Recensione

Martina nella Fattoria

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a cura di Darkzibo

Vi starete domandando perché il gioco in questione riporti un titolo del genere che sembra quasi più appropriato per un libro per bambini che per un gioco su console portatile. In effetti la serie di Martina è proprio nata come libro per ragazzi circa cinquant’anni fa, e racconta le storie di una bambina alle prese con le faccende quotidiane in campagna. Può un libro di tal fattura avere una trasposizione nel mondo videoludico?

Faccende di tutti i giorniIl titolo, marcatamente dedicato ad un pubblico molto giovane, racconta la storia di Martina nella fattoria di zio Giulio e zia Lucia. Purtroppo quest’ultima è partita e lo zio è rimasto solo nello svolgere le mansioni quotidiane. Martina, da brava nipotina, si propone di aiutarlo insieme all’amico a quattro zampe Paffuto. Il mondo di Martina è verosimile, a parte per il fatto che gli animali sono in grado di interloquire. Il gioco si sviluppa in maniera molto semplice e la storia altro non è se non un pretesto per portare a termine mini-giochi di una banalità disarmante. Dovrete raccogliere le uova delle galline spostando la paglia con il pennino, richiamare gli animali con la vostra voce attraverso il microfono, spostare il cestino in entrambe le direzioni per non far cadere le uova e trovare balle di fieno. Tutto qui, non aspettatevi altro se non lo sblocco di qualche vestito extra per Martina o qualche ricetta culinaria da testare in una cucina reale. Gran parte del gioco è dedicata ai dialoghi tra la protagonista e gli altri personaggi. Mi spiace dirlo, ma questo titolo non può essere considerato un gioco ma, al massimo, un libro interattivo dove le immagini e i disegni (che noterete in tipico stile “libri per bambini” degli anni sessanta) prendono vita e sta a voi seguire la storia secondo i suggerimenti dati dal gioco. Sì perché, come se non fosse già troppo semplice, ecco correre in vostro aiuto pure il software stesso che vi dirà con quali personaggi parlare per ricevere le semplici missioni. Poco altro da dire se non che forse un titolo come Martina nella Fattoria non avrebbe ragione di vedere la luce per un pubblico adulto ma, nonostante ciò, acquista un certa valenza nel mondo dei bambini molto (ma molto) piccoli. A tal scopo, però, sarebbe stato meglio aiutare i bambini impiegando immagini animate e non statiche come sono effettivamente.Altro difetto: la longevità. Penso di non aver mai trovato un gioco più corto di questo visto che basta mezz’ora per completarlo. Non ci credete ? Provate per credere.

Sfogliare e sfogliareNoterete come inizialmente Martina nella Fattoria si presenti al meglio, ovvero con un filmato di buona qualità che sembra presagire ottime possibilità ludiche. Si svela pian piano la vera natura del titolo: le immagini dei protagonisti sono particolareggiate e ricordano molto da vicino quanto visto nei libri. Gli ambienti, sempre ben caratterizzati, sono composti da colori quasi pastello che lasciano intravedere un lavoro molto artigianale. Forse la modalità di presentazione del prodotto tramite questa scelta grafica è la parte meglio realizzata del gioco.Le musiche che accompagnano la breve avventura sono delicate e riescono ad accompagnarsi al meglio allo stile proposto dai programmatori. Non esiste un parlato (il che avrebbe portato il livello del titolo ad un livello superiore) che avrebbe facilitato la comprensione per gli utenti più piccoli.

– Un libro interattivo

– La grafica è piacevole

– Ai bambini più piccini piacerà

– Troppo breve

– Giocabilità insignificante

4.0

Risulta sempre difficile valutare un gioco del genere, perché di gioco non si tratta. Avrebbe potuto essere un libro interattivo per bambini molto piccoli e, in quel caso, godrebbe di tutto il nostro rispetto. Ma, visto che siamo chiamati ad una valutazione complessiva dal punto di vista strettamente ludico, tale giudizio non può che essere negativo. Missioni semplicissime, giocabilità inesistente e longevità ridicola fanno di Martina nella Fattoria un titolo da evitare. Se avessi la possibilità di dare un consiglio ai programmatori, direi loro di incentrare il proprio lavoro su di un’unica tipologia di software e non, come hanno fatto, su una commistione come questa capace di lasciare l’amaro in bocca a tutti.

Voto Recensione di Martina nella Fattoria - Recensione


4

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