Recensione

Mace Griffin Bounty Hunter

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a cura di Ryuken

Eccomi qua, sono tornato! Vi chiederete chi sono, eh? Ma come, non vi ricordate? Sono praticamente nato (come redattore, ovviamente) sulle pagine dello Spaziogames Network circa due o tre anni fa: sono Ryuken! Sono ritornato e purtroppo dovrete ricominciare a sorbirvi i miei articoli… mi spiace.Bando alle ciance e veniamo subito all’oggetto dell’articolo: Mace Griffin Bounty Hunter. Ammetto subito che non conosco assolutamente la saga in questione, ma attendibili voci di corridoio mi dicono che predecessori della serie hanno fatto buona figura tempo fa su PC; mi limiterò per questo ad analizzare ciò che ho per le mani: uno sparatutto in prima persona che ha tutti i numeri per fare buona figura anche alla corte dei fraggatori più incalliti!

La trama: un copione già scrittoMi pare che i giochi d’azione in genere (sparatutto compresi) soffrano da tempo della sindrome da picchiaduro, quella malattia per la quale le vicende che fanno da sfondo all’avventura sono del tutto irrilevanti o poco coinvolgenti al fine dell’immedesimazione totale del videogamer. Nulla di male, ormai si sa che questo è il prezzo da pagare per taluni prodotti: non possiamo nemmeno realisticamente pretendere che i poveri programmatori tirino fuori, dopo trent’anni di storia del videogioco, sempre delle trame originali per generi di questo tipo. Quindi quale volete che sia l’ambientazione più coinvolgente per uno sparatutto di stampo fantascientifico? Naturalmente lo spazio! Tutto questo preambolo per dirvi che nei panni di un ranger dovrete affrontare, a suon di mitragliate e fucilate al plasma, personaggi alieni poco amichevoli. Le vicende hanno luogo nel sistema solare Vagner colonizzato, oltre che dalla specie umana, anche da diverse altre razze aliene. Il nostro Mace, da bravo ranger, è spedito con i suoi compagni in missione su di un’astronave che pare essere stata attaccata dai classici pirati stellari. I nostri ragazzi pensano che la cosa sia risolvibile in un lampo, ma presto avranno una brutta sorpresa: in un batter d’occhio i compagni di Griffin sono maciullati per benino, costringendo il nostro eroe alla classica missione impossibile: uno contro tutti!

Sistema di giocoBuonty Hunter si presenta in stampo classico: un fps in prima persona caratterizzato dalla frenesia d’azione a discapito del ragionamento e degli enigmi, ma non per questo semplice, tutt’altro. La struttura di gioco è stata creata per porre enfasi soprattutto sui combattimenti e sull’IA dei nemici che si dimostrano assai ostici da far fuori e duri a morire (nel vero senso della parola).In fatto di controlli, la disposizione dei tasti è quella collaudata anche in altri titoli: con lo stick di sinistra ci si muove e con quello di destra si fa ruotare la visuale. I due grilletti dorsali sono adibiti alle sparatorie, con X si salta, Y attiva i dispositivi, A ricarica le armi e con i tastini nero e bianco si cambia arma, mentre una pressione dello stick di destra permette al personaggio di abbassarsi. Il tutto muta in alcuni schermi nei quali sarete chiamati a pilotare delle astronavi per spostarvi da un punto all’altro del sistema Vagner: sostanzialmente utilizzerete, in tali frangenti, gli stick e i tasti per le armi.

Armi, armi e ancora armi!La potenza di fuoco in Bounty Hunter è una delle più vaste mai vista, avrete l’onore di utilizzare la bellezza di diciassette tipi d’armi differenti, dieci rappresentano l’arsenale di terra (elettro-randello, pistola automatica, fucile da cecchino, mitragliatrice al plasma, mitragliatrice in stile Commando, granate, lanciarazzi, etc.) mentre le restanti sette le potrete sfruttare quando piloterete una delle due astronavi disponibili (Pallbearer MK III e la nave da sbarco “Mustang” da combattimento). Fra le più efficaci di quest’ultima categoria metto senza dubbio i missili manuali e quelli d’agganciamento, mentre la più esaltante in assoluto è il cannone Gatling, una sorta di mitragliatrice pesante che – se usata in piena potenza – dà l’impressione di ribaltare completamente la nave tant’è potente il rinculo che provoca! Senza dubbio l’armamentario bellico di cui è dotato il titolo Vivendi rappresenta un punto di forza da non sottovalutare.

Grafica e sonoroIl livello tecnico qualitativo raggiunto dai ragazzi di Black Label è davvero notevole, il titolo si presenta programmato egregiamente sotto tutti i punti di vista, da quello più puramente estetico a quello audio. Le capacità di Xbox sono state sfruttate molto bene con la realizzazione di ambienti ultradettagliati, vari e privi di carenze sia dal punto di vista della quantità di poligoni che della qualità delle texture. Le scelte cromatiche sono azzeccatissime con un’alternanza di colori vivi e cupi a seconda della zona “spaziale” in cui ci si trova. Non si notano rallentamenti nemmeno nelle fasi più concitate di gioco quando si è impegnati, magari, a scaricare più caricatori contro un’orda di cattivacci; anche la caratterizzazione/animazione dei nemici e la loro varietà è degna di lode: ottime in particolar modo le animazioni di questi ultimi sul punto di morte (si accasciano e si rannicchiano a terra in maniera molto realista in base al punto del corpo sul quale sono colpiti). Il comparto audio non è da meno con delle colonne sonore dalla ritmica variabile che spazia dal rock duro in stile punk a delle sonorità del tutto simili a quelle ascoltate nella saga di Alien. Ottimamente realizzate le voci del protagonista e dei nemici che, prima e dopo essersi scambiati colpi d’arma da fuoco, mettono in piedi divertenti siparietti a suon di battute del tipo: “Vieni da papà”. Oppure: “Dove si è nascosto quel b……o”… e via di questo passo. L’aspetto tecnico nel suo insieme si fa apprezzare quindi come uno dei migliori nel panorama ludico della X verde targata Microsoft.

Giocabilità e LongevitàDa come potete facilmente intuire dalla descrizione riportata sopra, il sistema di controllo è piuttosto classico e di facile apprendimento, perciò la familiarità con i movimenti del protagonista si prende in poco tempo in modo da entrare subito nel vivo dell’azione senza troppi fronzoli e senza un apprendimento troppo laborioso. Questo è senza dubbio un pregio per un titolo del genere che mira prima di tutto all’immediatezza e all’azione frenetica.Il nostro ranger potrà trovare sul suo cammino circa sei/sette categorie di contendenti: coloni umani, Jaldari (una specie di scimmioni), Valleakani (molto simili agli umani), Spearleg (dei mostri a tre zampe), Norbu (una sorta di Jeti) e Aracnidi (dei ragni giganti). Ognuno di questi ha le sue brave caratteristiche di forza, intelligenza e resistenza che vi saranno ben chiare non appena li affronterete; tanto per farvi un esempio, gli Jadari e i Norbu sono i più resistenti per cui attaccheranno con poca razionalità senza coprirsi più di tanto, mentre i Valleakani sono molto furbi e sapranno nascondersi alla grande per poi colpire cogliendovi di sorpresa. La possibilità poi di variare, in un paio di livelli, lo schema classico dell’fps con quello di uno sparatutto alla Star Wars non fa altro che aggiungere varietà al titolo. Unica pecca di rilievo è rappresentata dalla mancanza di un sistema di gioco in multiplayer che avrebbe ancor di più allungato la vita del prodotto.

-Grafica

-Frenesia

-Armi

-Manca una modalità multiplayer

-Niente Xbox Live

8

Mace Griffin Bounty Hunter è sicuramente un gioco appetibile a tutti gli appassionati di fps; la programmazione è ottima, le ambientazioni evocative e la frenesia s’alterna a veri e propri momenti di suspance. Non sarà il miglior sparatutto presente su Xbox a causa di alcuni difettucci (ovvero la mancanza di una modalità multiplayer con preclusa possibilità di connessione a Xbox Live), ma è pur sempre un titolo divertente con una difficoltà ben calibrata e capace di tenere attaccato allo schermo il videogiocatore per parecchio tempo. Consigliato.

Voto Recensione di Mace Griffin Bounty Hunter - Recensione


8

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