Recensione

Little Witch Academia: Chamber of Time, la recensione

Avatar

a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Dopo essere stato rilasciato in Giappone nella fine del Novembre scorso, Little Witch Academia: Chamber of Time, il tie-in dedicato all’omonimo anime, è finalmente pronto a sbarcare anche nel resto del mondo. Il titolo ha fin da subito catturato l’attenzione dei fan, grazie allo stile grafico ed alla promessa che sarebbe stata Studio Trigger stessa, lo studio responsabile dell’anime, ad occuparsi della storia e delle cutscenes presenti.
Ho come una sensazione di Déjà-vu…
Durante il primo giorno delle vacanze estive all’Accademia Magica Luna Nova, la novella apprendista strega Akko verrà immediatamente incaricata di mettere a posto la biblioteca come punizione: dopo essersi fatta un lungo pisolino, davanti a lei comparirà un misterioso libro mai visto prima, che rimesso a posto sbloccherà una camera nascosta che conduce ad un dungeon pieno di mostri, dove è stranamente in grado di utilizzare i propri poteri magici senza alcun problema. Dopo aver superato il misterioso labirinto e conclusa la giornata, scopre che per qualche motivo il primo giorno continua a ripetersi in un loop continuo, annullando di fatto tutte le azioni svolte fino a quel momento, a differenza delle uniche persone che riescono ad accorgersi di questo problema, ossia Akko stessa e le sue amiche e compagne. Anche se l’idea di stare in vacanza per sempre è allettante, insieme decideranno di collaborare (senza però coinvolgere le insegnanti) per capire come riportare lo scorrere del tempo alla normalità.
Vacanze infinite
Come già citato prima, lo stile grafico del titolo, dal punto di vista tecnico e delle animazioni dei personaggi, richiama perfettamente quello dell’anime riuscendo a catturare immediatamente l’attenzione del videogiocatore: il tutto viene impreziosito dalle cutscenes realizzate da Studio Trigger stessa, una colonna sonora all’altezza ed il doppiaggio del gioco. E’ un peccato, dunque, che il framerate del gioco sia davvero instabile per la maggior parte del gioco: fin dall’inizio ci ritroveremo con FPS dimezzati (non esattamente il miglior biglietto da visita…), per poi schizzare velocemente in aree con pochi personaggi; davvero inspiegabile, dato che non in fondo non sono presenti così tanti elementi che richiedono il caricamento e che si tratta di una cosa che accade fin troppo spesso. Il titolo è inoltre doppiato in lingua giapponese (sottotitolato in italiano) con le voci originali dello show: ogni singola scena di dialogo è interamente doppiata, anche i semplicissimi NPC con cui è possibile interagire avranno i dialoghi parlati, riuscendo dunque a far sentire ulteriormente “viva” la scuola. Ma se dal punto di vista della storia e di tutto ciò che concerne la presentazione del titolo i fan sicuramente non avranno modo di lamentarsi, da quello del gameplay la situazione è, purtroppo, ben diversa…
Una magia imperfetta
Il gameplay si divide in due fasi: una di esplorazione dell’accademia, basata principalmente di “fetch quests” abbastanza semplici, sia come missioni principali che secondarie facoltative; l’altra interamente RPG-Action sullo stile di un dungeon crawler. La prima fase gioca molto sulla meccanica del giorno che si va ripetendo: per risolvere alcuni problemi bisognerà essere presenti in un determinato posto ad un determinato orario, aspettando anche che il giorno si ripeta per poter riuscire a delle zone altrimenti inaccessibili. Purtroppo la meccanica risulterà abbastanza fastidiosa fin da subito, non solo a causa dell’enorme semplicità delle quests ma anche per la stessa meccanica del tempo, realmente controllabile solo se presenti nella nostra stanza: una situazione davvero fastidiosa che costringerà i giocatori a fare avanti e indietro ripetutamente, solo per poter accedere alla fase successiva della missione. Un problema che verrà evidenziato ancora di più nel caso si decidesse di intraprendere una side-quest, poiché non vi è un modo facile ed efficiente di capire quali missioni siano state già completate e quali no, visto che resettandosi il giorno torneranno immediatamente tutte disponibili (tranne quelle che riguarderanno in prima persona le nostre compagne d’avventura, quelle da completare solo una volta). Nel caso di alcune missioni secondarie non sempre il gioco darà un promemoria sul prossimo luogo ed orario in cui sarà necessario trovarsi, costringendo quindi il giocatore o a prendere appunti o a ricordare il tutto a mente. Discorso diverso invece per quanto riguarda le missioni principali, dove spesso basterà utilizzare l’opzione “borbotta” per fare in modo che Akko stessa, parlando da sola, ci dia un indizio sulla prossima destinazione. 
Dungeon stregati
Per la seconda fase invece dovremo scegliere un team di 3 streghe tra le 7 disponibili, equipaggiare le magie più congeniali ed affrontare il dungeon fino ad arrivare al boss di fine livello. Le magie (che possono essere sia offensive che di supporto) possono essere lanciate attraverso una combinazione di tasti, mentre per le magie “tradizionali” che non richiedono il consumo di PM potremo usare i colpi base (veloci, ma poco potenti), un colpo medio (media potenza, che tendenzialmente attacca in linea retta) ed un colpo potente (più lento, ma maggiormente efficace). Neanche sotto questo aspetto il gioco riesce a brillare, risultando spesso monotono e con la presenza di boss di una facilità imbarazzante, che col giusto set di magie sarete in grado di sconfiggere anche trovandovi diversi livelli sotto quello consigliato. Come ogni GDR che si rispetti, potremo aumentare le statistiche delle nostre streghe con l’equipaggiamento adatto e salendo di livello, spendendo i punti livello raccolti per sbloccare nuove magie e/o potenziarne altre. Sebbene i comandi di base siano le stesse per tutte le protagoniste, il tipo di magie standard (più alcune speciali esclusive per ogni personaggio, sbloccabili in seguito) e le statistiche cambieranno per ogni personaggio, motivando quindi il giocatore a sperimentare col proprio team fino a trovare quello ideale per il proprio stile di gameplay. Vogliamo scrivere una nota finale per quanto riguarda il sonoro: come già detto, il gioco è interamente doppiato dall’inizio alla fine ma per le sezioni action da grandissimo pregio riesce a diventare quasi una maledizione per le nostre orecchie, dato che ad ogni magia corrisponde una singola voice line, la quale verrà continuamente ripetuta ogni volta che decideremo di evocare la suddetta magia: ciò significa che le stesse identiche frasi finiranno per entrarvi nel cervello per non lasciarlo più, non aiutato dalla natura propriamente button masher del titolo.

Stile grafico che cattura perfettamente quello dell’anime

Cutscenes e storia ben curate da Studio Trigger

Interamente doppiato con le voci originali…

La colonna sonora è di buona qualità

Framerate troppo discontinuo

Gameplay ripetitivo e meccaniche non curate a dovere

…ma non c’è varietà nelle voice lines durante le battaglie

Design dei dungeon in alcuni casi discutibile

5.5

Abbiamo trovato Little Witch Academia: Chamber of Time un titolo davvero complesso da valutare: se da un lato non possiamo non apprezzare la cura riposta da Studio Trigger nel raccontare la storia e per l’utilizzo di cutscene animate soprattutto per chi è appassionato della serie, dall’altro non ci è possibile però ignorare il gameplay davvero rozzo del titolo ed i suoi evidenti limiti, che avrebbero meritato sicuramente una maggiore attenzione da parte degli sviluppatori. Nonostante tutto, ci sentiamo di consigliare il titolo a chi è realmente appassionato di Little Witch Academia in quanto, una volta chiuso più di un occhio sui difetti, il titolo ha comunque molto da regalare ai fan; ci risulta invece molto difficile suggerire l’acquisto a tutti gli altri giocatori.

Voto Recensione di Little Witch Academia: Chamber of Time, la recensione - Recensione


5.5

Leggi altri articoli