Recensione

Martin Mystere: Operazione Dorian Gray

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a cura di Maxduro

Non è la prima volta, nella storia del videoludo, che personaggi del mondo del fumetto vengano reclutati quali protagonisti di video games più o meno ispirati. E’ già accaduto con DylanDog, Tex, Asterix, Spiderman e molti altri. In genere il risultato di questi “porting” da un mondo, quello cartaceo, all’altro, quello videoludico, ha sortito frutti non proprio apprezzabili anche a causa di logiche di mercato imperniate più sulla popolarità del personaggio in questione che sulla cura del gioco in sé. Fortunatamente, questo “Martin Mystere: operazione Dorian Gray (MMoDG da ora in poi) si discosta dai suoi predecessori offrendo un prodotto convincente non scevro, però, da una serie di piccole imperfezioni.

MMoDG è un’avventura grafica punta e clicca di vecchio stampo. Niente di nuovo, quindi, dal punto di vista della struttura di gioco. Il puntatore del mouse assume foggia di “croce” nel caso in cui dobbiate spostarvi da un punto all’altro dello schermo; similmente si tramuta in “manina” o “ingranaggio” allorché si possa interagire con qualche elemento del fondale ed infine diventa lente di ingrandimento per consentire di esaminare ciò che vi circonda. Funziona, senza fronzoli o sbavature, e questo è l’importante.

La storia in sé è abbastanza affascinante e, pur partendo da una avventura “bonelliana” cartacea del serafico esploratore, vi si discosta abbastanza da lasciare sorprese a sufficienza sia agli amanti della serie che coloro i quali abbiano semplicemente letto quella particolare avventura di Martin. Senza svelarvi nulla dell’affascinante trama, si può dire che tutto inizia nella stanza di Martin; il nostro eroe impigiamato e in pantofole deve innanzitutto trovare un modo per vestirsi e uscire di casa per recarsi sul luogo di un terribile e misterioso delitto. Inizialmente vi sembrerà di essere coinvolti in quello che appare un classico caso poliziesco ma, col passare delle ore di gioco, vi accorgerete di quanto sbagliata sia questa convinzione. Infatti, sarete presto imbrigliati in un’avventura alla Martin Mystere, attraverso la quale entrerete in contatto con le pratiche mistiche di una civiltà estinta. Da un punto di vista tecnico MMoDG è un gioco discreto. I fondali prerenderizzati (di Syberiana memoria) sono realizzati egregiamente anche se, talvolta, difettano di originalità e ispirazione. Anche Martin e compagni sono modellati in maniera decente, fermo restando, in alcune locazioni, quell’effetto posticcio che deriva dalla sovrapposizione di personaggi 3D su fondali bidimensionali. Considerando che il gioco ha avuto una gestazione lunghissima (circa 10 anni da quando il primo progetto su Martin ha preso vita) ci si poteva aspettare una cura maggiore. Lo stesso vale per tante piccole imperfezioni rilevabili ad un esame attento della produzione ma che, mi preme dire, non svalutano mai in maniera profonda l’esperienza di gioco. Solo per citarne alcune, si pensi che i pochi personaggi comprimari che si incontrano nel corso dell’avventura non sono dotati di “memoria degli eventi”. Questo implica che non sono mai “consci” di ciò che gli accade incontro, sciorinandovi la stessa sequenza di frasi ogni volta che parlate loro e non si adattano al contesto di gioco (ad esempio non essendo in grado di ricordare un incontro precedente con voi). Un’ulteriore imperfezione è, a mio avviso, il posizionamento da parte degli sviluppatori di troppi oggetti esaminabili ma inutili ai fini della risoluzione degli enigmi. Quando esaminate oggetti non rilevanti al proseguio dell’avventura, Martin sciorinerà commenti e battute non particolarmente sagaci o brillanti (coerentemente al personaggio, va detto); conseguentemente non c’è un vero incentivo nel soffermarsi ad esaminare e leggere minuziosamentele la descrizione di questi oggetti. In altre avventure classiche come Monkey Island, la gran copia di oggetti esaminabili per schermata è controbilanciata da uno humor onnipresente che invoglia a non lasciarsi sfuggire il minimo, insignificante dettaglio. Al contrario, Martin, nella maggior parte delle situazioni, si limiterà a dare una laconica descrizione dell’oggetto selezionato. Ancora, l’inventario del fido Martin non si svuoterà mai degli oggetti già utilizzati (a parte una singola occasione scriptata). Ciò costringe a portarsi dietro tonnellate di paccottiglia completamente inutile, rendendo laboriosa la consultazione dell’inventario stesso. Queste ultime particolarità sono, a mio avviso, volute dagli sviluppatori per rimpolpare in qualche modo la altrimenti eccessiva linearità del prodotto. Un’ulteriore scelta poco condivisibile, probabilmente ascrivibile a problemi di “budget”, è quella di introdurre il parlato solo per la descrizione di alcuni oggetti (in genere quelli indispensabili per proseguire) e per alcuni dialoghi. Questo spezza un po’ il ritmo acustico del titolo anche se si finisce per farci l’abitudine.

Il grado di difficoltà medio dell’avventura è sufficiente a tenere impegnati i neofiti e a divertire gli appassionati. Non è mai possibile restare bloccati ed in genere si ha sempre abbastanza chiaro ciò che si deve fare per proseguire. Per alcuni enigmi forse la caccia al “pixel” è stata un po’ esasperata ma armandosi di pazienza e attenzione si viene sempre a capo di tutti gli indizi. Da notare, infine, l’idea di consentire fin dall’inizio l’esame di tutti gli oggetti in tutte le locazioni, ma al contempo di inibirne l’asportazione a meno che tali oggetti non siano rilevanti in quel momento per la risoluzione di un enigma. Ad esempio, nello studio di Martin, ci sono documenti e libri che potrete esaminare fin dall’inizio e ai quali Martin degnerà, ad un primo esame, di poca attenzione, come se fossero oggetti di contorno (e lo sono in questa fase). Successivamente, quando questi oggetti si renderanno necessari per la risoluzione di un enigma, potrete tornare a raccoglierli e utilizzarli.

– Buona calibrazione degli enigmi

– Buon impianto grafico

– Scarsa rigiocabilità

– Prodotto non rifinito al punto giusto

7.5

Concludendo, Martin Mystere: operazione Dorian Gray si è rivelato una gradevole sorpresa di Artematica. Un’interfaccia di gioco sobria unitamente ad una difficoltà ben calibrata ed una grafica piacevole costituiscono gli ingredienti di un’avventura punta&clicca di impostazione classica decisamente interessante. Certo MMoDG non può competere con la magnificenza estetica di “Syberia” né col piglio linguistico dei vari “Monkey Island” ed una volta finito non ci sarà motivo alcuno per rigiocarlo, tuttavia, rappresenta una produzione italiana da tenere in considerazione.

Voto Recensione di Martin Mystere: Operazione Dorian Gray - Recensione


7.5

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