Recensione

Lords of Football

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a cura di Francesco Ursino

Cominciamo questa recensione facendo nostro per qualche istante il classico e fin troppo semplicistico adagio del “si stava meglio quando si stava peggio”, e applicando il suddetto principio ai videogiochi a tema calcistico. Nell’era precedente all’oligopolio dominato da PES, FIFA e Football Manager, infatti, i prodotti offerti al pubblico differivano, talvolta anche in modo sensibile, per qualità, esperienza di gioco e angolazione dalla quale si andava ad analizzare il mondo del pallone. Parliamo sicuramente dei vari Ronaldo V-Football, This Is Football, oppure Kickoff, ma anche di prodotti che nascondevano al loro interno alcune chicche veramente sfiziose. Come non ricordare le squadre e i tornei fantasiosi di Sensible Soccer per Sega Mega Drive, che faceva scontrare la squadra dei Pizza Toppings (i condimenti per pizza) contro quella del Chinese Food (cibo cinese) nella finale del Torneo dei Polli? Oppure, possiamo forse non citare il superbo Pc Calcio 7 con i suoi giocatori di 0 anni, e allo stesso tempo quelli che non si ritiravano mai (Taffarel, per esperienza diretta, giocava ancora a 144 anni)? Una volta, dunque, nei giochi di calcio c’era più fantasia, ed è anche per questo che un prodotto come quello che ci accingiamo ad analizzare, ovvero l’italianissimo Lords of Football, sembra poter destare un certo interesse. Sarà davvero cosi? Continuate a leggere

Their lives, your choicesLords of Football permetterà al giocatore di vestire i panni dell’allenatore di una squadra di calcio. L’originalità nasce però nel momento in cui ci si rende conto che, invece che di ingaggi e calciomercato, ci si dovrà preoccupare a 360 gradi dei propri giocatori, partendo dalla gestione degli allenamenti fino a seguirli nelle peripezie della loro vita notturna. L’obiettivo finale evidentemente è sempre quello di vincere più partite possibile, ma per riuscirci bisognerà cercare di evitare che i propri giocatori perdano definitivamente la brocca, salvandoli dalle di dipendenze da alcol, cibo, sesso, ego e quant’altro. Cosi come scritto nell’introduzione, è tutta questione di diverse angolazioni: non abbiamo la gestione delle finanze e della comunicazione coi media vista in Football Manager, ma è invece ben presente un focus sui giocatori e sulla loro vita privata. A livello teorico, dunque, la concezione del “mister” proposta da Lords of Football non sembra sia proprio malvagia: nella realtà sono pochi gli allenatori, specie in realtà minori, che riescono ad avere un controllo totale delle finanze della squadra e in alcuni casi anche del calciomercato, mentre in tutte le squadre il ruolo principale del coach è quello di allenare e far fruttare al meglio il capitale umano a disposizione.

“Ooooh Balotelli, he’s a striker, he’s good at darts…”Che cos’è un modello? Di solito è definibile come una rappresentazione semplificata della realtà, utilizzato per verificare in che modo alcune variabili modifichino un determinato contesto; messa giù in questo modo, molti videogiochi sono più o meno definibili come semplificazioni della realtà, ma nel caso di Lords of Football l’esempio sembra essere ancora più calzante; l’obiettivo degli sviluppatori, infatti, era quello di mettere il giocatore nei panni di un allenatore di una squadra di calcio moderna, dove i giocatori non sono solo atleti ma vere e proprie primedonne. Al tutto viene però data una connotazione se si vuole umoristica, semplificando e allo stesso tempo esagerando un po’ i vizi dei maghi del pallone. Tutto questo, a livello di gameplay, si traduce in quel misto tra The Sims, The Movies e Football Manager di cui già avevamo avuto modo di parlare negli scorsi articoli dedicati.Procediamo con ordine: appena avviato il gioco, dovremo scegliere la squadra da allenare; i campionati offerti sono circa una decina (in buona sostanza Serie A e Serie B del campionato francese, tedesco, inglese, spagnolo e italiano), e le squadre sono editabili in ogni particolare, dallo stemma alle magliette. L’assenza di licenze ha costretto gli sviluppatori ad arrangiarsi con una soluzione, diciamo così, un po’ “all’americana”, con squadre con nomi tipo “Milano Devils”, “Lazio Eagles” e via dicendo. Di conseguenza anche le rose sono fittizie, ed è evidente come questo, in un gioco che punta tutto sulla psicologia dei giocatori, vada un po’ a falsare l’intera esperienza. Anche nel caso si decidesse di editare la propria squadra, inserendo elementi tradizionalmente molto calmi come Balotelli o Cassano, sarà il gioco a decidere della loro personalità, per cui al posto del solito “Fantantonio” potremmo trovarci con un giocatore dalla carattere completamente differente. Vero è però che, d’altro canto, avere un gioco dove, solo per fare un esempio, viene raffigurato un qualsiasi El Shaarawy di turno vittima ora di questa ora di quella dipendenza, sarebbe stato divertente ma un po’ troppo sopra le righe (e forse, in minima parte, per qualcuno anche un po’ offensivo).

In ogni caso, scelta la squadra, verremo a conoscenza della personalità dei nostri calciatori, sintetizzata in tre aggettivi (ad esempio egoista, buongustaio e irriconoscente), e da una frase che ne identifica la psicologia (come “L’ego cresce quando non c’è saggezza intorno” oppure “Il sesso senza amore è solo esercizio vuoto per il corpo”).Finita la presentazione (in ogni caso skippabile) si avrà davanti il vero e proprio ambiente di gioco, e l’impressione di essere di fronte a un qualsiasi The Sims a tema calcistico, sia per quanto riguarda la grafica che per alcune dinamiche di gioco, è forte e innegabile: navigando tra i vari edifici disponibili si verrà cosi a conoscenza delle possibilità offerte dalla palestra (che migliora la forza dei giocatori), dallo spogliatoio (che, ad esempio, migliora la leadership), dalla pista d’atletica (che aumenta la velocità) e, soprattutto, del campo principale. Spostandosi su questo elemento, infatti, si potranno allenare i giocatori in diversi esercizi specifici (passaggi, gioco aereo, calci piazzati, ecc. ecc.), e soprattutto scegliere la tattica migliore.In questa sezione, in effetti, l’impressione passa dall’essere davanti a un The Sims all’essere davanti a un Football Manager: molte opzioni infatti sono simili al manageriale in questione, come la scelta della tipologia di passaggi (corti, normali, diretti), dei contrasti (più o meno duri), e via di questo passo. C’è da dire che le possibilità tattiche sono più che sufficienti, e pur senza scendere nei dettagli individuali proposti dalla serie Sports Interactive, le possibilità offerte sono soddisfacenti e in linea con il carattere della produzione.Ma, nel concreto, come si fa ad allenare un giocatore? Qui il gioco si trasforma ancora, e la sensazione stavolta è quella di essere in The Movies, della Lionhead. Cliccando infatti sui calciatori che gironzolano per gli ambienti proposti, questi verranno alzati da terra, come se fossero appesi a un gancio invisibile, e potranno essere trasportati nel luogo che si desidera.

E parte il trenino!Trascinando giocatori in giro per il campo, quindi, è possibile scegliere quali di questi debbano allenarsi e quali debbano, per esempio, fare fisioterapia o palestra. Ma è una volta finito l’allenamento che Lords of Football mostra uno dei sui lati più originali: stiamo parlando della gestione della vita notturna.Qui si torna nuovamente a The Sims, visto che sarà possibile seguire i propri giocatori durante le loro sortite in pub, discoteche, fan club, stazioni radio, casino e via dicendo.Sebbene queste fasi siano intese come cruciali per curare la psicologia dei propri atleti, vero è che il giocatore sarà spesso passivo: andare dietro a una ventina di calciatori, ognuno con le sue potenziali dipendenze e la sua psicologia, all’inizio appare interessante, ma ben presto diventa poco attrattivo e assai ripetitivo, anche a causa di alcune mancanze relative al sistema di selezione dei giocatori e delle informazioni mostrate; in effetti, la disposizione ad albero dei filtri proposti per essere sempre informati dei vari bisogni, cosi come della salute e dell’energia dei giocatori, almeno all’inizio potrebbe disorientare un po’, specie se si considera che il gioco permette di mettere in pausa solo durante le partite, e non anche nel corso delle serate e degli allenamenti.In ogni caso, la sensazione di ripetitività cui accennavamo poco fa è aumentata di molto dal fatto che, in buona sostanza, l’intero gioco è un susseguirsi di tre eventi: allenamento, vita notturna e partita. Il ciclo si ripete praticamente senza soluzione di continuità, e le prime buone sensazioni dovute all’impatto col titolo svaniscono nel momento in cui si realizza che proporrà sempre le stesse situazioni.Nel momento in cui un giocatore dovesse esagerare con la baldoria (ad esempio facendo tardi in discoteca), il gioco ci informerà che questo è vittima di una dipendenza, con conseguenze a volte sopra le righe (il nostro potrebbe cominciare trenini per le strade della città, o fermarsi per firmare autografi anche durante gli allenamenti). Quello che potrebbe sembrare un gran problema, in effetti è risolvibile in modo anche abbastanza semplice: basterà selezionare il giocatore che non ci sta più con la testa, portarlo dal terapista della squadra, e aspettare che l’apposita barra che indica il livello di dipendenza dai vizi scenda al punto giusto (e qui si ritorna a The Movies). Un’altra soluzione è quella di punire i giocatori, mandandoli ad esempio a pulire scarpe sul campetto secondario della squadra. La natura delle punizioni, anche queste spesso sopra le righe, varia a seconda della tipologia di dipendenza. Vero è d’altronde che, se non si prendono provvedimenti, la situazione potrebbe degenerare in modi alquanto bizzarri, con giocatori che si distraggono durante le partite, oppure che rubano dagli armadietti degli altri compagni.Per evitare che i giocatori ci ricaschino di nuovo, poi, quello che il gioco suggerisce è di movimentarne la vita notturna: un malato del gioco d’azzardo potrebbe trovare svago mangiando al ristorante, cosi come un buongustaio impenitente potrebbe essere piazzato vicino la stazione radio, di modo da accrescerne l’ego. Durante il corso delle varie serate poi potranno essere avviati degli eventi speciali, che avranno il compito di soddisfare in modo quasi totale un determinato bisogno (si va dagli speed date per soddisfare il bisogno di sesso, al torneo di poker per soddisfare il bisogno di gioco d’azzardo).

Come detto prima, però, il tutto avviene in maniera troppo schematica, e la voglia di lasciar perdere e far si che i giocatori facciano un po’ quello che gli pare è sempre dietro l’angolo, anche perché la difficoltà generale di gioco è, tutto sommato, livellata verso il basso. Affrontando l’esperienza con una squadra di caratura medio-alta la sensazione spesso è che basti tenere a bada le dipendenze con una bella sessione di terapia, far recuperare le energie agli undici giocatori titolari tramite la fisioterapia, e mandarli in campo con una tattica sensata.La situazione cambia un po’ se si sceglie una squadra più scarsa, ma dato che la qualità e il numero delle strutture che si avranno a disposizione sarà praticamente la stessa da squadra a squadra (il Grosseto ha le stesse strutture di allenamento del Real Madrid, tanto per intenderci), il tutto risulta un po’ troppo appiattito.Da non sottovalutare, inoltre, che le stesse strutture potranno essere migliorate dal presidente una volta aver raggiunto determinati obiettivi (una certo numero di gol segnati, o di vittorie, ecc.ecc.): le strutture aggiornate non solo funzioneranno meglio ma consentiranno di effettuare nuove tipologie di allenamento. Sarà la stessa presidenza, infine, che si occuperà del calciomercato: il giocatore potrà solo dare un’indicazione di massima sul ruolo e gli attributi del giocatore da ricercare (oltre che segnalare i giocatori da cedere), ma sarà il gioco a ingaggiare e rinnovare i contratti dei giocatori.

Dopo la sbornia, si scende in campoDopo l’allenamento, e la botta di vita notturna, viene il momento di scendere in campo, e passare alla rappresentazione tridimensionale della partita: qui si torna all’accostamento con Football Maanger, perché in teoria l’attività principale del giocatore in queste fasi dovrebbe tornare a essere quella del semplice allenatore che cambia schemi e giocatori. Anche in questo caso, però, Lords of Football riserva qualche sorpresa, visto che il ruolo dato al giocatore diventa un po’ meno passivo: al posto delle istruzioni da bordo campo infatti il gioco permette, mettendo in pausa, di scegliere direttamente in che direzione debbano correre i giocatori (disegnando, molto intuitivamente, la traiettoria col mouse), dove debbano passare, quale giocatore avversario si debba contrastare, e cosi via. Vero è che a volta l’interfaccia di gioco potrebbe essere un po’ dispersiva, e in buona sostanza le prime volte si capirà a fatica cosa si può fare e come la si può fare, ma una volta compreso il meccanismo il sistema funziona abbastanza bene, e in alcuni casi costruire un’azione che porti al gol da una certa soddisfazione; è possibile dire che, dunque, la rappresentazione della partita in sé per sé è uno dei punti positivi della produzione, o perlomeno rappresenta un buon punto di partenza da cui proseguire per eventuali titoli futuri.

Azioni legnoseConcludiamo questa lunga disamina di Lords of Football accennando ai temi più interessanti dal punto di vista tecnico. Parlando della parte grafica, è evidente come il titolo non offra un motore all’ultimo grido, e specialmente quando si avvicina l’inquadratura al livello massimo è possibile vedere tutto un campionario di texture non sempre così definite, modelli tridimensionali molto simili tra di loro, animazioni legnose, e una sensazione di vecchio e già visto che non può non essere sottolineata.Anche la stessa rappresentazione delle partite soffre proprio la presenza di alcune animazioni non particolarmente ispirate, ma alla fine il vero problema di Lords of Football non è certo da ricercarsi nella grafica, ma bensì nella già citata ripetitività e schematicità.Discorso un po’ diverso quello relativo al comparto audio, dove è possibile assistere a una buona presentazione del titolo (stiamo parlando specialmente del tutorial iniziale), e ascoltare effetti sonori sufficienti in tutte le varie situazioni e ambienti proposti, con i calciatori della produzione Geniaware che, tanto per tornare alle analogie con The Sims, si esprimeranno in una specie di simlish.

HARDWARE

OS:Windows VistaProcessore:Intel Core 2 Duo E6550Memoria RAM: 3 GBScheda Video:nVidia GeForce 9400 1 Gb/Amd Radeon HD 4550 1 GbDirectX:9.0cSpazio su HDD: 9 GB

– Carattere leggero

– Sufficiente rappresentazione delle partite

– Troppo ripetitivo e schematico

– Comparto grafico datato

– Il livello di sfida non è cosi alto

6.0

Lords of Football sembra essere, per certi versi, un gioco di calcio d’altri tempi; in effetti, la scelta di riproporre alcune dinamiche relative al mondo del pallone, senza prendersi troppo sul serio, è senza dubbio un’idea originale e lodevole, e c’è da dire che l’impatto iniziale col gioco sarà positivo. Dopo qualche match giocato però ci si accorgerà che il gameplay, un mix di The Sims, The Movies e Football Manager, risulta fin troppo schematico e sicuramente molto ripetitivo.

Accanto a questo si ha comunque una rappresentazione delle partite tutto sommato positiva, che potrà anche regalare qualche soddisfazione. Troppo facile dire, dunque, che se si vuole un buon manageriale calcistico bisogna compare Football Manager, o che se si vuole un simulatore di vita bisogna indirizzarsi su The Sims; Lords of Football dovrebbe essere inteso come una sorta di tentativo di raccontare il mondo del calcio sotto un’altra prospettiva, e se a ciò si aggiunge l’originalità delle idee proposte, si può propendere per un giudizio se non altro sufficiente, sperando che questo titolo sia una buona base di partenza per sviluppare un prodotto più maturo e profondo.

Voto Recensione di Lords of Football - Recensione


6

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