Recensione

MXGP 3

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a cura di Matteo Bussani

Qualche mese fa in quel di Londra, avevamo lasciato Milestone alle prese con un’ardua sfida , ovvero quella di rinverdire parte dei propri titoli con il motore di gioco Unreal, arrivato alla quarta iterazione e pronto per qualunque sfida proposta dall’attuale generazione, per raggiungere una qualità generale in molti ambiti considerabile lo stato dell’arte nel panorama videoludico di questo 2017. Dicevamo una sfida ardua, proprio perché prima della Software House milanese, di racing-game di una certa caratura sviluppati in Unreal non se n’erano ancora visti. Con queste premesse è, dunque, nato uno sforzo congiunto tra Epic e Milestone che ci ha portato al termine di maggio a mettere sotto i denti il nuovo titolo dedicato alla motocross, disciplina sempre più nota in Italia trascinata dal nostranissimo pluripremiato campione, Tony Cairoli. Fin da subito possiamo anticiparvi che i passi avanti promessi dal passaggio al rinnovato motore di gioco sono stati in larga parte stati mantenuti e MXGP 3 si presenta con tutte le carte in tavola per definire un nuovo standard qualitativo per il futuro della serie e non solo, risultando fin dai primi minuti migliore del precedessore. Andiamo però per punti e cominciamo a raccontarvi la nostra esperienza con la modalità carriera.
Piloti per mestiere
Tra le modalità per il singolo giocatore, quella che spicca per quantità di contenuti è ovviamente la modalità carriera. Il focus sarà incentrato sulla nostra figura di piloti, tanto che la prima attività da fare sarà proprio creare l’alter ego virtuale con nome e abbigliamento dedicato, scegliendo tra le molteplici opzioni a disposizione. A cavallo delle due categorie principi, MXGP e MX2, partendo come aspiranti campioni dalla seconda, avremo la possibilità di interpretare il ruolo di piloti di una propria squadra personalizzata oppure di una ufficiale. Nel caso in cui fossimo nella prima situazione, sarà nostra premura scegliere la moto, potenziarla con i crediti guadagnati partita dopo partita e affidarci a degli sponsors, al contrario avendo a che fare con l’altra situazione dovremo semplicemente dare il massimo in pista. Sarà possibile cambiare qualora una squadra dovesse raggiungere un determinato livello d’interesse in seguito alle nostre performance in pista, allora potremo scegliere se continuare con il nostro team, passare a uno ufficiale, oppure cambiare sponsor. Tutto scorrerà via liscio, senza intoppi vari, con una progressione di questa parte “manageriale” molto semplificata: forse troppo poco coinvolgente da una parte, ma che dall’altra parte avrà il pregio di farvi dedicare anima e corpo alle corse. Tutto sommato, la scelta è sembrata adeguata all’esigenza di far riscoprire il sapore del fango al giocatore alle prese con MXGP3, e il motivo risiede principalmente nel nuovo modello di guida del titolo, che ci ha convinto oltre ogni aspettativa.
Ci vuole una fisica bestiale…
Il gioco di motocross di Milestone sotto il cofano, in questa nuova iterazione, vanta una fisica di tutto rispetto, che più che a schermo si percepisce pad alla mano. Ad ogni tornata il terreno manterrà la memoria del nostro passaggio e giro dopo giro si formeranno dei solchi che cambieranno drasticamente il modo di affrontare una curva. Una traccia profonda è sufficiente a sopportare una maggiore velocità di entrata, ma una piega eccessiva potrebbe sbalzarci fuori tangenzialmente alla traiettoria. L’attenzione alla componente fisica Physx, fondamenta del motore Unreal, è stata in grado di restituire una resa molto più coerente dell’azione della moto rispetto al passato. Aprire completamente l’acceleratore subito dopo l’uscita da una curva lenta non è una soluzione possibile, perché ci porterebbe a cadere a terra dopo poco tempo. Dosare, aprire il gas in curva per raddrizzare la posizione, spostare il peso del corpo per aderire meglio al tracciato, si incastrano nel modello di guida diventando necessari ed efficaci; purtroppo questo passaggio, per quanto abbia portato notevoli benefici alle meccaniche di gioco, non nasconde alcune pecche in grado di far storcere il naso al giocatore più di una volta. Il riposizionamento della moto appena fuori dal tracciato, soprattutto in alcuni punti, da una parte evita che il giocatore abbia a che fare con la fisica di alcuni elementi a bordo pista, ma dall’altra risulta eccessivamente pronta a interrompere il gioco a fronte di piccole uscite di pista. Rimanendo sui problemi della fisica, l’incapacità di rimettere a posto dopo il rewind gli oggetti colpiti dal nostro incedere ci è sembrata un po’ anacronistica, e a volte ha lasciato letteralmente delle fastidiose balle di fieno in mezzo alla pista, portando tutti i piloti guidati dall’intelligenza artificiale a impantanarsi in fila senza possibili soluzioni. Allo stesso modo abbiamo riscontrato qualche problema con la dinamica delle collisioni, estremamente permissiva in rettilineo, ancora di più e forse troppo nei salti, ma comunque discretamente precisa in curva. Un piccolo tocco in piega ci ha portato facilmente alla caduta, mentre un assalto dall’alto in seguito a un salto preso troppo velocemente, non ci ha fatto battere ciglio. Potremmo anche interpretarla come una scelta di game-design per migliorare la giocabilità del titolo, ma avremmo allora preferito vederla “disattivata” sui livelli più alti di difficoltà.
Per fortuna questi problemi si sono verificati raramente e solo in condizioni particolari, quindi nel 95% dei casi non li ritroverete sul vostro cammino.
… e non solo quella
Esattamente come la fisica, l’intelligenza artificiale dei piloti si è dimostrata migliore del precedente capitolo in molti aspetti, ma ogni tanto ha messo comunque in mostra delle criticità di troppo. Aggressività e scelta delle traiettorie ci sono sembrate ottime e bilanciate fra loro, anche se purtroppo le abbiamo potute toccare con mano soltanto nelle lotte ai primi posti, con la scalata dalle ultime posizioni davvero fin troppo banale. Qui dobbiamo infatti sottolineare come la distanza fra i piloti in gara vada ad aumentare in maniera esponenziale, man mano che ci si avvicini alla testa della corsa, con il primo sempre a due/tre curve dal secondo dopo solamente poco più di un giro. In generale, i tempi sul giro non sarebbero particolarmente stimolanti, se non fosse per la difficoltà realistica, che anche dopo ore di gioco sa riservare una particolare sfida ai giocatori più allenati.
La carriera è solo una possibilità
Continuando a battere la strada dei contenuti, segnaliamo la presenza della modalità campionato, gran premio, time attack e infine la Monster Energy Fim MXON. Se le prime sono immediatamente comprensibili, l’ultima consiste in una sfida a nazioni, con l’unico obiettivo di mettere a confronto i migliori piloti della scena internazionale. Nessuna di queste è in grado di eguagliare le potenzialità della sopra descritta carriera, ma permette comunque di affondare le ruote dell’asfalto in men che non si dica, guidandoci continuamente alla prova secondo le modalità che sceglieremo di volta in volta. Per impratichirsi con le varie tecniche, è anche possibile sfruttare la modalità solitaria Compound, dove avremo a disposizione un intero circuito e potremo percorrerlo come vogliamo, senza alcun tipo di limitazione. Segnaliamo per dovere di cronaca anche la possibilità di sfidare altri giocatori in gare multiplayer online, anche se attualmente la scarsezza di persone presenti sui server ci ha condotto ad affrontare partite poco popolate e spesso interrotte per disconnessione dall’host.
“Quando un gioco è fatto bello” cit.
Concludendo con l’aspetto tecnico, MXGP 3 è il titolo che segna il passaggio a una nuova generazione di Milestone. La resa grafica, sia degli elementi a schermo in primo piano, sia quelli sullo sfondo è totalmente diversa dal passato; il miglioramento generale ha infatti investito gli assets di gioco, ma in particolare il sistema di illuminazione. A partire dall’effetto delle condizioni atmosferiche, ora sufficientemente impattante da cambiare la reazione della moto sul terriccio asciutto o bagnato, la resa a schermo delle riflessioni e rifrazioni delle differenti superfici è ora molto più realistica, soprattutto nella visuale in prima persona. Ora infatti in molti circuiti compatibilmente con le caratteristiche delle controparti reali, sarà possibile gareggiare in diverse condizioni climatiche, selezionandole prima della gara. Non dello stesso livello è l’interazione delle moto con la pista, che sembrano galleggiare goffamente sul fango, andando a stonare con gli altri elementi dell’impianto grafico. Consigliamo, dunque, di impratichirvi un attimo con la visuale in prima persona, perché escludendo dall’equazione le animazioni della propria moto, sarete in grado di godere appieno di un comparto tecnico al passo con i tempi. Un’ulteriore evoluzione la dobbiamo attribuire al comparto audio, spinto da un motore di tipologia granulare, importato in tutti i giochi dell’annata 2017 di Milestone. Con questo terzo capitolo è stato immediato riconoscere la differenza della resa di una due tempi rispetto a quella di una 4 tempi, per farvi un semplice esempio. Non dimenticatevi però che al di là della fedeltà della riproduzione, il suono  di questi motori non appartiene certo alla categoria “dolci melodie” per cui, con lunghe sessioni di gioco, potreste facilmente infastidire chi vi sta accanto.

– Fisica credibile…

– Balzo grafico in avanti tangibile

– Con la visuale in prima persona cambia radicalmente

– Livello di sfida adeguato ai livelli più alti

– … ma comunque problematica sugli elementi di contorno

– Interazione grafica tra moto e terreno da rivedere

– Modalità online evitabile

8.0

MXGP 3 è un gran gioco di motocross. I miglioramenti dovuti al passaggio ad Unreal sono evidenti: fisica e comparto grafico su tutti. Ovviamente qualche difetto di gioventù c’è e si vede, ma non è in alcun modo impediente alla fruizione del titolo che, con i giusti settaggi, non solo quelli della moto pre-partita, ha dalla sua una portata ludica di tutto rispetto.

Voto Recensione di MXGP 3 - Recensione


8

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