Recensione

Lo Hobbit

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a cura di Iori Yagami

Negli ultimi tempi i romanzi del celebre J.R.R. Tolkien sono tornati alla ribalta grazie alla recente trilogia cinematografica tratta direttamente dalla saga de “Il Signore degli Anelli”. L’ultimo film tratto dal terzo romanzo di Tolkien, “Il Ritorno del Re”, che chiuderà (speriamo degnamente) la trilogia, è atteso per gennaio.Grazie alla trilogia di film abbiamo assistito ad un ondata di tie-in realizzati per tutti i formati, che hanno sfruttato, con risultati alterni, la popolarità del titolo. Se siete stanchi di sentir parlare solo della trilogia, opera principale di Tolkien, forse accoglierete con calore l’ultima fatica di Sierra, intitolata Lo Hobbit.Ispirato ad uno dei romanzi minori di Tolkien, Lo Hobbit si propone di portare una ventata di aria fresca tra il (purtroppo) carente genere dei platform game disponibili su PC. Forse l’intenzione potrebbe sembrare parecchio pretenziosa, ma vista la mancanza cronica di platform su questo formato l’uscita di Lo Hobbit non può che far piacere.Prima di parlare delle peculiarità offerte da quest’ultima fatica firmata Vivendi Universal e Sierra daremo uno sguardo al variegato e fantastico scenario del gioco.

Avventura nella Terra di Mezzo.Lo stregone Gandalf ha sempre sostenuto che Bilbo Baggins, il piccolo Hobbit, nasconde in sè molto più di quanto appaia a prima vista. Ben presto Bilbo vivrà un’avventura che fino ad ora aveva solo vissuto nei suoi sogni.La vita del piccolo Bilbo scorre tranquilla e nulla sembra turbare la sua quiete giornaliera. Ma un giorno Gandalf gli affida una missione di grande responsabilità, che Bilbo accetta con grande entusiasmo.E così inizia il viaggio di Bilbo e dei suoi amici Nani, che cercheranno di riconquistare la Montagna Solitaria ora nelle grinfie del Drago Smaug. La missione non sarà affatto semplice da portare a termine e diverse insidie attendono il piccolo Bilbo durante il suo viaggio…

Nei panni di Bilbo.Sviluppato dalla texana The Fizz Factor e prodotto da Sierra, Lo Hobbit segue abbastanza fedelmente la storia del romanzo originale. Il gioco (contenuto in 2 CD-Rom) è essenzialmente un platform game, con la presenza di alcuni puzzle da risolvere e persino qualche accenno di stealth. Strutturalmente il gioco è abbastanza immediato ed è già settato per l’utilizzo dei joypads con le levette analogiche (tipo PS2). Questo agevola di molto il giocatore, visto il buon numero di tasti utilizzato da Lo Hobbit. Ad ogni modo sarà possibile settarci i tasti secondo la configurazione a noi più appropriata.All’inizio del gioco Bilbo non avrà la sua spada (chiamata Sting) ma potrà servirsi solo del suo bastone da passeggio, ed eventualmente dalle pietre da lancio raccolte in giro. Lo Hobbit si compone principalmente da 11 livelli, più un pre-stage all’inizio della partita. Questo non è un vero e proprio tutorial, però, visto il basso livello di difficoltà, permette al giocatore di prendere confidenza con i controlli del gioco e di conoscere meglio lo scenario che ci circonda.In ogni livello Bilbo dovrà affrontare diverse missioni, che vengono anche segnalate all’interno del suo inventario. Per poter passare allo stage successivo non sarà comunque necessario risolvere tutte le missioni, a parte quelle importanti. Infatti solo le missioni principali di ogni livello dovranno essere concluse.Tra le missioni minori (non importanti ai fini del gioco) potremo trovare una buona varietà di puzzle, come ad esempio ritrovare degli oggetti particolari che ci hanno chiesto alcuni Hobbit, oppure cercare dei personaggi, ecc. Per risolvere queste missioni ci toccherà scorrazzare per tutto il livello alla ricerca della soluzione. Si deve comunque ammettere che gli enigmi proposti dal gioco sono molto semplici da risolvere e rappresentano una variante simpatica ed originale alla tipica struttura da platform game.La barra in alto a sinistra dello schermo indica lo stato di salute di Bilbo, mentre sulla destra avremo l’indicatore delle pietre, quello dell’Anello e più in basso troveremo le pozioni medicamentose. Al lato inferiore sinistro dello schermo troveremo invece l’indicatore delle armi e sulla destra quello delle monete d’argento.Come in ogni buon esponente del suo genere (e Rayman insegna) anche in Lo Hobbit potremo raccogliere vari power-up. Questi sono sparsi ovunque in ogni livello e si raggruppano essenzialmente in monete d’argento, contenute anche in alcune casse, chiavi, pietre da lancio, acque della forza vitale, le gemme dei punti coraggio, i funghi e le acque della forza morale.Le monete d’argento sono utili ad acquistare nuovi oggetti alla fine di ogni livello, come ad esempio nuove pozioni medicamentose, punti coraggio, ecc. Altri oggetti molto utili sono i funghi commestibili, che ricaricano l’indicatore di energia vitale di Bilbo, e le piccole gemme dei punti coraggio, che raccolte in grande quantità donano al nostro personaggio maggiore resistenza.L’Anello serve a Bilbo per diventare invisibile. Prima di procurarsi l’Anello il personaggio potrà contare solo sui suoi movimenti silenziosi. Questa particolarità è utile nelle sezioni “stealth”, in cui Bilbo dovrà muoversi furtivamente per non farsi notare dal nemico.Tra le armi a disposizione di Bilbo la più efficace è senza dubbio la spada Sting (Pungiglione), che infligge un danno maggiore all’avversario. Prima di trovare la spada il bastone da passeggio si rivela una buona alternativa, coadiuvata egregiamente dalle pietre da lancio, alle quali possono essere applicate degli effetti speciali come il congelamento e l’incendio. Gli effetti durano solo per un breve periodo ma usati al momento giusto possono essere di grande aiuto.Per salvare i nostri progressi durante il gioco potremo utilizzare gli appositi piedistalli sparsi su tutti i vari stage.

Il declino visivo dell’Anello. Il punto debole di Lo Hobbit è proprio il reparto tecnico. Come sta capitando spesso nelle ultime produzioni di Sierra, la realizzazione tecnica tende ad essere un pò sottotono a causa di un lavoro sicuramente affrettato da parte dei programmatori.La poca esperienza di The Fizz Factor in questo genere di giochi è lampante, viste anche le tante ingenuità commesse nello sviluppo di The Hobbit. Tanto per cominciare il motore 3D del gioco è poco convincente e sovente capita di assistere a leggeri effetti di pop-up. Il level design è piuttosto lineare e le varie locazioni, per quanto carine, non raggiungono la profondità e la bellezza visiva di alcuni capolavori del genere, come ad esempio Rayman 3.I fondali sono scarni e dall’aspetto alquanto grezzo, mentre le textures appaiono sgranate e poco dettagliate. In alcuni punti sembra di trovarsi di fronte ad un gioco a metà strada fra i 32 e i 64 bit e questo infastidisce non poco viste le potenzialità dei PC moderni. Se vogliamo fare un esempio pratico della qualità tecnica di Lo Hobbit si può dire senza mezzi termini che un titolo come Rayman 2, uscito su PC nel 1999, è più spettacolare e visivamente appagante del suddetto.Un’altro punto a sfavore di Lo Hobbit è la colorazione, totalmente scialba e decisamente priva di sfumature. Purtroppo la palette cromatica non all’altezza della situazione delude di brutto e rende monotono ogni stage del gioco. Un vero peccato, dunque. Di sicuro un po’ di attenzione in più da parte dei programmatori avrebbe reso più moderno e accattivante il gioco.Un punto a favore di Lo Hobbit sono comunque i filmati in FMV, davvero ben realizzati e dall’ottima resa visiva. Da segnalare anche la buona qualità delle numerose cut-scene tra un livello e l’altro, che aiutano ad entrare nelle atmosfere del gioco. I personaggi sono leggermente spigolosi, ma fortunatamente ben animati. Bilbo possiede una buona varietà di movimenti e questo lo rende abbastanza versatile da maneggiare.Ulteriore pregio del gioco è il design dei vari personaggi. Infatti l’aspetto del protagonista e dei suoi amici hanno un forte look fumettoso, caratterizzati tutti da grande simpatia, e si addicono perfettamente al genere platform. Sul versante sonoro la situazione migliora notevolmente. Il commento musicale, particolarmente ispirato, è infatti ben realizzato e perfettamente in tema con la trama del gioco. Sebbene non siano molto lunghe, molte delle melodie presenti in Lo Hobbit sono belle e ben eseguite dai musicisti.Anche il doppiaggio italiano è ben realizzato, con voci davvero azzeccate e adatte ad ogni tipo di personaggio.

Gandalf, se ci sei batti un colpo!Dal punto di vista della giocabilità più pura Lo Hobbit si propone come un platform abbastanza convenzionale, con l’aggiunta di alcune caratteristiche che lo rendono più o meno originale. Infatti The Fizz Factor ha pensato bene di implementare all’interno del gioco alcune peculiarità inedite in altri titoli del genere, come ad esempio le sezioni stealth o alcuni puzzle da risolvere.Il gameplay risulta vario ma non convince fino in fondo. Forse la causa risiede nella poca incisività del gioco in generale, che invece possiamo trovare nei massimi esponenti del genere (Rayman 3). Purtroppo Lo Hobbit si gioca tra alti e bassi e alla lunga diventa leggermente monotono, a causa anche del poco ispirato level design.Giocando al titolo Sierra si hanno anche alcune reminescenze dal passato videoludico. Sono infatti presenti delle citazioni abbastanza evidenti sia da The Legend of Zelda: Ocarina of Time che da Rayman 3. Queste citazioni si possono ricercare soprattutto nel gameplay (naturalmente con risultati inferiori). Non a caso quando il nostro Bilbo raccoglie i vari oggetti (diamanti, pietre, ecc.) sembra di rivedere Rayman intento nel compiere la stessa azione, così come il suo modo di arrampicarsi è molto simile, anche se il personaggio di Ubi Soft rimane comunque più agile. Dal titolo Nintendo invece le reminescenze arrivano dal look del personaggio principale, nel suo modo di brandire la spada e di affrontare i livelli.Insomma The Fizz Factor ha mescolato tante buone idee ma non è riuscita a dare una vera anima a questo gioco. Rimane comunque apprezzabile l’originalità profusa nell’ideazione del gameplay.Un ultimo disappunto lo vorrei esprimere a proposito del sistema di controllo, non propriamente ottimizzato per ogni modello di joypad. Sebbene la configurazione sia già settata per alcuni modelli di pad a otto tasti (in particolare Logitech WingMan RumblePad), non sempre il settaggio si rivela dei più felici. In pratica per poter giocare a Lo Hobbit ad alti livelli dovrete necessariamente avere un pad analogico, tipo Dual Shock della PS2. Nel mio caso non ho avuto problemi, ma quanti giocatori PC possiedono un pad con le caratteristiche richieste? Non sarebbe stato meglio creare un sistema di controllo più semplice e versatile, che si adatasse ad ogni tipo di controller? Ai posteri l’ardua sentenza…Per quanto riguarda la longevità Lo Hobbit è piuttosto carente. Sebbene la difficoltà sia ben calibrata, i livelli a nostra disposizione (11, più il pre-stage) sono un po’ pochini e una volta portato a termine difficilmente si ha voglia di rigiocarlo.Questo è dovuto anche ad una certa linearità del gameplay, dato che alla lunga alcune sezioni diventano molto ripetitive. L’originalità di alcune idee non basta a rendere grande un gioco e sfortunatamente Lo Hobbit delude proprio sul piano del divertimento e del carisma.Se a questo aggiungiamo una realizzazione tecnica piuttosto semplicistica e sottotono, incapace di suscitare l’interesse del giocatore, o la leggera frustrazione di alcuni passaggi, non proprio felici, otteniamo un gioco appena discreto e nulla più, forse adatto più agli appassionati del romanzo di Tolkien che non ai veri giocatori di platform.

HARDWARE

Requisiti minimi: Pentium III 450 MHz o superiore, scheda video 32 MB o superiore, 64 MB di RAM (128 MB di RAM per Windows XP), scheda audio compatibile con DirectX 8.1, 1,5 GB di spazio libero su disco, più 200 MB addizionali per i file di swap.

Requisiti consigliati: Pentium 4 1,4 GHz, 128 MB RAM, GeForce 2 (32 MB).

Un nuovo platform per PC: evviva!

Belli i FMV del gioco.

Ben realizzate le musiche.

Come gioco in sè non decolla.

Graficamente datato e moooolto sottotono.

La palette cromatica è davvero orrenda.

6.8

In un mercato, come quello PC, povero di platform game la notizia dell’uscita di un gioco come Lo Hobbit era stata accolta con estremo interesse. Purtroppo la versione finale del prodotto ha deluso le aspettative di chi desiderava almeno un buon titolo del genere.

Lo Hobbit si presenta ai nostri occhi con una realizzazione tecnica antiquata e di basso livello, alla quale si aggiunge pure un poco ispirato lavoro di level design. Inoltre giocando a questo titolo si hanno anche diverse reminescenze dal recente passato videoludico, le cui citazioni non passeranno inosservate agli occhi degli osservatori più attenti. Forse anche il fatto di non avere un gameplay totalmente vincente aggiunge altro scontento ad un quadro già non proprio esaltante.

Un vero peccato visto che alcune idee erano interessanti. Bastava solo un pò più di buona volontà da parte dei programmatori per rendere Lo Hobbit davvero un buon gioco. Il risultato finale è invece quello di un platform game appena sufficiente che non riesce quasi mai a coinvolgere il giocatore.

In definitiva Lo Hobbit può essere consigliato solo ed esclusivamente ai fans dei romanzi di Tolkien. Se invece cercate un grande platform per PC non vi rimane che rivolgervi al migliore esponente attualmente in circolazione, ovvero Rayman 3.

Voto Recensione di Lo Hobbit - Recensione


6.8

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