Tra i primi sostenitori della realtà virtuale non troviamo solamente grandi studi, ma anche sviluppatori più piccoli, come Untold Games, che hanno deciso di puntare sui visori VR il loro Loading Human, avventura grafica di stampo fantascientifico giunta per adesso solo su PS4 (ma con versione PC in arrivo a breve). Sarà stata una scelta azzeccata?
Vita nello spazio
Il gioco è ambientato nel futuro, un futuro dove l’umanità ha già viaggiato nello spazio, le intelligenze artificiali sono sviluppate al punto di essere dotate di senso dell’umorismo, e dove un uomo, Dorian Baarick, padre del protagonista Prometheus, è riuscito a creare un macchinario che impedisce l’invecchiamento, il Lazarus. Purtroppo per Dorian, però, anche il Lazarus non può salvarlo per sempre dalla morte: così, quando sente la fine vicina a sé, chiede al figlio di recuperare l’unico manufatto in grado di salvarlo, la misteriosa Quintessenza.
Il gioco ha una narrazione discontinua, fatta di viaggi avanti e indietro nel tempo che, in teoria, dovrebbero servire a farci coinvolgere maggiormente dai misteri della storia. Il problema è che la trama si muove con un ritmo spaventosamente lento, rendendo il gioco noioso da seguire. A questo contribuisce il fatto che la storia in sé non è poi così interessante, proprio come i personaggi che la popolano, i cui dialoghi (peraltro interamente doppiati in italiano) offrono ben pochi spunti interessanti. Se le premesse e la volontà per creare una storia memorabile erano dunque presenti, come si può notare dal definito contesto politico di questo universo futuristico, in questo primo episodio le promesse si infrangono miseramente.
Stomaci spaziali
È quando si analizza il gameplay di Loading Human, però, che cominciano i problemi più gravi. Il gioco permette di usare sia il Dualshock che due Move: indipendentemente da ciò, però, ogni movimento causerà una fortissima sensazione di motion-sickness, rendendo di fatto il titolo ingiocabile per chi non abbia uno stomaco d’acciaio. I movimenti sono incredibilmente lenti, e non è previsto un modo per camminare più veloci: il nostro stomaco sentirà ogni spostamento come un pugno, e credeteci quando vi diciamo che, per terminare le tre ore dell’avventura, è stato davvero difficile trattenersi dal rimettere. Non aiuta il contorto schema di comandi, che sembra essere stato progettato appositamente per confondere l’utente, specialmente quando si gioca con i Move.
A coronare questi problemi legati al visore ci pensano gli “enigmi” presenti del gioco: noiose fetch-quest che potrebbero uccidere per noia o per motion-sickness, a seconda di quale dei due problemi sorgerà prima. Non basta l’estrema interattività offerta dal titolo, che permette di maneggiare ogni oggetto alla nostra portata, per salvare un gameplay che, spiace dirlo, sarebbe stato sicuramente migliore senza l’uso del visore. Ultimo, ma non per importanza, viene il fatto che questo primo capitolo del gioco viene venduto a prezzo pieno: sarebbe un esborso troppo grande anche nel caso di una valutazione positiva, in questo caso non fa che aggravare la situazione del titolo.
– C’erano spunti interessanti…
– Si può interagire con quasi ogni oggetto
– … che però non hanno seguito
– Trama poco interessante e lenta
– Personaggi poco carismatici
– Motion-sickness elevatissima
– Sistema di comandi contorto
– Viene venduto a prezzo pieno
– “Enigmi” tedianti
Se la trama non interessante ed i personaggi poco carismatici potevano già essere un indizio sulla qualità del titolo, sono la pesante sensazione continua di motion-sickness, l’intricato schema di comandi e le noiose fetch-quest a rendere Loading Human: Capitolo 1 un titolo da evitare assolutamente, a meno che non vogliate ritrovarvi di fronte al vostro ultimo pasto.