Regalando anche a Wii U una versione assolutamente godibile di quel capolavoro che risponde al nome di Breath of the Wild, Nintendo ha mantenuto le promesse fatte alla sua utenza, che temeva, visto l’asfittico 2016 cui è andata incontro l’ormai ex ammiraglia, che anche 3DS sarebbe stato abbandonato in concomitanza con il lancio di Switch.
Dalle parti di Kyoto hanno fatto invece sapere che per tutto il 2017 (e noi crediamo anche per buona parte del 2018) la piccola a due schermi non sarà abbandonata, e anzi uscirà pian piano di scena con il botto.
Mario Sports Superstars è il primo tassello di questa strategia, e porta cinque diverse discipline a tutti gli amanti degli sport made in Nintendo.
Imbracciate racchette e mazze da baseball, le gare stanno per cominciare.
Una ad una
In un prodotto in cui si concentrano cinque stili di gameplay differenti, con rispettivi sistemi di controllo e modalità di gioco, non possiamo che adottare un sistema analitico, occupandoci, ad uno ad uno, degli sport proposti e delle loro dinamiche.
Nel paese del dio pallone non potevamo che iniziare con il calcio, che è il primo sport su cui ci siamo fiondati, forse anche perché, a differenza di alcune delle altre discipline, un titolo Nintendo dedicato al football non lo si vede da diversi anni.
Il gameplay alla base di questa disciplina, sulle prime, ci ha sorpreso: le somiglianze con gli episodi a tema calcistico usciti su GameCube prima e Wii poi sono evidenti, eppure non mancano le piccole aggiunte e i raffinamenti, come passaggi filtranti e addirittura finte di corpo.
I primi non corrispondono ad un tasto specifico come in un Fifa qualsiasi, ma se si vede un compagno andare nello spazio e si dosano forza e direzione del passaggio con attenzione, il risultato è che la palla va in profondità e libera il compagno al tiro: non male per un titolo dichiaratamente arcade, in cui la doppia pressione ravvicinata del tasto A scatena super colpi che nemmeno nelle migliori puntate di Holly e Benji.
Bene anche i portieri, credibili tanto nelle parate miracolose quanto negli svarioni, mentre abbiamo riscontrato qualche problema nel cambio giocatore quando non in possesso di palla: sebbene sia possibile agire manualmente tramite la pressione del dorsale destro, quando, nella frenesia dei match, si spera che sia l’intelligenza artificiale a gestire efficacemente la cosa, le cose spesso non vanno come desiderato.
Questo apre spesso delle prateria dinanzi agli attaccanti avversari, anche se questi (quantomeno al secondo dei tre livelli di difficoltà inizialmente selezionabili) non sempre hanno la rapacità e la cattiveria sotto porta per approfittarne.
Si ha comunque l’impressione di uno sport ben realizzato e scalabile, che, un po’ come tutta la produzione (a eccezione, forse, di baseball e golf), si adatta bene tanto ai neofiti quanto ai veterani degli sportivi marieschi.
In seconda battuta (e perdonateci il gioco di parole) siamo passati al baseball, novità del lotto insieme all’equitazione: qui il tutorial obbligatorio, che per altri sport ci aveva annoiato, si è rivelato invece fondamentale, non solo per una veloce ripassata delle regole base (frequentiamo questo sport molto meno di calcio e tennis, perdonateci), ma anche per impratichirsi con meccaniche di gioco inaspettatamente complesse e quantomai vicine alla simulazione, fatte le debite proporzioni.
Nei panni del lanciatore, la scelta del tiro tra sei o sette differenti tipi di lancio non è né banale né ininfluente, vista la bravura dei battitori avversari e l’effetto che realmente prende la palla se si riesce ad inquadrare la giusta porzione con un certo tempismo: se non avete mai giocato a baseball nella vita reale, questo ruolo richiederà, più di quello del battitore, pratica e pazienza, ma garantirà anche belle soddisfazioni una volta padroneggiato.
Le cose nei panni del battitore sono più semplificate (ma non troppo), visto che tempismo ed un buon colpo d’occhio in genere sono sufficienti quantomeno per colpire la palla, anche se poi inanellare home run è tutta un’altra storia.
Sicuramente lo sport più profondo e complicato, il baseball viene però frenato dall’esorbitante lentezza dei compagni di squadra, necessariamente gestiti dalla CPU in single player, nel recuperare la palla: anche colpi di scarsa potenza impiegano diversi secondi ad essere intercettati e altrettanti affinché la palla giunga ai basisti, dando quasi sempre il tempo all’avversario di conquistare basi a nostro discapito.
Dell’intero pacchetto, il baseball è l’unico sport per il quale consigliamo di iniziare a livello dilettante, così da non trovare troppo duro l’approccio iniziale.
Racchette, cavalli golosi, mazze da golf
Non siamo rimasti particolarmente colpiti dal tennis, parente stretto di quel Mario Tennis Open che non seppe scaldare i cuori qualche anno or sono, sempre su 3DS: nonostante una discreta varietà di colpi e un gameplay che premia il posizionamento e la pressione prolungata di un tasto per dare più forza ai passanti, la sensazione predominante è che il fattore randomico sia troppo preponderante, con i “colpi fortunati” che, senza alcun preavviso e senza dover premere chissà quale combinazione di tasti, possono decidere anche scambi prolungati.
A differenza di entrambe le discipline succitate, il tennis dimostra molta meno aderenza allo sport da cui prende spunto, risultando più vicino ad una controparte moderna di Pong che non ad uno sportivo, sebbene all’acqua di rose: chi ama la disciplina apprezzerà la possibilità di organizzare anche dei doppi con un bot gestito dall’intelligenza artificiale, ma, a conti fatti, parliamo della disciplina probabilmente meno riuscita del lotto.
L’equitazione si è rivelata una sorpresa positiva, sebbene, anche qui, la profondità dell’esperienza non sia incredibile: innanzitutto essa è gestita in due parti, quella di preparazione alla gara e la gara stessa.
Nella prima, è possibile, dopo aver scelto la propria cavalcatura tra uno sparuto gruppetto, dedicare ad essa le cure e il tempo necessari per aumentare il suo morale e il suo legame con il giocatore, e, di conseguenza, le sue performance in gara.
In sé, l’idea sarebbe anche molto buona, visto che aggiunge un sottile strato strategico al tutto, ma poi, nei fatti, spazzolare il proprio animale e condurlo in giro per il ranch in noiosissime passeggiate piacerà solamente ai fan più oltranzisti dei vari Nintendogs.
Una volta ai cancelli di gara, invece, il gameplay dimostra di reggere il passo con i titoli più riusciti di questa collezione: un tasto per saltare, che se premuto due volte consente anche al fantino di fare un balzo, uno per gestire delle piccole accelerazioni, che prosciugano una barra che si ricarica lentamente, ed uno per attivare un potente boost dopo aver raccolto un numero sufficiente di stelline sul campo.
Ciò che ne viene fuori è un clone semplificato dei primi Mario Kart, il che rappresenta un complimento non da poco per un minigioco incluso in una compilation: se saprete padroneggiare il mucchione di concorrenti, visto che rimanere tra gli altri cavalli ricarica l’energia a cui attingere per scattare, potrete far vostra la vittoria.
Come per il tennis, ma con risultati qualitativi fortunatamente molto differenti, il golf riprende in toto quanto visto in Mario Golf World Tour, il migliore titolo di golf disponibile per 3DS nonché uno degli sportivi più divertenti tra quelli che coinvolgono gli abitanti del regno dei funghi.
Ritornano identiche le meccaniche di tiro, l’HUD a schermo, la possibilità di dare effetti diversi ai colpi tramite il tocco sullo schermo inferiore: più di ogni altro sport presente in Mario Sports Superstars, il golf raggiunge il perfetto bilanciamento tra il puro divertimento arcade e la simulazione più rigorosa, premiando i giocatori che terranno conto di variabili come il vento e la presenza di bunker o ostacoli naturali, piuttosto che quelli che si limiteranno a premere due volte uno dei frontali per tirare a casaccio.
Anche in questo caso, piccole ma decisive scelte strategiche arricchiscono le dinamiche di gioco: giocarsi al momento giusto i tiri a potenza maggiorata, magari per contrastare il vento o accorciare le distanze nelle buche più ampie, o cambiare manualmente la mazza per tentare un approccio diverso (magari più rischioso) di quello suggerito dal gioco possono rivelarsi assi nella manica da non sottovalutare.
Entrano le carte amiibo, esce il download play
A livello tecnico, l’origine delle diverse discipline viene prepotentemente fuori, con il riutilizzo massiccio di asset presi dai titoli di riferimento e riadattati alla risoluzione delle console della famiglia 3DS.
Quantomeno il team di sviluppo ha svolto un buon lavoro nell’uniformare il character design e i personaggi tra le diverse discipline, le quali, provenendo da titoli di console diverse (in alcuni casi anche di generazioni diverse), avrebbero potuto altrimenti cozzare l’una con l’altra.
Non abbiamo riscontrato problemi degni di essere segnalati: il framerate si mantiene stabile, il codice è privo di bug e, a parte il volume del master stranamente troppo basso, che ci ha costretto ad alzare al massimo il volume del nostro new Nintendo 3DS, non abbiamo molto di cui lamentarci.
Il multiplayer, altro punto forte del prodotto, consente di giocare in due a baseball, in sei alle corse dei cavalli e in quattro a tutte e tre le altre discipline, sia online sia in locale con altri amici.
Sfortunatamente, Nintendo ha scelto di cassare il supporto alla modalità download play, apprezzata in tantissime altre circostanze: per godere del caos e del divertimento che derivano dalle partite con amici, quindi, è necessario che ognuno sia dotato della propria copia del gioco.
In compenso, ci è piaciuta molto l’implementazione delle carte amiibo: tutte le statuine fin qui uscite sono compatibili con il gioco (noi ne abbiamo provate una decina, provenienti da varie collezioni differenti), e, oltre al rilascio di una nuova linea di carte dedicate, sarà possibile acquistare le loro controparti virtuali dal negozio in-game, spendendo le monete guadagnate semplicemente giocando.
Il sistema funziona bene, premia i giocatori più assidui e, con un pizzico di fortuna nell’apertura delle bustine, garantisce loro le versioni Superstar dei personaggi, potenziate nelle caratteristiche base e spesso decisive nei match giocati ai livelli di difficoltà più alti.
Quando si tratta di carte da gioco, si sa, la grande N è maestra: in ogni confezione del titolo al lancio, sarà contenuta una figurina cartacea casuale, così da far scoccare la scintilla del collezionismo a coloro che non sono insensibili al suo richiamo.
– Buona offerta ludica
– Arcade, ma non senza qualche guizzo simulativo
– Ancora meglio con amici
– Bene il calcio, il golf, l’equitazione…
– A parte l’equitazione, c’è poco di nuovo
– Niente download play
– …ma il tennis continua a non convincere
Nonostante il massiccio riciclo di contenuti presi da altri prodotti Nintendo e la colpevole mancanza del supporto per l’opzione download play, che avrebbe consentito di godere del titolo in maniera più capillare, Mario Sports Superstars rimane un prodotto ben confezionato, divertente, che propone una buona quantità di contenuti, tanto per il single player quanto per il multi.
L’equitazione, unica disciplina davvero inedita, ci ha sorpreso per la sua godibilità e anche le altre, tra qualche alto (calcio, golf) e qualche basso (tennis, in parte il baseball) riservano ore di divertimento, soprattutto se si intende condividerle con altri utenti.
L’ampia compatibilità amiibo e le figurine (fisiche e virtuali) faranno sicuramente la felicità dei possessori di 3DS con un debole per il collezionismo.