Recensione

Marc Ecko's Getting Up : Contents Under Pressure

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a cura di Darkzibo

Dopo numerosi rimandi, ecco giungere su quasi tutte le console un gioco ispirato a quel mondo di graffitari di cui Marc Ecko faceva parte prima di diventare il milionario che è ora. Certo, il ricercare sempre nuove fonti di guadagno fa parte della legge del mercato, e il buon Ecko (sì proprio quello della Ecko’s Unlimited) si è lanciato nel mondo dei videogiochi, grazie a The Collective, con un’avventura che dovrebbe ripercorrere la carriera di un graffittaro di nome Trane. Nuovo esperimento ludico o più semplicemente un’operazione commerciale? Vediamo come si struttura questo Marc Ecko’s Getting Up : Contents Under Pressure.

Una città senza libertàLa storia, tanto banale quanto superflua, racconta di Trane, un ragazzo che vive in una città futuristica come New Radium City, dove ogni forma di espressione libera è stata bandita dalla dittatura di turno. Il compito del protagonista sarà quello di esprimersi graffitando i muri della città e facendo sentire così la sua voce sia alla polizia che ai componenti delle bande rivali. L’agile Trane si ergerà come difensore della libertà, così come fece suo padre prima di lui. Per sfuggire ai suoi numerosi inseguitori, dovrà essere più furbo di loro, ricorrendo alle proprie abilità acrobatiche. Getting Up propone diversi stili di gameplay: dal semplice picchiaduro all’avventura platform in stile Tomb Raider a una sorta di Jet set Radio per quanto riguarda la creazione dei graffiti. Voi direte che questo miscuglio ludico potrebbe far ben prevedere un successo, data anche la forte componente hip hop che ora come ora pervade la nostra cultura. Tutto questo, unito, potrebbe apparire una buona idea se supportato però dalla realizzazione. Ebbene, cominciamo con la sezione picchiaduro: il sistema per menare soldati del regime e i componenti delle bande rivali si avvale della possibilità di eseguire qualche combo, talmente facile da essere appreso anche dai meno avvezzi a questo genere. Purtroppo i primi problemi si riscontrano a livello pratico: gli impatti tra i calci e pugni di Trane e i nemici risultano molto approssimativi, tant’è che a volte vi ritroverete un personaggio che continuerà a fare la sua combo nonostante il nemico se ne sia andato dal nostro raggio d’azione. Un punto a vantaggio del titolo è la possibilità di raccogliere oggetti da spaccare contro coloro che vi si opporranno di fronte. Una magra consolazione.La sezione platform 3d è forse la migliore delle tre dato che è realizzata in maniera semplice e immediata, capace di conquistare anche coloro che non hanno mai apprezzato le avventure in stile Lara Croft. Purtroppo, alla lunga potrebbe stancare, dato che non tutta quella libertà che vuol far credere ci sia è effettivamente presente. Per quanto riguarda la rappresentazione dei graffiti, avrete la possibilità di scegliere, prima di intraprendere una missione, gli strumenti del mestiere: dalle bombolette ai rulli, tutto sarà a vostra disposizione per rendere giustizia ai grigi muri metropolitani. Al momento della creazione di un graffito, vi si apriranno diverse opportunità riguardo allo stile e alle misure della vostra opera che in seguito dovrà essere colorata. Temendo di far cadere il giocatore nella trappola della frustrazione, a voi starà il solo compito di scegliere il colore e di riempire con precisione (troppo tempo di sosta con uno sprite sullo stesso punto potrebbe generare gocce). Dovrete muovere il braccio dell’artista con l’analogico sinistro e spesso vi succederà di eccedere con il colore in alcuni punti per la poca precisione nei comandi. Un particolare comunque irrilevante, visto che alla fine le valutazioni in punti che verranno date al vostro murales saranno alquanto generose. A ben vedere, la possibilità di imbrattare i muri non sarebbe male, ma manca di vera libertà visto che molte missioni vi incanaleranno sui soliti muri: se da un lato sarebbe stato troppo chiedere una libertà assoluta come quella di creare un proprio disegno, almeno era auspicabile imbrattare ovunque si desiderasse. Inizialmente potrebbe anche sembrare divertente e innovativo colorare i graffiti predefiniti, ma, dopo le prime volte, la sensazione di stare di fronte a un libro da colorare per bambini si farà sentire. Purtoppo il difetto dell’ approssimazione pervade il titolo, quasi che i programmatori volessero unire diversi generi, facendone però assaggiare un piccolo boccone per ciascun rappresentante. Vero è, in ogni caso, che alcuni tocchi di classe, come l’i-pod programmabile per ascoltare la propria colonna sonora, sono una piacevole sorpresa.

Strani effettiVisivamente, Marc Ecko’s Getting Up : Contents Under Pressure si presenta discretamente, almeno per quanto riguarda le ambientazioni e il protagonista. La città è ben realizzata, con edifici dei quali potrete raggiungere la cima per osservare dall’alto la bellezza urbana. Le strutture sono ben realizzate, seguendo un’urbanistica reale e per nulla lasciata al caso, visto che sarà funzionale per proseguire nel gioco. Purtroppo questa buona caratteristica è tarpata da un’ingessatura dettata dal motore di gioco che non permette un free roaming come accade in un GTA. Per quanto riguarda Trane, si può dire che sia ben caratterizzato, con espressioni facciali realistiche, dotate di buone textures. Forse le movenze potevano essere più elaborate, ma anche così come sono possono essere apprezzate soprattutto nelle evoluzioni acrobatiche. Il protagonista potrà vestire anche in diverse maniere, riprendendo abiti direttamente dalle collezioni della Ecko’s Untitled. La nota dolente è rappresentata dai nemici: si somigliano quasi tutti e sono composti da pochi poligoni, rendendo evidente il divario con la realizzazione di Trane. Un’ulteriore pecca, anzi, se vogliamo, un grave errore, sta nel fatto che in tutti i livelli noterete molti bugs e poligoni che sfarfallano qua e là. Peccato anche per la scarsa i.a. che i nemici dimostrano in diverse occasioni. La telecamera a volte vi farà letteralmente saltare i nervi, impedendovi di inquadrare al meglio l’azione, con la sensazione che, a volte, il vostro nemico scompaia per poi riapparire proprio nell’unico punto che la telecamera non ha inquadrato. Una menzione a parte la meritano i graffiti, davvero credibili e adornati con colori sfavillanti. Pur rimanendo predefiniti, sono vari e comprendono molti caratteri, anche se va detto che spezzettare l’azione di gioco con la realizzazione di queste opere murarie forse non è stata la scelta più azzeccata.

Hip hop e hop hipIl comparto sonoro può essere diviso in due parti, una buona e una cattiva. Nella prima metteremo la colonna sonora composta da moltissimi brani hip hop e di ottima presa uditiva con canzoni di Rakim e Mobb Deep, tanto per citarne due. Anche gli effetti rendono bene l’idea di quello che devono rappresentare. Nella seconda parte citiamo il doppiaggio italiano, realizzato discretamente durante le sequenze filmate, ma decisamente male durante il gioco. Spesso verrete colti di sorpresa nel sentire frasi senza senso in situazioni che non c’entrano nulla (capita che il protagonista dica ‘ecco’ o cose del genere senza buoni motivi).

Gli amici di Marc EckoAll’interno del gioco, con grande appagamento per i fans del mondo graffittaro (c’è nessuno?), saranno presenti personaggi prestigiosi con le loro opere come Cope 2, FUTURA, OBEY: Shepard Fairey, Seen, Smith e T-kid. Essi non solo faranno comparsate, ma vestiranno i panni di veri magistri della bomboletta che insegneranno al protagonista le tecniche di disegno e che permetteranno di ampliare il book (la sezione in cui si selezionano gli strumenti da impiegare durante una missione) con nuovi strumenti. Nonstante la presenza di un multiplayer scabroso, la longevità di Getting Up resta elevata sia per il numero di missioni che per quello delle sotto – missioni, nella fattispecie lo stare a disegnare i graffiti. Putroppo la giocabilità, a parte nelle sezioni piattaforma, risente di comandi non sempre precisi che potrebbero dare noia non in poche occasioni.

– Potete colorare la città

– Colonna sonora hip hop

– Bei graffiti

– Città ben ricostruita

– Giocabilità realizzata male

– Diversi errori grafici

– Impatti orrendi

– Doppiaggio scadente

7.0

Come ben si può evincere, Marc Ecko’s Getting Up: Contents Under Pressure non mantiene le promesse né giustifica i diversi rimandi che ha subito. Purtroppo la commistione di più generi, seppure frutto di una buona idea, non sortisce l’effetto sperato, relegando il titolo in un limbo ludico capace di rendere indifferenti e di passare inosservato alla maggior parte dei giocatori. Il compito di un graffittaro che deve esprimersi liberamente entra in netto contrasto con l’impianto presentato dal gioco di Marc Ecko. Una sola parola potrebbe riassumere la natura del gioco: approssimazione. Alcune cose, magari marginali, sono state approfondite mentre altre (basti pensare agli impatti) più importanti sono state lasciate al caso. Consiglio questo titolo solo per l’ottima colonna sonora e se volete provare qualcosa che sa di nuovo, lasciando però intravedere sotto “questa maschera” qualcosa di poco convincente. Pensateci bene prima di prenderlo, anche perché a breve usciranno titoli che relegheranno questo gioco in secondo piano. Provaci ancora, Marc!

Voto Recensione di Marc Ecko's Getting Up : Contents Under Pressure - Recensione


7

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