Lo Hobbit
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a cura di Fabfab
La trilogia cinematografica di Jackson ha contribuito a rilanciare in maniera determinante un’opera che, se non poteva dirsi sconosciuta, certamente fino ad ora era poco nota al pubblico di massa: naturalmente sto parlando della trilogia de “Il Signore degli Anelli”, diventata all’improvviso assai ambita anche dalle case produttrici di videogiochi.Come tutti saprete EA è riuscita a strappare i diritti dell’opera cinematografica, anche se poi quello che è riuscita a ricavarne è stato solo un picchiaduro a scorrimento; Vivendi si è dovuta quindi “accontentare” dei diritti sui libri ma forse, grazie a questo, è stata più libera di reinterpretare il mondo di Tolkien al di là dell’immaginario imposto da Jackson. Purtroppo quello che è riuscita a trarne è stato il deludente “La compagnia dell’anello”, che, a quanto pare, non avrà un seguito: quest’anno, infatti, la softco statunitense ha deciso di ripiegare su un altro testo del professore di Oxford, “Lo Hobbit”, che narra di avvenimenti precedenti alla guerra dell’anello…
Le qualità di uno hobbitLa storia narrata ne “Lo Hobbit” è precedente alla saga dell’anello e vede come protagonista Bilbo Baggins, zio del ben più noto Frodo: Bilbo è un hobbit tranquillo e pacifico che però avverte una certa irrequietezza in fondo al suo animo. Di questo se ne avvede lo stregone Gandalf che decide di coinvolgerlo in un’incredibile impresa: recuperare il tesoro dei nani dalle grinfie di Smaug, il terribile drago rosso. L’incredibile compagnia comprende, oltre allo hobbit, in qualità di scassinatore, ed allo stregone (che però non sarà sempre presente) un gruppo di tredici temerari nani guidati da re Thorin, decisi a rioccupare la montagna che un tempo era stata loro. Avventuriero riluttante, Bilbo saprà crescere e vincere le sue paure e rendersi utile durante il viaggio, salvando più volte i suoi compagni. L’avventura lo porterà a conoscere gli elfi ed altre bizzarre creature come le aquile giganti, a sfidare troll, goblin, lupi e ragni giganti, ad incrociare la strada con l’inquietante Gollum, al quale sottrae il famoso anello con il dono dell’invisibilità, e così via fino al confronto col temibile drago ed allo scontro con l’orda oscura proveniente da nord.
Uno hobbit salterelloRimango sempre dell’idea che il modo migliore per trasportare in un videogioco le opere di Tolkien sia creare un gioco di ruolo: ancora una volta, però, le mie speranze sono andate deluse perché questo Lo Hobbit è un action/platform (se mi consentite la definizione) assai più simile a “Zelda: the Wind Waker” che non ad un “Baldur’s Gate”.Il gioco si compone di 11 livelli che ripropongono più o meno accuratamente gli ambienti e le situazioni del libro e questa relativa fedeltà è sicuramente un punto a suo vantaggio, sempre che siate appassionati lettori dell’opera originale: la partenza dalla Contea, l’incontro con i tre troll, le caverne dei goblin, l’Anello di Gollum… tutte le vicende principali sono state efficacemente rese.Bilbo comincia la sua avventura con tre sole “Bolle di Salute” (avete presente i cuori in Zelda? Stessa cosa…), un bastone e delle pietre da lancio, ma ben presto diventerà ben più competitivo con l’acquisizione di Pungiglione (altrimenti nota come Pungolo, la spada elfica che si illumina quando ci sono orchi nelle vicinanze, avete presente?) che donerà ai suoi attacchi da mischia ben altra efficacia, e dell’Anello, in grado di renderlo invisibile per un tempo limitato!Bilbo, da vero protagonista, corre, si arrampica, scivola, si appende a corde e liane, effettua salti olimpionici avvalendosi del suo bastone, si muove furtivamente, e cade in piedi come i gatti!Inizialmente gli attacchi possibili sono costituiti da un unico fendente oppure dal lancio a distanza di pietre: scoprendo però le pergamene nascoste nei vari livelli, una delle armi del nostro coraggioso hobbit acquisirà una nuova capacità utilizzabile in battaglia. I combattimenti, talvolta, possono risultare più duri del previsto a causa del sistema di lock-on che, in presenza di più avversari, ne aggancia sempre e solo uno, lasciandoci indifesi ai colpi degli altri.I livelli che ci troveremo a percorrere sono cosparsi da gemme di ogni colore che aggiungono, una volta raccolte, Punti Coraggio: questi punti ci vengono assegnati anche quando sconfiggiamo un nemico o portiamo a termine un’impresa. Ad ogni acquisizione aumenta il livello dell’indicatore del coraggio e quando raggiunge il livello massimo Bilbo guadagna un’altra, essenziale, Bolla di Salute.
Un mondo da favolaLe locazioni, mai eccessivamente vaste, sono comunque costruite cercando di riprodurre la situazione descritta dal libro, anche se, ovviamente, arricchita ed estesa: i livelli sono costruiti in modo tale da offrire un discreto connubio tra esplorazione e vere e proprie fasi da platform.C’è molto da saltare in “Lo Hobbit”, è più proseguirete più la precisione nel calcolare tempi e distanze diventerà essenziale: non aiuta in tal senso una telecamera non del tutto convincente che, per fortuna, può essere posizionata manualmente nella posizione più indicata, anche se il discorso non vale nel caso in cui vi troviate a dover saltare in tutta fretta…Le mappe di gioco sono sempre stracolme di gemme, monete, ricariche energetiche, pietre, piedistalli di salvataggio e casse del tesoro: queste ultime risultano più o meno difficili da aprire a seconda che siano di legno, di ferro o d’oro. Per accedere al contenuto di tali contenitori spesso è necessario scassinarli, operazione che si estrinseca in un vero e proprio minigioco: entro un certo tempo il nostro Bilbo dovrà superare uno o più sfide (sostanziatesi nella necessità di arrestare un puntatore in movimento nell’apposita zona verde) in successione. Alcune casse possono essere aperte solo se in possesso delle Chiavi Universali, altre invece di oggetti e tesori contengono veleno o altre trappole…Sono presenti anche alcune (immancabili?!?) fasi stealth in cui il nostro piccolo eroe dovrà muoversi silenziosamente ed utilizzare i poteri dell’anello per non farsi scorgere: purtroppo la loro implementazione ha più che altro l’effetto di rallentare ulteriormente il ritmo di un’azione già di per sè non propriamente frenetica.Alla fine di ogni livello (capitolo) sarà infine possibile spendere le monete trovate tutta una serie di oggetti, dalle pozioni medicamentose agli antidoti, dalle pietre da lancio alle chiavi universali fino alle rare e costosissime acque della Forza Morale e della Forza Vitale.
L’avventura di BilboLa visione della Terra di Mezzo proposta in questo prodotto è assai diversa da quella maestosa e cupa vista nella trilogia cinematografica, ma più in linea con il tono scanzonato del libro: pur non adottando la tecnica del cel-shading, l’aspetto dei personaggi e delle varie locazioni è decisamente colorato e cartoonoso!Bilbo è stato decisamente ringiovanito e non sembra affatto l’hobbit di mezz’età che dovrebbe essere, mentre le fattezze di Gandalf, dei nani e di buona parte degli avversari sono gradevoli ma decisamente caricaturali; le animazioni dei vari modelli sono soddisfacenti così come la loro realizzazione, anche se il livello di dettaglio in generale non fa certo gridare al miracolo; la realizzazione dell’acqua è davvero brutta e problemi di compenetrazione si verificano spesso e volentieri. Discrete le scene di intermezzo che collegano un capitolo all’altro sia mediante filmati in computer grafica, sia attraverso schermate statiche in cui una voce narrante descrive gli accadimenti illustrati sul libro nello sfondo.Molto piacevole l’audio, con musichette piacevoli e frizzanti ed un doppiaggio in italiano di discreta fattura.La longevità, invece, risente dell’eccessivo numero di punti di salvataggio e dei continua infiniti, che semplificano fin troppo la vita al giocatore…
– Buona trasposizione dal libro
– Divertente
– Facile e poco longevo
– Graficamente migliorabile
6.8
Al di là della votazione, Lo Hobbit rimane un’avventura piacevole e divertente da giocare: d’altronde lo stile grafico molto caricaturale e colorato ed un livello di difficoltà decisamente abbordabile denotano un prodotto evidentemente pensato per un pubblico molto giovane. La rimarchevole fedeltà al romanzo originale, d’altronde, soddisferà in pieno anche l’appassionato di Tolkien, disposto a perdonare le eventuali manchevolezze. Peccato solo che la scarsa longevità, unita ad un motore grafico non impeccabile e ad una latitanza di idee originali rende il tutto decisamente meno appetibile per il giocatore scafato ed esigente: non un concorrente di Zelda, quindi, ma una sua controparte semplificata, perfetta per un’adolescente…e tra poco sarà Natale!
Voto Recensione di Lo Hobbit - Recensione
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