Recensione

Manhunt 2

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a cura di Star Platinum

Quando si nomina Manhunt 2 è impossibile non considerare l’intricata vicenda che per diverso tempo ha tenuto con il fiato sospeso tutti i possessori di Wii, fino al triste epilogo che ne ha decretato la cancellazione per il mercato europeo. In fondo, pur facendo un passo indietro con la memoria, erano anni che non capitava di assistere a tanti dibattiti così contrastanti tra loro. Risulta quindi impossibile non soffermarsi a riflettere verso l’elevato grado di resistenza culturale nei confronti di un videogame, sicuramente violento e non adatto alla massa, che riteniamo solo parzialmente comprensibile e giustificato dal punto di vista sociale, ma assolutamente inaccettabile in quanto strumento di censura in totale. Probabilmente una minima forma di “controllo” da parte degli sviluppatori nella realizzazione di un titolo del genere per Wii, avrebbe sicuramente rappresentato un piccolo passo indietro rispetto al primo episodio ma anche molti pregi nell’ottica di una pubblicazione sicuramente più indolore. Perché se è vero che un prodotto videoludico, visto come strumento d’intrattenimento alla pari di un film o di un libro, non può e non dovrebbe mai essere considerato come portatore di problemi reali e sociali, allora le sensazioni e le atmosfere che questo è in grado di trasmettere dovrebbero rappresentare un’esperienza essenziale del piacere di giocare, quindi senza proseguire in analisi comportamentali dal dubbio valore d’utilità. Da un lato, infatti, Manhunt 2 può essere visto come una sorta di trionfo della violenza videoludica pura e fine a sè stessa, divenendo quindi un gioco destinato a pochi eletti, in grado di apprezzarlo con il giusto distacco. Dall’altro, però, se è pur vero che in esso c’era qualcosa di assolutamente non adatto al pubblico europeo (italiano in primis), dovremmo assistere quotidianamente ad una lunga serie di crociate nei confronti di immagini, parole e gesti, la cui pericolosità forse è talmente dentro il nostro modo di vivere da non essere più un pericolo. Sempre ammesso che la vera violenza non sia già negli occhi di chi guarda, prima ancora che in ciò che si osserva.

L’importante è sopravvivereAvviando il gioco per la prima volta vi renderete subito conto, ancor più se avevate avuto modo di giocare al primo episodio, di quanto interessante e misteriosa sia la trama attorno a cui si snoda la vicenda. Attraverso una breve introduzione farete conoscenza con il vostro alter ego virtuale, tale Daniel Lamb, in apparenza un normale scienziato che però svolgeva segrete e pericolose ricerche volte alla realizzazione di armi attraverso l’utilizzo di alcune droghe. Qualcosa però sembrerebbe essere andato storto nella sua vita, in quanto, senza un apparente motivo, viene rinchiuso non certo in un hotel di lusso, ma nel peggiore degli ospedali psichiatrici in circolazione, che stranamente risulta essere anche la prima fonte di cavie umane per gli esperimenti cui lui stesso aveva collaborato. Una situazione sicuramente poco rassicurante, ne converrete, ma prima che possiate rendervene conto un’inaspettata occasione per fuggire vi si prospetterà all’orizzonte. Non pensate che sia tutto così facile però, in quanto nessuno vorrà lasciarvi andare via senza pretendere in cambio… la vostra vita. Uno dei punti di forza del gioco, oltre alle atmosfere di cui parleremo in seguito, è sicuramente costituito dall’ottimo gameplay che, seppur non presentando nulla di veramente originale, rispetto ai classici giochi d’azione, riesce a risultare immediatamente convincente, soprattutto grazie alle numerose mosse che avrete a vostra disposizione e che vi permetteranno di realizzare tutta una serie di attacchi non soltanto grazie ad armi di vario tipo, ma interagendo in modo intuitivo con l’ambiente circostante e con i pericoli che vi si presenteranno diventando ostacoli o luoghi per imboscate, in base alla situazione in cui vi troverete.

Caccia all’uomoNonostante l’unico modo per liberarvi dai nemici consisterà nell’eliminarli prima che loro lo facciano con voi, soprattutto nelle fasi iniziali non avrete molto da stare allegri, in quanto l’ambiente circostante è popolato da un nutrito genere di psicopatici e assassini della peggior specie, che non solo non vedono l’ora di giocare al macellaio con voi, ma sono quasi tutti ben armati, grossi e cattivi. Per riuscire a proseguire quel tanto che basta per ottenere almeno una prima arma di difesa dovrete procedere utilizzando più il cervello che i muscoli. Il vostro personaggio è infatti in grado di eseguire numerose azioni che gli permetteranno di passare inosservato o quasi anche nelle situazioni di maggiore pericolo, consentendogli di nascondersi, sbirciare oltre un muro, arrampicarsi e molto altro ancora. Inutile dire che in vostro aiuto accorrerà un sistema di controllo decisamente ben studiato e in grado di rispondere ai vostri comandi in maniera ottimale, che sfrutterà Nunchuk e Wii Remote in maniera simile a quanto accadeva nel gioco de Il Padrino, ma con l’aggiunta di differenti e numerose abilità aggiuntive. Le uccisioni possono avvenire non soltanto per via di armi convenzionali, ma attraverso tutto ciò di più doloroso che riuscirete a trovare nel vostro cammino, quali siringhe, martelli da fabbro, asce, seghe circolari e altri “giocattoli” che produrranno danni e scene di morte differenti in base a tre tipologie ben distinte di attacco. Se deciderete di ingaggiare subito un duello (morte rapida) l’esecuzione sarà infatti quasi senza effetti collaterali, ma attendendo con nervi saldi il momento migliore per colpire otterrete effetti più crudi (morte violenta) o addirittura dalle tinte splatter (morte sanguinosa) per quei temerari che rischieranno avvicinandosi al pericolo incuranti di ciò che potrebbe causare un solo colpo non andato a segno. Il tutto ovviamente si traduce con una vera festa di violenza assolutamente gratuita, ma decisamente gratificante, specialmente dopo che avrete trascorso i primi minuti di gioco disarmati, in agitazione e timorosi ad ogni minima ombra o rumore che proverrà verso di voi. Diverrete quindi da vittima carnefice, seppur per necessità di sopravvivenza.

Talmente bello da fare pauraSe dal punto del punto di vista del concept il gioco appare molto divertente, impegnativo e ben strutturato, bisogna segnalare che il livello di difficoltà in alcune occasioni è sembrato un po’ ostico, soprattutto quando è necessario nascondersi e le possibilità di trovare riparo appaiono scarse. In compenso l’intelligenza artificiale dei nemici è stata implementata in modo ottimo e non basteranno piccoli trucchi per sbarazzarvi dei vostri inseguitori, ma dovrete sfruttare tutto quanto a vostra disposizione per farcela. Per quel che riguarda la realizzazione tecnica il risultato è sostanzialmente molto positivo. Nonostante il gioco non sfrutti pienamente l’architettura hardware del Wii, sia le ambientazioni che le realizzazioni poligonali dei personaggi appaiono di pregevole fattura, con dimensioni e animazioni di buon livello. Le texture, e soprattutto gli effetti di luce, riescono a convincere pienamente trasmettendovi tensione e quel senso di angoscia tipico dei migliori esponenti del genere, anche grazie ad una telecamera funzionale ed adatta allo scopo. Stessa cosa dicasi per il sonoro, da ascoltare ad alto volume e ricco di scricchiolii, urla e musiche degne dei più agghiaccianti film horror. Purtroppo gli sviluppatori non hanno pensato a nessuna modalità multiplayer e questo è un peccato considerando che la longevità non è elevatissima e che una volta completato il gioco difficilmente lo riprenderete nel giro di breve tempo. Difetti comunque minori per un titolo sicuramente più che positivo e violento a livelli inauditi, che non mancherà di appassionare quei pochi fortunati in grado di giocarlo. Peccato veramente per la censura, più che mai indigesta e che priva i possessori europei di Wii di un bel prodotto.

– Atmosfera molto coinvolgente

– Violenza allo stato puro

– Effetti sonori eccellenti

– Non adatto a tutti

– Manca una modalità multiplayer

– In alcuni casi può risultare frustrante

7.0

Manhunt 2 passerà alla storia come primo gioco Wii ad essere stato censurato. Ma non solo. Ci troviamo infatti di fronte ad un degno seguito di una saga che potrebbe presto arricchirsi di un terzo esponente, speriamo più accessibile per tutti. Per adesso il risultato è un titolo da affrontare con maturità, intriso di violenza ma che non disdegna fasi stealth ed, anzi, le esalta inserendole in un contesto armonioso e coinvolgente. Una realizzazione tecnica soddisfacente, ma soprattutto una giocabilità a tratti perfetta rendono il gioco molto divertente, grazie anche alle ben sfruttate caratteristiche del controller, che regalano un’esperienza unica e da provare. Resta il rammarico per la non pubblicazione in Europa, ma anche la certezza di un prodotto qualitativamente in grado di distinguersi e imporsi nel panorama videoludico attuale senza timore, se non da parte di qualche ben pensante che evidentemente deve averlo trovato troppo pericoloso… Andrà meglio la prossima volta.

Voto Recensione di Manhunt 2 - Recensione


7

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