Cinque anni fa Lost Horizon continuava felicemente la carriera avventurosa del team tedesco di Animation Arts all’indomani dei due riusciti capitoli di Secret Files, giocando con molti stilemi avventurosi (Indiana Jones soprattutto) e proponendo una scrittura spigliata, enigmi solidi e un comparto tecnico in linea con le produzioni avventurose di Deep Silver di quegli anni. Nel 2015 torniamo a parlare di Lost Horizon perché alcuni giorni fa, un po’ tra l’indifferenza generale, è approdato su Steam Lost Horizon 2, sviluppato sempre da Animation Arts e prodotto ancora una volta da Deep Silver. Cinque anni di distanza non sono pochi considerando poi che il predecessore non è stato certo un campione di vendite e in effetti non sembra che Deep Silver abbia investito granché in questo secondo capitolo, pur facendolo pagare quasi a prezzo pieno (39,99 euro) e inserendo solo il doppiaggio e i sottotitoli in inglese (o in tedesco se preferite).
Tre personaggi, un solo gioco
Diciamo così perché a parte qualche sfondo fisso ben disegnato e due o tre location degne di nota, il comparto grafico di Lost Horizon 2 è davvero insufficiente. Lo si nota sia nelle pessime animazioni dei personaggi, sia nelle ancor più sconfortanti cut-scene di intermezzo, talmente scialbe, approssimative e compresse che paiono davvero uscite da un titolo low budget di qualche anno fa. Per fortuna il commento sonoro e il discreto doppiaggio ci mettono una pezza, ma vedere un’avventura di fine 2015 con un simile comparto grafico non può che far partire Lost Horizon 2 in netto svantaggio. Per fortuna in un gioco del genere il comparto visivo non è tutto e se non altro Animation Arts ha trovato degli spunti interessanti a livello di trama, che vede come protagonista il Fenton Paddock del primo capitolo opportunamente invecchiato (il sequel infatti si svolge circa vent’anni dopo gli avvenimenti di Lost Horizon). A dire il vero Fenton sarà presto raggiunto da un secondo personaggio giocante (Anna) un po’ sulla scia “dualistica” di Secret Files e, giusto per non farsi mancare nulla, il gioco ci farà controllare nel finale un terzo personaggio, anch’esso legato a Fenton. Il tutto, immaginiamo, con lo scopo di diversificare il più possibile un gameplay altrimenti molto classico e risaputo, sebbene il team tedesco abbia inserito qua e là delle trovate coraggiose anche se non sempre riuscite. Ci riferiamo sia ai frangenti in cui bisogna eseguire alcune azioni in un certo periodo di tempo, sia a sezioni in stile “labirinto” (le fogne ad esempio), che però sono risultate piuttosto noiose e male inserite nel contesto del gioco.
Poche sorprese all’orizzonte
Per il resto Lost Horizon 2 prevede enigmi a oggetti molto classici, combinazioni piuttosto logiche e puzzle con ingranaggi, blocchi e codici da risolvere, il tutto seguendo un andamento meno avvincente rispetto allo stile spielberghiano del predecessore ma pur sempre gradevole, almeno se vi piacciono le avventure grafiche in stile tedesco. Spesso infatti sembra di star giocando a Secret Files: Il mistero di Tunguska e relativo seguito e, a memoria, ci è sembrato che persino due o tre enigmi siano stati ripresi tali e quali dalla valida avventura con protagonisti Nina e Max risalente ormai a nove anni fa. Tutto come da copione insomma, anche se la trama riserva qualche buon spunto tra cacciatori di nazisti, spedizioni scientifiche, mitologia norrena e antiche leggende. Certo, il livello di scrittura non scende mai molto in profondità e i personaggi, a parte il buon Fenton che mantiene comunque parte dello spirito da avventuriero anni ’30 di Lost Horizon, non dicono granché. Contando poi che gli avventurieri più esperti non impiegheranno più di 6-7 ore per risolvere il tutto (noi siamo arrivati ai titoli di testa in sei ore e mezza), dobbiamo ammettere che i 40 euro richiesti sono francamente troppi. Giusto se non riuscite a vivere senza un’avventura grafica ogni mese o se apprezzate lo stile di Animation Arts, potrete divertirvi con Lost Horizon 2, ma in generale abbiamo deciso per la sufficienza giusto per la trama, per qualche sezione a tempo capace di mettere addosso un po’ di sana tensione e per l’assenza di enigmi o puzzle troppo astrusi e campati per aria. Per il resto tanta aria fritta ma nonostante ciò, memori anche del passato di Animation Arts, nutriamo aspettative piuttosto alte per Monolith, la prossima avventura grafica del team tedesco descritta come un ambizioso incrocio tra The Dig e Beneath a Steel Sky. Ma questa è tutta un’altra storia…
– Trama piuttosto avvincente
– Enigmi per lo più logici
– Comparto sonoro discreto
– Graficamente mediocre
– Meno ispirato del predecessore
– Longevità piuttosto bassa
Lost Horizon 2 soffre di valori produttivi piuttosto modesti e di un concept avventuroso che pare francamente stanco e scialbo, soprattutto a livello di ritmo. Se non altro Animation Arts è riuscita a confezionare una trama piacevole e a inserire tre personaggi giocanti variando così il più possibile l’andamento del gioco, ma contando il prezzo richiesto, la longevità medio-bassa e il brutto comparto grafico ci si deve accontentare di una valutazione finale appena sufficiente. Peccato, perché cinque anni fa Lost Horizon ci era piaciuto molto di più.