosi, inoltre, sono in grado di lasciare dei cimeli di famiglia ai membri della stessa famiglia, cimeli che ne potenziano nettamente le capacità. Il sistema, non bastasse, è molto più intuitivo della norma, perché tutto avviene con qualche scelta di consorte furba in base alla fertilità dei personaggi, e l’avanzamento ben si sposa all’esperienza ottenuta in battaglia, mentre le complessità sono tutte nascoste nelle caratteristiche passive degli eroi, che li portano a ottenere bonus o malus in battaglia e ad essere più o meno indicati per certe posizioni (eroi ricchi di malus sono utili nella gilda dei saggi più che a battagliare, mentre guerrieri freschi e pieni di pregi sono macchine da figli da sfruttare il più possibile).
Interessante, però non tutto risulta positivo e ben riuscito. L’attaccamento ai propri eroi, in effetti, per via di questo sistema non è particolarmente elevato, poiché quasi ogni pedina è sacrificabile e sono pochi i paladini in grado di divenire davvero indispensabili in battaglia. La casualità delle morti poi non aiuta, poiché potreste miracolosamente far arrivare a livello 10 un abilissimo alchimista poco prima dei 40 anni, e poi vederlo morire allo scoccare dei 42 senza un perché (ci sono dei malus passivi che portano certi eroi a morire prima, ma vi sono anche morti precoci a random). Tutto si riduce insomma a un tentativo costante di avere un nutrito gruppo di eroi a disposizione, evitando di farli crepare malamente in battaglia e cercando al contempo di assicurarsi che tutti i nuovi arrivi crescano a gran velocità con il supporto di armi, oggetti e armature potenziate ricercabili nel tempo. A livello gestionale non è molto di cui preoccuparsi, indipendentemente dal fatto che la jella può spesso mettere il giocatore in situazioni parecchio spiacevoli.
Un’epopea infinita solo all’apparenza
La struttura della campagna dal canto suo non migliora di molto la situazione. Sta tutto nella gestione del regno sopra descritta, con qualche battaglia a spezzare le decisioni del regnante. Le battaglie arrivano peraltro sempre a gruppi di due o più, e quelle non affrontate portano la contaminazione della Cadence ad aumentare, con l’obiettivo finale di raggiungere la carica massima del calice prima che il proprio regno venga del tutto consumato dal nemico.
Qualche evento inaspettato durante il rapido passaggio degli anni che divide gli scontri aggiunge varietà, ma non si tratta certo di trovate eccezionali o capaci di rimescolare la formula. Gli avvenimenti più interessanti, di solito, sono gli attacchi diretti alle fortezze, che vi vedranno combattere in compagnia dei reggenti un numero persino più elevato di mostri del solito.
Se perciò la formula adottata non sorprende, dovrebbe esser la battaglia a innalzare il prodotto, ma Massive Chalice ha qualche debolezza anche qui.
Il campo di battaglia è chiaro, con punti azione precisi a disposizione degli eroi, che variano anche in base alle caratteristiche e all’età, e una certa probabilità di colpire gli avversari legata alla loro precisione. Ad ogni turno si hanno a disposizione un’azione di movimento e una di attacco/uso oggetti, a patto di spostarsi entro un’area limitata e di non utilizzare il movimento massimo. Il posizionamento dei nemici e la composizione delle loro armate pare essere casuale, e con il passare degli anni questi si fanno sempre più pericolosi e agguerriti. La diversificazione degli antagonisti è notevole, e si va dai semi, scagnozzi scarsamente pericolosi, ai fastidiosissimi Errori, che attaccano dalla distanza facendo perdere punti esperienza, fino ai tremendi Twitcher, capaci di uccidere con una mazzata sola gli eroi più delicati, alle culle e ai fastidiosissimi Avvizzitori, che invecchiano gli eroi a ogni colpo.
Per affrontare tutte le bestiacce di cui la Cadence dispone bisogna sfruttare al meglio tattiche pensate attorno ai loro comportamenti e alle mappe procedurali di ogni zona, e non mancano i combattimenti esaltanti, tuttavia l’IA non proprio brillantissima, unita all’utilità fin troppo esagerata di certe abilità, rende il gameplay meno affinato strategicamente di quanto dovuto. In particolare, abbiamo notato che lo stealth di cacciatori e derivati è eccessivamente utile durante se si ottengono specifiche armature che nascondono i movimenti, e alcune classi, come i Paratronchi, vengono rapidamente surclassate dalle abilità dei loro ibridi o degli alchimisti nella prima metà del gioco, ben più flessibili ed efficaci a tutte le distanze. Siamo comunque davanti a un livello ottimo di varietà in battaglia e di skill legate alle varie classi disponibili, ma un po’ di bilanciamento e solidità in più li avremmo sinceramente apprezzati, anche perché le idee alla base del gioco sono davvero ricchissime di potenziale.
Non molto da dire infine per quanto riguarda il comparto tecnico. Volutamente minimal e piuttosto ispirato, non ci ha creato problemi di alcun tipo né ci ha stupito particolarmente. Ottime invece musiche e doppiaggio del calice, con quest’ultimo che funge da narratore “doppio” durante le vostre avventure.
Difficile invece valutare la longevità del gioco. La campagna principale non dura moltissimo, ma la presenza di difficoltà maggiori piuttosto impegnative e di tante possibili variazioni dovute alla vostra gestione del regno e degli eroi, potrebbe portarvi a giocare a Massive Chalice molto a lungo.
– Interessante e originale variazione degli srpg
– Buona varietà dei nemici e permadeath
– Ricco di idee brillanti
– Troppo semplicistico nell’elemento gestionale e nella struttura della campagna
– Qualche sbilanciamento negli scontri e nelle classi
– La casualità di molti fattori limita il planning e smorza l’attaccamento agli eroi
Alla fin fine, Massive Chalice ha mantenuto tutte le promesse fatte durante la sua campagna Kickstarter, rivelandosi un gdr strategico ricco di trovate interessanti e di spunti che varrebbe la pena recuperare in futuro. Nella sua forma attuale, però, il titolo di Double Fine è un po’ più semplice di quanto avremmo voluto, e la struttura della sua campagna, unita a qualche debolezza durante le battaglie, ci impedisce di premiarlo pienamente. Resta un bel gioco, che vi chiediamo di prendere in considerazione se amate il genere, ma avrebbe potuto stupire molto di più.